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martedì 12 giugno 2012

147) IN RICORDO DI FALCONE E BORSELLINO


IL VENTENNALE DEL MARTIRIO DEI MAGISTRATI FALCONE E BORSELLINO



“L’unico tentativo serio di lotta alla Mafia fu quello del prefetto Mori, durante il Fascismo, mentre dopo, lo stato ha sminuito, sottovalutato o semplicemente colluso. Sfidiamo gli antifascisti a negare che la Mafia ritornò trionfante in Sicilia ed in Italia al seguito degli “Alleati” e degli antifascisti, in ricompensa dell’aiuto concreto che essa fornì per lo sbarco e la conquista dell’isola!”

GIOVANNI FALCONE a pag. 103 del suo libro “Cose di Cosa Nostra”



Vent’anni fa i magistrati Falcone e Borsellino (quest’ultimo da giovane fu militante del Fronte della Gioventù) pagarono con la loro vita per le idee in cui credevano. Oggi le loro lotte sono servite: non tutte le persone dell’Italia meridionali sono all’unanimità omertose o hanno ammirazione per gli “uomini d’onore”, come scrisse Borsellino ad un liceo del nord Italia poco prima del suo assassinio. Sarà pure che la Mafia di oggi, con gli arresti eccellenti dei suoi vertici all’indomani delle stragi, ha stravolto le antiche strategie: non provoca più molti morti o fa le guerre allo stato, come quella del ’92 – ’93, perché tutto ciò fa molto rumore, e lo stato risponde con molta durezza, non facendosi intimorire (carcere duro per i mafiosi, invio di polizia ed esercito nei territori a rischio); la strategia di oggi è l’invisibilità e la legalizzazione nel territorio.

La Mafia da alcuni è considerata lo stato, mentre i gruppi terroristici degli anni ’70, tra cui le Brigate Rosse, erano contro lo stato: a ragion di ciò non fu una buona mossa inviare a Palermo il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa nella lotta alla Mafia, il quale aveva avuto dei discreti successi nella lotta al terrorismo. Alcuni giovani prendono come pretesto l’uccisione dei due giudici per giustificare il loro disinteresse politico: secondo il loro parere è la politica che li ha uccisi.


Esclusivo documento riguardante lo sbarco alleato in Sicilia nel luglio 1943: un manifesto in cui le autorità fasciste siciliane incitavano alla resistenza contro l'avanzata americana (e mafiosa).


L’ultimo Governo Berlusconi, con protagonista il Ministro dell’Interno Maroni, ha ottenuto eccellenti risultati nella lotta contro la criminalità organizzata. Con il Fascismo, il quale inviò nell’isola Cesare Mori, il “prefetto di ferro”, Cosa Nostra sparì dalla Sicilia, espandendosi oltreoceano a Nuova York. Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli americani progettavano lo sbarco in Sicilia, si fecero aiutare da molti mafiosi italo – americani per fornire supporto logistico per la conquista della regione e liberarono dal carcere il pericoloso criminale Lucky Luciano. Dopo la conquista americana dell’isola, Luciano fu amnistiato, a patto che rimanesse in Sicilia: egli e la mafia siciliana divennero i nuovi padroni. Dopo decenni di supremazia mafiosa sono arrivati Falcone e Borsellino, i quali hanno stravolto tutto ed erano fermamente consapevoli che per i loro ideali avrebbero pagato con la vita, ma andarono avanti, senza chiudere gli occhi o farsi colludere. Onoriamo e glorifichiamo questi eroi italiani che hanno reso possibile l’impossibile. 

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