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lunedì 22 febbraio 2010

43) IL TORMENTONE DI SANREMO 2010

ITALIA AMORE MIO



Ha suscitato scalpore e indignazione la partecipazione del principe Emanuele Filiberto di Savoia all’ultimo festival di Sanremo. Nonostante ciò è riuscito a piazzarsi al secondo posto cantando, insieme a Pupo ed a Luca Canonici, la canzone Italia amore mio. Io non ci vedo nulla di male, è inutile che quei quattro scalmanati al Teatro Ariston abbiano sbraitato tanto, perché è stata la gente che ha deciso in quel modo con il televoto: la canzone è stata scritta dallo stesso Emanuele Filiberto, sia Pupo e sia il tenore Luca Canonici hanno accettato di cantare con lui e trovare la musica per il suo testo, alla fine sono stati gli altri due cantanti a far sì che la canzone avesse successo. Il Festival di Sanremo dei nostri giorni si è molto appassito rispetto a quello dei primi decenni, quando i grandi della canzone italiana come Modugno, Claudio Villa, Celentano si sfidavano, oggi vi partecipano cantanti di secondo livello che cercano notorietà e sicuramente il giovane Valerio Scanu, vincitore di quest’anno, avrà un avvenire sicuro. Delle volte succede che coloro che arrivano nelle prime posizioni vendano pochi dischi, mentre quelli che arrivano più distaccati vendono moltissimo. Le spese per i conduttori, gli orchestrali, gli ospiti sono il minimo, se un festival ha molto successo si ripagheranno tutto e guadagneranno tutti; comunque quei tre “incriminati” sono riusciti a portare Marcello Lippi con loro gratuitamente. Tutte la canzoni si trovavano già in You Tube, questo forse avrebbe inciso negativamente sulle vendite, ora però sono state rimosse; alcuni mesi fa Mediaset fece causa a You Tube e la vinse, perché c’erano dei filmati del Grande Fratello mentre era ancora in svolgimento. Avevo inserito il filmato della canzone Italia amore mio, che in You Tube era contornato da moltissimi insulti, poi è stato rimosso e l'ho cancellato anch'io (la cornice del video), ma mi è rimasto il testo, che avevo cercato e raccolto, di questa canzone patriottica, diverse dalle solite che generalmente vengono presentate.


(Pupo) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro,
nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia.
Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende,
e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente.

(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,
per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione.
Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola,
che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.

(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia,
chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia.

(Pupo) Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,
ma mai ti sei paragonato, a chi ha sofferto veramente.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, nell’onestà di un ideale,
nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale.

