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giovedì 24 dicembre 2009

34) BALDORIE NATALIZIE


La festa del Natale dovrebbe essere più semplice: infatti per me è un normale giorno festivo da santificare, per principio non faccio regali e mi viene l’angoscia al solo pensiero di stare ad ingozzarsi nei tanti cenoni e pranzoni di questi giorni. Tante persone non hanno nessuno per riunirsi e festeggiare, pensiamo anche a loro e non ha neanche senso stare a scambiarsi gli auguri (di che cosa?): non si tratta né di un matrimonio, né di un compleanno.

Sono molti anni che tra le mie conoscenze non si gioca più a tombola ed altri giochi, qualche volta capita di giocare a giochi di carte tra amici, negli anni della mia infanzia si giocava più spesso, a proposito mi viene in mente un divertente episodio quando molti anni fa, durante le festività natalizie, ero ospite di amici di famiglia: si decise di giocare a tombola, soltanto che il capofamiglia, che era un appassionato di informatica e possedeva uno dei primi computer, anziché tirarla in modo tradizionale voleva provare a far uscire i numeri con il computer; uno dei suoi figli si arrabbiò molto dicendo che il padre era troppo fissato con quegli aggeggi, a sua volta si arrabbiò anche il padre e provando a rincorrerlo esclamò a gran voce: “via da questa casa!” In una frazione di secondo il figlio sparì, ma non l’aveva cacciato di casa sul serio, giusto qualche ora per sbollire la rabbia su entrambi i fronti. Sono passati più di vent’anni ma se ci ripenso ancora mi ammazzo dal ridere: quell’episodio mi è tornato in mente rileggendo mio testo “Io e l’informatica” di alcuni mesi fa e visto che eravamo in tema natalizio……

Oggi una signora anziana mi ha dato una mancetta di 10 € per Natale, io le ho risposto che non ce n’era bisogno, principalmente perché non sono più un ragazzino, lei ha replicato che le mance le dà anche ai suoi nipoti che sono più grandi di me, aggiungendo che anch’io è come se lo fossi perché mi ha visto nascere; allora io ho ricordato che anche i miei nonni quando erano in vita per natale potevano darmi 50.000 lire o 100.000 lire e lei ha detto:”eh si con le lire era meglio!”


A me personalmente non è mai importato granché del presepe e dell’albero di natale, in casa mia ci pensano sempre gli altri a farli, però alcuni anni fa diedi un piccolo aiuto, insieme ad altre persone, nel realizzare il presepe artistico dell’artista Francesco Artese (nell'immagine), che ancora oggi si può ammirare al Santuario della Madonna del Soccorso nel periodo di Natale.


E da parte mia Buon Natale a Tutti

lunedì 14 dicembre 2009

33) BERLUSCONI AGGREDITO


Ieri pomeriggio al termine di un comizio a Piazza Duomo a Milano il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato aggredito e ferito da un uomo di 42 anni che gli ha lanciato contro una miniatura del Duomo di Milano. Da alcuni mesi un clima d’odio travolge il paese (bastava vedere dei gruppi che su delle piattaforme mediatiche  inneggiavano ad uccidere Berlusconi) ed ecco le conseguenze! Si cerca di minimizzare l’accaduto sui media e allontanare il movente politico: “è stato un gesto di uno squilibrato in cura psichiatrica”. Tutto il mondo politico è stato solidale con Berlusconi, ad eccezione di Di Pietro: voglio solo consigliargli di frequentare un corso di dizione! In una manifestazione del Partito del Popolo delle Libertà si sono permessi di infiltrarsi dei contestatori e inneggiare all’odio. Le parole del Presidente del Consiglio hanno infiammato come al solito il numeroso pubblico accorso e ha ritemprato il suo popolo sotto pressione per tutte le calunnie e le accuse che in questi mesi ha subito. Il carisma di Berlusconi e la sua carica fanno sempre la differenza, basti pensare che nel 2006 riuscì in un mese di campagna elettorale a recuperare molti punti di svantaggio sul centrosinistra e rischiò di vincere, deludendo le aspettative di Fini e Casini che sognavano una sonora batosta per sbarazzarsi di un uomo a cui dovevano molto! Bisognerà tenerselo stretto Berlusconi: pure se non è un politico puro parla da uomo di destra vero, è sempre riuscito a tenere unite forze inconciliabili tra loro, è vicino ai bisogni della gente, dimostrandolo pure nel fatto di essere sempre molto disponibile a parlare e a firmare autografi, quella disponibilità poteva costargli molto cara. E se l'aggressore avesse avuto una pistola? Saremmo tornati ai governicchi balneari o invernali democristiani, con conseguenti inciuci spazzati via da Tangentopoli, oppure saremmo divenuti una repubblica popolare socialista, modello Est Europa: entrambe le forme di governo sono state condannate e superate dalla storia. Facciamoci sentire anche noi e alziamo la voce, non facciamo pensare che le piazze siano in mano a un gruppetto di scalmanati che inneggiano all’odio contro il governo; ma quando si va al voto quelle convinzioni non corrispondono, chissà come mai? Teniamoci pronti a difendere il nostro Presidente del Consiglio, legittimato dal popolo italiano a governare.

giovedì 3 dicembre 2009

32) I MINARETI E GIANFRANCO FINI


I cittadini svizzeri chiamati ad un referendum domenica scorsa per decidere se far costruire nuovi minareti o no nel territorio elvetico hanno votato in maggioranza no.


Perché scandalizzarsi tanto di questo risultato? Bisogna rispettare la volontà popolare e non seguire le indicazioni di una ristretta cerchia di potere che pensa che tutti siano disponibili al giuoco del calarsi le braghe per paura. I signori di quel circolo finanziario chiamato Unione Europea sono stati naturalmente i primi a lanciare l’allarme: non vogliono saperne di radici cristiane, che è l’unico elemento che accomuna i popoli europei, ma di altri culti estranei all’Europa guai a chi vi rema contro. Ora vorrebbero far entrare pure la Turchia che geograficamente è fuori dal continente, non curandosi minimamente che ciò potrebbe essere una bomba demografica che, se esploderà, farà perdere il suo sangue all’intera Europa. 

La storia dell’Islam è fatta di guerre di conquista, hanno tentato più volte di sottomettere l’Europa, ma fortunatamente non vi riuscirono: a Poiters Carlo Martello li fermò, a Lepanto e a Vienna furono fermati ugualmente. I papi di allora, anziché cercare il dialogo (vi prego risparmiateci, venite nei nostri paesi, potremo convivere pacificamente!), misero su le più grandi Sante Alleanze dei paesi europei per evitare l’islamizzazione forzata dell’Europa. Noi oggi non vogliamo la guerra e lo scontro di civiltà, vogliamo la pace nel mondo ed è giusto che ci si debba conoscere, ma ciò non significa distruggere la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra storia e la nostra identità nazionale sostituendole con concezioni di vita estranee a noi. Perciò trovo giusto il fatto di non far elevare minareti nei nostri paesi, ma purtroppo molti ci sono già, i quali vorrebbero superare di altezza e soffocare i nostri campanili.

Bisogna considerare il fatto che il musulmano è solo di passaggio: sta un po’ di anni da noi, fa fortuna e poi torna al suo paese, dove investe quello che ha guadagnato, creando occupazione; fin qui nessuno ha nulla in contrario e penso che tutti permettano loro di praticare la loro religione, basta che rispettino noi e le nostre leggi, magari possono adibire un capannone o un appartamento a luogo di preghiera. Visto quante concessioni facciamo? E pensare che se uno dice messa o va in giro con una croce in Arabia Saudita finisce in galera. Come sarà la nostra Italia nel 2050, nel 2090, nel 2150 se continuerà ad attuarsi questa visione di immigrazione di porte spalancate e di promesse di cittadinanze come vorrebbero alcuni? E non vi sembra strano che vogliano venire tutti in Europa e non provino ad emigrare nei ricchissimi paesi della penisola arabica? (da dove partirono sottomettendo Africa, Asia, Spagna e Balcani) Oggi però la maggior parte dei cittadini si sente sotto assedio e si aspetta leggi restrittive su quelle materie, non lo dico io, lo dicono i fatti, e perché allora sorprendersi del risultato svizzero?

