bandiera

bandiera

lunedì 27 dicembre 2010

74) L'EUROPA SE NE FREGA DEL (SUO) SANGUE CRISTIANO

Nel giro di poche ore l'Ue si dimentica delle festività cristiane e si rifiuta di equiparare le vittime del comunismo a quelle del nazismo. E se ne frega se attaccano le chiese in Nigeria e nelle Filippine.


Uccidono i cristiani ma è l'Europa ad essere morta

di Marcello Veneziani

 
Per l’Unione europea il Natale non esi­ste, la Pasqua nemmeno, e se uccidono i cristiani in Nigeria e nelle Filippine, co­me è accaduto nel giorno di Natale, chi se ne frega, la cosa non ci riguarda. I cri­stiani saranno una setta del posto. Noi europei ci occupiamo di misurare le ba­nane, mica di religioni, superstizioni, stragi e amenità varie. Noi siamo civili, lavoriamo in banca, mica pensiamo alle festività religiose. E poi in questi giorni la Commissione europea non lavora, è in vacanza natalizia, anche se non si sa uffi­cialmente la ragione di queste festività, sarà l’anniversario dell’euro o l’onoma­stico di Babbo Natale... Non sto vaneg­giando per overdose di spumanti e pa­nettoni. È stata diffusa in milioni di copie e in migliaia di scuole, in tutta Europa e forse anche nei Paesi islamici, l’agenda ufficia­le dell’Europa, firmata della Commissione europea. Nel diario europeo, che mi è capitato di vedere, c’è traccia delle più estrose festività relative alle più minoritarie religioni, ma non c’è alcun riferimen­to alle festività antiche, canoniche e ufficiali della cristianità europea. Non si sa perché festeggiamo Natale e le altre festività religiose, nulla è ac­cennato sull’agenda che ricordi la Natività, la Resurrezione e tutto il re­sto, nulla che segni in rosso una san­­ta festività. Ma quale Natale, Pasqua, Epifania, diceva Totò, a cui evidente­mente si ispira l’Unione Europea. L’ha fatto notare, protestando, il mi­nistro degli Esteri Frattini, ma in que­sti giorni l’Unione europea è chiusa per inventario merci (non esistendo il Santo Natale) e dunque la protesta affonda nel vuoto vacanziero di que­sta vuota Europa. A ragion veduta possiamo perciò accusare l’Unione europea di nega­zionismo.

L’Unione europea è un’as­sociazione vigliacca di smemorati banchieri fondata sul negazioni­smo. Nel giro di poche ore, l’Unione eu­ropea ha infatti negato le festività cri­stiane e dunque la sua tradizione principale ancora viva da cui provie­ne e nel cui nome ha un calendario e un sistema di festività. Ed ha pure ne­gato ai Paesi dolorosamente usciti dal comunismo il diritto di conside­rare i loro milioni di vittime sullo stes­so piano delle vittime del nazismo. Come sapete, la Commissione eu­ropea ha nega­to che si possano equi­parare gli stermini comunisti a quelli nazisti e possa dunque scattare an­che per loro il reato di negazionismo. Pur avendo commesso «atti orren­di», i regimi del gulag, secondo la Commissione europea, «non hanno preso di mira minoranze etniche». E che vuol dire, sterminare i borghesi o i contadini è meglio che sterminare gli appartenenti a una razza? Uccide­re chi non la pensa come te è un cri­mine meno efferato che uccidere chi è di un’altra razza? Tra le fosse di Ka­tyn, le foibe e le camere a gas di Da­chau, qual è la differenza etica, giuri­dica ed umana? Tra chi nega gli ster­mini di popolazioni civili di Paesi in­vasi dal comunismo e chi nega gli stermini etnici, qual è la differenza? È ideologica, signori, puramente ide­ologica. Come ideologica è la nega­zione delle tradizioni cristiane più popolari. Non parliamo infatti del dogma trinitario o di altri quesiti teo­logici, qui parliamo di Natale e Pa­squa, avete presente?