(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio 

sabato 20 febbraio 2010

42) IL GIORNALE DI INDRO MONTANELLI

Da circa un decennio si può leggere nei locali pubblici, principalmente nei caffè, il quotidiano “Il Giornale”, cioè da quando si vende abbinato al giornale della provincia di Latina “Latina Oggi”: al prezzo di un quotidiano se ne prendono due. Generalmente i nostri pubblici locali acquistano quattro quotidiani per farli leggere ai loro clienti: Il Messaggero, Corriere dello Sport e appunto Il Giornale con allegato Latina Oggi. Il Messaggero è interessante per la cronaca della nostra provincia, nelle pagine nazionali è troppo orientato da “una parte”, ma da quando si legge anche Il Giornale l’equilibrio è tornato a regnare. Nelle ultime settimane Il Giornale ha abbinato un inserto con le prime pagine di quel quotidiano quando ne era direttore Indro Montanelli, tra il 1974 e il 1994, che ne fu anche il fondatore; ho letto con attenzione quelle prime pagine e gli editoriali del direttore. Il Giornale fu fondato dal principe del giornalismo italiano Montanelli nel 1974, quando fu allontanato dal Corriere della Sera che aveva assunto una linea editoriale progressista, in contrasto con quella di Montanelli. Indro Montanelli, conosciuto anche per la sua macchina da scrivere Lettera 22 Olivetti, fu sempre un uomo conservatore, di destra, ma antifascista e antiberlusconiano. In gioventù, dopo essersi laureato in giurisprudenza, aderì agli ideali fascisti: partì volontario per la guerra italo – etiopica, sposò una dodicenne eritrea pagando al padre 500 lire, ma successivamente i matrimoni tra italiani ed africani furono vietati dal Regime: Montanelli approvò. Andò come giornalista in Spagna per la guerra civile  e lì, venuto a contatto con anarchici, divenne antifascista: per degli articoli che ledevano all’onore dell’Italia fu escluso dall’albo dei giornalisti e fu sospeso dal Partito Fascista; nonostante ciò Il Corriere della Sera lo assunse perché credeva nel suo talento. Fu inviato nell’Europa dell’Est per seguire l’evolversi degli eventi bellici e incontrò Adolf Hitler; seguì anche le operazioni militari italiane nei Balcani e al fronte Greco – Albanese: un suo articolo fu considerato disfattista dal Minculpop che gli chiuse il suo settimanale Panorama. Nel 1942 sposò un’austriaca, nel 1943 aderì ad una formazione partigiana, “Giustizia e Libertà”: fu scoperto dai tedeschi, arrestato, rinchiuso nel carcere milanese di San Vittore, dove incontrò Mike Bongiorno, e condannato a morte. La condanna a morte fu scongiurata grazie all’intervento del Cardinale di Milano Ildefonso Shuster; e grazie alla famiglia Crespi, proprietaria del Corriere della Sera, riuscì ad evadere dal carcere a a fuggire all’estero. Il dopoguerra non fu facile: gli antifascisti non gli perdonarono l’adesione al regime e gli ex fascisti non gli perdonarono il tradimento dopo l’8 settembre 1943, ma riuscì a tornare al Corriere della Sera, nel settimanale "La Domenica del Corriere". Si cimentò anche come storico scrivendo la storia Greca e Romana e la storia del colonialismo, difendendo quello italiano perché, a suo avviso, era stato un colonialismo bonario a differenza di quello inglese e francese. Come abbiamo detto nel 1974, anno del suo terzo matrimonio, uscì dal Corriere della Sera e fondò, con l’aiuto della Montedison, un quotidiano a struttura cooperativa denominato Il Giornale Nuovo: Montanelli avrebbe preferito chiamarlo Il Giornale ma già esisteva un altro quotidiano che si chiamava così, nel 1983 con la chiusura dell’altro quotidiano, poté chiamare il suo giornale col nome che preferiva.

