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lunedì 27 dicembre 2010

74) L'EUROPA SE NE FREGA DEL (SUO) SANGUE CRISTIANO

Nel giro di poche ore l'Ue si dimentica delle festività cristiane e si rifiuta di equiparare le vittime del comunismo a quelle del nazismo. E se ne frega se attaccano le chiese in Nigeria e nelle Filippine.


Uccidono i cristiani ma è l'Europa ad essere morta

di Marcello Veneziani

 
Per l’Unione europea il Natale non esi­ste, la Pasqua nemmeno, e se uccidono i cristiani in Nigeria e nelle Filippine, co­me è accaduto nel giorno di Natale, chi se ne frega, la cosa non ci riguarda. I cri­stiani saranno una setta del posto. Noi europei ci occupiamo di misurare le ba­nane, mica di religioni, superstizioni, stragi e amenità varie. Noi siamo civili, lavoriamo in banca, mica pensiamo alle festività religiose. E poi in questi giorni la Commissione europea non lavora, è in vacanza natalizia, anche se non si sa uffi­cialmente la ragione di queste festività, sarà l’anniversario dell’euro o l’onoma­stico di Babbo Natale... Non sto vaneg­giando per overdose di spumanti e pa­nettoni. È stata diffusa in milioni di copie e in migliaia di scuole, in tutta Europa e forse anche nei Paesi islamici, l’agenda ufficia­le dell’Europa, firmata della Commissione europea. Nel diario europeo, che mi è capitato di vedere, c’è traccia delle più estrose festività relative alle più minoritarie religioni, ma non c’è alcun riferimen­to alle festività antiche, canoniche e ufficiali della cristianità europea. Non si sa perché festeggiamo Natale e le altre festività religiose, nulla è ac­cennato sull’agenda che ricordi la Natività, la Resurrezione e tutto il re­sto, nulla che segni in rosso una san­­ta festività. Ma quale Natale, Pasqua, Epifania, diceva Totò, a cui evidente­mente si ispira l’Unione Europea. L’ha fatto notare, protestando, il mi­nistro degli Esteri Frattini, ma in que­sti giorni l’Unione europea è chiusa per inventario merci (non esistendo il Santo Natale) e dunque la protesta affonda nel vuoto vacanziero di que­sta vuota Europa. A ragion veduta possiamo perciò accusare l’Unione europea di nega­zionismo.

L’Unione europea è un’as­sociazione vigliacca di smemorati banchieri fondata sul negazioni­smo. Nel giro di poche ore, l’Unione eu­ropea ha infatti negato le festività cri­stiane e dunque la sua tradizione principale ancora viva da cui provie­ne e nel cui nome ha un calendario e un sistema di festività. Ed ha pure ne­gato ai Paesi dolorosamente usciti dal comunismo il diritto di conside­rare i loro milioni di vittime sullo stes­so piano delle vittime del nazismo. Come sapete, la Commissione eu­ropea ha nega­to che si possano equi­parare gli stermini comunisti a quelli nazisti e possa dunque scattare an­che per loro il reato di negazionismo. Pur avendo commesso «atti orren­di», i regimi del gulag, secondo la Commissione europea, «non hanno preso di mira minoranze etniche». E che vuol dire, sterminare i borghesi o i contadini è meglio che sterminare gli appartenenti a una razza? Uccide­re chi non la pensa come te è un cri­mine meno efferato che uccidere chi è di un’altra razza? Tra le fosse di Ka­tyn, le foibe e le camere a gas di Da­chau, qual è la differenza etica, giuri­dica ed umana? Tra chi nega gli ster­mini di popolazioni civili di Paesi in­vasi dal comunismo e chi nega gli stermini etnici, qual è la differenza? È ideologica, signori, puramente ide­ologica. Come ideologica è la nega­zione delle tradizioni cristiane più popolari. Non parliamo infatti del dogma trinitario o di altri quesiti teo­logici, qui parliamo di Natale e Pa­squa, avete presente?

Alla base del­l’Europa c’è un negazionismo vi­gliacco e bugiardo, che non è solo quello di negare alcuni colossali orro­ri per riconoscere e perseguirne de­gli altri; ma negare l’Europa stessa, la sua vita, il calendario che scandisce i suoi giorni, la sua realtà e la sua veri­tà, la sua tradizione e la sua storia. Il negazionismo dell’Unione euro­p­ea è ancora più grave del negazioni­smo elevato a reato: perché non ne­ga solo alcuni orrori, ma nega anche in positivo la storia, la provenienza, la vita europea. Del suo passato l’Unione resetta tutto, difende solo la memoria della Shoah, e poi cancella millenni di civiltà cristiana, millenni di natali e pasque, orrori del comuni­smo e di altre tirannidi. Che schifo. Io non ho ancora capito a che serve l’Unione europea fuori dall’ambito economico. Non è un soggetto politi­co che esprime posizioni unitarie, non ha un governo passato dal con­senso del popolo europeo, la sua stes­sa unione non fu voluta o almeno rati­ficata da un referendum costitutivo del popolo sovrano. Non è un sogget­to cul­turale e civile perché non fa nul­la per affermare, difendere o valoriz­zare l’identità europea, anzi fa di tut­to per negarla. Non ha una sua carta costituzionale dove declina le sue ge­neralità storiche, le sue affinità idea­li, i suoi principi, le sue provenienze civili e religiose. Non ha una sua poli­tica es­tera unitaria o una strategia in­ternazionale, e non si occupa di stra­gi dei cristiani, semmai si agita solo se c’è una donna condannata a mor­te per aver ucciso il marito in Iran. Insomma,l’Europa non è mai nata e ha paura pure della sua ombra. Esi­ste solo un sistema monetario unico, un sistema di dazi e di regole, di ban­che e di finanziamenti. È un ente eco­nomico, un istituto per il commer­cio. Per questo l’Unione europea non esiste, abbiamo ancora la Cee, la Comunità economica europea. Anzi non sprechiamo la parola comunità per un consorzio economico, tornia­mo al Mec, Mercato europeo comu­ne. L’Europa è un morto che cammi­na. 
 

