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giovedì 27 gennaio 2011

79) NEL GIORNO DELLA MEMORIA

A SOSTEGNO DI ISRAELE



Nel giorno del ricordo dell’Olocausto e del dolore del popolo ebraico, noi europei esprimiamo tutta la nostra vicinanza, il nostro conforto, e il nostro sostegno allo Stato di Israele, il quale da solo da oltre 60 anni lotta per la propria sopravvivenza. Se non avessero Israele a cui pensare, il primo pensiero degli arabi – islamici sarebbe quello di procedere ed affrettare il piano di islamizzazione dell’Europa. Parlo dei più fanatici e fondamentalisti, ovviamente non tutti lo sono, ci sono anche coloro che vogliono la pace e il rispetto reciproco. Oltre un miliardo di persone non riescono a piegare un piccolo stato, figuriamoci se potranno competere con noi se ci sfideranno.

Una profezia della Bibbia dice che prima della fine del mondo Israele dovrà vedersela nel fronteggiare tutte le nazioni della Terra; due sono le ipotesi se tale profezia si avvererà:
1) tutte le nazioni del mondo saranno musulmane,
2) altre forme di antisemitismo europeo, come quello che portarono all'Olocausto, saranno diffuse a macchia d'olio in tutto il pianeta.

Israele ha più volte stupito il mondo per la propria potenza e preparazione militare, quando tutti non avrebbero scommesso una lira sulla sua sopravvivenza. Prima della guerra c’erano sporadici insediamenti ebraici in Palestina, i quali iniziarono ad incrementarsi negli anni ’30 del ‘900 con le persecuzioni naziste e dopo la Seconda Guerra Mondiale fu deciso di costituire uno stato ebraico, per conforto a ciò che i sionisti subirono nei campi di stermini, in quella che era la loro terra, da dove partì la diaspora. Nel corso dei secoli gli ebrei vissero in Europa nei ghetti, che erano situati nei cuori delle città, ed erano i padroni delle finanze e del commercio: da lì iniziò l’antipatia nei loro confronti, con l'aggiunta della teoria religiosa secondo cui avevano inchiodato Gesù Cristo sulla croce e non l'accettarono. Prima del Concilio Vaticano II la liturgia cattolica nutriva avversione nei testi sacri, il venerdì santo si diceva perfino “perfidi giudei”. 



Più volte nel corso della storia essi furono perseguitati e maltrattati sino all’ecatombe dell’Olocausto nella Seconda Conflitto Mondiale. In Italia molti israeliti erano fascisti prima dell’emanazione delle leggi razziali del ’38, quando il fascismo si accostò al nazismo tedesco nell’idea di antisemitismo. 

Il sommo pontefice Pio XII probabilmente sapeva quello che avveniva nei campi di sterminio nazisti, ne parlò pubblicamente in modo indiretto, se l’avesse fatto direttamente temeva che avrebbe peggiorato le cose, contribuì al pagamento che i tedeschi imposero al ghetto di Roma per evitare la deportazione degli ebrei, ma fu tutto inutile. Dopo la guerra la Chiesa ha cambiato la liturgia, ha intrapreso un nuovo cammino di dialogo con i giudei, auspica, come noi tutti, che un nuovo cammino di pace possa esserci in Medio Oriente, e cessino le violenze da entrambi le parti tra le due distinte entità.

