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sabato 21 novembre 2009

31) DIECI ANNI FA IL BEATO DIVENNE SANTO

Esattamente dieci anni fa, il 21 novembre 1999, il Beato Tommaso da Cori (Cori 1655 -Bellegra 1729) fu proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro a Roma
La Basilica di San Pietro a Roma con l'immagine di San Tommaso da Cori e alcuni figuranti storici.


Oltre 44 corriere partirono da Cori per assistere allo storico evento. Oggi voglio commemorare a modo mio quest'anniversario: parlandone nel mio spazio virtuale in rete e inserendo nello stesso alcune fotografie pubblicate sul libro "Un uomo di Dio, un uomo per tutti: San Tommaso da Cori" di Massimiliano Di Pastina. Non so se tali immagini siano protette o meno da leggi di diritti d'autore: se dovessero esserci dei problemi sono pronto a toglierle, ma nel libro, di mia proprietà, non c'è scritto nulla a tal proposito. Mi sarebbe piaciuto anche inserire alcuni minuti di filmato cinematografico ma è troppo complicato per me: le immagini che uscirono per l'occasione sono impresse in delle videocassette, avrei dovuto far convertire la videocassetta che possiedo in dvd, estrarre le immagini più significative, depositarle in Youtube o in Libero Video e poi postarle qui. Pazienza accontentiamoci delle fotografie e inoltre preferisco non inserire la mia solita poesia: vuoi perché è una faticaccia fare il copia-incolla e scrivere affianco la traduzione, con Splinder che non è sinonimo di perfezione, e vuoi perché le poesie sulla religione le scrissi in un periodo di profonda visione mistica della vita, anche se le poesie in genere sono strane e uno, rompendo i suoi schemi mentali tradizionali, si immerge in situazioni dove non pensava che sarebbe mai arrivato. Quelle che tempo fa resi di dominio pubblico neanche ce la faccio più a leggerle e mi chiedo: come è possibile che abbia scritto queste cose? Senza contare i problemi che sorsero con delle persone che fraintendevano le mie parole e non comprendevano a fondo le pittoresche sfumature in senso buono del dialetto; come quella volta che un insegnate che pensava ce l'avessi con lui, invece io facevo un discorso generico: notizie come quella, allora incriminata, si leggono sui giornali e si sentono in televisione tutti gli anni. Tornando all'evento di dieci anni fa, quando io  rimasi a casa e non partecipai: era un momento come ora di bassa religiosità, nonostante sia allora che oggi ero e resto cattolico praticante. Mi ponevo dei quesiti esistenziali che ancora oggi non sono riuscito a risolvere, in cui neanche la religione ti dà delle risposte.


Durante l'offertorio della Messa gli sbandieratori donarono al Papa una reliquia raffigurante il Tempio d'Ercole di Cori.




Parole di santificazione pronunziate dal Papa:

"Ad honorem Sancte et Individuae Trinitatis ad exaltationem fidei catholicae et vitae christianae incrementum, auctoritate Domini nostri Iesu Christi, beatorum Apostolorum Petri et Pauli ac Nostra, matura deliberatione praehabita et divina ope saepius implorata, ac de plurimorum Fratrum Nostrorum consilio, Beatos Cyrillum Bertrandum et VIII Socios necnom Innocentium ab Immaculata, Benedictum Menni et Thomam a Cori Sanctos esse decernimus et definimus, ac Sanctorum catalogo adscribimus, statuentes eos in universo Ecclesia inter Sanctos pia devotione recoli debere.
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti."



Processione delle autorità civili e religiose verso l'Aracoeli vicino al Campidoglio.



L'urna del Santo e sullo sfondo il Campidoglio.



L'urna del Santo, che tornò per l'occasione dal Sacro Ritiro di Bellegra, dove è tuttora custodita, nella sua casa-chiesa, rimessa a nuovo per l'occasione, a Cori.





Santa Messa conclusiva della ricorrenza celebrata dal Vescovo in Piazza Signina a Cori.

Buon anniversario: comunque nel cuore dei coresi, molti dei quali oggi per commemorare l'anniversario si sono recati a Bellegra, il Santo rimarrà sempre il Beato.

sabato 14 novembre 2009

30) UN NUOVO GIORNALE A CORI


L'Associazione Culturale Clan Banlieu (http://www.associazionecb.it/) ha ideato e realizzato una nuova pubblicazione per Cori e Giulianello: la rivista bimestrale CRASCH. Il fine principale di tale rivista è quello di informare la cittadinanza sulle attività dell'associazione (concerti, rappresentazioni teatrali, corsi di lingua, d'informatica, di ceramica, di danza, di batteria ecc.) ma anche quello di narrare argomenti culturali generici e di attualità.