 

venerdì 24 dicembre 2010

73) BILANCIO DI FINE ANNO


IL TUTTO... ALL'EPILOGO DEL 2010

 
Presepe artistico permanente collocato al Santuario della Madonna del Soccorso di Cori


Come attendete voi le feste di fine anno? Con la classica atmosfera magica dell'attesa oppure con l’ansia? Molti vogliono tutto subito, a fine anno si rendono conto che i loro sogni non si sono realizzati e così si ritrovano a vivere con la sindrome del Natale: ascoltavo la radio dove si parlava di ciò. Però ci si rende conto che durante le feste di fine/inizio d’anno non si sta poi tanto male e quando finiscono è maggiore la tristezza per la fine, che la paura iniziale di affrontarle. Il messaggio religioso più passa il tempo e più svanisce, anche con la complicità di uno stato che si laicizza: per molti queste festività  sono solo occasioni per spendere e spandere e uno spartiacque tra un anno e l’altro.

Riallacciandomi al discorso dei progetti, dei sogni e delle aspettative che uno si attende che si realizzino nell’anno nuovo, si può rivedere il mio post di inizio anno (vedere qui): auspicavo la sconfitta dell’invidia (e di tutto ciò che ne consegue: calunnie in primis), la questione non è stata completamente risolta, ma una bella botta le è stata data. Ci siamo battuti come dei leoni, che neanche il legionario e gladiatore della Roma antica Massimo Decimo Merino! Per l’anno nuovo mi piacerebbe aprire un secondo fronte: il saper dimostrare le mie vere qualità alle persone, che ti gabbano, trattandoti come un deficiente o peggio.

Così auspico il perfezionarmi sempre di più e tirare fuori il meglio di me per quanto concerne le analisi storico – politiche, le mie inchieste, le recensioni cinematografiche e di libri, gli argomenti paesani, sportivi, sociali ecc. Come ho fatto in questo 2010: i post politici sulle elezioni regionali prima e sul dualismo Berlusconi/Fini poi hanno fatto la parte del leone e non sono mancati accenni alla politica corese, come non sono mancati gli argomenti storico – patriottici, in particolare risorgimentali, affrontando più volte la questione del potere temporale dei papi, ho parlato di alcune serie cinematografiche anglo – americane, di libri, di cose positive (e negative) di Cori e di alcune mie vicende personali. Per il 2011 potrei tirare fuori qualche mia poesia, inaugurando la categoria “poesia”, e fare l’autoprosa. Mi sarebbe piaciuto fare un sito sulle poesie, ma purtroppo la testa era concentrata altrove, negli argomenti elencati precedentemente e in altre cose, e non esercitandomi più da molto nei programmi informatici per costruire siti internet ho perso praticità, mi ci vorrebbe una ripassata generale.


Io non sono il classico tipo che se riesce nelle cose si diverte a fare le pernacchie verso quelli che gli avevano detto “sei una frana e non capisci un tubo!” o anche peggio; ma so essere riconoscente e grato a coloro che ti danno le opportunità e non sono neanche vanitoso e presuntuoso: sicuramente ci saranno delle persone più istruite, più acculturate, con più esperienze di vita o con poche ma decisive, con più titoli e con altre qualità che permettono loro di cimentarsi meglio di me in determinate pratiche. Io nel mio blog cerco di fare quello che posso e guardo il mondo secondo il mio punto di vista (come fanno le altre persone sugli altri blog), anche se ammetto che alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva mi sono un po’ scatenato, prima invece cercavo di darmi un contegno: in primo luogo perché dovevo tenere conto sempre di quello che dicevano gli altri e anche delle chiacchiere.

Chiudo con i ringraziamenti a tutti coloro che frequentano il mio blog e commentano: qualcuno viene spesso, qualcun altro che veniva se n’è andato, rimanendo sconvolto per le “stupidaggini” che scrissi, fantasticando come per gioco sulla mia vita. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, questo lavoro è solo uno svago, nessuno ci paga, per cui desidererei minore rigidità, e in ogni caso sono contento dei visitatori, che liberamente e senza costrizioni leggono ciò che scrivo.

martedì 14 dicembre 2010

72) GOVERNO ANCORA IN PIEDI

NIENTE RIBALTONE!



