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martedì 23 novembre 2010

70) JAMES BOND 007


IL MIO NOME E' BOND, JAMES BOND! 



FILMOGRAFIA  
 

No.

Titolo italiano

Titolo originale

Anno

James Bond

1

Licenza di uccidere

Dr. No

1962

Sean Connery

2

Dalla Russia con amore

From Russia with love

1963

Sean Connery

3

Missione Goldfinger

Goldfinger

1964

Sean Connery

4

Thunderball: Operazione tuono

Thunderball

1965

Sean Connery

5

Si vive solo due volte

You only live twice

1967

Sean Connery

6

Al servizio segreto di Sua Maestà

On Her Majesty's secret service

1969

George Lazenby

7

Una cascata di diamanti

Diamonds are forever

1971

Sean Connery

8

Vivi e lascia morire

Live and let die

1973

Roger Moore

9

L'uomo dalla pistola d'oro

The man with the golden gun

1974

Roger Moore

10

La spia che mi amava

The spy who loved me

1977

Roger Moore

11

Moonraker - Operazione spazio

Moonraker

1979

Roger Moore

12

Solo per i tuoi occhi

For your eyes only

1981

Roger Moore

13

Octopussy - Operazione piovra

Octopussy

1983

Roger Moore

14

Bersaglio mobile

A view to a kill

1985

Roger Moore

15

Zona pericolo

The living daylights

1987

Timothy Dalton

16

Vendetta privata

License to kill

1989

Timothy Dalton

17

GoldenEye

GoldenEye

1995

Pierce Brosnan

18

Il domani non muore mai

Tomorrow never dies

1997

Pierce Brosnan

19

Il mondo non basta

The world is not enough

1999

Pierce Brosnan

20

La morte può attendere

Die another day

2002

Pierce Brosnan

21

Casinò Royale

Casino Royale

2006

Daniel Craig

22

Quantum of Solace

Quantum of Solace

2008

Daniel Craig



 Film non ufficiali

No.

Titolo italiano

Titolo originale

Anno

James Bond

.

Casino Royale

Climax! Casino Royale

1954

Barry Nelson

.

James Bond 007 - Casino Royale

Casino Royale

1967

David Niven

.

Agente 007 - Mai dire mai

Never Say Never Again

1983

Sean Connery


La filmografia dell’agente segreto James Bond 007, è ispirata ai romanzi di Ian Fleming, il creatore della spia più famosa del mondo. La sigla “doppio 0” sta a significare che l’agente ha regolare licenza di uccidere, che gli è stata concessa dall’MI6, i servizi segreti militari di spionaggio britannici, dove Bond lavora prendendo ordini dall’Ammiraglio M. L’attore semisconosciuto Sean Connery, fu il primo ad interpretare 007 nel 1962 nel film “Dottor No” (in Italia “Licenza di uccidere”), i produttori della serie cinematografica furono Harry Saltzman ed Albert Broccoli della Eon Productions; nei film più recenti furono produttori i discendenti di Broccoli. Dopo il successo del primo film furono girati, sempre con Connery protagonista, i film “Dalla Russia con amore”, “Missione Goldfinger”, “Thunderball Operazione Tuono” e “Si vive solo due volte”. Dopo quest’ultimo film Connery ormai divenuto famosissimo decise di mollare per non essere etichettato a vita come 007. Broccoli puntò allora su un altro sconosciuto, sperando di ripetere l’esperienza di Connery: l’indossatore australiano George Lazemby, per il film “Al servizio segreto di Sua Maestà”, il quale fu di ottima sceneggiatura, diversa dalle solite (il dongiovanni James Bond mette la testa a posto e si sposa, per poi rimanere tragicamente vedovo il giorno stesso delle nozze), ma il grande pubblico, abituato a Sean Connery fu tiepido. Richiamato Sean Connery, che alzò di molto il suo prezzo, per il film “Una cascata di diamanti” e fu anche l’ultimo ufficiale in cui l’attore scozzese impersonò l’immaginario personaggio che l’aveva reso celebre. Nel 1973 esordì in quel ruolo l’attore Roger Moore nel film “Vivi e lascia morire”, vestirà i panni di 007 sino al 1985: dopo la prima pellicola interpretò Bond in “L’uomo dalla pistola d’oro”, “La spia che mi amava”, “Moonraker Operazione Spazio”, “Solo per i tuoi occhi”, “Octopussy Operazione Piovra” e “Bersaglio Mobile”. Dopo il ritiro di Moore, che apportò un tocco in più d’ironia a James Bond rispetto a Sean Connery, il nuovo 007 fu Timothy Dalton: nei film “Zona pericolo” e “Vendetta privata”, senza che gli stessi riscuotessero molto successo. Nel 1989 la serie cinematografica si interruppe, riprese nel 1995 con “GoldnenEye”, con l’attore Pierce Brosnan nei panni della spia britannica: fu un successo clamoroso al di la di ogni aspettativa, nonostante con la fine della Guerra Fredda Bond divenisse una reliquia, come fu definito dal nuovo M, interpretato per la prima volta da una donna, il quale mostrava diffidenza nei suoi confronti e lo definiva maschilista e misogino. Sulla scia del grande successo di “GoldenEye”, Brosnan venne confermato per i lungometraggi successivi: “Il domani non muore mai”, “Il mondo non basta” e “La morte può attendere”. L’attore fu allontanato a sorpresa dalla serie dopo il grande successo de “La morte può attendere”; è stato impiegato per gli ultimi due episodi della saga, “Casinò Royale” e “Quantum of Solace”, Daniel Craig, che ha conquistato pubblico e critica.






