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mercoledì 30 ottobre 2013

201) INCHIESTA FOTOGRAFICA

I CASSONETTI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DELLE ATTIVITÀ COMMERCIALI DETURPANO L’AMBIENTE E IL DECORO URBANO NELLE DUE PIÙ IMPORTANTI PIAZZE DI CORI.


Non so se sarà utile parlare dei problemi legati alla raccolta differenziata, visto che sono anni che se ne è parlato e riparlato senza cavare un ragno dal buco. A parte il discorso di chi si rifiuta di separare i materiali e di attendere che i propri rifiuti vengano ritirati nei giorni predestinati e butta l’immondizia nella strade di periferie, nelle campagne e nei fossi; a parte il fatto che i cani e i gatti randagi nottetempo sparpaglino l’immondizia per strada.
 

Un nuovo problema è sorto recentemente: i cassonetti dei commercianti (i quali erano stati eliminati per le utenze domestiche) posti in bella vista con il pattume che fuoriesce da essi. Come si può vedere da queste immagini, anche se non ce ne sarebbe bisogno perché lo scorgeranno tutti i cittadini con i propri occhi, non è un bello spettacolo notare cumuli di spazzatura delle attività commerciali nelle due principali piazze di Cori, rispettivamente del Monte e della Valle.
 


Qualche anno fa, ai tempi dei cassonetti generici per tutti, in Piazza Signina furono eliminati o meglio furono tolti alla vista di tutti, così come nelle principali zone del paese dove c'erano monumenti e luoghi di interesse, furono collocati all’interno di aree apposite, recintate da eleganti muri di pietra con sopra vasi di fiori, così da rimanere imboscati per non deturpare l’ambiente. Poi con l’inizio della raccolta porta a porta hanno eliminato tutti i vecchi secchi dell’immondizia dal nostro comune, comprese quelle eleganti recinzioni, ingentilite dalle aiuole.
 


Non ce l’ho con i negozianti, è questo sistema che non va. Non si potrebbe trovare una soluzione? Magari creando delle aree di raccolta, ricostruendo le recinzioni di pietra e dando le chiavi dei bidoni solo ai titolari delle botteghe. Oppure tenendo i rifiuti dentro i negozi, all’interno di qualche stanza o di qualche magazzino, poi i proprietari si mettono d’accordo con gli addetti della nettezza urbana per il ritiro: a tale giorno, a tale ora.
 


Si fa tanto e si spende tanto per rendere il nostro paese più vivibile, più grazioso, più elegante e basta una cosa da nulla per rovinare tutto. Quelli che ci amministrano si ritennero soddisfatti quando eliminarono la "visione terrificante" dei secchioni dalle strade, oggi cosa dicono? 

domenica 27 ottobre 2013

200) INCIDENTI STRADALI

GIOVANISSIMI E NON, SPERICOLATI ALLA GUIDA E TALVOLTA SOTTO L’EFFETTO DI ALCOL E DI DROGHE, PERISCONO, STERMINANDO ANCHE INTERE FAMIGLIE CHE CAMMINANO IN STRADA BEATE E TRANQUILLE.



Drogato causa incidente sul Gra a Roma, muore coppia: arrestato
Il marito era un carabiniere. Lascia due figli piccoli
Alla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, ha tamponato un'auto spingendola sotto a un tir. Nell'impatto è morta una coppia di coniugi. Il maxi-incidente, che in tutto ha coinvolto quattro veicoli, è avvenuto la notte scorsa sul Gra, all'altezza dell'uscita per via Ardeatina, al km.48.200. La tragedia nella notte tra mercoledì e giovedì.
Scontro violentissimo. L'impatto è stato violentissimo tanto che la vettura tamponata si è incastrata sotto il camion, un mezzo di una squadra che stava eseguendo lavori stradali. L'uomo arrestato si chiama Andrea Pietrantoni. Ferito, dopo essere stato ricoverato in ospedale è stato trasferito in carcere.
Le vittime. Il carabiniere deceduto è l'appuntato scelto Gianfranco Cenvinzo, di 37 anni. Era in servizio alla Centrale Operativa del Gruppo di Torre Annunziata (Napoli). La moglie si chiamava Lucia Caldarelli. La coppia lascia due figli di otto e cinque anni.