 







Quest’oggi il governo Berlusconi ha ottenuto la fiducia sia al Senato della Repubblica e sia alla Camera dei Deputati: ampio margine al Senato (su 309 presenti, di cui 308 votanti,162 sono stati i voti favorevoli, i contrari 135 e gli astenuti 11) e maggioranza risicata alla Camera (su 628 presenti, di cui 627 votanti, i voti per il governo sono stati 314, contro il governo sono stati 311 e gli astenuti 2). Ha avuto ragione come al solito il Cavaliere a sfidare in aula l’ormai suo nemico Fini e a non cedere al suo ricatto delle dimissioni del governo.

Meno male che alcuni deputati (deputate per essere più precisi) del Futuro e Libertà hanno ritrovato il buonsenso ed hanno evitato un futuro incertissimo per le sorti dell’Italia. Lo stesso Silvano Moffa, già sindaco di Colleferro, Presidente della Provincia di Roma e commissario di An a Latina, non se l’è sentita di prendersi una responsabilità così grande e non si è presentato al voto di sfiducia.

Personalmente non mi è piaciuta la questione del passaggio di alcuni deputati da uno schieramento all’altro, ma se la mettiamo su questo piano anche coloro che sono stati eletti nel Pdl hanno cambiato schieramento. Allora cosa dire del governo D’Alema: nato nel 1998 sulle ceneri del governo Prodi, grazie al passaggio di un consistente numero di parlamentari dell’allora Casa delle Libertà al centrosinistra? Negli ultimi mesi abbiamo assistito a litigi, risse e polemiche di ogni tipo, sia in televisione e sia in parlamento, tra politici sino a ieri amici/fratelli e nessuno si preoccupava dei guai del nostro paese. E le opposizioni che fanno e cosa hanno fatto? Sentendole sembra che se andranno a comandare con una bacchetta magica faranno sparire come d’incanto tutti i mali dell’Italia.I problemi di oggi c’erano anche quando costoro erano al governo ed erano molto più gravi.

Peggiori sono coloro che per 17 anni hanno mangiato, sono cresciuti e hanno difeso dagli attacchi quello che hanno scoperto essere il mostro e la causa di tutti i problemi: ma finora dove sono stati? Non sono stati insieme a lui? Un giorno dicono una cosa, un giorno un’altra: “non fonderemo un partito, continueremo a sostenere lealmente il governo, daremo l’appoggio esterno, infine dimissioni”. Se si presenteranno agli elettori che affidabilità avranno? Visto l’indole distruttiva del loro capo, come ha sfasciato più volte i partiti e gli schieramenti dove ha militato, sfascerà di nuovo la coalizione dove militerà.

Non so quando potrà durare ancora questo governo (nonostante la fiducia incassata si parla ugualmente di elezioni  da svolgersi nella prossima primavera): la seconda parte del quinquennio sarà dura, ma se arriverà al 2012 andrà benissimo, voteremo con un solo anno d’anticipo, rispetto alla scadenza naturale della legislatura, insieme alle comunali nel Comune di Cori, se poi arriverà al 2013 andrà ancora meglio e nessuno dei cinque anni sarà perso.  


E VOI ANDATE A STUDIARE! COSA PRETENDETE CHE VI REGALINO QUEL PEZZO DI CARTA???

domenica 5 dicembre 2010

71) NASCE IL TERZO P.


L’ERBA CATTIVA RICICCIA


In questi giorni si stanno attuando le prove tecniche del ribaltone, del colpo di stato precisamente, si vorrebbe sovvertire la volontà popolare che ha portato Berlusconi legittimamente a governare: il tutto per ripicca e per ambizione personale di Gianfranco Fini. Egli deve andarsene dalla Presidenza della Camera dei Deputati: sia perché fa politica e non rappresenta più l’istituzione, sia perché deve chiarire la vicenda dell'appartamento di Montecarlo.


Se la maggioranza che fu eletta nel 2008 (confermata più volte nelle successive elezioni locali) non c’è più si deve tornare alle urne e sottoporsi al giudizio popolare, non certo cercare inciuci o alleanze alternative con coloro che ne uscirono con le ossa rotte. Si ha una fifa tremenda delle votazioni, si cercano in tutti i modi di evitarle, di ritardarle il più possibile, non solo per Fini anche per gli altri, e si vorrebbe cambiare quella legge elettorale che era stata votata ed osannata da Fini e da Casini. Si rischierebbe di sparire dalla scena politica, non superando lo sbarramento, e non sentiremo più parlare dei vari Bocchino, Granata, che ora fanno gli spavaldi e i gradassi grazie al Pdl. Hanno fatto tutti carriera e si sono fatti grandi grazie al Berlusca, quelli del Fli e dell’Udc, ora aspettano le “idi di dicembre” per pugnalarlo, come fu pugnalato Giulio Cesare nella notte dei tempi. Fini senza Berlusconi ancora oggi farebbe le adunate nostalgiche e folcloristiche con i saluti romani, gridando: "duce, duce!" A Casini piacerebbe fare il Presidente del Consiglio e a Fini il Presidente della Repubblica, ma non si rendono conto che i loro partiti sono di modeste entità e finirebbero per essere succubi della sinistra se volessero raggiungere i loro scopi. Non conveniva lasciare al suo posto Berlusconi sino al 2013, al suo ultimo quinquennio di presidenza, anche per l’età, e indicare un successore alla sua altezza? Invece no: ora il nostro paese dovrà rimanere paralizzato per mesi e sperperare altri milioni in elezioni in momenti drammatici. Già il governo era fermo per i ricatti dei finiani, a cui ci si era piegati a tutte le loro concessioni, ma evidentemente non sono bastate. Che ci sia dietro la Cia perché Berlusconi se la fa con la Russia e con Putin?