Il primo numero de Il Giornale del 25 giugno 1974

I primi anni furono caratterizzati dalla linea anticomunista: alle politiche del 1976 c’era il pericolo del sorpasso del Pci ai danni della Dc e Montanelli, che non aveva molte simpatie democristiane, invitò a votare Dc turandosi il naso. Nel giugno 1977, nell’arroventato clima degli anni di piombo, fu gambizzato dalle Brigate Rosse con un attentato. Il Giornale trovò in quell’anno, nell’imprenditore Silvio Berlusconi, un generoso contribuente per sostenere le esorbitanti spese e negli anni successivi ne acquisì sempre maggiori quote fino a divenirne il maggior azionista. Il Berlusconi imprenditore non era per nulla invadente, lasciava ampia autonomia a Montanelli sul piano politico, gli interessava soltanto che le pagine degli spettacoli e dello sport dessero importanza alle sue televisioni e al Milan. Ci furono dei problemi con Craxi primo ministro, amico storico di Berlusconi, il quale non era visto di buon occhio da Montanelli. Non vide di buon occhio neanche l’elezione di Scalfaro a Presidente della Repubblica del 1992, grazie alle bombe di Capaci, rivelandosi un buon profeta. Da spirito conservatore rese solenni onori a Umberto II di Savoia, ultimo Re d’Italia, morto a Ginevra nel 1983. Nel 1991 M. rifiutò la carica di senatore a vita che gli fu offerta dal Presidente Cossiga perché secondo lui un giornalista, conoscendo il potere, non è più sé stesso . Nel 1994 Silvio Berlusconi annunciò la discesa in campo, chiedendo a Il Giornale, passato sotto la proprietà del fratello Paolo per la legge Mammì, di appoggiarlo nella campagna elettorale, Montanelli non accettò perché dopo la bufera di Tangentopoli vedeva in Mario Segni l’uomo della provvidenza e fu costretto a lasciare. La sinistra, dopo aver considerato Montanelli per un cinquantennio quasi un fascista, gli innalzò un monumento. Fondò, insieme ad altri dissidenti de Il Giornale tra cui Marco Travaglio, un nuovo quotidiano antiberlusconiano denominato La Voce, che durerà solo pochi mesi. Marco Travaglio, assunto a Il Giornale da Montanelli, prima di divenire antiberlusconiano, tifava per Berlusconi durante le sue questioni imprenditoriali di disputa con De Benedetti. Questo Travaglio quando parla degli altri è sempre minuzioso, preciso nell’accusare, quando gli fanno notare alcune sue vicende personali di amicizie con mafiosi si infuoca, arrabbiandosi molto. Montanelli negli ultimi anni di vita assunse posizioni durissime, di netta opposizione e chiusura verso Berlusconi, soprattutto durante la campagna elettorale del 2001, anno in cui Berlusconi tornò al governo, pochi mesi prima della sua morte. La direzione de Il Giornale fu assunta nel 1994 da Vittorio Feltri fino al 1997, quindi toccò a Mario Cervi sino al 2001, a Maurizio Belpietro, a Mario Giordano e di nuovo a Feltri: la scorsa estate con una bomba su Dino Boffo, direttore di Avvenire, Feltri riprese la direzione del quotidiano che nel 1997 era stato costretto a lasciare per un articolo a favore di Di Pietro. Attualmente il quotidiano è il settimo in Italia per diffusione, favorito anche dal fatto che viene dato insieme a molti giornali di cronace provinciali, ma già dopo l'addio di Montanelli i successivi direttori incrementarono le vendite. Con Montanelli il quotidiano non andava malissimo da quel punto di vista: aveva i suoi fedelissimi lettori sottratti al Corriere.

Questa fu l’epigrafe di Montanelli scritta dallo stesso giornalista per la sua morte:
“Mercoledì, 18 luglio 2001 - ore 1.40 del mattino. Giunto al termine della sua lunga e tormentata esistenza - Indro Montanelli - giornalista - Fucecchio 1909, Milano 2001 - prende congedo dai suoi lettori ringraziandoli dell'affetto e della fedeltà con cui lo hanno seguito. Le sue cremate ceneri siano raccolte in un'urna fissata alla base, ma non murata, sopra il loculo di sua madre Maddalena nella modesta cappella di Fucecchio. Non sono gradite né cerimonie religiose, né commemorazioni civili”.

domenica 14 febbraio 2010

41) PROSPETTIVE FUTURE FANTASIOSE MA REALI

Per una volta uso i blog diversamente da come li ho percepiti per molto tempo, vedendoli unicamente fatti solo per la politica e per l’attualità: notando qualcun altro di questi strumenti adoperati per le sensazioni e gli sfoghi personali, per una volta voglio impiegarli anch’io in quel modo, fantasticando e riallacciandomi ad argomenti reali, percepiti secondo la mia visione. Sarebbe bello cominciare una nuova vita altrove, ogni tanto fantastico: potrei tornare all’origine, da dove provengono i Lucarelli di queste parti, nella “madrepatria” Roccamassima, da cui discesero per popolare le vallate fino al Boschetto e Giulianello; è suggestiva questa ipotesi ma quei luoghi sono vicinissimi. Penso pure a Guidonia (una cittadina come tante da immaginare), visto che mi è capitato di conoscere di sfuggita qualcuno di quelle parti, sarebbe bello trasferirsi lì, farsi una famiglia e trovarsi un’occupazione da quelle parti,  visto che ci vuole più di un’ora di automobile per arrivarci, magari immaginando di aprire un proprio studio da geometra. La cittadina è la terza del Lazio per numero di abitanti, dopo Roma e Latina, è alle porte della capitale, l’accento romano è più forte del nostro, però sono burini pure loro.