Il senso di tutto questo discorso è che non bisogna temere alcuni facinorosi musulmani e assecondarli sempre per paura e se dicono: vi soggiogheremo, vi distruggeremo; bisogna rispondere: venite vi aspettiamo!

Naturalmente Fini non ha preso bene i risultati del referendum in Svizzera e oramai, dopo le ultime sparate, è totalmente fuori dalla linea del suo partito. Tre sono le cose: o cambia registro o se ne va lui o lo cacciano. Se andrà via si porterà dietro un 2%, un 3%, non di più e considerato che alle prossime elezioni regionali il Pdl si alleerà con "La Destra", perché non provare a recuperare i voti che porterà via Fini alleandosi anche alle elezioni politiche, nel caso che fossimo chiamati nuovamente alle urne, con il partito di Storace?

sabato 21 novembre 2009

31) DIECI ANNI FA IL BEATO DIVENNE SANTO

Esattamente dieci anni fa, il 21 novembre 1999, il Beato Tommaso da Cori (Cori 1655 -Bellegra 1729) fu proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro a Roma
La Basilica di San Pietro a Roma con l'immagine di San Tommaso da Cori e alcuni figuranti storici.


Oltre 44 corriere partirono da Cori per assistere allo storico evento. Oggi voglio commemorare a modo mio quest'anniversario: parlandone nel mio spazio virtuale in rete e inserendo nello stesso alcune fotografie pubblicate sul libro "Un uomo di Dio, un uomo per tutti: San Tommaso da Cori" di Massimiliano Di Pastina. Non so se tali immagini siano protette o meno da leggi di diritti d'autore: se dovessero esserci dei problemi sono pronto a toglierle, ma nel libro, di mia proprietà, non c'è scritto nulla a tal proposito. Mi sarebbe piaciuto anche inserire alcuni minuti di filmato cinematografico ma è troppo complicato per me: le immagini che uscirono per l'occasione sono impresse in delle videocassette, avrei dovuto far convertire la videocassetta che possiedo in dvd, estrarre le immagini più significative, depositarle in Youtube o in Libero Video e poi postarle qui. Pazienza accontentiamoci delle fotografie e inoltre preferisco non inserire la mia solita poesia: vuoi perché è una faticaccia fare il copia-incolla e scrivere affianco la traduzione, con Splinder che non è sinonimo di perfezione, e vuoi perché le poesie sulla religione le scrissi in un periodo di profonda visione mistica della vita, anche se le poesie in genere sono strane e uno, rompendo i suoi schemi mentali tradizionali, si immerge in situazioni dove non pensava che sarebbe mai arrivato. Quelle che tempo fa resi di dominio pubblico neanche ce la faccio più a leggerle e mi chiedo: come è possibile che abbia scritto queste cose? Senza contare i problemi che sorsero con delle persone che fraintendevano le mie parole e non comprendevano a fondo le pittoresche sfumature in senso buono del dialetto; come quella volta che un insegnate che pensava ce l'avessi con lui, invece io facevo un discorso generico: notizie come quella, allora incriminata, si leggono sui giornali e si sentono in televisione tutti gli anni. Tornando all'evento di dieci anni fa, quando io  rimasi a casa e non partecipai: era un momento come ora di bassa religiosità, nonostante sia allora che oggi ero e resto cattolico praticante. Mi ponevo dei quesiti esistenziali che ancora oggi non sono riuscito a risolvere, in cui neanche la religione ti dà delle risposte.


Durante l'offertorio della Messa gli sbandieratori donarono al Papa una reliquia raffigurante il Tempio d'Ercole di Cori.




Parole di santificazione pronunziate dal Papa:

"Ad honorem Sancte et Individuae Trinitatis ad exaltationem fidei catholicae et vitae christianae incrementum, auctoritate Domini nostri Iesu Christi, beatorum Apostolorum Petri et Pauli ac Nostra, matura deliberatione praehabita et divina ope saepius implorata, ac de plurimorum Fratrum Nostrorum consilio, Beatos Cyrillum Bertrandum et VIII Socios necnom Innocentium ab Immaculata, Benedictum Menni et Thomam a Cori Sanctos esse decernimus et definimus, ac Sanctorum catalogo adscribimus, statuentes eos in universo Ecclesia inter Sanctos pia devotione recoli debere.
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti."



Processione delle autorità civili e religiose verso l'Aracoeli vicino al Campidoglio.



L'urna del Santo e sullo sfondo il Campidoglio.



L'urna del Santo, che tornò per l'occasione dal Sacro Ritiro di Bellegra, dove è tuttora custodita, nella sua casa-chiesa, rimessa a nuovo per l'occasione, a Cori.





Santa Messa conclusiva della ricorrenza celebrata dal Vescovo in Piazza Signina a Cori.

Buon anniversario: comunque nel cuore dei coresi, molti dei quali oggi per commemorare l'anniversario si sono recati a Bellegra, il Santo rimarrà sempre il Beato.

sabato 14 novembre 2009

30) UN NUOVO GIORNALE A CORI


L'Associazione Culturale Clan Banlieu (http://www.associazionecb.it/) ha ideato e realizzato una nuova pubblicazione per Cori e Giulianello: la rivista bimestrale CRASCH. Il fine principale di tale rivista è quello di informare la cittadinanza sulle attività dell'associazione (concerti, rappresentazioni teatrali, corsi di lingua, d'informatica, di ceramica, di danza, di batteria ecc.) ma anche quello di narrare argomenti culturali generici e di attualità.


Da una prima impressione mi sembra che sia un giornale solitamente diverso da quelli caratteristici di paese a cui siamo abituati e principalmente è destinato a una fascia di lettura giovanile, ma sicuramente sarà utile anche agli adulti a capire gli interessi dei giovanissimi, i quali potrebbero essere anche i loro figli. L'importante è avere idee (che possono essere condivise o no), esporle, scrivere anche "per qualcosa" e non sempre "contro qualcosa". La grafica e le immagini colorate di questo giornalino sono di ottima fattura, pure questi sono gli elementi che fanno la differenza in un giornale e nell'ultima pagina ci sono i giochi, dove è ben in evidenza quello del momento, ovvero il sudoku.

Il 1 novembre mi trovavo nella piazza centrale di Cori Alto, Matteo Milita distribuiva questo giornale e me ne ha data una copia anche a me. Il pomeriggio di quel giorno sono stato al teatro comunale, dove ho assistito ad una rappresentazione di improvvisazione teatrale, dopodiché avevo annunciato ai membri dell'associazione "Clan Banlieu" che avrei parlato del loro giornale su questo mio blog: loro sono stati felici di questa mia idea.

Non so se ho fornito notizie esatte ma se volessero inviarmi loro stessi del materiale informativo sarei ben felice di aggiungerlo.