Finora l’Italia, grazie alla buona politica di Tremonti, riconosciuta anche dalle opposizioni, si è salvata dal crollo finanziario, se il governo andrà in mano a degli inetti di centro o di sinistra si rischierà di fare la fine di Spagna, Grecia, Portogallo ed Irlanda. Non concepiscono che ormai ci si presenta agli elettori con un candidato Primo Ministro, con dei programmi che valgono cinque anni e che sono superati i tempi degli imbrogli democristiani da Manuale Cencelli: ogni scusa era buona per far cadere i governi (ora tocca cinque mesi ad Andreotti, poi tre mesi a Fanfani, poi a De Mita, De Mita bis, ecc.).  I primi ministri degli altri paesi europei degli ultimi sessant’anni si contano sulle dita, invece in Italia si dovrà continuare ad assistere ai soliti teatrini. Oggi vorrebbero adottare gli stessi schemi: si parla di Gianni Letta o di Tremonti Presidenti del Consiglio; Casini dichiara: “a me Gianni Letta andrebbe benissimo!” Tu Casini devi solo stare zitto e non decidi niente perché hai perso, quando il popolo ti affiderà le sorti del paese (ma ne dubito fortemente) allora deciderai. Pierfurby alle ultime regionali si era alleato con chi gli faceva comodo di regione in regione, così facendo Bossi ha buttato fuori dai governi regionali della Lombardia e del Veneto gli ondivaghi. Di tutti quegli intrallazzi, di quei maneggi, di quel debito pubblico, stiamo ancora pagando oggi le conseguenze: loro ingrassarono di parecchi chili perché mangiarono tutto con le tangenti. Di Rutelli che dire? Chi lo ha conosciuto e c’è stato a stretto contatto sa che dal punto di vista politico è un falso.

Anche il Partito Democratico, in caduta libera e stretto nella morsa tra Vendola e Di Pietro, teme le urne: prima di tutto bisogna far fuori Berlusconi e poi bisogna andare al governo con Udc e il cosiddetto Fli (ma al senato non ci sono i numeri). I novelli capitalisti, i novelli affaristi, eredi di quei comunisti dal motto: “il tuo è anche il mio, ma il mio è solo il mio!” Nel mio paese fanno aprire supermercati di grandi catene, poco indicati per i piccoli centri, e si disinteressano dei piccoli commercianti, i quali non tutti sono benestanti, che subiscono la botta. Non è vero che c’è convenienza perché i prezzi in alcuni casi sono più alti che altrove. Le strade nevralgiche di collegamento tra un capo e l’altro del paese (Via Impero) sono bloccate da anni, si sono buttati al vento finanziamenti per la sistemazione di altre strade e di scoli fognari (Via Soccorso). Cercano di aumentarsi le indennità di carica: poverini, non ce la fanno a tirare avanti, facciamo tutti una colletta e andiamo loro a portarla. Credono che la gente sia fessa quando cercano di screditare in tutti i modi Berlusconi e il Pdl e credono che nessuno badi ai loro “affari”. Rabbia, frustrazione ed invidia verso colui che ci sa fare in tutti i campi, anche se riconosco che qualche stupidaggine ogni tanto la commette, ma non è l’unico. Penso che le masse popolari abbiano capito benissimo che la destra offre più garanzie della sinistra e di tutti quei mali oscuri che hanno afflitto il paese per un cinquantennio e che ora vorrebbero materializzarsi di nuovo, per cui l’alleanza Pdl – Lega Nord – La Destra non teme affatto il ritorno anticipato alle urne, anche se sarebbe meglio evitarlo perché il governo c’è e per via dei momenti difficili. Scelgano: o proseguire con l’attuale governo o in alternativa ci sono solo le elezioni e si sottoporranno al giudizio del popolo, perché non è leale e democratico cercare sotterfugi.  

martedì 23 novembre 2010

70) JAMES BOND 007


IL MIO NOME E' BOND, JAMES BOND! 



FILMOGRAFIA  
 

No.