PRECISAZIONI, CONSIDERAZIONI E CRITICHE
L’agente segreto, nato dalla penna fantasiosa di Fleming, britannico d’origine ma americano per profitti cinematografici, come i personaggi dei fumetti, non invecchia mai: lo scrittore lo ha fatto nascere nel 1924 ed oggi dovrebbe avere 86 anni. Secondo Fleming, Bond perse i genitori in un incidente di montagna, con l’aiuto di un amico del defunto padre e dichiarandosi più vecchio di due anni, entrò nel Ministero della Difesa e nella Marina britannica nel 1941, dopo la guerra venne trasferito allo spionaggio. Sembrava che dovesse scomparire dal cinema con la fine della Guerra Fredda ma l’hanno mantenuto in servizio per sventrare i complotti più fantasiosi di quelle schegge impazzite e senza più scopi al termine del divario tra le due superpotenze. Così come ha continuato a lavorare dopo lo smembramento della sua acerrima nemica Spectre, l’organizzazione criminale che voleva impadronirsi del mondo, con a capo Ernst Stavro Blofeld (famoso per il gatto bianco), che non esitava a generare tensioni e zizzanie tra le Usa e Urss per raggiungere i suoi scopi. James Bond riuscì ad uccidere Blofeld portando a compimento la sua vendetta: infatti il pericoloso criminale ammazzò sua moglie Tracy nelle ultime scene de “Al servizio segreto di Sua Maestà”. Nessuna donna è mai riuscita a sottrarsi al fascino del noto agente segreto britannico: è riuscito “a domare” anche le “puledre più incallite”, sia amiche coprotagoniste, sia nemiche compagne dei criminali. Divertenti sono stati i suoi siparietti con Moneypenny, la segretaria di M, la quale è sempre stata innamorata di Bond: quest’ultimo le fa sempre la corte ma lei non cede, forse per paura degli inevitabili tradimenti. Oltre alla Spectre 007 ha scongiurato piani diabolici di altri pazzi occasionali. È riuscito a sopravvivere a situazioni più impensabili ed impossibili, grazie soprattutto ai marchingegni ideati dall’inventore Q, molti dei quali appositamente facenti parte della sua automobile Aston Martin. Di ottima fattura sono state le colonne sonore che hanno contornato la serie, veniva scelto sempre il cantante o il complesso più in voga al momento dell’uscita delle pellicole: da Shirley Bassey (Goldfinger , Una Cascata di diamanti e Moonraker), a Paul McCartney (Vivi e lascia morire), da Sheena Easton (Solo per i tuoi occhi) ai Duran Duran (Bersaglio Mobile), da Nancy Sinatra (Si vive solo due volte), a Tina Turner (GoldenEye) e a Louis Amstrong (Al servizio segreto di Sua Maestà). Ma la sigla più famosa di 007, è quella sui ritmi giamaicani dell’esordio e ne è l’emblema. Il superuomo indistruttibile, un prototipo ed un esemplare perfetto del filosofo Nietzsche, non sopravvivrebbe mai nella realtà, tra eccesso di venere, bacco (Vodka Martini agitato, non mescolato), tabacco e sfide impossibili. Però ci vorrebbe, anche perché è sempre stato dalla parte dei buoni, non ha mai tradito e non è mai passato al nemico: così spettacolari attacchi “cinematografici”, tipo 11 settembre non ci sarebbero mai stati.

martedì 9 novembre 2010

69) SOLO VANITA'

 VANITA' DI VANITA'