Torino, scontro frontale con cinque vittime: spazzata via un'intera famiglia
TORINO - Una famiglia di 4 persone ha perso la vita a Piossasco, alle porte di Torino, in un incidente stradale nel quale è morta anche una quinta persona. La famiglia, padre, madre e due figli di 15 e 7 anni, è stata investita in pieno sull'auto su cui viaggiava sulla provinciale 6 da un'altra auto che procedeva in direzione contraria e sulla quale vi era solo il conducente.

Il grave incidente stradale avvenuto all'alba a Piossasco, in provincia di Torino, è stato causato da un giovane di 23 anni di Piossasco che era alla guida di una Fiat Stilo. Lo hanno confermato i carabinieri, che sono sul posto per tutti i rilevamenti. L'auto, che procedeva in direzione Pinerolo, ha invaso la corsia opposta e si è scontrata frontalmente contro una Renault Megane Scenic su cui viaggiava la famiglia, residente a Cumiana. Nello scontro sono morti tutti: il padre di 47 anni, la madre di 43 e i due figli, un ragazzo di 15 anni e una bambina di 7. Morto anche il giovane conducente della Fiat Stilo.
Luca Gallina, 47 anni, l'uomo che con tutti i componenti della sua famiglia ha perso la vita, lavorava alla Croce Verde di Cumiana, in provincia di Torino. La moglie si chiamava Patrizia Mezzanoglio, 43 anni. I figli Kevin, di 15, e Giada, di 7. Il conducente della Fiat Stilo che li ha investiti era Valter Siccardi, 23 anni, agricoltore.



Da questi due episodi di cronaca, tratti dai quotidiani nazionali, si affronta questo tema: la grave piaga degli incidenti stradali, in cui non sempre perdono la vita gli incoscienti, ma anche coloro che viaggiano a velocità moderata e rispettando tutte le regole. Purtroppo sono  moltissimi questi tragici eventi, mesi fa anche dalle nostre parti un uomo correndo alla velocità di 180 km/h, quando il limite consentito era di 70 km/h, e guidando in stato di ebbrezza, ha travolto una vettura, uccidendo due coniugi. Se a questi folli non interessa nulla delle loro vite, pensassero almeno a quelle degli altri e se i patiti di motori volessero provare l’ebbrezza della velocità o un’emozione forte, andassero a sfogarsi in qualche pista automobilistica. Il momento del cazzaccio potrebbe passare a chiunque, ma spesso sono i giovanissimi che tendono a schiacciare l’acceleratore: un po’ perché sono alle prime armi e vogliono provare la potenza dei veicoli da inesperti, un po’ perché sono in una fase di sviluppo fisico e di crescita (ci siamo passati tutti), in cui incidono i loro testosteroni che li portano a cimentarsi in sfide estreme e a non curasi dei pericoli, un po’ per la solita questione dell’alcol e della droga. Quest’ultima questione può valere anche per i meno giovani. I grossi mezzi pesanti costituiscono un’altra minaccia, specie nel’Italia del Sud (soltanto?), dove sono vecchi, fatiscenti, obsoleti e non revisionati: ricordiamo quello che è successo la scorsa estate su un cavalcavia autostradale, quando un autobus sfondando le barriere è precipitato, distruggendo ed estinguendo intere famiglie. I genitori dovrebbero tenere a freno e controllare i loro figli: magari responsabilizzarli sui rischi, limitando loro l’uso dell’auto e concedendo solo veicoli di bassa potenza. Sempre da una parte va a pendere: con una grossa automobile uno avrebbe più possibilità di salvarsi in caso di incidente, con una piccola non si raggiungerebbero velocità tali da sfracellarsi; un ruolo determinante lo giocano i moderni dispositivi di sicurezza (airbag, cinture). Proprio per questo motivo, oltre che per l’introduzione della patente a punti, gli incidenti mortali sono in diminuzione rispetto ai decenni passati, ma ci sono sempre. Chissà forse un domani riusciranno a sviluppare tecnologie che renderanno gli abitacoli indistruttibili, capaci di resistere a violentissimi urti, come quelli della Formula Uno; già, perché quando due autovetture si scontrano, entrambe a velocità elevatissime, le cinture di sicurezza, gli airbag e la grandezza dell’auto diventano superflui. A volte siamo anche noi che non diamo importanza alla nostra incolumità: attacchiamo le cinture e poi ci sediamo sopra, così evitiamo di allacciarcele ed evitiamo il fastidioso suono di quando sono staccate, parliamo coi telefoni portati con la mano all’orecchio, quando disponiamo del sistema bluetooth (vivavoce). Dovrebbero inoltre potenziare lungo le strade e le autostrade i controlli: più forze dell’ordine, più autovelox e telecamere, sanzionando con salatissime multe chi non rispetta le regole e sospendendo le patenti. Nel passato quando i veicoli a motore non c’erano o erano un lusso per pochi altre preoccupazioni incombevano sulle famiglie: i figli mandati a combattere al fronte ad esempio. Oggi che sono divenuti un fenomeno di massa e che non ci sono più guerre, essi divengono le nuove preoccupazioni per tutti noi. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte in giovane età, ieri lo erano, oltre alle guerre, le malattie che oggi sono state superate o che potrebbero arrivare più in là negli anni. Tutti dovrebbero “marcare stretto i propri figli”, non dando loro tregua, anche se non sempre vi si riesce: sia coloro che ne hanno più di uno e soprattutto chi ne ha uno solo.