Titolo italiano

Titolo originale

Anno

James Bond

1

Licenza di uccidere

Dr. No

1962

Sean Connery

2

Dalla Russia con amore

From Russia with love

1963

Sean Connery

3

Missione Goldfinger

Goldfinger

1964

Sean Connery

4

Thunderball: Operazione tuono

Thunderball

1965

Sean Connery

5

Si vive solo due volte

You only live twice

1967

Sean Connery

6

Al servizio segreto di Sua Maestà

On Her Majesty's secret service

1969

George Lazenby

7

Una cascata di diamanti

Diamonds are forever

1971

Sean Connery

8

Vivi e lascia morire

Live and let die

1973

Roger Moore

9

L'uomo dalla pistola d'oro

The man with the golden gun

1974

Roger Moore

10

La spia che mi amava

The spy who loved me

1977

Roger Moore

11

Moonraker - Operazione spazio

Moonraker

1979

Roger Moore

12

Solo per i tuoi occhi

For your eyes only

1981

Roger Moore

13

Octopussy - Operazione piovra

Octopussy

1983

Roger Moore

14

Bersaglio mobile

A view to a kill

1985

Roger Moore

15

Zona pericolo

The living daylights

1987

Timothy Dalton

16

Vendetta privata

License to kill

1989

Timothy Dalton

17

GoldenEye

GoldenEye

1995

Pierce Brosnan

18

Il domani non muore mai

Tomorrow never dies

1997

Pierce Brosnan

19

Il mondo non basta

The world is not enough

1999

Pierce Brosnan

20

La morte può attendere

Die another day

2002

Pierce Brosnan

21

Casinò Royale

Casino Royale

2006

Daniel Craig

22

Quantum of Solace

Quantum of Solace

2008

Daniel Craig



 Film non ufficiali

No.

Titolo italiano

Titolo originale

Anno

James Bond

.

Casino Royale

Climax! Casino Royale

1954

Barry Nelson

.

James Bond 007 - Casino Royale

Casino Royale

1967

David Niven

.

Agente 007 - Mai dire mai

Never Say Never Again

1983

Sean Connery


La filmografia dell’agente segreto James Bond 007, è ispirata ai romanzi di Ian Fleming, il creatore della spia più famosa del mondo. La sigla “doppio 0” sta a significare che l’agente ha regolare licenza di uccidere, che gli è stata concessa dall’MI6, i servizi segreti militari di spionaggio britannici, dove Bond lavora prendendo ordini dall’Ammiraglio M. L’attore semisconosciuto Sean Connery, fu il primo ad interpretare 007 nel 1962 nel film “Dottor No” (in Italia “Licenza di uccidere”), i produttori della serie cinematografica furono Harry Saltzman ed Albert Broccoli della Eon Productions; nei film più recenti furono produttori i discendenti di Broccoli. Dopo il successo del primo film furono girati, sempre con Connery protagonista, i film “Dalla Russia con amore”, “Missione Goldfinger”, “Thunderball Operazione Tuono” e “Si vive solo due volte”. Dopo quest’ultimo film Connery ormai divenuto famosissimo decise di mollare per non essere etichettato a vita come 007. Broccoli puntò allora su un altro sconosciuto, sperando di ripetere l’esperienza di Connery: l’indossatore australiano George Lazemby, per il film “Al servizio segreto di Sua Maestà”, il quale fu di ottima sceneggiatura, diversa dalle solite (il dongiovanni James Bond mette la testa a posto e si sposa, per poi rimanere tragicamente vedovo il giorno stesso delle nozze), ma il grande pubblico, abituato a Sean Connery fu tiepido. Richiamato Sean Connery, che alzò di molto il suo prezzo, per il film “Una cascata di diamanti” e fu anche l’ultimo ufficiale in cui l’attore scozzese impersonò l’immaginario personaggio che l’aveva reso celebre. Nel 1973 esordì in quel ruolo l’attore Roger Moore nel film “Vivi e lascia morire”, vestirà i panni di 007 sino al 1985: dopo la prima pellicola interpretò Bond in “L’uomo dalla pistola d’oro”, “La spia che mi amava”, “Moonraker Operazione Spazio”, “Solo per i tuoi occhi”, “Octopussy Operazione Piovra” e “Bersaglio Mobile”. Dopo il ritiro di Moore, che apportò un tocco in più d’ironia a James Bond rispetto a Sean Connery, il nuovo 007 fu Timothy Dalton: nei film “Zona pericolo” e “Vendetta privata”, senza che gli stessi riscuotessero molto successo. Nel 1989 la serie cinematografica si interruppe, riprese nel 1995 con “GoldnenEye”, con l’attore Pierce Brosnan nei panni della spia britannica: fu un successo clamoroso al di la di ogni aspettativa, nonostante con la fine della Guerra Fredda Bond divenisse una reliquia, come fu definito dal nuovo M, interpretato per la prima volta da una donna, il quale mostrava diffidenza nei suoi confronti e lo definiva maschilista e misogino. Sulla scia del grande successo di “GoldenEye”, Brosnan venne confermato per i lungometraggi successivi: “Il domani non muore mai”, “Il mondo non basta” e “La morte può attendere”. L’attore fu allontanato a sorpresa dalla serie dopo il grande successo de “La morte può attendere”; è stato impiegato per gli ultimi due episodi della saga, “Casinò Royale” e “Quantum of Solace”, Daniel Craig, che ha conquistato pubblico e critica.






