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lunedì 28 luglio 2014

236) CENTO ANNI FA LA GRANDE GUERRA

IL 28 LUGLIO 1914 CON L’ATTACCO AUSTRO – UNGARICO ALLA SERBIA INIZIAVA LA PRIMA GUERRA MONDIALE O LA GRANDE GUERRA.



Con la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro – Ungarico alla piccola Serbia il 28 luglio 1914 iniziava quella che fu chiamata La Grande Guerra, successivamente dopo la “Seconda Guerra Mondiale” verrà chiamata “Prima Guerra Mondiale”. La guerra fu la logica conseguenza dell’uccisione dell’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando, avvenuta a Sarajevo un mese prima, da parte di uno studente nazionalista serbo.  Il conflitto in questione si distinse da tutti gli altri precedenti europei perché non coinvolse solo l’Europa, ma anche molte nazioni extraeuropee. Nuove armi furono impiegate per la prima volta: aerei, carri armati, sottomarini, armi chimiche e batteriologiche. L’avvio delle operazioni belliche chiuse il ciclo della cosiddetta “Bella epoque”: La calma apparente in Europa tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 non smorzò completamente le tensioni tra le principali potenze europee, smaniose di dominare sulle rivali e quindi sul mondo intero; inoltre i movimenti nazionalisti ed irredentistici, specie in Italia e nei Balcani, erano molto attivi. A difesa della Serbia intervenne immediatamente la Russia zarista, provocando la reazione tedesca in soccorso austriaco. Francia e Gran Bretagna, legate alla Russia da un’alleanza, dichiararono a loro volta guerra agli imperi centrali (tedesco, austro – ungarico e ottomano).




L’Italia, legata alla “Triplice Alleanza” con Austria e Germania, in un primo momento preferì restare fuori dal conflitto, l’opinione pubblica era divisa tra interventisti e neutralisti e grande era il corteggiamento da parte delle due fazioni belligeranti. Il Regno Italico alla fine preferì intervenire a fianco della “Triplice Intesa” (Francia, Gran Bretagna e Russia): vuoi per completare il processo dell’unificazione nazionale e vuoi per le maggiori acquisizioni territoriali promesse in caso di vittoria. La guerra fu molto lenta, durò più di quattro anni, smentendo le ottimistiche previsioni di avanzamenti rapidi: gli eserciti rimasero inchiodati nel fango delle trincee. Nel 1917, dopo che, sia da una parte e sia dall’altra, ci furono dei momenti di gloria a seguito di battaglie vittoriose, due eventi importanti diedero una svolta alla guerra: la “rivoluzione d’ottobre” russa, la quale segnò l’uscita di quello stato dal conflitto, e l’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America. Gli americani entrarono a causa dell’affondamento della loro navi civili da parte dei sottomarini tedeschi. Gli Imperi Centrali si arresero uno alla volta tra l’ottobre ed il novembre 1918, logorati dalle crisi economiche e dalle rivolte interne. Il malcontento per le non buone condizioni economiche del dopoguerra crearono instabilità e sommosse in tutto il continente, favorite anche dall’eco della Rivoluzione Russa, la quale non ci sarebbe mai stata senza la guerra. In questo clima molti regimi autoritari si imposero per evitare che il bolscevismo dilagasse ovunque; la Francia e la Gran Bretagna rimasero le uniche due grandi democrazie plutocratiche del vecchio continente.
  

Le conferenze e i trattati di pace di Saint Germain e di Versailles sancirono la nuova cartina geografica d’Europa: dalle ceneri degli imperi Austro – Ungarico, Russo, Ottomano e Tedesco, nacquero dei nuovi stati, principalmente nell’Europa orientale e nel Medio Oriente (Jugoslavia, Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Siria, Iraq, Palestina). Le umilianti condizioni di pace imposte alla Germania, unitamente alla mancata assegnazione all’Italia di tutti i territori promessi al momento dell’ingresso nella guerra, causarono un desiderio di rivincita e vendetta che porteranno alla Seconda Guerra Mondiale. I caduti furono all'incirca tra i 15 ed i 17 milioni, tra militari e civili, così ripartiti: Italia 654.000, Francia 1.300.000, Austria Ungheria 1.200.000, Gran Bretagna 682.000, Germania 2.040.000, Russia 2.000.000, Serbia 100.000; negli anni seguenti si aggiunsero altri morti a causa delle ferite riportate e a causa della "febbre spagnola". Un altro fatto degno di nota in quel primo dopoguerra fu la creazione della “Società delle Nazioni”, un prototipo dell’odierno Onu. Dopo la “Grande Guerra” il ruolo egemone europeo sul mondo iniziava a scricchiolare, a vantaggio degli Usa e successivamente anche a favore dell’Unione Sovietica.

lunedì 21 luglio 2014

235) CLAMOROSA ASSOLUZIONE PER BERLUSCONI

QUANDO TUTTI SI ASPETTAVANO L’ENNESIMA CONDANNA PER SILVIO BERLUSCONI, ECCO ARRIVARE INASPETTATA L’ASSOLUZIONE SUL PROCESSO RUBY. TUTTO BENE QUEL CHE FINISCE BENE, ORA PERÒ SARÀ IL TEMPO DEL RINNOVAMENTO NELLA DESTRA ITALIANA.



