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venerdì 26 ottobre 2012

157) ANNIVERSARI: OTTOBRE 1942 E 1962



OTTOBRE 1942: BATTAGLIA DI EL ALAMEIN


Sacrario italiano di El Alamein


La seconda battaglia di El Alamein (Egitto) 23 ottobre – 3 novembre 1942, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, sancì la definitiva affermazione delle nazioni Alleate su quelle dell’Asse e, assieme alla battaglia di Stalingrado, cambiò le sorti del conflitto. Gli italo –tedeschi dell’Asse erano comandati da Erwin Rommel, il quale disponeva 116.000 uomini e 547 carri armati; le truppe britanniche (comprese quelle dei suoi possedimenti nel mondo) erano comandate da Bernard Montgomery, che disponeva di 195.000 uomini e 1.029 carri armati. L’Asse perse oltre 30.000 uomini, tra morti, feriti, dispersi e prigionieri; gli alleati ne persero oltre 13.000. I carri armati degli sconfitti furono quasi completamente annientati, mentre quelli dei vincitori si ridussero alla metà. Furono utilizzati anche i caccia bombardieri da ambo le parti. I mal equipaggiati soldati italiani, comandati dal Gen. Ugo Cavallero, si batterono da eroi: epiche furono le imprese dei bersaglieri e dei Paracadutisti Folgore: uomini contro carri armati. I carri italiani della Brigata Corazzata Ariete erano assai inferiori a quelli alleati e furono completamente spazzati via. Il coraggio e la determinazione degli italiani suscitò ammirazione e rispetto da parte di alleati e nemici: Rommel e Churchill li celebrarono.



W. Churchill alla Camera dei Deputati, 21 novembre 1942: " Dobbiamo davvero inchinarci di fronte ai resti di quelli che furono i Leoni della Folgore"



Tra il 1940 e il 1943 la guerra era combattuta lontano dall’Italia, i bombardamenti erano rari. Le sole ansie delle famiglie, tra le ristrettezze economiche, la borsa nera, gli orti di guerra piantati nei giardini delle città, riguardavano i loro giovani e meno giovani parenti inviati sui vari scenari bellici. Un bambino inviò una bellissima lettera al padre in guerra, il quale era morto, ma il bimbo non sapeva nulla: quella lettera del fanciullo commosse profondamente i superiori del padre e decisero con quel testo di farne una canzone. In seguito quella canzone venne censurata dalla radio italiana perché secondo le autorità era  eccessivamente disperata e scarsamente ispiratrice del sentimento di immancabile vittoria”. Anche a me ha colpito molto: sono storie di altri tempi, sono dei valori che oggi non esistono più. Quei militari avrebbero voluto volentieri starsene a casa, ma una volta inviati sui vari fronti diedero l’anima per la vittoria e per onorare la loro nazione. I caduti perirono per un’ideale, per quella patria di cui andavano fieri, mentre oggi si vergognerebbero, così come ci vergogniamo noi, per come l’hanno ridotta i politici in questi ultimi tempi.


CARO PAPA'
Caro Papà, chi scrive è la mia mano,/quasi mi trema, lo comprendi tu./Son tanti giorni che mi sei lontano/e dove vivi non lo dici più./Le lacrime che bagnano il mio viso,/son lacrime di orgoglio, credi a me./Ti vedo che dischiudi un bel sorriso/e il tuo Balilla stringi in braccio a te.

Anch'io combatto, anch'io fo la mia guerra,/con fede, con onore e disciplina,/desidero che frutti la mia terra/e curo l'orticello ogni mattina:/l'orticello di guerra/e prego Iddio che vegli su di te babbuccio mio.

Caro Papà, da ogni tua parola/sprigiona un "Credo" che non si scorda più,/fiamma d'amore di patria che consola/come ad amarla mi insegnasti tu. Così da te le cose ch'ho imparato/le tengo chiuse, strette nel mio cuor/ed oggi come te sono un soldato:/credo il tuo Credo con lo stesso amor.

Anch'io combatto, anch'io fo la mia guerra,/con fede, con onore e disciplina,/desidero che frutti la mia terra,/curando l'orticello ogni mattina:/l'orticello di guerra/e prego Iddio che vegli su di te babbuccio mio.