PRECISAZIONI, CONSIDERAZIONI E CRITICHE
L’agente segreto, nato dalla penna fantasiosa di Fleming, britannico d’origine ma americano per profitti cinematografici, come i personaggi dei fumetti, non invecchia mai: lo scrittore lo ha fatto nascere nel 1924 ed oggi dovrebbe avere 86 anni. Secondo Fleming, Bond perse i genitori in un incidente di montagna, con l’aiuto di un amico del defunto padre e dichiarandosi più vecchio di due anni, entrò nel Ministero della Difesa e nella Marina britannica nel 1941, dopo la guerra venne trasferito allo spionaggio. Sembrava che dovesse scomparire dal cinema con la fine della Guerra Fredda ma l’hanno mantenuto in servizio per sventrare i complotti più fantasiosi di quelle schegge impazzite e senza più scopi al termine del divario tra le due superpotenze. Così come ha continuato a lavorare dopo lo smembramento della sua acerrima nemica Spectre, l’organizzazione criminale che voleva impadronirsi del mondo, con a capo Ernst Stavro Blofeld (famoso per il gatto bianco), che non esitava a generare tensioni e zizzanie tra le Usa e Urss per raggiungere i suoi scopi. James Bond riuscì ad uccidere Blofeld portando a compimento la sua vendetta: infatti il pericoloso criminale ammazzò sua moglie Tracy nelle ultime scene de “Al servizio segreto di Sua Maestà”. Nessuna donna è mai riuscita a sottrarsi al fascino del noto agente segreto britannico: è riuscito “a domare” anche le “puledre più incallite”, sia amiche coprotagoniste, sia nemiche compagne dei criminali. Divertenti sono stati i suoi siparietti con Moneypenny, la segretaria di M, la quale è sempre stata innamorata di Bond: quest’ultimo le fa sempre la corte ma lei non cede, forse per paura degli inevitabili tradimenti. Oltre alla Spectre 007 ha scongiurato piani diabolici di altri pazzi occasionali. È riuscito a sopravvivere a situazioni più impensabili ed impossibili, grazie soprattutto ai marchingegni ideati dall’inventore Q, molti dei quali appositamente facenti parte della sua automobile Aston Martin. Di ottima fattura sono state le colonne sonore che hanno contornato la serie, veniva scelto sempre il cantante o il complesso più in voga al momento dell’uscita delle pellicole: da Shirley Bassey (Goldfinger , Una Cascata di diamanti e Moonraker), a Paul McCartney (Vivi e lascia morire), da Sheena Easton (Solo per i tuoi occhi) ai Duran Duran (Bersaglio Mobile), da Nancy Sinatra (Si vive solo due volte), a Tina Turner (GoldenEye) e a Louis Amstrong (Al servizio segreto di Sua Maestà). Ma la sigla più famosa di 007, è quella sui ritmi giamaicani dell’esordio e ne è l’emblema. Il superuomo indistruttibile, un prototipo ed un esemplare perfetto del filosofo Nietzsche, non sopravvivrebbe mai nella realtà, tra eccesso di venere, bacco (Vodka Martini agitato, non mescolato), tabacco e sfide impossibili. Però ci vorrebbe, anche perché è sempre stato dalla parte dei buoni, non ha mai tradito e non è mai passato al nemico: così spettacolari attacchi “cinematografici”, tipo 11 settembre non ci sarebbero mai stati.

martedì 9 novembre 2010

69) SOLO VANITA'

 VANITA' DI VANITA'




Vai cercando qua/vai cercando la'/ma quando la morte/ti cogliera'/che ti restera'/delle tue voglie/vanita' di vanita'/sei felice sei/dei piaceri tuoi/godendo solo/d'argento e d'oro/alla fine che/ti restera'/vanita' di vanita'/vai cercando qua/vai cercando la'/seguendo sempre/felicita'/sono allegro e/senza affanni/vanita' di vanita'/se ora guardi allo/specchio/il tuo volto sereno/non immagini certo/quel che un giorno/sara' della tua/vanita'/tutto vanita'/solo vanita'/vivete con gioia e/semplicita'/state buoni se potete/tutto il resto e'/vanita'/tutto vanita'/solo vanita'/lodate il signore/con umilta'/a lui date tutto/l'amore/nulla piu'/vi manchera'/se ora guardi allo/specchio/il tuo volto sereno/non immagini certo/quel che un giorno/sara' della tua/vanita'/tutto vanita'/solo vanita'/vivete con gioia e/semplicita'/state buoni se/potete tutto il/resto e' vanita'/tutto vanita'/solo vanita'/lodate il signore/con umilta'/a lui date tutto/l'amore nulla/piu' vi manchera'/


Su internet ci sono milioni e milioni di blog, sia in Splinder, sia in altre piattaforme: alcuni sono grandi, altri sono più modesti, come ad esempio il mio. Tutti quanti, nessuno escluso, possono crearseli gratuitamente e possono colorarli in base alle loro idee, alle loro esperienze di vita, personali e familiari. Le suddette persone che hanno i blog sono tutte vanitose e presuntuose? Non penso affatto che sia così! Qualcuno dei gestori dei blog più grandi, potrà sentirsi onnipotente, non tutti però. Un vanesio, che generalmente si considera superiore agli altri, non si abbasserebbe mai a scrivere in dei siti dove tutti sono sullo stesso piano e dove potrebbe essere sbugiardato, contestato, ingiuriato ed offeso, preferirebbe crearsi un blog tutto suo, chiuso ai commenti dei visitatori, e butterebbe dei bandi in giro invitando tutti a rendersi conto di quello che è capace di fare sulle reti informatiche.