Vai cercando qua/vai cercando la'/ma quando la morte/ti cogliera'/che ti restera'/delle tue voglie/vanita' di vanita'/sei felice sei/dei piaceri tuoi/godendo solo/d'argento e d'oro/alla fine che/ti restera'/vanita' di vanita'/vai cercando qua/vai cercando la'/seguendo sempre/felicita'/sono allegro e/senza affanni/vanita' di vanita'/se ora guardi allo/specchio/il tuo volto sereno/non immagini certo/quel che un giorno/sara' della tua/vanita'/tutto vanita'/solo vanita'/vivete con gioia e/semplicita'/state buoni se potete/tutto il resto e'/vanita'/tutto vanita'/solo vanita'/lodate il signore/con umilta'/a lui date tutto/l'amore/nulla piu'/vi manchera'/se ora guardi allo/specchio/il tuo volto sereno/non immagini certo/quel che un giorno/sara' della tua/vanita'/tutto vanita'/solo vanita'/vivete con gioia e/semplicita'/state buoni se/potete tutto il/resto e' vanita'/tutto vanita'/solo vanita'/lodate il signore/con umilta'/a lui date tutto/l'amore nulla/piu' vi manchera'/


Su internet ci sono milioni e milioni di blog, sia in Splinder, sia in altre piattaforme: alcuni sono grandi, altri sono più modesti, come ad esempio il mio. Tutti quanti, nessuno escluso, possono crearseli gratuitamente e possono colorarli in base alle loro idee, alle loro esperienze di vita, personali e familiari. Le suddette persone che hanno i blog sono tutte vanitose e presuntuose? Non penso affatto che sia così! Qualcuno dei gestori dei blog più grandi, potrà sentirsi onnipotente, non tutti però. Un vanesio, che generalmente si considera superiore agli altri, non si abbasserebbe mai a scrivere in dei siti dove tutti sono sullo stesso piano e dove potrebbe essere sbugiardato, contestato, ingiuriato ed offeso, preferirebbe crearsi un blog tutto suo, chiuso ai commenti dei visitatori, e butterebbe dei bandi in giro invitando tutti a rendersi conto di quello che è capace di fare sulle reti informatiche.

Nessuno è obbligato ad entrare in questo o in altri blog e soltanto all’inizio si dà notizia della loro creazione, poi basta. Quando si conoscono o si è a contatto con delle persone nuove, nessuno si sognerebbe mai di distribuire dei bigliettini con l’indirizzo del proprio sito personale e dire “venghino siori” , anche se delle volte si è tentati per dimostrare che non si è stupidi o tonti come, a prima vista, qualcuno potrebbe credere. Quando fu creato il primo blog a Cori, http://blogdicori.splinder.com/, il creatore in fase di presentazione, sul suo esempio, auspicava la nascita di altri blog per far crescere il paese e la nostra società in generale, così facendo dimostrò che il blog non era assolutamente una prerogativa esclusiva nelle sue mani.

Ci sono delle persone che se non avessero avuto i blog sarebbero scoppiate: difatti per esse è stato uno strumento molto utile per sfogarsi e per difendersi da ingiurie varie, per poi passare al contrattacco e in quel caso il tirar fuori e mettere in evidenza le proprie qualità è stato un rimedio per non esplodere. È difficile essere superiore a tutto e a tutti e non soffrire per le dicerie degli altri, come ad esempio possono raccomandare e mettere in guardia i datori di lavoro quando si inizia una nuova esperienza lavorativa: il luogo comune delle femmine, che oramai dilagano per numero in tutti i luoghi di lavoro,  pettegole e invidiose si aggira sempre, in quel caso uno, quando sente l’aria pesante nei suoi confronti, non può far nulla per proteggersi, è inutile anche che si indigna, deve solo subire in silenzio.

Direte adesso: perche hai detto tutto questo? Semplice, perché durante una messa al cimitero, l’officiante, che peraltro ha celebrato una magnifica funzione, nella sua bella omelia ha esortato, facendo un accenno, al non dar retta ai chiacchieroni, a coloro che si vantano sui giornali; in quel caso anch’io mi son sentito coinvolto: forse perché mi sentivo di avere la coda di paglia o forse perché sono troppo maligno. Non so! Comunque le persone vanno giudicate parlandoci e conoscendole a fondo, non certo da quello che riportano sui blog, perché tutto sommato è solo un giuoco!

giovedì 4 novembre 2010

68) IL BOLLETTINO DELLA VITTORIA NELLA GUERRA DEL 15/18


Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12


La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita.


La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d'armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, dell'VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.


Monumento dei Caduti di Cori (LT), posto sulle ultramillenarie mura ciclopiche.


Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.
L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.


Generale Armando Diaz, Capo Supremo dell'Esercito Italiano




Il testo, fuso nel bronzo delle artiglierie catturate al nemico, è esposto in tutte le Caserme e i Municipi d'Italia.