OTTOBRE 1962: CONCILIO VATICANO II E QUASI TERZA GUERRA MONDIALE

Il Concilio Ecumenico Vaticano II fu indetto a sorpresa da Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, con grosso stupore dei cardinali conservatori legati a Pio XII. Il Cardinal Roncalli, patriarca di Venezia, fu fatto papa ed era visto come un papa di transizione, vista l’età avanzata: avrebbe dovuto fungere da marionetta manovrata dagli altri cardinali della Curia Romana. Con il suo carattere mite, dialogando e mai imponendo in maniera ferrea la sua volontà di papa, non si fermò davanti alle opposizioni e agli scetticismi. Il suddetto Concilio iniziò nell’ottobre 1962 e terminò nel 1965 sotto Papa Paolo VI, i punti cardini furono i seguenti: la Chiesa doveva smetterla di lanciare minacce, anatemi e scomuniche  contro chi non vi si allineava; il dialogo con le altre confessioni, particolarmente con le altre cristiane; il rinnovo del messale e della liturgia. Quello di Giovanni XXIII fu un papato, breve, di cinque anni, ma intenso, che mutò profondamente la Chiesa e la società. Inaugurò le visite nelle carceri, negli ospedali e i pellegrinaggi: prima di lui era impensabile tutto ciò per un papa. Memorabile fu il suo discorso della luna a conclusione della prima giornata del Concilio: furono parole ispirate dalla sua mente e dal suo cuore.




Sempre nell’ottobre 1962, il Papa di allora, con un radiomessaggio, contribuì a sventare la Terza Guerra Mondiale: ebbe successo mentre i suoi predecessori (Benedetto XV e Pio XII) avevano fallito nell’obbiettivo di evitare le due guerre mondiali che c'erano già state. L’isola di Cuba con una rivoluzione era passata nel blocco comunista, i sovietici vi stavano impiantando dei missili nucleari, puntati verso gli Stati Uniti.


Il Presidente Usa Kennedy era pronto a fermare con la forza le navi sovietiche, con i missili a bordo, dirette verso Cuba. Per 13 giorni tutto il mondo trattenne il fiato, convinto di trovarsi sull'orlo di una nuova guerra mondiale. Il Capo dell’Urss Kruscev, conscio del pericolo per l’intero pianeta, ordinò il ritiro dei missili da Cuba, chiedendo in cambio agli americani  di smobilitare le loro postazioni missilistiche stanziate in Turchia, al confine con la sua nazione. Se la guerra fosse scoppiata non sarebbe stata più la guerra tradizionale delle trincee, dei fucili, delle bombe convenzionali; sarebbe stata una guerra atomica, con milioni, se non miliardi, di morti in pochi minuti e la sopravvivenza della razza umana sarebbe stata messa in discussione. Per cui fu l’uomo che con la sua saggezza fu consapevole delle disastrose conseguenze e scelse la giusta soluzione. (mesi dissi la stessa cosa, quando qualcuno ipotizzò di una guerra mondiale, scongiurata negli anni ’80, grazie a degli interventi sovrannaturali)

lunedì 15 ottobre 2012

156) ALLEANZE POLITICHE IN ALTO MARE


Dalle regioni alle elezioni politiche
Che rabbia la caduta del governo della Regione Lazio! Era da qualche anno che non mi infuriavo così! L’estate scorsa ero preoccupato per la Regione Lombardia che traballava, consolandomi con la mia regione che pensavo fosse ben salda. Fiorito è diventato il mostro, sbattuto in prima pagina, di un sistema malato e sbagliato nel complesso, che paga per tutti. Il peccato originale è il finanziamento regionale ai partiti: poco cambia se uno spende in cene elettorali o intasca, pur condannando entrambe le azioni. Nelle regioni governate dalla sinistra, in cui sono rinviati a giudizio o sono indagati presidenti e consiglieri, si parla poco o non se ne parla affatto.


C'è chi ironizza sulla "pulizia" fatta

Prima dello scandalo nel Lazio il Pdl era in netto recupero nei sondaggi, attestandosi al 22%, dopodiché è sceso al 18%: che capolavoro! Proprio un bel biglietto da visita presentarsi alle elezioni politiche con due regioni importanti perse rovinosamente! Il ministro Cancellieri ha tutta questa fretta di far votare la Regione Lazio: allora per il parlamento è un anno che attendiamo! Forse rinasceranno FI e An, unite in una federazione, o si cambierà nome al Pdl, per consentire una risalita nelle percentuali. Un paio di mesi fa si era parlato di un possibile ritorno di Berlusconi per salvare il partito, gli scandali regionali degli ultimi tempi gli hanno fatto cambiare idea e addirittura è pronto a gettarsi ai piedi di Monti, Casini e Fini. Anche gli altri dirigenti Pdl, particolarmente i forzisti,  sono propensi a questa (per ora) ipotesi, la gente comune, i militanti, non sembrano pensarla allo stesso modo: dalla rete è partita la rivolta per dire no all’alleanza con gli ex alleati, poi pugnalatori.