lunedì 21 ottobre 2013

199) LETTA VA AVANTI, IL PDL SI SPACCA


LA POSSIBILE DECADENZA DA SENATORE DI BERLUSCONI SEMBRA NON INCIDERE SULLA TENUTA DEL GOVERNO LETTA. NEL PDL BASTA COLOMBE, BASTA FALCHI! PARTITO UNITO!


Una componente del “Popolo della Libertà”, nonostante la sinistra di governo (e non) sia intenzionata a far decadere da parlamentare Silvio Berlusconi, pare orientata a proseguire la storica esperienza della larghe intese che sostiene il Governo di Enrico Letta. Il Senatore Berlusconi aveva intenzione di far saltare tutto, visto l’accanimento nei suoi confronti. Dal canto mio sono molto combattuto nel giudicare questa vicenda.

1.       non mi pareva una buona mossa far cadere il governo dopo pochi mesi, sarebbe stato come avventurarsi in un vicolo cieco: il Cavaliere non avrebbe potuto fare campagna elettorale e muoversi, essendo assegnato ai servizi sociali, inoltre la sinistra avrebbe sfruttato questa storia a fini propagandistici (l’Italia  va a rotoli e dopo pochi mesi si torna alle urne per i problemi di uno solo) ed essa dopo le votazioni avrebbe governato o da sola o nuovamente a larghe intese;
2.       allo stesso modo sono indignato con queste cosiddette colombe, che ricalcano la migliore tradizione democristiana da prima repubblica (difatti quasi tutte hanno militato nella Dc o nel Psi), pronte a tradire il partito e il suo fondatore, a cui devono tutto, per interessi di poltrone.