Nessuno è obbligato ad entrare in questo o in altri blog e soltanto all’inizio si dà notizia della loro creazione, poi basta. Quando si conoscono o si è a contatto con delle persone nuove, nessuno si sognerebbe mai di distribuire dei bigliettini con l’indirizzo del proprio sito personale e dire “venghino siori” , anche se delle volte si è tentati per dimostrare che non si è stupidi o tonti come, a prima vista, qualcuno potrebbe credere. Quando fu creato il primo blog a Cori, http://blogdicori.splinder.com/, il creatore in fase di presentazione, sul suo esempio, auspicava la nascita di altri blog per far crescere il paese e la nostra società in generale, così facendo dimostrò che il blog non era assolutamente una prerogativa esclusiva nelle sue mani.

Ci sono delle persone che se non avessero avuto i blog sarebbero scoppiate: difatti per esse è stato uno strumento molto utile per sfogarsi e per difendersi da ingiurie varie, per poi passare al contrattacco e in quel caso il tirar fuori e mettere in evidenza le proprie qualità è stato un rimedio per non esplodere. È difficile essere superiore a tutto e a tutti e non soffrire per le dicerie degli altri, come ad esempio possono raccomandare e mettere in guardia i datori di lavoro quando si inizia una nuova esperienza lavorativa: il luogo comune delle femmine, che oramai dilagano per numero in tutti i luoghi di lavoro,  pettegole e invidiose si aggira sempre, in quel caso uno, quando sente l’aria pesante nei suoi confronti, non può far nulla per proteggersi, è inutile anche che si indigna, deve solo subire in silenzio.

Direte adesso: perche hai detto tutto questo? Semplice, perché durante una messa al cimitero, l’officiante, che peraltro ha celebrato una magnifica funzione, nella sua bella omelia ha esortato, facendo un accenno, al non dar retta ai chiacchieroni, a coloro che si vantano sui giornali; in quel caso anch’io mi son sentito coinvolto: forse perché mi sentivo di avere la coda di paglia o forse perché sono troppo maligno. Non so! Comunque le persone vanno giudicate parlandoci e conoscendole a fondo, non certo da quello che riportano sui blog, perché tutto sommato è solo un giuoco!

giovedì 4 novembre 2010

68) IL BOLLETTINO DELLA VITTORIA NELLA GUERRA DEL 15/18


Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12


La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita.


La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d'armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, dell'VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.


Monumento dei Caduti di Cori (LT), posto sulle ultramillenarie mura ciclopiche.


Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.
L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.


Generale Armando Diaz, Capo Supremo dell'Esercito Italiano




Il testo, fuso nel bronzo delle artiglierie catturate al nemico, è esposto in tutte le Caserme e i Municipi d'Italia.

domenica 31 ottobre 2010

67) SU HALLOWEEN E SU FAMIGLIA CRISTIANA




NO AD HALLOWEEN: UNA FESTA DI TRADIZIONE ANGLOSASSONE ED IMPORTATA PER RAGIONI COMMERCIALI  CHE NON C'ENTRA NULLA CON LE NOSTRE USANZE!
SI ALLA RIVALUTAZIONE DELLE TRADIZIONI ITALIANE!


Una bella nostra usanza del suddetto periodo è la visita ai defunti nei cimiteri: in questi primi giorni di novembre si dovrebbe pensare principalmente a quello, oltre ovviamente che alla commemorazione dei santi. I defunti vengono venerati e sono oggetto di culto, per la gran parte della gente, solo nel mese di novembre, poi quasi tutti se ne dimenticano, tranne qualche anziana signora. Anche in casa mia non frequentiamo molto il cimitero, ma c’è sempre chi si occupa dei nostri cari defunti, non facendo loro mai mancare dei fiori freschi: si tratta di signore anziane (più di qualcuna) nostre lontane parenti e amiche di famiglie, che lo fanno prima di far visita ai loro più stretti parenti e alle quali i nostri cari hanno lasciato ricordi indelebili. Sono dei bei gesti, d’affetto e d’amore vero, che colmano la nostra latitanza in quelli che Ugo Foscolo definiva i punti di congiunzione tra la terra e il cielo. Un altro modo per ricordare e tenere viva la memoria dei defunti è quello di far dire delle messe in loro suffragio, facendo un’offerta di 10 € al sacerdote che officia la funzione. Le belle azioni e i gesti di carità non vanno mai sbandierati ai quattro venti, altrimenti si tratterebbe di carità pelosa e con doppi fini; naturalmente sono più forti e valgono di più dei classici discorsi retorici che si fanno in ogni funerale (Com'era bravo! Com'era bravo!), si mente sapendo di mentire e da vivo uno avrebbe la possibilità di difendersi che non ha più. Ognuno vive nel suo intimo la propria fede: senza ostentazioni bigotte, senza essere giudice nelle singole vite altrui e tenendo lontana la politica dalle associazioni cattoliche organizzate e dai loro periodici, almeno così dovrebbe essere. Allora perché il settimanale Famiglia Cristiana continua a portare avanti una campagna stampa contro l’attuale governo e il suo capo? 