L’esempio negativo delle comunali coresi 2012
Sembra ripetersi ciò che è avvenuto a Cori nelle ultime elezioni comunali, in scala molto, ma molto ridotta: l’Udc vorrebbe allearsi con la sinistra, che a sua volta risponde picche, così, dopo cinque anni di burrascosi temporali, torna a destra accolto a braccia aperte, nonostante i “mai più” e dettando in posizione di supremazia le condizioni per un’alleanza. Nel nostro caso odierno Casini da mesi fa una corte sfrenata a Bersani, quest’ultimo lo rifiuta, preferendo non tradire Vendola, e Berlusconi è pronto a svendersi accettando Mario Monti: il candidato ideale di Casini alla Presidenza del Consiglio. Con le ritrovate ammucchiate si pensa di far bene, si pensa di giocarsi le partite, non disperdendo i voti, vincendo o al massimo perdendo di misura. Non si fanno i conti con il popolo che non ha la memoria corta e non dimentica. Proprio come a Cori, la stessa alleanza per le politiche potrebbe rivelarsi un flop. Se Berlusconi deciderà di scendere per l’ennesima volta direttamente i campo, si alleerà con dei piccoli partiti: Storace a destra e Pionati al centro; il rapporto con la Lega Nord dipenderà da come finirà la vicenda Lombardia. È il nome carismatico di chi ha governato che trascina e fa la differenza, specie se già ha ricoperto il ruolo di comando, malvisto agli occhi degli ex alleati sfascisti. Il Berlusconi corese (Bianchi) si è fatto da parte, optando per una candidatura a sindaco esterna, per riunire tutti i vecchi partiti dell’alleanza che lo sostenevano, pensando di far bene, se avesse immaginato; nessuno poteva: adesso che si sanno come sono andate le cose è facile fare questi ragionamenti. L’arma vincente della sinistra locale è stata, non tanto il buon lavoro svolto, bensì l’inaffidabilità dell’alternativa di governo agli occhi dell’opinione pubblica, la quale ha preferito, in momenti difficili, riconfermare una componente politica stabile, piuttosto che prendere in considerazione il forte rischio di tornare alle urne nel giro di un paio d’anni.  È pur vero che Cori ha sempre avuto una grande tradizione di sinistra, mentre l’Italia intera è molto variopinta, quindi questo ragionamento potrebbe anche essere inappropriato: il succo del discorso è che non è detto che le vecchie ammucchiate ritrovate si rivelino vincenti. Così come per Berlusconi che torna in campo: non mi sorprenderebbe sia se fallisse clamorosamente, perché il paese che l’ha abbracciato per tre volte non c’è più, sia se ottenesse un ottimo – buon risultato, perché ci ha sempre abituato ad imprevisti colpi di scena.

La sinistra tra primarie e programmi

Per ora la coalizione Pd e Sel sembra favorita per le prossime elezioni (senza dimenticare che il partito degli indecisi è il primo partito), però secondo gli ultimi dati non potrà avere una maggioranza solida senza l’Idv e inoltre c’è l’incognita “Movimento 5 Stelle”  che potrà portare via voti. Il Pd si dice tanto partito innovatore, intanto boicotta il giovane Matteo Renzi, volto nuovo della politica, preferendo non abbandonare i vecchi politicanti di mestiere. Vorrebbero, tra l'indifferenza dei cattolici Pd, stravolgere la natura, i valori, la famiglia: sono sicuri che ci riusciranno? Siamo in Italia, non in altri paesi europei, per cui la voce del Vaticano, della Chiesa, nonostante tutto, è ancora molto potente: sebbene i fedeli diminuiscano l’influenza ecclesiale è più forte rispetto ai tempi dell’approvazione delle leggi sul divorzio e sull’aborto. A questo punto Forza Matteo Renzi, rottamali tutti! Se deterranno le redini del paese (mi auguro di no) si abbatteranno su di loro tutte le ripercussioni negative della crisi economica internazionale, credo che non dureranno molto e avranno i loro sindacati che cercheranno di boicottare i provvedimenti di ripresa. Per cui potrebbero avere pure loro contro gli speculatori internazionali, i poteri forti europei e mondiali, che minacceranno di mandare fallita l’Italia, così come fecero lo scorso anno nel caso che Berlusconi non se ne fosse andato dal governo.