domenica 8 novembre 2009

29) IL VENTENNALE DELLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO




Storia
Quando sentivo nominare il Muro di Berlino pensavo che servisse solo a separare Berlino Est da Berlino Ovest: nella mia ingenua fantasia immaginavo la gente con le automobili che usciva da Berlino e poi dalle campagne entrava tranquillamente nell’altro settore. Invece no, il muro isolava completamente Berlino Ovest dal resto della Germania Est. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Germania venne divisa in quattro zone d’occupazione tra le potenze vincitrici: per evitare gli errori della Prima Guerra Mondiale, quando le umilianti condizioni dell’armistizio fecero sì che i sentimenti di rivalsa di buona parte del popolo tedesco portarono allo scoppio di un’altra guerra, più catastrofica della prima. Nel 1949 le zone di occupazione americane, britanniche e francesi si unificarono, facendo nascere la Repubblica Federale Tedesca (BRD) o Germania Ovest con capitale Bonn, facente parte della Nato e del blocco occidentale/americano; nello stesso anno dalle zone di occupazione sovietica nacque la Repubblica Democratica Tedesca o Germania Est (DDR) con capitale Berlino Est, ovviamente facente parte del blocco sovietico socialista. Gli alleati occidentali pretesero dai sovietici di avere i loro settori a Berlino, così facendo i loro distretti unificati fecero ritrovare Berlino Ovest, facente parte della Germania Ovest, in mezzo alla Germania Est. Nel 1948 Berlino Ovest rischiò la fame: i sovietici non permettevano il passaggio di mezzi occidentali nei loro territori, ma gli americani rifornirono la città di beni di prima necessità con un ponte aereo. La Germania Ovest, grazie agli aiuti americani, si risollevò presto dalla distruzione della guerra e divenne una grandissima potenza economica mondiale. La Germania Est stentava a decollare economicamente: i russi dapprima pretesero dei grandissimi risarcimenti per i danni della guerra, poi finalmente arrivò uno sviluppo delle industrie di stato. Nel 1961 le autorità della DDR fecero erigere un muro per emarginare Berlino Ovest, onde evitare le fughe di massa all’ovest: infatti oltre 2 milioni di tedeschi dell’est fino a quel momento erano riusciti a passare ad ovest. Quel muro divenne il simbolo della cortina di ferro e della disvisione est/ovest, tra il mondo libero capitalista e il mondo socialista. Intere famiglie si ritrovarono separate e in tutti quegli anni cercarono di ricongiungersi con qualsiasi mezzo: dalle gallerie sotterranee, all’uso delle mongolfiere ed aerei ultraleggeri. Cinquemila persone riuscirono a fuggire in ventotto anni, mentre si calcola che più di duecentocinquanta persone siano state scoperte e uccise dalle guardie di frontiera della Germania Est. I servizi segreti dell’est (Stasi) avevano tantissimi infiltrati tra la gente comune per informarsi di eventuali piani di fuga. Fino a pochi mesi prima del novembre 1989 i tentativi di fuga dall’est all’ovest proseguirono e nessuno si sarebbe aspettato che il Muro sarebbe caduto improvvisamente. Già da alcuni anni la politica innovativa del capo sovietico Gorbaciov, unito alla spinta del papa polacco Giovanni Paolo II, avevano fatto sì che dei processi di rinnovamento coinvolgessero l’intera Europa dell’Est: proprio nel 1989 quei paesi iniziarono a intraprendere la strada democratica, concedendo le prime libertà ai loro cittadini. L’Ungheria aprì le frontiere con l’Austria e molti tedeschi dell’est vi si recarono per cercare di raggiungere la Germania Ovest, ma le autorità ungheresi fecero sapere che avrebbero consentito il passaggio solo agli ungheresi che lo richiedevano. Le ambasciate della BRD a Praga e a Budapest furono prese d’assalto dai tedesco - orientali al fine di chiedere accoglienza, intanto nelle principali città della DDR la gente scese in piazza per chiedere la libertà e Gorbaciov fece sapere al capo del governo Honecker, durante i festeggiamenti del quarantennale dello stato nell’ottobre 1989, che non sarebbe intervenuto per sedare le rivolte. A quel punto le autorità della Germania Est annunciarono che avrebbero concesso ai richiedenti il permesso di transito verso Ovest: il giorno 8 novembre 1989 si diffuse la notizia, la gente la sera si diresse in massa verso il Muro di Berlino, dove furono aperti dei varchi, con le guardie di frontiera che rimasero impassibili, tra lacrime di gioia ed euforia generale. Dopo quarant’anni il comunismo finì in Germania Est, così come negli altri paesi europei, la Germania Est nell’ottobre 1990 si unì alla Germania Ovest e la città di Berlino unita dopo pochi anni tornò ad essere la capitale della nuova Germania unificata. Oltre a Gorbaciov e al papa polacco, gli altri artefici di quegli eventi furono il cancelliere della Germania Ovest Kohl e il presidente Usa Bush.






 Controindicazioni e problematiche a vent’anni di distanza

Ci fu un grande ottimismo per il futuro con la caduta del Muro di Berlino, ma i duri e puri del comunismo, sia ad est che ad ovest, si chiedevano come poteva essere che la cosa fosse accaduta così improvvisa ed inaspettata, prendendosela col facile colpevole: Gorbaciov. Se al posto di Gorbaciov ci fosse stato un altro tutto sarebbe rimasto invariato, nonostante il papa polacco che invitava la sua gente a ribellarsi. Una volta un militante di estrema sinistra mi disse che, durante la guerra, i russi fermarono le truppe naziste alle porte di Mosca, perché allora c’era chi doveva esserci (Stalin); se al suo posto ci fosse stato Gorbaciov i nazisti avrebbero fatti molti giri in quella piazza. Passata l’euforia iniziale la Germania pagò gravi conseguenze economiche dalla riunificazione: era difficile per la parte est dopo decenni di economia statale aprirsi ai privati, i bilanci statali tedeschi furono gravemente compromessi e l’inflazione subì impennate vertiginose. Con la privatizzazione ad est dei grandi stabilimenti statali molti rimasero senza lavoro, restarono deluse le loro aspettative di arrivare al tenore di vita dell’ovest e vedendo negli immigrati dei concorrenti ruba lavoro rinacquero movimenti di estrema destra neonazisti xenofobi. L’esodo dalla Germania Est verso la Germania Ovest e da Berlino Est verso Berlino Ovest rispecchiò quello che sarebbe successo in seguito in tutta Europa: esodi di massa incontrollati dai paesi dell’est, dove regnava la corruzione, verso i paesi dell’ovest con conseguenti problemi di insicurezza in Europa Occidentale. Ma forse ci hanno salvato dall’immigrazione verso l’Europa dai paesi islamici: se nell’est in tutti questi anni ci fosse stato ancora il comunismo le frontiere sarebbero rimaste chiuse, può darsi che oggi in Italia avremmo oltre quattro milioni di musulmani presenti; infatti si limitò l’immigrazione dai paesi arabi per favorire i paesi dell’est Europa. Come nella Germania Est anche nell’Est Europa fu difficile dopo decenni di economia collettivizzata aprirsi all’economia privata, proveniente soprattutto dai paesi occidentali e solo ora a vent’anni di distanza si intravedono timidi segnali di sviluppo, favoriti in parte dall’entrata nell’Unione Europea di molti paesi dell’Est. Alcuni stati, dopo la fine dei regimi comunisti, si sono dissolti, vedi Urss, Cecoslovacchia e Jugoslavia: le dissoluzioni nei primi due casi sono avvenute in forma pacifica, mentre nell’ultimo caso è avvenuta con una terribile guerra. Si può rimpiangere il periodo del divario Usa/Urss e della Guerra Fredda per il fatto che c’erano due superpotenze a contrastarsi, c’era più equilibrio; è vero che c’è stata sempre una paura di una guerra mondiale atomica, ma le due nazioni consapevoli che, se ciò fosse avvenuto, l’umanità si sarebbe estinta e per questo si guardavano bene dal mordersi a vicenda. Ora c’è il rischio che alcuni arsenali atomici di alcuni piccoli stati dell’ex Urss finiscano nelle mani di terroristi che, animati da sentimenti fondamentalisti religiosi, vorrebbero impiegarli contro gli Usa, l’unica superpotenza rimasta, vista come padrona indisturbata del mondo. Il fanatismo religioso islamico è stato il principale problema dopo la fine del socialismo reale, quando si pensava che nel mondo potesse esserci finalmente una pace duratura. Dopo la fine della Guerra Fredda gli Usa si ritrovarono nemici che precedentemente erano stati loro alleati contro i russi e contro l’integralismo islamico: Bin Laden e Saddam Hussein. Un discorso a parte merita Saddam Hussein, il cui errore è stato quello di annettersi un Kuwait totalmente in mano alle imprese americane, se non l’avesse fatto oggi sarebbe ancora, vivo e vegeto, a capo dell’Iraq e sarebbe ancora a fianco degli americani a contrastare l’Iran, come già fece negli anni ’80. Tolte tutte le problematiche e le controindicazioni rimangono gli aspetti positivi dopo vent’anni dalla fine del Muro di Berlino: la democrazia riconquistata con il possibile decollo economico ad est e la remotissima possibilità dello scoppio di conflitti mondiali!

martedì 3 novembre 2009

28) RICORRENZA PATRIOTTICA DEL 4 NOVEMBRE



Per celebrare la ricorrenza del 4 novembre, 91mo anniversario della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, ho scelto di pubblicare un pezzo del film “Don Camillo e l’onorevole Peppone” che si appropria per l’occasione: Peppone ascoltò le note della Canzone del Piave, si commesse, gli tornarono in mente i ricordi da reduce e stravolse completamente il suo discorso iniziale.