Alla base del­l’Europa c’è un negazionismo vi­gliacco e bugiardo, che non è solo quello di negare alcuni colossali orro­ri per riconoscere e perseguirne de­gli altri; ma negare l’Europa stessa, la sua vita, il calendario che scandisce i suoi giorni, la sua realtà e la sua veri­tà, la sua tradizione e la sua storia. Il negazionismo dell’Unione euro­p­ea è ancora più grave del negazioni­smo elevato a reato: perché non ne­ga solo alcuni orrori, ma nega anche in positivo la storia, la provenienza, la vita europea. Del suo passato l’Unione resetta tutto, difende solo la memoria della Shoah, e poi cancella millenni di civiltà cristiana, millenni di natali e pasque, orrori del comuni­smo e di altre tirannidi. Che schifo. Io non ho ancora capito a che serve l’Unione europea fuori dall’ambito economico. Non è un soggetto politi­co che esprime posizioni unitarie, non ha un governo passato dal con­senso del popolo europeo, la sua stes­sa unione non fu voluta o almeno rati­ficata da un referendum costitutivo del popolo sovrano. Non è un sogget­to cul­turale e civile perché non fa nul­la per affermare, difendere o valoriz­zare l’identità europea, anzi fa di tut­to per negarla. Non ha una sua carta costituzionale dove declina le sue ge­neralità storiche, le sue affinità idea­li, i suoi principi, le sue provenienze civili e religiose. Non ha una sua poli­tica es­tera unitaria o una strategia in­ternazionale, e non si occupa di stra­gi dei cristiani, semmai si agita solo se c’è una donna condannata a mor­te per aver ucciso il marito in Iran. Insomma,l’Europa non è mai nata e ha paura pure della sua ombra. Esi­ste solo un sistema monetario unico, un sistema di dazi e di regole, di ban­che e di finanziamenti. È un ente eco­nomico, un istituto per il commer­cio. Per questo l’Unione europea non esiste, abbiamo ancora la Cee, la Comunità economica europea. Anzi non sprechiamo la parola comunità per un consorzio economico, tornia­mo al Mec, Mercato europeo comu­ne. L’Europa è un morto che cammi­na. 
 

 

venerdì 24 dicembre 2010

73) BILANCIO DI FINE ANNO


IL TUTTO... ALL'EPILOGO DEL 2010

 
Presepe artistico permanente collocato al Santuario della Madonna del Soccorso di Cori


Come attendete voi le feste di fine anno? Con la classica atmosfera magica dell'attesa oppure con l’ansia? Molti vogliono tutto subito, a fine anno si rendono conto che i loro sogni non si sono realizzati e così si ritrovano a vivere con la sindrome del Natale: ascoltavo la radio dove si parlava di ciò. Però ci si rende conto che durante le feste di fine/inizio d’anno non si sta poi tanto male e quando finiscono è maggiore la tristezza per la fine, che la paura iniziale di affrontarle. Il messaggio religioso più passa il tempo e più svanisce, anche con la complicità di uno stato che si laicizza: per molti queste festività  sono solo occasioni per spendere e spandere e uno spartiacque tra un anno e l’altro.

Riallacciandomi al discorso dei progetti, dei sogni e delle aspettative che uno si attende che si realizzino nell’anno nuovo, si può rivedere il mio post di inizio anno (vedere qui): auspicavo la sconfitta dell’invidia (e di tutto ciò che ne consegue: calunnie in primis), la questione non è stata completamente risolta, ma una bella botta le è stata data. Ci siamo battuti come dei leoni, che neanche il legionario e gladiatore della Roma antica Massimo Decimo Merino! Per l’anno nuovo mi piacerebbe aprire un secondo fronte: il saper dimostrare le mie vere qualità alle persone, che ti gabbano, trattandoti come un deficiente o peggio.