Roma non offre grandissime disponibilità occupazionali, si dice addirittura che ne offra di più Napoli, a meno che non si tratti di lavoro specialistico o con esperienza in determinati settori, ci sono pure i posti di lavoro assegnati per concorsi pubblici, ma per 10 posti si presentano minimo 10.000 persone. Trovarsi una femmina disposta ad accettarti per quello che sei, un idealista: uno che pensa che esistano valori più importanti del successo e del denaro, per cui vivere e morire, anche se i soldi non guastano mai per mantenere le famiglie, ma non so se mi accetterà per quel che sono, proverò a parlarne anche alla sua famiglia; sento qualche amico che si lamenta di qualche ragazza e di loro in generale, soprattutto di quelle più appariscenti e che frequentano determinati ambienti, che vanno solo con quelli che hanno i soldi. Forse sarà vero, forse no, ma a chi di loro non suscita fascino ed attrazione un uomo che nella vita si è fatto una buona posizione, bello e attraente, anche se è impegnato ed ha una famiglia? A me invece mi attrae di una persona, al di la della bellezza, il vestir bene, alla moda sia nell’elegante che nello sportivo; forse anche perché io ci tengo e anche nella mia famiglia tengono che io vesta bene, magari scegliendo un capo più costoso che durerà molto di più rispetto a quelli più economici. Nelle coppie di fidanzati delle volte possono esserci litigi perché uno/a dei due si lamenta che l’altro/a non veste bene, a me è capitato di assistere a tali discussioni.


Quando uno ha una famiglia ha delle responsabilità, deve adattarsi a fare qualsiasi cosa, non può fare come quando è “ragazzo” che, anche se è precario, quando scadono i contratti è mantenuto dalla famiglia di origine nell’attesa di trovare un nuovo lavoro (chi può permetterselo ovviamente). Specialmente se uno avrà cinque o sei figli da mantenere: quando i figli sono di più saranno meno viziati, quando sono pochi, o è uno, lo saranno di più; invece di comprare la roba firmata e di marca si scambieranno gli indumenti tra fratelli e forse dovranno rinunciare al calcio, alla piscina, al karate. Da una parte deve pendere: o un figlio o due figli viziati o molti di più consapevoli delle difficoltà di concedere loro extra: quando saranno più grandi inizieranno a fare qualche piccolo lavoretto e si manterranno loro come meglio crederanno. Oggi le famiglie numerose in Italia sono molto rare tra le coppie giovani, ma ci sono: quelli che per motivi religiosi o patriottici rinunciano ai metodi contraccettivi e si adoperano per l’incremento demografico. Ho sentito un’intervista a Fiore, segretario di Forza Nuova, un movimento di estrema destra, che ha detto di avere 12 figli; un’altra volta il papa ha ricevuto le famiglie numerose provenienti da tutta Italia, le quali hanno illustrato tutti i problemi ma sono felici. Generalmente queste famiglie sono oggetto di scherno ed irrisione perché si distaccano dal pensare comune: perché devono subire questo??? Bisognerà trattarli come benemeriti perché l’Italia ha l’indice di natalità più basso del mondo! Ci sono inoltre le famiglie più sfortunate che vorrebbero avere figli ma non riescono ad averne, oppure gliene riesce a nascere solo uno dopo molti tentativi “abortiti”; ma è molto più facile avere a 35 anni il secondo o il terzo figlio che avere il primo. Purtroppo anche qui in Italia l’aborto è praticato, anche se c’è tra gli animi un conflitto di coscienza per la forte voce della Chiesa Cattolica nella nostra società, altri paesi, come gli anglosassoni, sono più “all’avanguardia” da questo punto di vista e quando si tratta di sopprimere una vita la gente non si fa troppi scrupoli. Ma dal punto di vista delle cure per guarire la sterilità sono favorevole, anche se poi, una volta guariti, nascono tutti quei gemelli tutti insieme. Bisognerà che il governo si adoperi con un’opera di sensibilizzazione, di agevolazioni e di aiuti economici per far aumentare le nascite nel nostro paese, così tanti piccoli nuovi italiani eviteranno l’estinzione della nostra stirpe e saranno sostegno dei loro genitori anziani quando saranno grandi: quando i figli sono di più si riuscirà a trovare qualcuno disponibile, o più di qualcuno facendo a turno, che si occupi dei loro genitori da vecchi, quando sono meno o non ce ne sono si dovrà ricorrere alle cosiddette badanti.