Nel 1918 con l’annessione del Trentino e della Venezia Giulia terminò il processo di unità dei popoli italici, sotto un’unica nazione, iniziato nell’800, anche se rimanevano fuori dall’Italia altre entità italiane come Nizza, Canton Ticino, Corsica, Malta e Costa Dalmata soprattutto: che fu promessa all’Italia in caso di vittoria dell’Intesa nella Grande Guerra, ma quella promessa non fu mantenuta e così la vittoria italiana divenne la vittoria mutilata.



Le parti colorate verdi, viola e rosse indicano le terre irridente italiane dopo la Prima guerra Mondiale: manca la Savoia, terra d'origine della dinastia regnante in Italia, ma di italiani non ce n'erano in quella regione, il Fascismo la inserirà lo stesso tra le mire espansionistiche italiane.


La Venezia Giulia sarà interamente perduta, tranne le città di Gorizia e Trieste, con la Seconda Guerra Mondiale e gli italiani in Istria e Dalmazia ormai sono ridotti a pochissime unità. L’altare della Patria a Roma è il simbolo della nostra nazione: raccoglie le spoglie di un milite ignoto, caduto nella Prima Guerra Mondiale, che fu scelto a caso, egli rimembra tutti i caduti italiani che si sono immolati per l’Italia e per Roma, la sua capitale. Gli italiani, residenti in Italia e all’estero, guardano fieri il loro altare, si sentono orgogliosi di appartenere alla loro nazione e pregano per i loro caduti.

La Dea Roma posta sull'altare della patria.



ITALIA

NOME UFFICIALE "REPUBBLICA ITALIANA"
  • Nascita: 17 marzo 1861 (Regno d'Italia)
  • Nascita repubblica: 2 giugno 1946
  • Forma di Governo: repubblica democratica parlamentare
  • Capitale: Roma
  • Presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano
  • Presidente del Consiglio dei Ministri: Silvio Berlusconi
  • Popolazione residente: 60.157.214 ab.
  • Lingua: italiano (derivante dal fiorentino)
  • Religione: cristiano cattolica romana nella stragrande maggioranza
  • Inno nazionale: Canto degli Italiani o Inno di Mameli
  • Bandiera: tricolore a bande verticali verde, bianco, rosso
  • Feste nazionali: 25 aprile e 2 giugno

ITALIANI

Complessivamente gli italiani sono tra i 120/140 milioni in tutto il mondo e sono così distribuiti:
  • Italiani in Italia: 56.000.000 circa
  • Italiani con cittadinanza italiana residenti all’estero: 3.297.605
  • Italiani, di lingua e di fatto, ma con cittadinanza della Svizzera, di San Marino, della Croazia e della Slovenia: 403.000 circa
  • Discendenti di italiani che hanno acquisito altre cittadinanze in Europa, nelle Americhe e in Oceania: sono stimati tra i 60 e gli 80 milioni.

domenica 25 ottobre 2009

27) DIMISSIONI DI MARRAZZO


Il governatore o il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo si è autosospeso dalla carica e presto si dimetterà per delle vicende a luci rosse sulla sua vita privata. Ora non voglio entrare in tale vicende, che ritengo siano fatti privati, ma si sa che i politici di spessore nazionale si cerca in tutti i modi di screditarli, a costo di scavare anche nelle proprie vicende private, in modo che possano influire negativamente sulle loro carriere politiche. A livello locale ce ne guarderemo bene di attaccare pubblicamente un sindaco o un assessore sul piano personale, ma a livello di chiacchiere di paese è la norma. Berlusconi per mesi è stato oggetto delle stesse vicende di pettegolezzi sulla sua vita privata, ma egli, a differenza di Marrazzo, ha negato ogni cosa: ritenendo tali pettegolezzi invenzioni o dicendo, pure se i pettegolezzi fossero stati veri, che si trattava di sue vicende private che non avevano influito minimamente sul piano politico e così ha tirato dritto per la sua strada. Marrazzo avrebbe potuto fare la stessa cosa: poteva dire che quella vicenda era una cosa privata che non aveva influito sulla politica regionale; non si trattava né di tangenti, né di appalti truccati. Ma deve essere difficile continuare a ricoprire il ruolo che ha ricoperto sino ad ora con addosso le peggiori etichette che gli appiccicano. Alla fine non cambierà nulla: il consiglio regionale è alla scadenza elettorale e avremo votato comunque: questa storia dell’autosospensione è una scusa per prendere tempo ed arrivare alla scadenza naturale della consiliatura. Il suo partito lo aveva già scaricato, infatti cercava da tempo altri nomi che avrebbero potuto ambire a quel ruolo, e pensare che quando fu eletto approfittò della tendenza elettorale favorevole al centrosinistra facendo fuori uno come Storace, la cui politica era molto apprezzata nelle “campagne” ma non in città. Ricordate quelle vicende della lista Alternativa Sociale che alla fine fu riammessa alle urne e fu determinante nel far perdere il presidente uscente e tutte le vicende giudiziarie che ne conseguirono? Tuttavia nella nostra regione è sempre Roma che decide chi dovrà governare il Lazio, avendo quasi 3 milioni di abitanti sui 5 milioni dell’intera regione. Tutti gli interessi che ci sono dietro alla Regione Lazio faranno in modo che tutti saliranno sul carro dei vincitori, di qualunque colore essi saranno.

sabato 17 ottobre 2009

26) IO E L’INFORMATICA

Sembra che sia scoppiata la rivoluzione elettronica: è arrivata al momento giusto, quando la gente pensava che non sarebbe arrivata più, si è sviluppata passo per passo; molti più di vent’anni fa temevano le controindicazioni se fosse arrivata tutta insieme e molto probabilmente avrebbe colto la gente impreparata.


Anche il sottoscritto si è trovato ad essere travolto  da questa rivoluzione, ritrovandosi a dirigere due blog, persino i 60enni e i 70enni si stanno adeguando a questi nuovi stili di vita, mentre i bambini già dalle scuole elementari apprendono l’uso dei sistemi informatici e delle lingue estere, al paro della grammatica, della geografia e della matematica. Quando eravamo noi bambini gli elaboratori di dati erano poco diffusi, ma già si percepivano come sogni futuristici e si sapeva che un giorno tutto sarebbe ruotato attorno a quegli apparecchi. Allora i rappresentanti di società informatiche provavano ad invogliare, tramite le scuole, i bambini/ragazzi a frequentare i loro costosissimi corsi, al termine dei quali avrebbero ricevuto gratuitamente l’apparecchio del domani. Il sistema operativo informatico più diffuso al mondo, prima dell’uscita sul mercato di Windows 95, era l’MS-DOS: al suo confronto gli elaboratori a cui siamo abituati noi sembrano giocattoli per bambini, perché bisognava scrivere delle parole comando per compiere tutte le operazioni e si doveva avere buona memoria; ricordo un mio vicino di casa, dirigente d’azienda, che lo possedeva e una volta stampò la lettera a Babbo Natale al figlio più piccolo, compiendo complicate operazioni.

Un tempo i computer più diffusi tra i ragazzi erano i Commodore 64, ci si poteva giocare e si potevano compiere piccole operazioni di elaborazioni dati a livello base. A me lo regalò in occasione della cresima nel 1989 il mio compare Pierluigi: lo prese a Perugia, dove allora studiava. Il Commodore andava collegato ad un qualsiasi televisore e lo usavo per giocarci: le cassette dei giochi si caricavano ad una sorta di registratore; qualche volta provai anche a compiervi delle operazioni matematiche.