domenica 23 gennaio 2011

78) STORIE DI CUORI E DI POLITICA


Il cuore e la spada



In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia il giornalista e scrittore Bruno Vespa ha pubblicato il libro “Il Cuore e la Spada”,  nel quale ripercorre la storia d’Italia dall’unità ai giorni nostri, narrando non soltanto le vicende politiche ma anche le vicende amorose e sentimentali dei principali protagonisti della nostra storia. Vespa pubblica un libro all’anno, i suoi scritti spesso sono stati di genere politico, questa volta, per la seconda  precisamente, affronta un tema storico, dopo “Storia d’Italia da Mussolini a Berlusconi” del 2005. Il volume è composto da 826 pagine e costa 22 €; io ho approfittato di uno sconto del 15%. In appendice ci sono tutti i risultati delle elezioni politiche dal 1861 al 2008, le fonti e l’indice dei nomi. Bruno Vespa definisce il suo ultimo libro il lavoro più impegnativo di sempre: le vicende dell’Unità e del Regno d’Italia naturalmente non le ha vissute e si è dovuto documentare, riportando più di una fonte, a volte versioni contrapposte tra loro, mentre gli ultimi 50 anni di storia italiana li ha vissuti da giornalista e direttore del Tg1 e da conduttore del programma televisivo “Porta a Porta” ed è bastato fare un riassunto dai suoi precedenti libri, in cui è narrata la politica ufficiosa e da dietro le quinte del palazzo. Ecco finalmente un volume che fa del revisionismo storico sulla storia studiata finora: la Resistenza col sangue dei vinti e con le lotte tra partigiani,  la tragedia delle foibe, lo straordinario consenso popolare del fascismo culminato con il dramma di Salò. Sono inoltre narrate le vicende, le ossessioni sessuali e amorose dei protagonisti del Risorgimento (diversi in amore ma uniti nel sogno dell’Italia unita): Cavour, Garibaldi, “il fidanzato d’Italia”, ma solo Anita gli rimase sempre nel cuore, Mazzini che ebbe solo una mezza avventura e Vittorio Emanuele II. Altri grandi sciupa femmine sono stati Mussolini e D’Annunzio. La storia dal dopoguerra in poi è più dettagliata perché come ho già detto l’autore l’ha vissuta direttamente e in più si è fatto aiutare, per il suo precedente volume storico “Storia d’Italia da Mussolini a Berlusconi”, dalle testimonianze di Giulio Andreotti, le quali sono riportate in parte anche in "Il cuore e la spada". Il referendum Monarchia – Repubblica e la scelta tra comunismo e democrazia (cristiana), con i rischi di un’ennesima guerra civile, il dominio democristiano, De Gasperi, Fanfani, Andreotti, Moro, il miracolo economico, il centrosinistra, gli anni di piombo, Craxi, il CAF e tangentopoli. In questo ultimo caso si parla di una doppia morale, dei sommersi e dei salvati, del linciaggio di Craxi, costretto a rifugiarsi ad Hammamet dove morì e fu riabilitato nel decennale della morte, di Di Pietro, che su Berlusconi dichiarò che non era reato vendere spot televisivi. Gli ultimi cinque capitoli sono dedicati agli ultimi 17 anni di storia d’Italia, cioè da quando Silvio Berlusconi è sceso in politica e tuttora ne è il protagonista indiscusso, solo Romano Prodi è riuscito a fermarlo due volte senza però andare lontano per via delle sue rissose coalizioni di partiti di centrosinistra; ma anche i suoi stessi alleati gli hanno messo i bastoni tra le ruote: Bossi all’inizio, Follini, Casini e in ultimo Fini.
Un capitolo è dedicato alle trappole rosa di Silvio Berlusconi con alle prese sua moglie Veronica (i due vivevano separati da 7 anni, prima che si separassero legalmente e Veronica aveva una relazione stabile con un altro uomo), un altro all’addio con Fini; il volume è andato in stampa ad ottobre 2010 ed ovviamente non è aggiornato agli ultimissimi eventi. Bruno Vespa fu sempre democristiano e ora penso che sia berlusconiano, anche se rimane obiettivo nei suoi scritti e non rinuncia a tirare frecciatine al Cavaliere di Arcore. Lo criticano per il “Porta a Porta”, dove dà spazio in egual misura alle due principali correnti politiche, allora solo i programmi faziosi (e sinistrosi) di Santoro e di Floris possono esserci? Se così fosse il canone Rai non andrebbe più pagato. Negli ultimi mesi non ha trattato Gianfranco Fini da eroe e per questo il giornalista è stato maggiormente ingiuriato. Si smontano tutti i presunti scandali a luci rosse, le veline, Noemi, non immaginando che, storia di queste ore, sono tornati di nuovo all’assalto con le stesse cose: Ruby.

Questa storia è uscita a fine ottobre, poi non se è parlato più, forse perché tutti erano convinti che Gianfranco Fini avrebbe mandato a casa Berlusconi, fallito quel progetto ora la tirano di nuovo in ballo con maggior clamore e scalpore. Non sembra strano? Fanno di tutto per far passare Berlusconi come un maniaco, un malato, indegno di guidare il paese, per costringerlo alle dimissioni per la vergogna. Però alcune testimonianze delle accusatrici sono state smontate e il tribunale che si occupa del caso non ha competenza.
Legittimo è il richiamo del Vaticano a ritrovare i valori morali, senza entrare nel merito della questione, dare giudizi e condannare; non fa come Famiglia Cristiana ed Avvenire che, senza che si guardino prima allo specchio, emettono sentenze prima dei tribunali e danno lezioni di moralità. Gli stessi che prima accusavano la Chiesa di ingerenza con la politica, ora plaudendo tirano i preti per la tonaca.

domenica 16 gennaio 2011

77) GIRONE DI ANDATA SERIE A 2010 – 2011

  Classifica Serie A al giro di boa


Ecco una breve analisi sulle principali protagoniste del campionato italiano di calcio di Serie A, stagione 2010 – 2011, giunto al termine del girone d’andata. 