Il mio intento è avere più dei classici uno o due figli, ma molto probabilmente le cause di forza maggiore mi costringeranno a ridimensionare la cosa o addirittura ad annullarla (spero di no), non si sa mai quello che il destino ci riserverà; ma non tutti i mali verranno per nuocere: se non avrò figli avrò meno ansie e preoccupazioni, soprattutto quando essi si faranno grandi e spensierato potrò pensare di più al mio io. Il tipo di educazione che propongo per i figli è una dura educazione che li farà divenire tosti e massici, tipo la rigida educazione militare, così quando Al Qaeda li minaccerà risponderanno: “siamo figli d’Italia, figli di Roma possiamo mai aver paura di voi?” E intoneranno allora l’inno che li riporterà agli antichi fasti imperiali: “Roma divina, a te sul Campidoglio,/dove eterno verdeggia il sacro alloro,/a te, nostra fortezza e nostro orgoglio,/ascende il coro./Salve Dea Roma! Ti sfavilla in fronte/il Sol che nasce sulla nuova storia;/fulgida in arme, all'ultimo orizzonte/sta la Vittoria./Sole che sorgi libero e giocondo/sul colle nostro i tuoi cavalli doma;/tu non vedrai nessuna cosa al mondo/maggior di Roma.” Altri giovani mollaccioni cresciuti con concezioni materialistiche, consumistiche e di divertimento se Al Qaeda o un’altra organizzazione criminale li dovesse minacciare si intimoriranno e risponderanno: “lasciateci stare, venite, fate le moschee, basta che a noi lasciate vivere la nostra vita così come l’abbiamo sempre vissuta!” Il partecipare a feste tipo l’Eurochocolate (guai a dire festa della cioccolata: quelli di alcune correnti politiche prima fanno tanto gli antiamericani, poi sono innamoratissimi della loro lingua, piace loro immettere anclicismi per distruggere la nostra bella lingua di Dante), oppure qui a Cori prima di natale fecero “la festa della birra”, dove vidi molti giovani di 20 anni, nati nella seconda parte degli anni ’80, tutti indaffarati e impegnati nel preparare e nel coordinare: non sto criticando, hanno fatto bene ad organizzarla, perché anche lo svago e il divertimento nella vita ci vogliono, ma secondo me ci vorrebbe di più il senso dell’appartenenza ad una comunità (italiana), non si può essere solo tutto Facebook, birra e rock ‘n roll. Fantasticherie, unite alla vita reale, tutto dal mio punto di vista, senza fare il giudice nelle singole vite altrui, in una fusione creata da me, appositamente per i blog: per una volta ho parlato fiducioso anche di futuro, in una giornata speciale per me, ma anche per voi tutti, senza recriminare e piangere dentro per quel che poteva essere e non è stato, come di solito uno fa nelle ricorrenze. Un blog che ti aiuta a sfogarti e a tirare fuori quello che hai dentro: in questo modo uno si arrabbia meno nella vita reale. Evviva il tutto..!

mercoledì 3 febbraio 2010

40) UN ANNO DOPO

E’ passato un anno dalla nascita di questo mio blog: 365 giorni fa partii con questa mia avventura. Decisi, disponendo finalmente anch’io della linea internet veloce, che era ora di iniziare a camminare con le mie gambe dopo aver fatto tirocinio o praticantato negli altri blog di Cori. Proprio nel periodo in cui l’utenza negli altri blog iniziava a diminuire, dopo il grandissimo successo iniziale, io decisi di andare controcorrente e d’avventurarmi.  

Iniziai con una breve presentazione e con un’approfondita analisi sulla situazione politica locale, come segno di protesta verso i fogli cartacei e i loro giochi di potere locali con cui avevo avuto qualche problema: quando scrivevo altrove bisognava fare attenzione a non uscire dalla linea editoriale, altrimenti eri fuori, scrivendo in questi spazi mi sentivo libero di scrivere tutto quello che mi veniva in mente, rendendo conto solo a me stesso e invitai anche gli altri a fare altrettanto.