Quando andai alle scuole superiori, al geometra, c’erano alcuni laboratori di informatica, naturalmente il sistema operativo era MS-DOS, ma ce li facevano usare poco e solo gli ultimi anni. Il sistema operativo Windows (le finestre che si aprono lanciando i programmi) fu inventato nel 1985 e fino al 1995 ci furono cinque versioni, il lancio del Windows 95 fu un enorme successo che surclassò, mandando in pensione, l’MS-DOS, le macchine da scrivere, le calcolatrici e si diffusero sempre più tra la gente comune internet e la posta elettronica, i nuovi modi di comunicare. Quando feci il servizio militare, nella caserma dove fui inviato le furerie di compagnia erano dotate di elaboratori sistema operativo MS-DOS, mentre gli uffici della palazzina del comando erano più all’avanguardia dal punto di vista informatico, avendo il sistema operativo Windows 95. Allora provai ad apprendere l’uso del computer, dopo l’esperienza della scuola, ma vi rinunciai ritenendo la faccenda troppo complessa: ancora non conoscevo il facile gioco delle finestre che si aprivano.


"La centrale operativa" dove l'autore del Tutto e della Coppa del Mondo di Calcio dirige le operazioni


Tornato a casa, nella mia famiglia si decise l’acquisto del computer per motivi di studio: comprammo ad inizio 1999 un Pentium II con sistema operativo Windows 98 ma il sottoscritto non voleva ancora saperne di imparare ad usarlo, ritenendolo troppo complicato, anche se quell’elaboratore appariva diverso dai soliti: vicino alla testiera c’era un cursore che serviva per muoversi al suo interno e accendendolo l’aspetto del video era più attraente e più vivo. Alcuni mesi dopo frequentai a Cori, nel Centro Congressi Ponte della Catena, dove allora c’erano la sede della Polizia Municipale e l’ufficio informagiovani, nel quale lavoravano due amiche, un corso di informatica gratuito in cui appresi le nozioni sull’uso basilare del PC e dei suoi programmi più comuni: elaborazione testi (Word) e foglio elettronico (Excel), insomma l’italiano e la matematica. Così iniziai a usare l’elaboratore anche a casa e a perfezionarmi sempre più; nell’estate 2000 installammo in casa l’allaccio alle reti informatiche (internet) e creammo una casella di posta elettronica. Il nuovo modo di comunicare e di archiviare i dati, al posto del cartaceo, mosse i passi anche in casa nostra, entrando nelle nostre quotidiane abitudini. Dopo aver frequentato i corsi di informatica a Cori, andai a frequentarne altri a Latina, conseguendo la Patente Europea di Informatica, appresi anche le tecniche per creare siti internet con superficiali nozioni del linguaggio di programmazione HTML: insomma alla fine è facile come un gioco apprendere l’uso del Computer e più si impara, più ci si diverte. Però i corsi di programmatore, che non ho mai frequentato per gli elevati costi, sono più seri, più dei complicati sistemi MS-DOS e non sono così “giocosi”.

Naturalmente io, come tutti, man mano che i sistemi informatici, che sono in continua evoluzione, si evolvono, devo tenermi aggiornato e stare al passo con i tempi: alla fine dell’anno scorso, aiutato da un amico che ha inserito tutti i programmi, ho rinnovato il terminale e il sistema operativo, mentre all’inizio del 2009 ho installato l’internet veloce o la linea adsl, che permette di visionare filmati in rete e di aprire velocemente le pagine con sopra molte immagini, senza che il telefono di casa sia occupato quando si naviga, anche 24 ore su 24 volendo e senza che la bolletta telefonica arrivi salata. Arriveremo un domani ad un unico schermo, che si tirerà giù come una tenda, e fungerà da elaboratore dati, televisore e telefono; già ora gli elaboratori possono svolgere in piccola parte quelle funzioni: si possono visionare film in dvd, se si installa l’apposito programma si può parlare telefonicamente vedendo in faccia l’altra persona  e le fotografie si stampano con il computer, infatti non si usa più la camera oscura per lo sviluppo. Ma il principale mezzo di comunicazione delle masse rimane il televisore, le reti sono poco usate per le notizie e generalmente in tutto il mondo vi si sfogano gli estremisti di qualunque genere, soprattutto politici e religiosi, essendoci molta libertà.
Tutto questo per dire che la rivoluzione elettronica mi ha travolto, facendomi ritrovare a gestire due blog, dove ho potuto raccontare questa storia, che è la storia del rapporto tra me e l’informatica.

giovedì 1 ottobre 2009

25) NUOVE ABITAZIONI IN ABRUZZO

Dopo il terribile terremoto che ha colpito l’Abruzzo lo scorso 6 aprile sono state ricostruite in tempi celeri le nuove casette, in questi giorni stanno per essere consegnate ai senzatetto che finalmente possono abbandonare le tende. I terremotati felici, senza dimenticare i loro familiari che non ci sono più, prendono possesso delle case antisismiche già arredate, a un prezzo simbolico e dentro trovano una bottiglia del miglior champagne e una pizza. Ventiquattro tra le migliori imprese edili italiane con le loro abilissime maestranze, coadiuvate dai più bravi ingegneri ed architetti, hanno lavorato in questi sei mesi 24 ore su 24, non conoscendo né domeniche e né altre festività. Quando sarà ultimata la ricostruzione vera e propria queste nuove abitazioni de L’Aquila saranno adibite ad alloggi per studenti universitari. Il governo all’indomani della tragedia promise di provvedere ai bisogni primari della gente e sembra che quella promessa sia stata mantenuta. Per il governo e per il suo capo Berlusconi fu una responsabilità molto impegnativa promettere, gli avversari erano già pronti ad attaccare, perché si trattava della solita demagogia, “vergogna, sfruttare questa tragedia per fini propagandistici elettorali!”; se tali promesse sono state mantenute significa che avevano veramente a cuore la gente abruzzese che aveva subito quel dramma e sapevano benissimo che se si fosse trattato delle solite promesse elettorali avrebbero perso la faccia e i voti. Superata la prima fase dell’emergenza, cioè dare un tetto alla gente, si provvederà con calma alla ricostruzione vera e propria: si inizierà dalle chiese, dai monumenti, dagli edifici pubblici e via via tutte le altre abitazioni.


In Umbria e Marche i terremotati dovettero attendere anni e anni per la ricostruzione, nel frattempo li sistemarono nei container di lamiera, dove si soffocava dal caldo in estate e dove si moriva di freddo in inverno. Il dilemma che sorge ora è il seguente: buttare tutto giù e ricostruire in cemento armato con tecniche antisismiche, rispettando lo stile antico delle case, oppure rinforzare le abitazioni lesionate con tiranti in acciaio? Ci sono delle tecniche, ancora dai costi elevati, che permettono alle pareti delle costruzioni antiche, che generalmente sono prive di ossatura in cemento armato, di non sgretolarsi, rimanendo intatte, inserendo dei tiranti d’acciaio, così si fa in modo che i solai non si sfondino. Il governo dovrebbe fare una legge per consentire l’agevolazione all’adeguamento antisismico per tutti gli edifici d’Italia, nuovi e vecchi. A differenza del Giappone, altro paese ad elevatissimo rischio sismico, in Italia manca una cultura della prevenzione dei terremoti: se ne parla solo quando ci sono, poi si dimentica in fretta e generalmente si costruisce a cavolo. Come si usa dire a Cori: mbè che fa, ma quando ci vè jo taramoto da nu! A questo proposito propongo un’accurata perizia su tutti gli edifici di Cori e urgenti interventi su quelli più a rischio. Pensate che ad Agrigento hanno dovuto evacuare un ospedale nuovissimo perché costruito con calcestruzzo depotenziato e in caso di piccola scossa sarebbe collassato. Il fine principale di chi governa dovrebbe essere l’interesse della collettività, non gli interessi personali e nel caso dell’Abruzzo si è pensato principalmente al popolo italiano bisognoso di aiuto, quindi giù il cappello denigratori! Si pensava che questo governo potesse lavorare tranquillo, invece il Casini o il Follini di turno lo sta facendo Fini: ma il signor Fini non lo sa che l’Italia è la patria che appartiene a tutti gli italiani, valorosi difensori delle loro vestigia e delle loro tradizioni, e non si vende, né tantomeno si regala a chicchessia? Se ci deve essere qualche straniero sia il benvenuto, ma ciò non vuol dire che deve venire a imporre le sue leggi, cancellando la nostra cultura, se deve votare, essendo cittadino del suo paese vota lì. Alcune correnti politiche non sanno più dove cercarli i voti, così vorrebbero sfruttare quella gente per ragioni politiche e Fini vuol attrarre simpatia da quegli ambienti per puntare alla più alta carica dello stato. Perché allora non continuare a parlare da uomo di destra e puntare alla presidenza del consiglio?

giovedì 17 settembre 2009

24) GRAZIE RAGAZZI, ONORE A VOI!!!