Milan:
Ha vinto il girone di andata ed è campione d’inverno. Ha indovinato la campagna acquisti, soprattutto con l’arrivo di Ibrahimovic, al quale presto si aggiungerà anche l’irrequieto Cassano: conviene davvero prenderlo dopo tutto quello che combina, anche se è un buon giocatore? Il cosiddetto “Corriere di Trigoria” (Corriere dello Sport edizione romana) quando Cassano segnò contro l’Estonia (in una partita soffertissima dove si rischiò di perdere) titolò in prima pagina: “Lippi, visto Cassano?”  Come se lo stesso per una rete segnata fosse il mago capace di guarire gli incurabili mali della nazionale. Cesare Prandelli dopo quello che ha combinato alla Sampdoria, quando ha insultato  pesantemente il suo presidente, neanche lo ha convocato più in nazionale. A proposito: non aveva ragione Marcello Lippi che tutti misero alla gogna per non averlo portato al mondiale? Tornando al discorso del Milan non è che sia una squadra brillantissima: la sua fortuna è che le altre “grandi” fino adesso hanno steccato tutte, è quella che ha limitato i danni delle favorite.

Le sorprese Napoli e Lazio:
Gli azzurri partenopei attualmente sono la seconda forza del campionato, trascinati da un formidabile Cavani: un nuovo Maradona da idolatrare per i napoletani. La freschezza e il bel gioco espresso hanno consentito di schiantare un mostro sacro del calcio italiano come la Juventus. Se la squadra è una solida realtà potrà addirittura insediare il primo posto, se è solo una meteora presto scoppierà e finirà a metà classifica. Non so dirlo con certezza come finirà, ma una cosa è certa: bisogna rimanere umili e con i piedi per terra, senza montarsi eccessivamente la testa, solo così si riusciranno a tagliare gli ambiti traguardi.
Quell’umiltà che non è mancata all’undici biancoceleste romano quando per qualche giornata si è ritrovato in vetta alla classifica: nessun giocatore e tifoso si è illuso, al contrario dei rivali romanisti, allorquando nelle ultime giornate della passata stagione avevano già vinto tutto senza fare i conti con l’oste; tutti dicono che per adesso l’obiettivo è raggiungere quota 40 punti per la salvezza, poi si vedrà….. La squadra è quella dello scorso anno, quando soffrendo è riuscita a conquistare una tranquilla salvezza nelle ultime giornate, dopo la vittoria illusoria contro l’Inter di inizio stagione in Supercoppa, in più si sono aggiunti: il reintegrato Ledesma e questo Hernanes, che è quello che con la sua regia ha trascinato la squadra nelle prime posizioni in classifica. A volte basta solo uno per far la differenza nella condizione atletica e nel morale.

Juventus:
La società ancora non si è ripresa dalla tremenda botta di calciopoli del 2006 e stenta a riprendersi il posto che le compete nell’olimpo italiano calcistico, quale squadra più titolata. I campioni mondiali di Berlino 2006, tra partenze e arrivi, sono alla frutta, anche per l’età, forse Buffon potrà ancor dir la sua se si riprenderà completamente dall’infortunio, ma dicono che sia in partenza. Da un lato fa piacere che si punti sugli italiani, ma se le altre squadre non fanno altrettanto e riempiono di stranieri anche i loro vivai giovanili, si è svantaggiati e non si può stare al loro passo. Ecco allora Felipe Melo, Krasic e Diego, centrocampisti e attaccanti, colonne della squadra, ma che fino ad adesso non sono dello stesso livello degli stranieri delle milanesi.

Inter:
E’ stato assai deludente il suo girone d’andata, nonostante debba recuperare due partite. La delusione è stata in parte controbilanciata dalla conquista del mondiale negli Emirati Arabi Uniti. La partenza dell’allenatore Maurinho ha influito molto nel calo di rendimento: l’allenatore dell’anno, quello che ha fatto vincere 3 trofei, porta ancora i nerazzurri nel cuore e che ora in Spagna sta vivendo gli stessi problemi che ha avuto in Italia con i media, a causa del suo acuto carattere. Il morale degli interisti si è risollevato molto dopo l’esonero di Benitez e l’ingaggio dell’ex milanista Leonardo: morale che potrebbe salire alle stelle (in tutti i sensi) e vincere così il sesto scudetto consecutivo (primato assoluto nella storia del calcio d’Italia).