Per evitare la spaccatura del Pdl il suo capo trascinatore è stato costretto a confermare il sostegno al Governo Letta, tra il malumore dei cosiddetti falchi e subèndo forse la più grave sconfitta della sua carriera politica, avvenuta per mano del suo delfino Alfano. Quest’ultimo ha dimenticato i bastoni tra le ruote che mettevano Casini, Follini e Fini che, rivoltandosi contro l’esponente più noto del centrodestra italiano, sono spariti o sono quasi spariti dalla politica. La sinistra già sghignazzava dicendo che nasceva una maggioranza diversa; ma le scissioni non ci sono state per il ripensamento strategico di Berlusconi, il Pdl, almeno per il momento, resta unito. Il governo avrebbe voluto mettere mano sulla legge “Bossi – Fini”, ma i ministri pidiellini si sono decisamente opposti e, oltre a difendere il Cav. dagli assalti giudiziari, non rinunciano alle altre battaglie ad egli care: l’abolizione dell’imu e fermare l’aumento dell’iva. Anche la parte del Pd avversa alle larghe intese ha astutamente dato il suo appoggio, questa volta senza tentennamenti, per far ricadere la colpa dell’eventuale caduta del governo interamente a “colui che è la causa di tutti i guai italiani”. Tutto il “Partito Democratico” attende con ansia votare favorevolmente alla decadenza da senatore di Berlusconi, così da poter alzare al cielo un macabro trofeo, non volendo aspettare la Corte di Giustizia Europea e non volendo approfondire gli aspetti della normativa in materia. In questo caso l’intero partito del “Popolo della Libertà” si ricompatta per difendere il suo capo, ponendo la questione della retroattività della legge Severino, che prevede la non candidatura per i condannati ad una pena di sei anni (Berlusconi ha avuto una condanna a 4 anni). Sia se egli decadrà, sia se non decadrà, ci penserà in futuro la Corte di Cassazione a buttarlo fuori, quando emanerà la sentenza di interdizione dai pubblici uffici. L’assalto giudiziario e mediatico non si fermerà con il Processo Mediaset, altre sentenze, con delle quasi certe condanne, attenderanno l’indiscusso protagonista della politica italiana degli ultimi venti anni: finirà come Craxi?; i suoi figli si guardano bene di buttarsi in politica per evitare di avere il medesimo destino. Una larga fetta dell’opinione pubblica ha compreso questo accanimento e questa persecuzione, per cui quando termineranno le emergenze che hanno fatto nascere l’inedita esperienza del Governo Letta, premieranno Il Pdl, con Berlusconi che darà il sostegno esterno e con un altro candidato alla presidenza. Sarà Alfano? Il suddetto personaggio ha un po’ deluso, sia come segretario politico, sia come ministro: non ha il carisma giusto. Le disgregazioni interne al partito tra colombe e falchi ormai riguardano interamente quella che era Forza Italia, di An non c’è quasi nulla; i pochi esponenti di An rimasti fungono da pacieri e da moderatori tra le due fazioni. Cercare la pacificazione è la soluzione migliore: bisogna ritrovare il magico spirito del 2008, allorquando il Pdl vide la luce.

Spirito del 2008

lunedì 14 ottobre 2013

198) PRECISAZIONI SULL’IMMIGRAZIONE

Da parecchi giorni si assiste ad uno sciacallaggio riguardante i naufragi di coloro che su mezzi improvvisati tentano di traversare il Mar Mediterraneo. La morale di queste chiacchiere è che la colpa di quelle tragedie ricadrebbe su tutti noi e per non avere più la coscienza sporca dovremmo aprire le frontiere indiscriminatamente a tutti, a costo di cancellare l’identità del nostro popolo dalla nostra nazione. Cercherò di smontare quelle teorie ma prima di ogni altra cosa esprimo il mio cordoglio per tutte le vittime degli affogamenti.