Complessivamente in un anno ho pubblicato 40 post, occupandomi di molte cose, ho ricevuto 77 commenti e circa 8.000 visite. A pensare negli altri siti Splinder c’è chi realizza 77 commenti in una settimana o in 10 giorni, io ci ho messo un anno per arrivarci. La media delle visite invece è stata ottima: all’inizio ricevevo circa 500 visite al mese, continuando con quella media sarei arrivato dopo un anno a 6.000 visite, invece mi ritrovo con 8.000 visite: le persone che mi seguono aumentano sempre più! Sono anch’io che cerco di far guadagnare visibilità a questo mio spazio legando amicizie con altri utenti Splinder, qualcuno di loro mi ha anche messo tra i suoi collegamenti, e commentando negli altri blog.

Purtroppo quando uno si schiera politicamente perde anche eventuali “clienti” che non la pensano come lui, ma non fa nulla io mi sono sentito di fare come ho fatto e secondo me ho fatto bene così. Per il futuro cercherò di occuparmi meno delle cose di Cori, visto che i miei paesani raramente hanno lasciato commenti, mi occuperò di più dei fatti di attualità nazionale e internazionale, sperando di allargare i frequentatori di questo blog e sperando di finire ancora su Bloggando, il blog della redazione di Splinder: già ci sono finito una volta, con l’avvenimento dell’aggressione a Berlusconi, è stata una grande soddisfazione essere stato selezionato su oltre 450.000 blog Splinder.

Continuerò ad occuparmi di cose positive coresi, per mantenere l’impegno di inizio anno, cioè vincere l’invidia di Cori, anche se nessuno mi ringrazierà e l'effetto sarà opposto a quello che speravo. Qualunque cosa fai non va mai bene, io non sono più giovanissimo ma comunque i luoghi comuni sono sempre i soliti: quando i giovani non si interessano di politica e delle realtà sociali/culturali dove vivono, si dice “i giovani pensano solo al divertimento, ai loro “vizi”, alle macchine belle, alle motociclette, al sesso e non si interessano d’altro”; quando invece si interessano, si dice “i giovani di oggi sono arroganti, presuntuosi, se li senti parlare sembra che capiscano solo loro e gli altri non capiscono niente.

Però devo dire che ci sono alcuni miei paesani che apprezzano il mio lavoro, anche se non scrivono: alcuni di loro, calciomàni accaniti, dicono di preferire questo blog a quello dei mondiali di calcio. Qualche volta provo a scrivere nel motore di ricerca l’indirizzo di questo blog e noto con piacere che qualcuno mette su People qualche mio scritto che gli interessa: tra questi c’è anche l’ex parroco di Cori Monte che si è inserito il mio testo che riguardava appunto l’avvicendamento dei parroci, la cosa mi ha fatto molto piacere e sono stato molto felice.

Molte cose ho scritto, alcune di queste sono miei ricordi passati: non per nostalgia, se siete stati attenti ho parlato anche di presente e di futuro, ma perché è bello ricordare qualche momento felice che arriva dal cuore ed è un fatto positivo che si ricordino momenti belli in periodi quando probabilmente tutti noi abbiamo vissuto anche eventi brutti e/o tragici. Ricordare gli eventi passati e poi la cosa finisce lì, perché sono consapevole che non si campa di ricordi. Allora molti che per identificarsi in questi sistemi informatici mettono la fotografia di quando erano piccoli, personalmente a me un po’ infastidiscono perché quando si è cresciuti, si è cresciuti non si può essere eterni ragazzini; e gli annunci pubblicitari che invitano a mutare la tua immagine in cartone animato, ma v……, facciamo i seri non siamo all’asilo infantile!

Oggi questi nuovi mezzi mediatici possono divenire pure fonti di guadagno (o di fregature?): ho ricevuto messaggi privati di altri utenti Splinder che invitavano a scrivere su altri siti e guadagnare, ma io non mi fido; comunque i giornali dedicano intere pagine ai mezzi informatici e alle possibilità di guadagno, una di esse può avvenire con l’inserimento degli annunci pubblicitari sui siti o sui blog. Mah staremo a vedere quali saranno le prospettive future di questo mio spazio, sperando ovviamente di migliorarlo sempre!


Comunque grazie a tutti per le visite e per i commenti.