Roma:
E’ la stessa dello scorso anno, attende che siano risolti i gravi problemi societari e finanziari con l’uscita di scena della famiglia Sensi dalle redini dei giallorossi. Si pensava che si ripetesse l’esperienza dello scorso anno: partenza sballatissima, ripresa e scudetto sfiorato; ma dopo la risalita di quest’anno dalle sconfitte c’è stata una ricaduta. Tuttavia la sua fortuna è che le concorrenti non decollano e potrà tranquillamente inserirsi nella lotta per i vertici. Le bandiere Totti e De Rossi pagano il morboso attaccamento alla maglia, così da non essere al meglio della forma e voler giocare per forza, entrando in collisione con l’allenatore; lo scorso anno azzeccò le loro patologie e li sostituì nella sfida con la Lazio, ribaltando le sorti dell’incontro, per poi proseguire il sogno fino a sbattere contro Giampaolo Pazzini una settimana dopo. Anche quest’anno troveranno un altro Pazzini sulla loro strada? Ironia della sorte all’ultima giornata è in programma proprio Roma – Sampdoria.

domenica 9 gennaio 2011

76) LA CARICA DI ROCKY

Rocky, Rambo (e Sting)


Rocky, Rambo e Sting,/l'America li vuole cosi,/angeli per le strade del mondo, sparando cazzate dal profondo./Rocky, Rambo e Sting/ Rocky ti vuole salvare da un imminente rischio nucleare/e con la forza dell'amore/spiezzare un russo in due non fa mai male./Rocky, Rambo e Sting/ Ragazzo mio lo vedi come è facile salvarti dalla guerra, la guerra/ragazzo mio la pace si allontana, vuoi venire insieme a noi? Siamo i tuoi eroi./Rambo ti vuole parlare di una nuova morale militare,/vincere è l'unico onore,/l'importante non è partecipare./Rocky, Rambo e Sting/Ragazzo mio lo vedi come è facile salvarti dalla guerra, la guerra/ragazzo mio la pace si allontana, vuoi venire insieme a noi? Siamo i tuoi eroi./ Sting, occhi di ghiaccio,/ti guarda e ti protegge dallo spazio./ Si e messo in diplomazia, lasciando sola la polizia./Rocky, Rambo e Sting/La guerra....la guerra... /tu fidati di noi....siamo i tuoi eroi...



 
Indubbiamente i personaggi più famosi a cui Sylvester Stallone ha prestato il suo corpo sono Rocky e Rambo. "Rocky, Rambo e Sting" è una canzone poco conosciuta di Antonello Venditti: è inserita nello stesso album di Giulio Cesare del 1986. E’ una canzone senza senso: cosa c’entrano Rocky e Sting con le guerre? Sting è totalmente fuori luogo in quegli accostamenti. Forse solo Venditti può essere l’idolo della gente, Sting e Stallone no. Si intravede invidia e frustrazione. Sting in quegli anni scrisse una canzone Russians, in cui auspicava la fine della Guerra Fredda, Venditti lo accusò di essersi sbilanciato a favore degli americani e Sting rispose: chi è questo Venditti, non conosco. In più Venditti gli copiò la musica della canzone Giulio Cesare e Sting neanche lo querelò per plagio, per la molta considerazione che aveva di lui. Sting rimane un mito mondiale, Antonello Venditti chi è al suo confronto, che si permette di stuzzicarlo in quel modo?

I comunisti che noi abbiamo reso miliardari, acquistando le loro opere, che è vero che in molti casi ci hanno fatto sognare, ma............... Avevo dimenticato questa canzone, recentemente l’ho sentita via radio e mi è tornata in mente e ho voluta inserirla qui, per dimostrare di che castroneria si tratti. Il personaggio di John Rambo sarà esagerato ma Rocky Balboa? Cosa c’è di strano in un pugile che ha umili natali e riesce a conquistare il titolo mondiale dei pesi massimi divenendo milionario? Nella realtà non accadono queste cose? E Primo Carnera e Rocky Marciano? (a cui si ispirato Rocky Balboa, lo Stallone Italiano) L’immaginario pugile italoamericano rimane sempre uno dai sani principi morali e sportivi. La frase cinematografica più famosa degli anni '80, una vera e propria icona, fu proprio della serie Rocky (Rocky 4 precisamente), la quale fu detta dal sovietico Drago a Rocky: "io ti spiezzo in due!"