Così auspico il perfezionarmi sempre di più e tirare fuori il meglio di me per quanto concerne le analisi storico – politiche, le mie inchieste, le recensioni cinematografiche e di libri, gli argomenti paesani, sportivi, sociali ecc. Come ho fatto in questo 2010: i post politici sulle elezioni regionali prima e sul dualismo Berlusconi/Fini poi hanno fatto la parte del leone e non sono mancati accenni alla politica corese, come non sono mancati gli argomenti storico – patriottici, in particolare risorgimentali, affrontando più volte la questione del potere temporale dei papi, ho parlato di alcune serie cinematografiche anglo – americane, di libri, di cose positive (e negative) di Cori e di alcune mie vicende personali. Per il 2011 potrei tirare fuori qualche mia poesia, inaugurando la categoria “poesia”, e fare l’autoprosa. Mi sarebbe piaciuto fare un sito sulle poesie, ma purtroppo la testa era concentrata altrove, negli argomenti elencati precedentemente e in altre cose, e non esercitandomi più da molto nei programmi informatici per costruire siti internet ho perso praticità, mi ci vorrebbe una ripassata generale.


Io non sono il classico tipo che se riesce nelle cose si diverte a fare le pernacchie verso quelli che gli avevano detto “sei una frana e non capisci un tubo!” o anche peggio; ma so essere riconoscente e grato a coloro che ti danno le opportunità e non sono neanche vanitoso e presuntuoso: sicuramente ci saranno delle persone più istruite, più acculturate, con più esperienze di vita o con poche ma decisive, con più titoli e con altre qualità che permettono loro di cimentarsi meglio di me in determinate pratiche. Io nel mio blog cerco di fare quello che posso e guardo il mondo secondo il mio punto di vista (come fanno le altre persone sugli altri blog), anche se ammetto che alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva mi sono un po’ scatenato, prima invece cercavo di darmi un contegno: in primo luogo perché dovevo tenere conto sempre di quello che dicevano gli altri e anche delle chiacchiere.

Chiudo con i ringraziamenti a tutti coloro che frequentano il mio blog e commentano: qualcuno viene spesso, qualcun altro che veniva se n’è andato, rimanendo sconvolto per le “stupidaggini” che scrissi, fantasticando come per gioco sulla mia vita. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, questo lavoro è solo uno svago, nessuno ci paga, per cui desidererei minore rigidità, e in ogni caso sono contento dei visitatori, che liberamente e senza costrizioni leggono ciò che scrivo.

martedì 14 dicembre 2010

72) GOVERNO ANCORA IN PIEDI

NIENTE RIBALTONE!



 







Quest’oggi il governo Berlusconi ha ottenuto la fiducia sia al Senato della Repubblica e sia alla Camera dei Deputati: ampio margine al Senato (su 309 presenti, di cui 308 votanti,162 sono stati i voti favorevoli, i contrari 135 e gli astenuti 11) e maggioranza risicata alla Camera (su 628 presenti, di cui 627 votanti, i voti per il governo sono stati 314, contro il governo sono stati 311 e gli astenuti 2). Ha avuto ragione come al solito il Cavaliere a sfidare in aula l’ormai suo nemico Fini e a non cedere al suo ricatto delle dimissioni del governo.

Meno male che alcuni deputati (deputate per essere più precisi) del Futuro e Libertà hanno ritrovato il buonsenso ed hanno evitato un futuro incertissimo per le sorti dell’Italia. Lo stesso Silvano Moffa, già sindaco di Colleferro, Presidente della Provincia di Roma e commissario di An a Latina, non se l’è sentita di prendersi una responsabilità così grande e non si è presentato al voto di sfiducia.

Personalmente non mi è piaciuta la questione del passaggio di alcuni deputati da uno schieramento all’altro, ma se la mettiamo su questo piano anche coloro che sono stati eletti nel Pdl hanno cambiato schieramento. Allora cosa dire del governo D’Alema: nato nel 1998 sulle ceneri del governo Prodi, grazie al passaggio di un consistente numero di parlamentari dell’allora Casa delle Libertà al centrosinistra? Negli ultimi mesi abbiamo assistito a litigi, risse e polemiche di ogni tipo, sia in televisione e sia in parlamento, tra politici sino a ieri amici/fratelli e nessuno si preoccupava dei guai del nostro paese. E le opposizioni che fanno e cosa hanno fatto? Sentendole sembra che se andranno a comandare con una bacchetta magica faranno sparire come d’incanto tutti i mali dell’Italia.I problemi di oggi c’erano anche quando costoro erano al governo ed erano molto più gravi.