 

Se così deve essere, le alte gerarchie ecclesiali, le quali hanno più volte dichiarato che il settimanale non rispecchia il pensiero del Vaticano, dovrebbero intervenire per allontanarlo dalle chiese dove si vende. Questi soggetti hanno la mentalità che sono perfetti, non sbagliano mai, guai a chi li tocca, perché se sbagliano possono permetterselo, gli altri purtroppo no e si devono sentire colpevolizzare se conducono una vita troppo sontuosa, quando loro possono farlo tranquillamente. La vicenda di Dino Boffo, già direttore di Avvenire, ne è stato l’esempio: perché indignarsi tanto se “Il Giornale” pubblicò delle carte di tribunali corrispondenti a verità? Se egli non avesse fatto per mesi il moralista e il censore spietato, avrebbero dato importanza minore a quella vicenda. Nella nuova strada la Chiesa Cattolica Romana dovrà estromettere le associazioni troppo politicizzate con i loro personaggi, dovrà altresì cambiarne la mentalità, ma potrà sì intervenire sui temi etici, e dovrà tornare a parlare di teologia e spiritualità, per far sì che tutti si impegnino per il meglio.

domenica 17 ottobre 2010

66) IL FINE SETTIMANA SE NE VA





Sta per terminare un altro fine settimana: breve periodo in cui quasi tutti si riposano, si svagano e si divertono, soprattutto i giovanissimi. Un po’ di tristezza e malinconia prende corpo e si attende desideroso e con impazienza un altro fine settimana, come diceva la canzone di 883 di inizio anni ’90.

Pure il sottoscritto allora (precisamente qualche anno più tardi dall’uscita di Weekend) si comportava grosso modo come narra Pezzali nella sua canzone, ora invece per lui i fine settimana sono divenuti noiosi, ma nonostante ciò non vede l’ora che arrivino. C’è chi passata la trentina, nei fine settimana e in tutto il resto, continua a fare l’eterno diciottenne/ventenne, o per scelta personale o per “causa di forza maggiore”, e c’è invece chi in quell’età preferisce mettere la testa a posto, costruire qualcosa, come una propria famiglia, rinunciando alla libertà e ritrovandosi così prigioniero dei doveri coniugali.

C’è gente che non conosce il fine settimana, per essa è un qualunque giorno lavorativo: accade così nelle industrie che lavorano 7 giorni su 7, 24 ore su 24, e in molte attività commerciali. Molte persone che lavorano nelle industrie chiedono spontaneamente di lavorare maggiormente il sabato, la domenica, la notte e di fare straordinari: avendo delle famiglie sulle spalle guadagnano di più. Coloro invece che non hanno esigenze particolari si accontentano e sbuffano se capita loro di lavorare in quei turni. Le attività commerciali delle grandi città giovano del fatto che quasi tutti non lavorano il sabato e la domenica, approfittandone per fare affari. Il sabato posso essere d’accordo, anche perché è un normale giorno feriale, ma almeno la domenica si fermassero: oramai si è perso il senso del giorno sacro e del riposo perché “gli affari sono affari”.

Secondo me nel nostro paese, per una questione di praticità, non conviene più di tanto rimanere aperti la domenica per le attività commerciali all’infuori di alberghi, bar e ristoranti: Cori non è un paese molto frequentato dai turisti e le attività commerciali vanno avanti grazie ai paesani, i quali sapendo che la domenica stanno tutti chiusi, acquisteranno nei giorni feriali. Hanno adottato questo ragionamento anche alcuni caffè che provarono a fare le sale da tè, eliminando il gioco delle carte, per poi ripensarci vedendo che gli affari andavano male.


Personalmente non riesco a comprendere i maniaci del lavoro: cioè coloro che vivono solo per lavorare, ad esempio escono di casa la mattina alle 7:00 e rientrano la sera alle 21:00, stando tutto il giorno chiusi in un ufficio, con addosso 3 o 4 telefoni portatili e personali che squillano in continuazione dalla mattina alla sera. Secondo uno studio a questi tizi, quando andranno in pensione, prenderanno degli infarti, passando dall’iperattività all’inerzia più assoluta. Gli antichi saggi dicevano (e per me avevano ragione): “si lavora per campare, ma non si campa per lavorare”. Una giornata è composta da 24 ore, divise per 3 fanno 8: 8 ore per il lavoro, 8 ore per il riposo e 8 ore per svagarsi, rilassarsi, divertirsi e costruire cose utili, perché non esiste solo il lavoro nella vita, almeno così la penso io.

Ma magari lo avessi io un lavoro, lavorerei sempre e comunque” diranno ora le persone più sfortunate, giovani e non, che non trovano impieghi o li hanno persi. Purtroppo anche se uno mettesse tutta la buona volontà per progettare di crearsi una sua famiglia, guardando anche oltre la sua terra d’origine, oggigiorno è costretto a tornare sui suoi passi per la grave piaga della disoccupazione e della precarietà. È stato facile per Padoa Schioppa qualche anno fa dire “i bamboccioni”, riferendosi ai ragazzi che adulti rimangono in casa con i genitori: il suo mondo è completamente fuori dalla realtà quotidiana, che non conosce assolutamente; lui ha le sue conoscenze e i suoi agganci per sistemare i suoi figli in posti di alto prestigio una volta terminati gli studi.

Il fine settimana intanto se ne va: sia chi ha lavoro in abbondanza, sia chi non lo ha per niente, trova modo di ritemprarsi, distrarsi, gioire e guardare con ottimismo il futuro, soffrirà nel corso della settimana, o per un motivo o per un altro, attendendo con impazienza la liberazione del nuovo fine settimana!