QUESTO SILENZIO FUORI ORDINANZA E' DEDICATO AI NOSTRI MILITARI MORTI A NASSIRYA E SI APPROPRIA IN QUESTA ENNESIMA TRAGICA CIRCOSTANZA.

Ho appreso della notizia della morte di 6 militari italiani, paracadutisti della Folgore, deceduti in un attentato in Afghanistan: si tratta del tenente Antonio Fortunato, 35 anni, originario di Lagonegro (Potenza), del primo caporal maggiore Matteo Mureddu, 26 anni, di Oristano, del primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, 26 anni, nativo di Glarus (Svizzera), del sergente maggiore Roberto Valente, 37 anni, di Napoli, del primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, 26 anni, di Orvieto, e del caporalmaggiore Massimiliano Randino, 32 anni, di Pagani (Salerno).


Dall'inizio della missione salgono a 20 i nostri militari caduti, escludendo i caduti in Iraq. Tutta la nostra amata Italia è vicino al dolore delle famiglie, le quali, nonostante il grandissimo strazio sono orgogliose di loro, di quello che hanno fatto e naturalmente le istituzioni staranno loro vicino, non solo ora, anche in futuro. Oggi il lavoro del militare professionista è ben retribuito, soprattutto quando si fanno le missioni all'estero, ma molto rischioso e, nonostante il durissimo addestramento a cui sono sottoposti i nostri soldati, si deve lo stesso mettere in conto che delle volte alcuni potrebbero cadere nell'adempiere del loro dovere. Questa missione in Afghanistan garantisce la nostra sicurezza: limita e riduce la potenzialità di Alqaeda che era annidata e lo è tuttora in quel luogo, seppur ridimensionata dalle azioni militari, e era protetta dagli studenti coranici o Talebani. Se tutte le nazioni occidentali se ne andassero i terroristi si riorganizzerebbero, inizierebbero a preparare altri attentati negli Usa, nelle altre nazioni europee e ci sarebbero tanti altri 11 settembre.  I nostri si battono per loro, per portare democrazia, migliori condizioni di vita, per farli uscire dall'era medioevale e quello è il ringraziamento? La tentazione di andarcene e far scannare tra loro gli ingrati è elevatissima, ma non lo faremo.


IO DA COMUNE CITTADINO ITALIANO VI RINGRAZIO DI CUORE PER QUELLO CHE AVETE FATTO PER ME, ONORE A VOI, FRATELLI MIEI ITALIANI, MORIRE PER LA PATRIA E' UNA DELLE CAUSE PIU' NOBILI E VIVRETE PER SEMPRE IN MEZZO A NOI!
CIAO RAGAZZI E GRAZIE!!!


Voglio dedicare loro anche un inno della Folgore, il loro reparto.


sabato 12 settembre 2009

23) NUOVO BLOG

LA NOVITA' PIU' IMPORTANTE ALLA RIAPERTURA AUTUNNALE DEL MIO DIARIO VIRTUALE E' QUELLA CHE NE HO CREATO UNO NUOVO INTERAMENTE DEDICATO AI MONDIALI DI CALCIO, VISTO CHE TRA POCHI MESI INIZIERA' L'EVENTO SPORTIVO PIU' IMPORTANTE DELLA TERRA.


SE VI INTERESSA FATEVI UN GIRO. HO SPEDITO GLI INVITI DI PARTECIPAZIONE AD ALCUNI DEI MIEI AMICI SPLINDER IN ATTIVITA': SE ACCETTERANNO DIVENTERANNO MEMBRI, POI NON E' DETTO CHE DEBBANO SCRIVERCI PER FORZA.
GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

martedì 8 settembre 2009

22) L'8 SETTEMBRE: UNA DATA IMPORTANTE


L’8 settembre è una data importante non solo per le note ricorrenze religiose e storiche, anche perché riprenderò ad occuparmi del mio sito dopo la pausa estiva. L’8 settembre 2009 si ricorderà per la scomparsa del conduttore televisivo Mike Bongiorno, mi dispiace molto: mi ha fatto passare tante belle giornate e belle serate dagli anni ’80 fino a oggi con le sue bellissime trasmissioni nelle reti Fininvest, oggi Mediaset, ho letto anche la sua autobiografia che mi avevano fatto per regalo. Raggiunge Corrado, l’altro grande presentatore. Per me è sempre stato un binomio naturale Mike Bongiorno/Mediaset, la televisione commerciale l’aveva nel sangue, non ce lo so vedere agli albori della televisione, nei filmati d’epoca, nelle storiche trasmissione Rai, forse perché l’ho conosciuto in quel contesto e non nell’altro; a coloro che l’hanno conosciuto alla nascita della televisione poteva stonare vederlo a Mediaset. Dei presentatori e dei conduttori televisivi giovani nessuno ha la stoffa dei grandi del passato.

In questo periodo estivo non sono riuscito ad organizzarmi e non sono riuscito ad andare da nessuna parte: avevo ricevuto due inviti, uno nel Nord Italia e un altro in un paese esotico dove non sono mai stato, ma vuoi per un motivo, vuoi per un altro ho dovuto rinviare entrambi i viaggi a data da destinarsi. Uno dei principali motivi era il gran caldo, già era molto caldo qui, figuriamoci in paesi lontani nei pressi dell’equatore. Desidero ringraziare di cuore i miei zii che mi hanno ospitato nella loro piscina di casa, è stato l’ideale immergersi, combattere la grande afa, per poi sentirsi fresco. La piscina è collocata nel terreno nel quale i miei nonni si sono rotti la schiena una vita nel lavorare la terra, mentre noi l’unico sforzo che facciamo è uscire dall’acqua e metterci sdraiati; ma penso che chi ha affrontato quel tipo di vita abbia desiderato condizioni di vita migliori per figli e nipoti e abbia combattuto per farcele raggiungere.


Mio nonno poco più che ventenne, durante il servizio militare, metà anni '30


Oggi 8 settembre, 66mo anniversario dell’armistizio, voglio ricordare mio nonno (Antino Lucarelli 1913 – 1995), che mi parlava spesso di quella data, tra un bicchiere di vino, insieme a una panzanella o una bruschetta con il buon pane che faceva mia nonna nel forno sotto casa. Mi narrò che quando giunse notizia dell'armistizio riuscì a tornare al Boschetto di Roccamassima, dove risiedeva, con tre giorni di cammino a piedi da Gaeta, senza farsi catturare e deportare dagli ex alleati tedeschi, come successe a molti suoi commilitoni.


Mio nonno e mia nonna 1990


Ripropongo allora la poesia “J’àrbiro de nònnimo” che presentai ad un premio “Goccia d’Oro”, a cura dell’Associazione Culturale Centra di Roccamassima, che mi pubblicarono sul loro libretto. Quell’albero, una quercia di sughero, era collocato nella casa dove c’è la piscina, ora non c’è più, è stato tagliato perché si era seccato, chissà forse era stato colpito da un fulmine, hanno lasciato soltanto una parte del tronco per ricordo, perché aveva accompagnato mio nonno nella sua vita: era nato e si era fatto grande insieme a lui.