Da una prima impressione mi sembra che sia un giornale solitamente diverso da quelli caratteristici di paese a cui siamo abituati e principalmente è destinato a una fascia di lettura giovanile, ma sicuramente sarà utile anche agli adulti a capire gli interessi dei giovanissimi, i quali potrebbero essere anche i loro figli. L'importante è avere idee (che possono essere condivise o no), esporle, scrivere anche "per qualcosa" e non sempre "contro qualcosa". La grafica e le immagini colorate di questo giornalino sono di ottima fattura, pure questi sono gli elementi che fanno la differenza in un giornale e nell'ultima pagina ci sono i giochi, dove è ben in evidenza quello del momento, ovvero il sudoku.

Il 1 novembre mi trovavo nella piazza centrale di Cori Alto, Matteo Milita distribuiva questo giornale e me ne ha data una copia anche a me. Il pomeriggio di quel giorno sono stato al teatro comunale, dove ho assistito ad una rappresentazione di improvvisazione teatrale, dopodiché avevo annunciato ai membri dell'associazione "Clan Banlieu" che avrei parlato del loro giornale su questo mio blog: loro sono stati felici di questa mia idea.

Non so se ho fornito notizie esatte ma se volessero inviarmi loro stessi del materiale informativo sarei ben felice di aggiungerlo.

domenica 8 novembre 2009

29) IL VENTENNALE DELLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO




Storia
Quando sentivo nominare il Muro di Berlino pensavo che servisse solo a separare Berlino Est da Berlino Ovest: nella mia ingenua fantasia immaginavo la gente con le automobili che usciva da Berlino e poi dalle campagne entrava tranquillamente nell’altro settore. Invece no, il muro isolava completamente Berlino Ovest dal resto della Germania Est. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Germania venne divisa in quattro zone d’occupazione tra le potenze vincitrici: per evitare gli errori della Prima Guerra Mondiale, quando le umilianti condizioni dell’armistizio fecero sì che i sentimenti di rivalsa di buona parte del popolo tedesco portarono allo scoppio di un’altra guerra, più catastrofica della prima. Nel 1949 le zone di occupazione americane, britanniche e francesi si unificarono, facendo nascere la Repubblica Federale Tedesca (BRD) o Germania Ovest con capitale Bonn, facente parte della Nato e del blocco occidentale/americano; nello stesso anno dalle zone di occupazione sovietica nacque la Repubblica Democratica Tedesca o Germania Est (DDR) con capitale Berlino Est, ovviamente facente parte del blocco sovietico socialista. Gli alleati occidentali pretesero dai sovietici di avere i loro settori a Berlino, così facendo i loro distretti unificati fecero ritrovare Berlino Ovest, facente parte della Germania Ovest, in mezzo alla Germania Est. Nel 1948 Berlino Ovest rischiò la fame: i sovietici non permettevano il passaggio di mezzi occidentali nei loro territori, ma gli americani rifornirono la città di beni di prima necessità con un ponte aereo. La Germania Ovest, grazie agli aiuti americani, si risollevò presto dalla distruzione della guerra e divenne una grandissima potenza economica mondiale. La Germania Est stentava a decollare economicamente: i russi dapprima pretesero dei grandissimi risarcimenti per i danni della guerra, poi finalmente arrivò uno sviluppo delle industrie di stato. Nel 1961 le autorità della DDR fecero erigere un muro per emarginare Berlino Ovest, onde evitare le fughe di massa all’ovest: infatti oltre 2 milioni di tedeschi dell’est fino a quel momento erano riusciti a passare ad ovest. Quel muro divenne il simbolo della cortina di ferro e della disvisione est/ovest, tra il mondo libero capitalista e il mondo socialista. Intere famiglie si ritrovarono separate e in tutti quegli anni cercarono di ricongiungersi con qualsiasi mezzo: dalle gallerie sotterranee, all’uso delle mongolfiere ed aerei ultraleggeri. Cinquemila persone riuscirono a fuggire in ventotto anni, mentre si calcola che più di duecentocinquanta persone siano state scoperte e uccise dalle guardie di frontiera della Germania Est. I servizi segreti dell’est (Stasi) avevano tantissimi infiltrati tra la gente comune per informarsi di eventuali piani di fuga. Fino a pochi mesi prima del novembre 1989 i tentativi di fuga dall’est all’ovest proseguirono e nessuno si sarebbe aspettato che il Muro sarebbe caduto improvvisamente. Già da alcuni anni la politica innovativa del capo sovietico Gorbaciov, unito alla spinta del papa polacco Giovanni Paolo II, avevano fatto sì che dei processi di rinnovamento coinvolgessero l’intera Europa dell’Est: proprio nel 1989 quei paesi iniziarono a intraprendere la strada democratica, concedendo le prime libertà ai loro cittadini. L’Ungheria aprì le frontiere con l’Austria e molti tedeschi dell’est vi si recarono per cercare di raggiungere la Germania Ovest, ma le autorità ungheresi fecero sapere che avrebbero consentito il passaggio solo agli ungheresi che lo richiedevano. Le ambasciate della BRD a Praga e a Budapest furono prese d’assalto dai tedesco - orientali al fine di chiedere accoglienza, intanto nelle principali città della DDR la gente scese in piazza per chiedere la libertà e Gorbaciov fece sapere al capo del governo Honecker, durante i festeggiamenti del quarantennale dello stato nell’ottobre 1989, che non sarebbe intervenuto per sedare le rivolte. A quel punto le autorità della Germania Est annunciarono che avrebbero concesso ai richiedenti il permesso di transito verso Ovest: il giorno 8 novembre 1989 si diffuse la notizia, la gente la sera si diresse in massa verso il Muro di Berlino, dove furono aperti dei varchi, con le guardie di frontiera che rimasero impassibili, tra lacrime di gioia ed euforia generale. Dopo quarant’anni il comunismo finì in Germania Est, così come negli altri paesi europei, la Germania Est nell’ottobre 1990 si unì alla Germania Ovest e la città di Berlino unita dopo pochi anni tornò ad essere la capitale della nuova Germania unificata. Oltre a Gorbaciov e al papa polacco, gli altri artefici di quegli eventi furono il cancelliere della Germania Ovest Kohl e il presidente Usa Bush.