Bisogna ripartire
Il momento non è felice per le destre, oggi non si trova più un berlusconiano in giro, negli anni 2008 – 2009, allorquando quel vento travolgeva tutto, erano tutti pronti a diventarvi, persino Veltroni. Non è bello andare come va il vento. Ci hanno tolto anche il “Qui Radio Londra” di Giuliano Ferrara, uno che sa il fatto suo e che sa azzittire Scalfari nei dibattiti televisivi. Bisogna ripartire, un primo segnale potrebbe esserci già con le elezioni regionali in Sicilia. Sosteniamo Nello Musumeci, volto pulito per una politica nuova, espressione del partito La Destra”, appoggiato anche dal Popolo delle Libertà. Speriamo bene!

lunedì 8 ottobre 2012

155) L'AVVICENDAMENTO ALLA CHIESA DELLA VALLE


COL PASSAGGIO DELLE CONSEGNE NELLA CHIESA DELLA VALLE “SANTA MARIA DELLA PIETA’”, TRA DON ANGELO BONAIUTO E DON OTTAVIANO MAURIZI, SI AUSPICA CHE QUANTO SEMINATO DI BUONO VENGA RACCOLTO.


Sabato scorso si è conclusa dopo 58 anni l’era di don Ottaviano Maurizi nella Collegiata di Santa Maria della Pietà a Cori Valle. È subentrato il parroco del Monte don Angelo Bonaiuto, che già guidava la Parrocchia Santi Pietro e Paolo da più di tra anni, cioè da quando subentrò a don Fabio Fiorini (vedere archiviogiugno 2009"). Le parrocchie rimarranno due con un solo parroco, aiutato per qualche tempo da un vice, ci dobbiamo accontentare: oggi come oggi i preti sono pochi e visto che ci sono anche due conventi di frati non possiamo lamentarci. La tradizione nella chiesa con l’uscita di scena di don Ottaviano ci auguriamo che nel nostro paese non vada dispersa: egli si era adattato ai tempi moderni senza dimenticare le vecchie liturgie latine, i canti antichi spirituali e quelli popolari nelle processioni. Questi ultimi fanno parte del nostro dna, del nostro sangue, della nostra cultura e non possono certo essere accantonati con troppo leggerezza, sostituendoli con quelli chitarristici, quasi da discoteca.



Nella processione della Madonna del Rosario il canto popolare per eccellenza è quella che fa: “ il rosario è la salvezza, dell’afflitta umanità….”  E come si può vedere da queste immagini di repertorio della processione di Sant’Antonio da Padova la bellezza, la maestria, la magnificenza, la mistica suggestione della banda musicale al seguito del santo che intona l’inno “o dei miracoli inclito Santo; dell’alma Padova, Tutela e vanto: benigno guardami prono ai tuoi piè: o Sant’Antonio prega per me!” 



È magnifica la banda musicale nelle processioni (sono ben spesi i soldi che vengono a chiederci, bussando alle nostre porte, i vari comitati per le feste patronali), sentendola suonare, la signora anziana malata del centro storico che non può muoversi di casa sente che è festa perfino per lei, con le lacrime agli occhi ripensa alle processioni della giovinezza e grida “viva …….(il santo o la Madonna che passa). Non saremo dei buoni devoti però c’è questa parte della religione che ci affascina.

La parte della carità è altresì importante, bisognerebbe soltanto allontanare la politica e la propaganda di tendenza progressista da alcune organizzazioni cattoliche.
Le missioni in patria e nel mondo la Chiesa le ha sempre avute, anche in tempi lontani in cui era un’istituzione potentissima e minacciava punizioni esemplari divine: essa non era misericordiosa ed umile come oggi. A proposito di missioni, anche noi vogliamo ricordare il missionario Alfredo Fiorini, fratello di Fabio che è vissuto un po’ d’anni in mezzo a noi, avendo letto sui giornali delle celebrazioni del 20esimo anniversario del martirio, avvenuto in Mozambico e a cui è intitolata una struttura sanitaria di Terracina, suo paese d’origine.

Quanto fatto non deve essere disperso, sia nelle cose grandi, sia in quelle piccole come Cori, con l’avvicendamento tra preti: per un don Angelo che raddoppia (gli auguriamo un buon lavoro) e per un don Ottaviano che lascia (e ringraziamo), non potendo più raddoppiare perché, vincendo, ha raggiunto il massimo consentito. 


P.S.: ah dimenticavo, un affettuoso saluto  alle suore francescane che hanno lasciato Cori.