Peggiori sono coloro che per 17 anni hanno mangiato, sono cresciuti e hanno difeso dagli attacchi quello che hanno scoperto essere il mostro e la causa di tutti i problemi: ma finora dove sono stati? Non sono stati insieme a lui? Un giorno dicono una cosa, un giorno un’altra: “non fonderemo un partito, continueremo a sostenere lealmente il governo, daremo l’appoggio esterno, infine dimissioni”. Se si presenteranno agli elettori che affidabilità avranno? Visto l’indole distruttiva del loro capo, come ha sfasciato più volte i partiti e gli schieramenti dove ha militato, sfascerà di nuovo la coalizione dove militerà.

Non so quando potrà durare ancora questo governo (nonostante la fiducia incassata si parla ugualmente di elezioni  da svolgersi nella prossima primavera): la seconda parte del quinquennio sarà dura, ma se arriverà al 2012 andrà benissimo, voteremo con un solo anno d’anticipo, rispetto alla scadenza naturale della legislatura, insieme alle comunali nel Comune di Cori, se poi arriverà al 2013 andrà ancora meglio e nessuno dei cinque anni sarà perso.  


E VOI ANDATE A STUDIARE! COSA PRETENDETE CHE VI REGALINO QUEL PEZZO DI CARTA???

domenica 5 dicembre 2010

71) NASCE IL TERZO P.


L’ERBA CATTIVA RICICCIA


In questi giorni si stanno attuando le prove tecniche del ribaltone, del colpo di stato precisamente, si vorrebbe sovvertire la volontà popolare che ha portato Berlusconi legittimamente a governare: il tutto per ripicca e per ambizione personale di Gianfranco Fini. Egli deve andarsene dalla Presidenza della Camera dei Deputati: sia perché fa politica e non rappresenta più l’istituzione, sia perché deve chiarire la vicenda dell'appartamento di Montecarlo.


Se la maggioranza che fu eletta nel 2008 (confermata più volte nelle successive elezioni locali) non c’è più si deve tornare alle urne e sottoporsi al giudizio popolare, non certo cercare inciuci o alleanze alternative con coloro che ne uscirono con le ossa rotte. Si ha una fifa tremenda delle votazioni, si cercano in tutti i modi di evitarle, di ritardarle il più possibile, non solo per Fini anche per gli altri, e si vorrebbe cambiare quella legge elettorale che era stata votata ed osannata da Fini e da Casini. Si rischierebbe di sparire dalla scena politica, non superando lo sbarramento, e non sentiremo più parlare dei vari Bocchino, Granata, che ora fanno gli spavaldi e i gradassi grazie al Pdl. Hanno fatto tutti carriera e si sono fatti grandi grazie al Berlusca, quelli del Fli e dell’Udc, ora aspettano le “idi di dicembre” per pugnalarlo, come fu pugnalato Giulio Cesare nella notte dei tempi. Fini senza Berlusconi ancora oggi farebbe le adunate nostalgiche e folcloristiche con i saluti romani, gridando: "duce, duce!" A Casini piacerebbe fare il Presidente del Consiglio e a Fini il Presidente della Repubblica, ma non si rendono conto che i loro partiti sono di modeste entità e finirebbero per essere succubi della sinistra se volessero raggiungere i loro scopi. Non conveniva lasciare al suo posto Berlusconi sino al 2013, al suo ultimo quinquennio di presidenza, anche per l’età, e indicare un successore alla sua altezza? Invece no: ora il nostro paese dovrà rimanere paralizzato per mesi e sperperare altri milioni in elezioni in momenti drammatici. Già il governo era fermo per i ricatti dei finiani, a cui ci si era piegati a tutte le loro concessioni, ma evidentemente non sono bastate. Che ci sia dietro la Cia perché Berlusconi se la fa con la Russia e con Putin?