L'albero poco prima della fine



J’ÀRBIRO DE NÒNNIMO                                       L’ALBERO DI MIO NONNO    

                 I
Chigl’àrbiro, peréntro no giardino,                       
Quell’albero, dentro ad un giardino, 
pe anni è stato a nònnimo vecìno:                       
per anni è stato vicino a mio nonno:
nzùni s’éo spartiti tribolazziùni, fatìe,            insieme si sono divisi sofferenze, fatiche,      
fame, vecchiàja e puro maladìe.                          
fame, vecchiaia ed anche malattie.
Nònnimo era perzóna na cria scardèlla,           Mio nonno era una persona un po’ scorbutica
che, co no bitucciàccio e no cappéglio,              
che, con un vestitaccio ed un cappello,
dalla Rocca recaléva alla tenuta Sbardella,    
da Roccamassima scendeva alla tenuta Sbardella,
ai primi témpi de fascio e manganéglio.              
nei primi anni del Fascismo e del manganello.
Vecìno a chigl’àrbiro i bbòvi ci pascéva               
Vicino quell’albero i buoi pascolava
e, quàche notte, ci sse puro colechéva;               
e, qualche notte, ci dormiva;
a tunno ci steva tutta chélla tera:                         torno torno c’era tanta terra:
dóppo l’8 settembre la ngaré                               
dopo l’8 settembre la spostò
nònnimo, retùrno dalla quéra,                             
mio nonno, tornato dalla guerra,
e nna casetta ci sse costrué.                                 ed una casetta si costruì.
Dapo’, isso tutte le di a zappà passé l’ore            Dopo, lui tutti i giorni a zappare passò le ore
e le sere ai rini ci chiappéva no ngennóre;          
e le sere sentiva un dolore di schiena;
così, stracco dalla fatìa,                                     così stanco dalla fatica
se sedeva sotto j’àrbiro                                   
     si sedeva sotto l’albero
che ci ficéva compagnia,                                    che gli faceva compagnia,
cóllo vino frisco de rótte,                                    con il vino fresco della grotta,
ca se ne scoléva quasi na ótte                          
  che ne beveva quasi una botte
e dóppo, tra córbi e biastéme,                           
 e poi, tra accidenti e bestemmie,
dichéva ca le quinàte erano sceme.                    diceva che le cognate erano sceme.


                 II
Ancora vàglio llòco sotto a camminà
                 
Ancora vado là sotto a camminare
e j’àrbiro pare me óglia parlà:                           
 e l’albero sembra mi voglia parlare:
«Ahi Ntré vè vecìno a mmi                                
«Andrea vieni vicino a me
(me dice) ca nna cosa te óglio dì!                     
  (mi dice), che voglio dirti una cosa!
Jé nònnito jo so’ conosciuto da zzico,                Io tuo nonno l'ho conosciuto bambino,
pe tutta la vita ci so’ stato amico;                      
per tutta la vita ci sono stato amico;
mo’, puro se isso e tant’ari ’n ci stao più,           
ora anche se lui e tanti altri non ci sono più,
tutta ssa’ ngrà bbondànza sta’ mméso a u:       
  tutto questo benessere è in mezzo a voi:
perché i vécchi èo tanto semenàto                     
perché quello che i vecchi hanno seminato
e lo sta’ bbè a tutti u èo portato.                        
l’avete raccolto voi.
Concrudènno te dìcio ca campo,                      
Concludendo ti dico che vivo,
ma senza nònnito ’n ci sàccio sta’                   
  ma senza tuo nonno non so stare
e se no’ m’accidarà quàche lampo,                  
se non mi ucciderà un fulmine,
me tenarìsti própia tanto ‘jutà!»                         mi dovresti aiutare tanto»



Settembre 2001                                    

domenica 16 agosto 2009

21) VIGILIA DI CAMPIONATO: LAZIO CHE MI COMBINI?


Lazio cosa mi combini? Vai a vincere a Pechino la Supercoppa Italiana contro la favoritissima ed opulenta Inter, i commenti fotografici mi sommergono, tutto l’entusiasmo e l’euforia che ne scaturiscono mi costringono a interrompere le ferie estive dalla rete. Eh no, così non si fa! Ma è sempre un piacere comunque, magari arrivassero tutti i giorni notizie come queste: infrangerei sempre il silenzio.


LAZIO-INTER 2-1 (0-0)
LAZIO: Muslera, Lichtsteiner, Diakite, Siviglia, Kolarov, Brocchi, Baronio (8' st Dabo), Matuzalem, Mauri (34' st Cribari), Rocchi (27' st Cruz), Zarate. (1 Bizzarri, 32 Radu, 23 Meghni, 7 Eliseu, 11 Mauri). All. Ballardini
INTER: Julio Cesar, J. Zanetti, Chivu, Lucio, Maicon, Cambiasso, Muntari (39' st Suazo), Thiago Motta (24' st Balotelli), Stankovic (24 st Vieira), Eto'o, Milito. (1 Toldo, 39 Santon, 23 Materazzi, 2 Cordoba, 33 Mancini). All. Mourinho.

Arbitro: Morganti di Ascoli Piceno.
Reti: 17' st Matuzalem, 22' st Rocchi, 33' st Eto'o
Angoli: 12-6 per l'Inter
Recupero: 3' e 5'
Ammoniti: Muntari, Matuzalem, Maicon, Chivu per gioco falloso
Spettatori: 65 mila circa.

Nello scritto precedente avevo detto che non sarebbe stato un silenzio totale, qualcosina ogni tanto avrei potuta pure scriverla e visto che siamo alla vigilia dell’inizio del campionato, che quest’anno parte con una domenica d’anticipo per via dei campionati del mondo, l’argomento capita a cavallo. Tra una settimana inizieranno di nuovo le agonie e le tribolazioni domenicali: nel nostro paese la gente si gode le ultime ore di tranquillità con partite a carte sui tavolini all’aperto dei caffè per stemperare la tensione, si cerca di non pensare che la quiete terminerà sabato prossimo, quando i visi di tutti alle ore 18:00 saranno rivolti verso gli apparecchi televisivi per gustare l’antipasto Bologna – Fiorentina; da noi i tifosi di quelle due squadre sono una manciata, ma visto che si tratta della prima partita assoluta sarà seguita per non curarsi della propria squadra e delle eventuali sofferenze che potrebbe causare l’indomani. Nella nostra terra le squadre con più tifosi sono Juventus, Lazio e Roma, seguono in forma minore rispetto a quelle tre, Milan e Inter, infine ci sono pure tifosi del Napoli, del Torino, della Fiorentina, dell’Udinese e di altre, ma sono rarissimi. Ormai molte famiglie dispongono di decodificatori ed antenne paraboliche per vedere le partite, ma sono ancora molti quelli che le seguono nei locali; personalmente anch’io dispongo di un decodificatore a scheda, disabituato ad usarlo, infatti ne ho fatto uso pochissime volte e non me intendo, le partite che mi interessano le vedo quasi sempre nei locali pubblici e me la cavo con molto meno rispetto ai 5 € della scheda, consumando un caffè o un liquore. Sarebbe augurabile che in questo primo scorcio di stagione i televisori dei locali venissero messi all’aperto per combattere il gran caldo. Il campionato italiano una volta era il più bello del mondo, oggi invece è tra i più scadenti, le spese folli sono drasticamente ridotte; persino Berlusconi, un tempo tra gli spendaccioni più accaniti, si è adattato alla sobrietà, spende solamente il presidente interista Massimo Moratti, ma non tantissimo.

Oggi tirano molto i campionati spagnolo ed inglese, che riescono ad attirare molti giocatori italiani, cosa impensabile fino ad alcuni decenni fa. I campioni del mondo siamo noi, lo siamo stati per quattro volte, la Spagna lo è stata zero volte e l’Inghilterra solo una volta. I campioni del mondo in carica sono sommersi da stranieri: anni fa ce n’erano due o tre per squadra, oggi ci sono due o tre italiani per squadra, così si curano poco i vivai e i genitori si sentono scoraggiati nel mandare i loro bambini nelle scuole calcio, che non è per loro l’unico interesse per svagarsi come una volta, ne hanno molti altri. Nella Supercoppa Italiana di quest’anno, trofeo che apre la stagione in cui si sfidano la vincitrice del campionato e della Coppa Italia e che è stata disputata all’estero per motivi economici, gli italiani di Lazio e Inter si contavano sulla punta delle dita, l’Inter nonostante disponesse di campionissimi strapagati non è riuscita a portarsi a casa il trofeo, non è stata solo fortuna per la Lazio, come ha detto il velenoso allenatore dell’Inter Maurinho. Nel calcio quando si sbaglia si paga: la Lazio è stata concentrata, cinica e determinata nel saper sfruttare gli errori dell’Inter e colpire. L’Inter ha sbagliato moltissime occasioni grazie alla prova superlativa del ritrovato portierino laziale Muslera, due errori di Diakite e Dado potevano costare cari e Rocchi si è riscattato dopo un’annata deludente, caratterizzata dagli infortuni, mettendo a segno una meravigliosa rete a pallonetto. La squadra ha vinto senza i tre dissidenti, rimasti a casa, al posto di uno di loro l’allenatore Ballardini vuol puntare su Baronio per troppo tempo sottovalutato. Dal punto di vista tecnico questa Lazio non sarà eccellente, ma quel che conta è la forza di gruppo e la determinazione nell’affrontare squadre sulla carta superiori, come già ha dimostrato in Coppa Italia contro Milan e Juventus; quella determinazione e efferatezza che manca quando ad esempio si incontrano in casa Napoli ed Atalanta e si perde.