Nella serie Rambo a parte le scene raccapriccianti e violente si ha il coraggio di parlare di temi di cui nessuno non ha mai voluto parlare: come ad esempio i prigionieri americani detenuti in Vietnam dopo la fine della guerra e nell’ultimo film “John Rambo”  si è parlato dello spietato regime militare al potere nel Myanmar, l’ex Birmania. Di quella faccenda i media mondiali se ne occupano poco, i fuggiaschi birmani hanno riferito che ciò che si vede nel film non è nulla in confronto a quello che accade nel loro paese, dove si rischia la vita se si è trovati in possesso di un dvd pirata di “John Rambo”. Con John Rambo del 2007, 4° film della serie Rambo, e con Rocky Balboa del 2006, 6° film della serie Rocky, Stallone ha voluto chiudere definitivamente con i suoi personaggi più celebri, senza aggiungere i numeri ma i nomi e i cognomi di quei protagonisti che aveva abbandonato negli anni ’80, forse ha provato a rivivere gli splendori di allora quando era al massimo dell’auge, ma i lungometraggi non hanno avuto né lodi, né infamie.

Toccante è la sceneggiatura di Rocky Balboa, in cui Stallone fa morire la moglie Adriana per dare un  qualcosa in più al film: anche se vedovo Rocky le rimane sempre fedele e nella sua mente è lei che lo guida ad affrontare un incontro pugilistico con il campione mondiale dei pesi massimi alle soglie dei 60 anni. L’attore Sylvester Stallone sa distinguere bene tra finzione e realtà, in questo ultimo caso non è come Rambo: in un’intervista ha criticato il suo paese che ora in Iraq e in Afghanistan,  secondo lui, sta commettendo gli stessi errori che commise anni fa in Vietnam. Secondo me in Iraq avranno sbagliato ad andarci ma in Afghanistan no: cosa doveva fare la potenza numero uno al mondo quando fu colpita al cuore? Dire per caso: “avete fatto bene ce lo siamo meritato!?”

Chiusa questa parentesi e tornando al mio discorso; riallacciandomi alla mia ultima poesia pubblicata, parlando delle americanate, anch’io ne sono vittima: cosa posso farci se sono cresciuto in questa società? Ma anche nella società di ieri contadina e pastorale si seguiva il cinema americano, non esistendo televisione, internet e altre cose, l’unico svago era il cinematografo la domenica pomeriggio: c’erano addirittura le scazzottate per entrare negli ormai decrepiti cinema Olimpo e Arena. I bambini e le donne principalmente, ma pure gli uomini di allora fantasticavano su quello che avevano visto, immaginando di potersi impersonare nelle pellicole alle quali avevano assistito. Allo stesso modo a me oggi Rocky dà una carica in più quando mi accingo ad affrontare le battaglie del blog di cui ho parlato qualche post fa. Le colonne sonore che fanno da sfondo a Rocky quando si allena per affrontare Apollo Creed, Clubber Lang (Mister T.), Ivan Drago, Tommy Gun e Mason Dixon risuonano nelle mie orecchie praticando qualche sport, nell’attesa di sedermi all’inerzia di uno schermo (il mio ring) e sferrare pugni virtuali. Ma a differenza di Rocky cerco di contenermi e di non infierire troppo.


martedì 4 gennaio 2011

75) LA PROVINCIA DI LATINA (GIA’ LITTORIA)

Segue una mia poesia sulla Pianura Pontina (o Agro Pontino) che scrissi nel gennaio 2003. Si evidenziano le numerose sfaccettature e i numerosi contrasti tra gli antichissimi paesi arroccati da millenni sui monti, fondati appositamente in altura per ragioni difensive, di inespugnabilità e per sfuggire alle malsane condizioni delle Paludi Pontine, e i nuovi centri di pianura fondati dal Regime Fascista dopo la bonifica. Le due realtà oggi convivono con non pochi problemi sotto la stessa provincia (di Latina). Ma ciononostante fu un fatto positivo per tutti la bonifica: in quel modo si crearono non poche possibilità ed occasioni di lavoro nell’agricoltura, nell’industria e nei servizi.