  • La legge “Bossi – Fini” e la altre leggi 
La legge sull’immigrazione denominata “Bossi – Fini” e il connesso reato di clandestinità sono stati i primi a finire sul banco degli imputati. Negli anni ’90 quella legge ancora non c’era e mi sembra che gli approdi irregolari, dall’Albania ma anche dal Nord Africa, tramite zattere malridotte e gommoni, ci fossero già allora, con qualche inevitabile episodio tragico. Non è vero che la normativa vigente non prevede il soccorso alle imbarcazioni in difficoltà, mentre il contrasto all’immigrazione illegale era previsto anche nelle precedenti leggi del centrosinistra. Sono mesi che sbarcano a rotta di collo: per quale motivo i nostri governanti non si sono prodigati per bloccarli alla partenza? Vi ricordate quando c’era Maroni al Ministero degli Interni ed era molto attivo nel fermare queste rotte di morte? Con la minaccia della crisi di governo addirittura Berlusconi inviava a Tripoli e a Tunisi per accordarsi sui pattugliamenti delle coste nordafricane, onde evitare che le organizzazioni criminali speculassero sulle pelle delle persone. Ormai questi viaggi per mare fruttano molto di più del traffico di droga.


  • Rifugiati, non rifugiati, illusioni e difficoltà degli autoctoni
Perché gli organismi internazionali (Ue, Onu) solo ora si sdegnano, piangono e fanno i moralisti sul diritto d’asilo per i rifugiati? Cosa hanno fatto prima di oggi? Perché non sono andati in Libia e in altri paesi ad interessarsi di quelle questioni? Non possono pretendere che l’Italia da sola si faccia carico di milioni e milioni di persone richiedenti asilo. Uno stato sull’orlo del baratro finanziario non può affrontare in solitudine un esodo di notevole portata. E dei nostri connazionali finiti in miseria (molti dei quali si uccidono) chi se ne occupa? E dei nostri giovani senza un futuro? Molti di essi sono disposti a buttare nel cestino i pezzi di carta conquistati e a rimboccarsi le maniche, tornando ai mestieri manuali. È vero che qualcuno non ha voglia di fare e di adattarsi ed è altrettanto vero che mai e poi mai si ridurrà a lavorare a livelli da schiavitù; alcuni hanno la fortuna di avere i genitori come fonte di sostentamento, ma presto o tardi quella manna finirà. Per la questione dei rifugiati possiamo farcene carico in piccola parte: basta che l’Onu apra delle agenzie, in cui si possono fare delle domande ed i richiedenti asilo verranno accolti in egual misura nelle nazioni europee ed americane. I ricchissimi paesi arabi del petrolio perché non si offrono volontari per ospitare i loro stessi fratelli musulmani? La guerriglia islamica provoca instabilità in molte nazioni africane ed asiatiche. Penso all’Afghanistan: se non fosse per i talebani, smaniosi di riprendersi il potere e di riportare quel paese al Medio Evo, si getterebbero le basi per migliorare le condizioni di vita. I militari dell’occidente in alcuni stati mantengono l’ordine, portano aiuti e per ringraziamento ricevono delle raffiche di mitra. Le ex colonie hanno voluto l’indipendenza dalle nazioni europee, se fossero rimaste dipendenti ciascun stato d’Europa avrebbe provveduto a migliorare le condizioni di vita (le risorse abbondano); oggi sono i propri governanti ed i propri dittatori ad impedire il progresso: quegli individui spesso si arricchiscono con gli aiuti dell’occidente destinati al loro popolo ed al loro territorio. Non sarebbe il caso di ripristinare delle amministrazioni fiduciarie gestite dall’Europa? Non c’era più prosperità e sicurezza con i vecchi regimi abbattuti nei paesi arabi? Qualcuno di quelle genti inizia a capire: in Egitto pochi sono disposti a seguire i “Fratelli Musulmani”, i quali vorrebbero provocare la guerra civile, dopo che una sollevazione popolare ha determinato l’intervento militare per allontanarli dal potere. Anche nelle nazioni islamiche più laiche la legge del Corano è legge di stato: basti pensare alle notizie che arrivano dal Pakistan, dove si emettono delle sentenze di condanne a morte per blasfemia. Ho seguito un programma in televisione che mostra la vita in alcune zone africane ed asiatiche dove non ci sono conflitti ed in cui qualche abitante del posto si lamenta che vogliono andare tutti in Europa, quando lì ci sarebbe molto da fare: coloro che vogliono andarsene hanno dei titoli di studio elevati e la convinzione, illusi anche dai nuovi negrieri, che troveranno l’eldorado; quando invece molti di loro si ritroveranno sfruttati dalla mattina alla sera per pochi euro, saranno ammassati in abitazioni fatiscenti ed in pessime condizioni igieniche o ancora dovranno ingrossare le fila della delinquenza per sopravvivere. Prima di arrivare penso che non morissero di fame se disponevano di molto denaro per pagarsi queste lunghissime traversate ed erano consapevoli dei rischi che si correvano a sovraccaricare dei decrepiti barconi, stando alla deriva per giorni e per notti. Il messaggio che arriva loro è quello che il nostro paese è terra del bengodi e non terra franca, disciplinata e del rispetto delle leggi.