 Controindicazioni e problematiche a vent’anni di distanza

Ci fu un grande ottimismo per il futuro con la caduta del Muro di Berlino, ma i duri e puri del comunismo, sia ad est che ad ovest, si chiedevano come poteva essere che la cosa fosse accaduta così improvvisa ed inaspettata, prendendosela col facile colpevole: Gorbaciov. Se al posto di Gorbaciov ci fosse stato un altro tutto sarebbe rimasto invariato, nonostante il papa polacco che invitava la sua gente a ribellarsi. Una volta un militante di estrema sinistra mi disse che, durante la guerra, i russi fermarono le truppe naziste alle porte di Mosca, perché allora c’era chi doveva esserci (Stalin); se al suo posto ci fosse stato Gorbaciov i nazisti avrebbero fatti molti giri in quella piazza. Passata l’euforia iniziale la Germania pagò gravi conseguenze economiche dalla riunificazione: era difficile per la parte est dopo decenni di economia statale aprirsi ai privati, i bilanci statali tedeschi furono gravemente compromessi e l’inflazione subì impennate vertiginose. Con la privatizzazione ad est dei grandi stabilimenti statali molti rimasero senza lavoro, restarono deluse le loro aspettative di arrivare al tenore di vita dell’ovest e vedendo negli immigrati dei concorrenti ruba lavoro rinacquero movimenti di estrema destra neonazisti xenofobi. L’esodo dalla Germania Est verso la Germania Ovest e da Berlino Est verso Berlino Ovest rispecchiò quello che sarebbe successo in seguito in tutta Europa: esodi di massa incontrollati dai paesi dell’est, dove regnava la corruzione, verso i paesi dell’ovest con conseguenti problemi di insicurezza in Europa Occidentale. Ma forse ci hanno salvato dall’immigrazione verso l’Europa dai paesi islamici: se nell’est in tutti questi anni ci fosse stato ancora il comunismo le frontiere sarebbero rimaste chiuse, può darsi che oggi in Italia avremmo oltre quattro milioni di musulmani presenti; infatti si limitò l’immigrazione dai paesi arabi per favorire i paesi dell’est Europa. Come nella Germania Est anche nell’Est Europa fu difficile dopo decenni di economia collettivizzata aprirsi all’economia privata, proveniente soprattutto dai paesi occidentali e solo ora a vent’anni di distanza si intravedono timidi segnali di sviluppo, favoriti in parte dall’entrata nell’Unione Europea di molti paesi dell’Est. Alcuni stati, dopo la fine dei regimi comunisti, si sono dissolti, vedi Urss, Cecoslovacchia e Jugoslavia: le dissoluzioni nei primi due casi sono avvenute in forma pacifica, mentre nell’ultimo caso è avvenuta con una terribile guerra. Si può rimpiangere il periodo del divario Usa/Urss e della Guerra Fredda per il fatto che c’erano due superpotenze a contrastarsi, c’era più equilibrio; è vero che c’è stata sempre una paura di una guerra mondiale atomica, ma le due nazioni consapevoli che, se ciò fosse avvenuto, l’umanità si sarebbe estinta e per questo si guardavano bene dal mordersi a vicenda. Ora c’è il rischio che alcuni arsenali atomici di alcuni piccoli stati dell’ex Urss finiscano nelle mani di terroristi che, animati da sentimenti fondamentalisti religiosi, vorrebbero impiegarli contro gli Usa, l’unica superpotenza rimasta, vista come padrona indisturbata del mondo. Il fanatismo religioso islamico è stato il principale problema dopo la fine del socialismo reale, quando si pensava che nel mondo potesse esserci finalmente una pace duratura. Dopo la fine della Guerra Fredda gli Usa si ritrovarono nemici che precedentemente erano stati loro alleati contro i russi e contro l’integralismo islamico: Bin Laden e Saddam Hussein. Un discorso a parte merita Saddam Hussein, il cui errore è stato quello di annettersi un Kuwait totalmente in mano alle imprese americane, se non l’avesse fatto oggi sarebbe ancora, vivo e vegeto, a capo dell’Iraq e sarebbe ancora a fianco degli americani a contrastare l’Iran, come già fece negli anni ’80. Tolte tutte le problematiche e le controindicazioni rimangono gli aspetti positivi dopo vent’anni dalla fine del Muro di Berlino: la democrazia riconquistata con il possibile decollo economico ad est e la remotissima possibilità dello scoppio di conflitti mondiali!