SULLA PIANURA PONTINA

I
La cinta lepina, dalla nullità marosa
è impressionante la Circe sulla piana:
la Piana Pontina fertile e acquitrinosa.
La mano littoria  in palude malsana
s’immerse e mutò in terra vigorosa
per i coloni dalla parlata cispadana;
ch’appresso alla prima generazione,
quell’altre ancor dicono: «terrone»

II
Con la sua mano quel fascio bruciò
e lasciò il gagliardo segno adoratore.
La gente il nazionalismo mai l’accettò:
romantico, poeta, artista, sognatore,
io Italico lo fui, lo sono e lo resterò;
l’Italiano resterà l’Italiano rimatore.
Almeno nella piana c’è l’ispirazione
per una sua corretta alimentazione.

III
Non è così per le generazioni illetterate
nuove: prede di mode, di anglicismi,
 di totali ed incalzanti americanate;
anche sulla pianura son vari i sismi
e, tra indegne e peccaminose giocate,
ci son della pre-bonifica i misticismi:
Santa Maria Goretti presta attenzione
a chi l’invoca con  santa devozione.

IV
Della prosperità è quasi l’isola felice:
Littoria agricola 1, Latina d’industria 2.
Pure se ha la Lepina rossa cornice
è fiera ed orgogliosa dell’origini sue:
lì l’ulivo non metterà mai la radice,
la avvalora la “Brigata Littoria 32”.
Appunto dal ‘32 vanto per nazione
e 32 versi di codesta composizione.

Andrea Lucarelli (gennaio 2003)


PROSA



I
La Pianura Pontina o Agro Pontino, la seconda pianura più fertile d’Italia dopo la Pianura Padana, anche per la sua natura acquitrinosa di antica palude, è circondata dai Monti Lepini e dal mare; il Promontorio del Circeo, antica residenza della maga Circe e di leggende, così isolato nel mare mette soggezione, guardandolo dalla piana. Il territorio è in gran parte popolato da genti dell’Italia del nord, arrivate per coltivare le terre a loro assegnate con la bonifica voluta dal fascismo, la parlata nordica, veneta soprattutto, è pressoché scomparsa nelle città, sostituita da un romanesco pontino, ma si è mantenuta bene nelle campagne e nei piccoli borghi; ecco allora l’atteggiamento di superiorità nei confronti degli abitanti dei monti. Nonostante questo nessuno ti tratta male e il termine “terrone” viene usato nella maggioranza dei casi in senso affettivo, non per offendere.

II
Sebbene il Regime Fascista fece di tutto per mutare la tradizionale inclinazione degli italiani da artisti, poeti, santi, navigatori e sognatori, in indomabili guerrieri, degni discendenti delle antiche legioni di Roma, esso fallì nei suoi obbiettivi, i quali furono la causa della propria fine, quando trascinò l’Italia nell’avventura bellica. Il grandioso segno che lasciò in perenne memoria fu proprio la pianura bonificata, che così divenne la fonte di ispirazione di tutti gli artisti.

III
Ma ormai i tempi cambiano con “le nuove generazioni illetterate”: chiamate così perché in alcuni casi si diplomano o si laureano senza sapere le regole essenziali grammaticali e sintattiche, piace loro apportare parole straniere nella nostra lingua quando esistono benissimo i corrispondenti italiani, usando i nuovi strumenti tecnologici (cellulari, internet) stravolgono completamente il linguaggio scritto (scrivono x invece di per, xké invece di perché, nn invece di non, ecc.) e sono presi dalle mode del momento provenienti come sempre da oltreoceano. Tengo a sottolineare “anche” perché non sono solo tendenze della Pianura Pontina. In mezzo a questa società immorale e senza più religione ci si affida ancora al misticismo, invocando Santa Maria Goretti, la quale è vissuta nei tempi delle Paludi Pontine.

IV
La città principale, capoluogo di provincia, dopo la guerra ha conosciuto uno sviluppo demografico, economico ed industriale, da piccola cittadella agricola che era ed ha cambiato il nome da Littoria in Latina. Le stesse cose sono accadute nelle altre città create con la bonifica. Dal punto di vista politico è in contrasto con i Monti Lepini: è rimasta sempre fedele ai partiti discendenti del fascismo, tranne gli anni democristiani quando comunque l’Msi era forte; l’orgoglio delle origini è allo stadio con lo striscione “Brigata Littoria 32”, esposto dai tifosi che seguono la locale squadra calcistica. Fino a qualche anno fa era un’isola felice, poi la crisi è arrivata anche lì, ma la maggioranza ancora se la cava più che discretamente. Gli ultimi due versi non hanno bisogno di commenti.