Intanto il contestatissimo e chiacchierato presidente della Lazio Lotito ha conquistato due trofei in tre mesi, le sue impopolari decisioni alla lunga hanno pagato, e chissà se riuscirà a portare a compimento il progetto dello “Stadio delle Aquile”, il nuovo stadio biancazzurro. Nell’Inter c’è stata molta delusione per aver perso quella partita in quella vetrina internazionale, ma sono sicuro che per loro è stato meglio perdere in quel momento piuttosto che perdere qualche obiettivo importante nel corso dell’anno; hanno vinto gli ultimi quattro scudetti, quest’anno penso che baratterebbero volentieri il titolo di Campione d’Italia col titolo di Campione d’Europa, nonostante i moltissimi anatemi e scongiuri dei tifosi juventini. Ma cosa vogliono? Se hanno rubato, hanno giustamente pagato. Perché prendersela con l’Inter, totalmente estranea a quelle vicende?

mercoledì 15 luglio 2009

20) VACANZE ESTIVE

Siamo giunti al tempo del gran caldo e delle vacanze estive, nel periodo dell’anno in cui la maggior parte delle persone si riposa dal lavoro per ritemprarsi. Le vacanze all’estero oggigiorno sono ambite da tutti, perfino le parrocchie si adeguano a quelle mentalità, a Cori organizzavano viaggi per l'Europa negli anni ’80 e ’90, organizzati ottimamente, parlo per esperienza, mentre i ragazzi preferivano e preferiscono ficcarsi nei gruppi di sbandieratori per girare il mondo. Solitamente in questo periodo la gente ha più tempo e più disponibilità per intervenire nei blog, che registrano delle impennate di visitatori e commentatori. Io al contrario in questo periodo mollerò un po’ la presa: tornerò ad occuparmi attivamente di questo sito il prossimo autunno, in questo arco di tempo non è detto che non scriva niente, niente: potrò scrivere qualcosina in via del tutto eccezionale nel caso in cui sentissi assoluta necessità e scriverò volentieri da commentatore negli altri forum, se gli argomenti mi attrarranno. Avrei voluto parlare di molte altre cose: come ad esempio il G8, l’ottimo figurone che ha fatto il nostro paese, avrei voluto esprimere alcune mie perplessità su alcune decisioni che hanno preso, avrei voluto parlare di un altro argomento sui “fasti di Roma” che mi era venuto in mente e avrei infine voluto parlare del Ddl Alfano sulle intercettazioni telefoniche, che non si capisce se riguarderà o meno anche i nostri diari virtuali. Non vedo un eccessivo allarme in rete, alcuni hanno proposto ieri come giornata di sciopero per protestare: se è vero che vorranno metterci il bavaglio, allora perché vi imbavagliate da soli facendo già ora un favore agli oscuratori? Penso che questi luoghi astratti continueranno ad esistere, solo che bisognerà seguire delle determinate regole per gestirli, in seguito vedremo meglio di cosa si tratterà e valuteremo se converrà tenerli in vita oppure chiuderli; andrà a finire che i fogli locali, passati in secondo piano dopo l’esplosione mediatica di questo fenomeno a Cori, torneranno a sghignazzare felici e a fare da padroni? E’ anche vero che un riordino alle troppo selvagge reti informatiche ci vuole, c’è troppa libertà, ad esempio basta andare in You Tube, digitare il titolo di una canzone che si vorrebbe ascoltare, si ascolta e volendo si potrebbe pure salvare nel proprio elaboratore; pensiamo alle case discografiche che falliscono per questo: dopo pochi giorni dall’ultimo Festival di San Remo c’erano già tutte le canzoni in rete. Non è cosi per il cinema in quanto non si possono inserire in You Tube video superiori a 10 minuti. Un tempo bisognava attendere mesi e mesi per ascoltare la canzone desiderata, si impazziva sia con le stazioni radio e sia nel girare i negozi di dischi per trovare le musiche preferite. Ora contraddicendomi prendo in prestito delle canzoni sul mare, visto che in questo periodo la maggior parte della gente va nelle spiagge, in quelle vicine e in quelle lontane, da sempre esistono le canzoni ad esse dedicate, ce ne sono tante bellissime degli anni ’60, periodo in cui iniziava la colonizzazione di massa delle coste in una Italia che cresceva a dismisura; dato che siamo in luglio ho scelto l’omonima canzone da farvi ascoltare qui. In più metto pure la bellissima “Un’estate al mare” dei primi anni ’80 per ricordare la cantante Giuni Russo scomparsa prematuramente.







“Luglio” è del 1968, anno delle contestazione, anno cruciale in cui terminarono a mio avviso “i favolosi ‘60” e vi fu un accenno dei più turbolenti e violenti anni ’70. Gli anni del riscatto sociale di una generazione intermedia tra la precedente, agricola, e tra la successiva, tecnologica, che mantenne saggezza non facendosi influenzare dai cambiamenti sociali: ad esempio mio padre continuò ad essere fedele al mondo contadino della sua famiglia nonostante periodicamente suonasse al Teatro dell’Opera di Roma; così come molti altri della sua generazione che pur avendo acquisito buoni impieghi, nel tempo libero il loro passatempo preferito  era la campagna. Per i nati dagli anni ’60 in poi ci furono altre mentalità rispetto alle generazioni precedenti con le relative controindicazioni. Da una parte deve pendere: allora è meglio avere più basso il tenore di vita, tornare alla vita dura, così da evitare le problematiche delle moderne generazioni nella loro crescita? Ognuno deve adeguarsi alla società dove vive e deve prestare attenzione alle negatività.
I commenti li lascerò aperti nel caso qualcuno volesse commentare, gli spunti sono molteplici per le discussioni; a sei mesi esatti dalla mia iscrizione a Splinder e a cinque mesi e dodici giorni dalla nascita di questo sito posso tracciare il primo piccolo bilancio. Mi iscrissi per commentare sugli altri blog di Cori con un mio pseudonimo Anluc, che poi non è altro che un incrocio tra il mio nome e il mio cognome, che sono visibili per intero dentro il profilo e a sinistra di questo blog. Poi per gioco decisi di creare il sito seguendo le indicazioni preposte e coincidenza l’ideatore dei blog a Cori, Titosperi, mi scrisse in privato consigliandomi di crearmi un mio blog, visto che egli stava per chiuderne uno, che in seguito riaprirà. Già immaginavo al momento della creazione che non sarebbe stato un forum collettivo come i tre maggiori che ci sono a Cori, ma non posso neanche lamentarmi e sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti: quasi 3200 visite, 20 sezioni o post tutte di mia mano, 3 collegamenti a questo sito da altri siti Splinder (Blogdicori, Cori e Nonnaliberaxsempre), 21 categorie, 30 collegamenti da questo ad altri siti e 38 commenti. All’inizio qualcuno veniva a farmi gli auguri e ad incoraggiarmi, poi per un po’ non è venuto più nessuno e nell’ultima settimana c’è stata una ripresa. I commenti sono così suddivisi: i miei sono 14+2 (14 Anluc e 2 anonimi), Corrado 4, Partito 4, SardinianEagle 3, CarpinetiQ 2, Titosperi 2, senza firma 2, Einstein2 1, Tyco Brae 1, C. 1, Matteo 1 e Nonnalibera 1.