martedì 3 novembre 2009

28) RICORRENZA PATRIOTTICA DEL 4 NOVEMBRE



Per celebrare la ricorrenza del 4 novembre, 91mo anniversario della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, ho scelto di pubblicare un pezzo del film “Don Camillo e l’onorevole Peppone” che si appropria per l’occasione: Peppone ascoltò le note della Canzone del Piave, si commesse, gli tornarono in mente i ricordi da reduce e stravolse completamente il suo discorso iniziale.


Nel 1918 con l’annessione del Trentino e della Venezia Giulia terminò il processo di unità dei popoli italici, sotto un’unica nazione, iniziato nell’800, anche se rimanevano fuori dall’Italia altre entità italiane come Nizza, Canton Ticino, Corsica, Malta e Costa Dalmata soprattutto: che fu promessa all’Italia in caso di vittoria dell’Intesa nella Grande Guerra, ma quella promessa non fu mantenuta e così la vittoria italiana divenne la vittoria mutilata.



Le parti colorate verdi, viola e rosse indicano le terre irridente italiane dopo la Prima guerra Mondiale: manca la Savoia, terra d'origine della dinastia regnante in Italia, ma di italiani non ce n'erano in quella regione, il Fascismo la inserirà lo stesso tra le mire espansionistiche italiane.


La Venezia Giulia sarà interamente perduta, tranne le città di Gorizia e Trieste, con la Seconda Guerra Mondiale e gli italiani in Istria e Dalmazia ormai sono ridotti a pochissime unità. L’altare della Patria a Roma è il simbolo della nostra nazione: raccoglie le spoglie di un milite ignoto, caduto nella Prima Guerra Mondiale, che fu scelto a caso, egli rimembra tutti i caduti italiani che si sono immolati per l’Italia e per Roma, la sua capitale. Gli italiani, residenti in Italia e all’estero, guardano fieri il loro altare, si sentono orgogliosi di appartenere alla loro nazione e pregano per i loro caduti.

La Dea Roma posta sull'altare della patria.



ITALIA

NOME UFFICIALE "REPUBBLICA ITALIANA"
  • Nascita: 17 marzo 1861 (Regno d'Italia)
  • Nascita repubblica: 2 giugno 1946
  • Forma di Governo: repubblica democratica parlamentare
  • Capitale: Roma
  • Presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano
  • Presidente del Consiglio dei Ministri: Silvio Berlusconi
  • Popolazione residente: 60.157.214 ab.
  • Lingua: italiano (derivante dal fiorentino)
  • Religione: cristiano cattolica romana nella stragrande maggioranza
  • Inno nazionale: Canto degli Italiani o Inno di Mameli
  • Bandiera: tricolore a bande verticali verde, bianco, rosso
  • Feste nazionali: 25 aprile e 2 giugno

ITALIANI

Complessivamente gli italiani sono tra i 120/140 milioni in tutto il mondo e sono così distribuiti:
  • Italiani in Italia: 56.000.000 circa
  • Italiani con cittadinanza italiana residenti all’estero: 3.297.605
  • Italiani, di lingua e di fatto, ma con cittadinanza della Svizzera, di San Marino, della Croazia e della Slovenia: 403.000 circa
  • Discendenti di italiani che hanno acquisito altre cittadinanze in Europa, nelle Americhe e in Oceania: sono stimati tra i 60 e gli 80 milioni.