Finora l’Italia, grazie alla buona politica di Tremonti, riconosciuta anche dalle opposizioni, si è salvata dal crollo finanziario, se il governo andrà in mano a degli inetti di centro o di sinistra si rischierà di fare la fine di Spagna, Grecia, Portogallo ed Irlanda. Non concepiscono che ormai ci si presenta agli elettori con un candidato Primo Ministro, con dei programmi che valgono cinque anni e che sono superati i tempi degli imbrogli democristiani da Manuale Cencelli: ogni scusa era buona per far cadere i governi (ora tocca cinque mesi ad Andreotti, poi tre mesi a Fanfani, poi a De Mita, De Mita bis, ecc.).  I primi ministri degli altri paesi europei degli ultimi sessant’anni si contano sulle dita, invece in Italia si dovrà continuare ad assistere ai soliti teatrini. Oggi vorrebbero adottare gli stessi schemi: si parla di Gianni Letta o di Tremonti Presidenti del Consiglio; Casini dichiara: “a me Gianni Letta andrebbe benissimo!” Tu Casini devi solo stare zitto e non decidi niente perché hai perso, quando il popolo ti affiderà le sorti del paese (ma ne dubito fortemente) allora deciderai. Pierfurby alle ultime regionali si era alleato con chi gli faceva comodo di regione in regione, così facendo Bossi ha buttato fuori dai governi regionali della Lombardia e del Veneto gli ondivaghi. Di tutti quegli intrallazzi, di quei maneggi, di quel debito pubblico, stiamo ancora pagando oggi le conseguenze: loro ingrassarono di parecchi chili perché mangiarono tutto con le tangenti. Di Rutelli che dire? Chi lo ha conosciuto e c’è stato a stretto contatto sa che dal punto di vista politico è un falso.

Anche il Partito Democratico, in caduta libera e stretto nella morsa tra Vendola e Di Pietro, teme le urne: prima di tutto bisogna far fuori Berlusconi e poi bisogna andare al governo con Udc e il cosiddetto Fli (ma al senato non ci sono i numeri). I novelli capitalisti, i novelli affaristi, eredi di quei comunisti dal motto: “il tuo è anche il mio, ma il mio è solo il mio!” Nel mio paese fanno aprire supermercati di grandi catene, poco indicati per i piccoli centri, e si disinteressano dei piccoli commercianti, i quali non tutti sono benestanti, che subiscono la botta. Non è vero che c’è convenienza perché i prezzi in alcuni casi sono più alti che altrove. Le strade nevralgiche di collegamento tra un capo e l’altro del paese (Via Impero) sono bloccate da anni, si sono buttati al vento finanziamenti per la sistemazione di altre strade e di scoli fognari (Via Soccorso). Cercano di aumentarsi le indennità di carica: poverini, non ce la fanno a tirare avanti, facciamo tutti una colletta e andiamo loro a portarla. Credono che la gente sia fessa quando cercano di screditare in tutti i modi Berlusconi e il Pdl e credono che nessuno badi ai loro “affari”. Rabbia, frustrazione ed invidia verso colui che ci sa fare in tutti i campi, anche se riconosco che qualche stupidaggine ogni tanto la commette, ma non è l’unico. Penso che le masse popolari abbiano capito benissimo che la destra offre più garanzie della sinistra e di tutti quei mali oscuri che hanno afflitto il paese per un cinquantennio e che ora vorrebbero materializzarsi di nuovo, per cui l’alleanza Pdl – Lega Nord – La Destra non teme affatto il ritorno anticipato alle urne, anche se sarebbe meglio evitarlo perché il governo c’è e per via dei momenti difficili. Scelgano: o proseguire con l’attuale governo o in alternativa ci sono solo le elezioni e si sottoporranno al giudizio del popolo, perché non è leale e democratico cercare sotterfugi.