  • Confronto tra emigrazione italiana ed immigrazione odierna 
Dagli ambienti radical chic spesso si incita all’immigrazione universale senza regole, ricordando che anche noi siamo stati un popolo di emigranti. Le Americhe sono degli sterminati continenti che furono strappati attraverso veri e propri genocidi ai popoli locali (pellirossa, aztechi, inca, indios), che erano da riempire, da popolare, da formare ed affamati di manodopera: i governi di quel continente incitavano gli europei a varcare l’oceano in modo regolare a milioni. Una volta giunti nel nuovo mondo gli emigranti, provvisti di regolari documenti, venivano censiti, registrati e visitati. Gli stati europei sono piccoli, hanno le loro culture e le loro identità, costruite attraverso millenni di storia: le vestigia lasciate ne sono la testimonianza, e devono porre dei limiti all’immigrazione, tenendo conto dei fattori sociali, culturali e dai periodi economici favorevoli o sfavorevoli. Francia e Gran Bretagna, che praticamente possedevano quasi tutta l’Africa e quasi tutta l’Asia, hanno inaugurato l’immigrazione in Europa, agevolando gli abitanti delle ex colonie che volevano stabilirvisi. Perché oggi non riscoprire l’emigrare nel continente americano, la cui superficie rapportata al numero degli abitanti produce ancora una bassa densità di popolazione e quasi tutta formata da discendenti di emigranti?



  • I valori tradizionali patriottici e religiosi


Mi son recato al cimitero con una persona, la quale ha visitato tutti i suoi parenti defunti, compreso un suo bisnonno: classe 1899 e sul marmo era riportata l’onorificenza “Cavaliere di Vittorio Veneto”. Quel titolo fu istituito per tutti i reduci della guerra 1915 – 1918, ovvero la “Prima Guerra Mondiale” o “Grande Guerra”, l’ultimo conflitto per conseguire un’Italia unita dalle Alpi alla Sicilia, in cui "i ragazzi" del ’99 furono reclutati dopo la disfatta di Caporetto e furono decisivi ai fini della vittoria finale. Dalle ultramillenarie rocce ciclopiche, svetta l’Angelo in memoria di tutti i caduti di Cori per la patria, con il tricolore italiano che sventola. Tante persone sono morte per farci vivere in un’Italia, libera, indipendente, legata alle sue trazioni storico – culturali, non bisogna dimenticarlo. Non bisogna dimenticare altresì tutti coloro che sono caduti perché l’Europa rimanesse cristiana: a Poitiers, a Lepanto, a Vienna. Io onoro e glorifico moltissimo tutti questi caduti. Oggi noi abbiamo superato la religiosità e i suoi conflitti, ma dalla parte islamica no: alcune frange più estremiste sognano di conquistare ed islamizzare l’occidente. Per cui bisogna fare attenzione, vista anche la nostra posizione geografica, altrimenti il sacrificio di tutti i caduti, affinché noi vivessimo in una nazione indipendente, più giusta, più libera e con i nostri valori tradizionali sarà stato vano. Per carità, noi ospitiamo, aiutiamo, soccorriamo; ma non possiamo permetterci di prendere tutto il mondo a casa nostra.