La notizia clamorosa ha fatto il giro del mondo: Silvio Berlusconi è stato assolto dall’accusa di favoreggiamento alla prostituzione minorile. L’evento è clamoroso nel senso che l’ex cavaliere, in questo come in altri processi, sembrava non avere scampo per un accanimento mai visto e una persecuzione inaudita, non per il fatto che un colpevole l’abbia fatto franca. I fattori che hanno giovato nell’assoluzione sono: la non conoscenza dell’età di Ruby da parte di Berlusconi e la non dimostrabilità del rapporto carnale consumato. Un anno fa dissi che era una cosa inaudita condannarlo, smentendo così le testimonianze depositato dei coinvolti in questa vicenda, compreso un questore di polizia, che ha decisamente smentito le tesi dell’accusa su quella famosa telefonata in questura, mettendo al tappeto Ilda Bocassini. Alla giustizia italiana piace perdere tempo (e denaro) con queste stupidaggini (solo se riguardano dei personaggi scomodi politicamente però), mentre per attendere una sentenza per delle cose serie si devono aspettare anni ed anni. L’imponente campagna di fango denigratoria portata avanti dai giornali di sinistra sulla questione Ruby contribuì non poco alla caduta del Governo Berlusconi nell’autunno 2011: fu uno dei motivi per cui l’Europa non voleva più avere a che fare col capo del centrodestra italiano; un altro era quello che egli non intendeva più piegarsi allo politica tedesca. In quel tempo il moralismo acido ed ipocrita imperversava da parte di coloro che oggi non si danno pace per l’esito del processo. Molto probabilmente non finirà qui (in questo come in altri processi farsa) e ricorreranno in Cassazione: se non escono degli elementi nuovi per quale motivo? Per sperperare ulteriormente del denaro pubblico? È stato il nuovo corso nel Pd di Renzi di collaborazione con Forza Italia per le riforme istituzionali, ben visto dalla Presidenza della Repubblica, che ha dato questa svolta clamorosa nel giudizio della Corte d’Appello? Oppure è stata la bravura degli grandi avvocati di fama internazionale a ribaltare la sentenza del Primo Grado di giudizio? Secondo me un po’ tutte e due le cose hanno influito; neanche gli avvocati si aspettavano questo risultato: essi puntavano ad una riduzione della pena.

Chiusa questa questione (almeno si spera) in positivo per Silvio Berlusconi, ora bisognerà ricostruire una destra o un centrodestra: indicando precisamente dei programmi specifici e cercando un nuovo candidato alla Presidenza al Consiglio; Berslusconi con la sua esperienza potrà dare manforte dall’esterno. Inoltre occorrerà definire le alleanze: o con la destra (Lega Nord) compresa o col centro di Alfano; io opterei per la prima ipotesi. In Forza Italia (presentatasi alle ultime elezioni come Pdl) nell’ultimo anno è emerso del contradditorio: prima ha ritirato l’appoggio al Governo Letta, perdendo così gli scissionisti del “Nuovo Centrodestra”, poi con l’avvento di Renzi è tornata a collaborare dall’esterno col governo. Allora che senso ha avuto l’uscita dal governo di grande coalizione di emergenza? Se continuerà su quella strada e non elaborerà un’alternativa di governo valida con tutte le altre forze di opposizione, il Partito Democratico continuerà ad erodergli i consensi, perché nelle masse ci sarà la sensazione che Renzi e Berlusconi sono una cosa sola. Finora i risultati del governo in carica sono disastrosi: non è con 80 €, per attirare elettoralmente pensionati e statali e lasciando scoperti degli altri servizi che ricadranno sulle tasche dei cittadini, che si risolvono le gravi questioni che attanagliano la nazione, come la disoccupazione crescente e le tasse che mangiano sempre di più la gente.

domenica 13 luglio 2014

234) INCHIESTA FOTOGRAFICA 2

  • VIA CASALOTTO DOPO I LAVORI E I SOLITI PARCHEGGI SELVAGGI
 



Sono terminati i lavori previsti per l’allargamento di alcuni tratti di Via del Casalotto e la realizzazione dei percorsi pedonali sulla medesima strada. È un lavoro ben fatto. Però è triste dover constatare che, anziché allargare la strada e realizzare i marciapiedi per far circolare più comodamente i veicoli e i pedoni, quegli sforzi economici sono serviti per far si che venissero a formarsi i soliti parcheggi selvaggi ed improvvisati. Allora è stato tutto inutile. Se nell’incrocio Via Casalotto/Via del Soccorso i marciapiedi li avessero fatti alti le autovetture non avrebbero potuto salirci sopra. Bisognerebbe mettere dei cartelli di divieto di sosta nelle zone raffigurate, così da costringere tutti a cercare dei veri parcheggi o a riporre le automobili nelle autorimesse private.



  • L’IMBRATTAMENTO DA AFFISIONE IRREGOLARE



I piccoli manifesti pubblicitari, politici, sportivi o d’altro argomento vengono affissi in spazi destinati a tutt’altre cose: telefoni pubblici, pannelli turistici, cabine elettriche e pensiline per attendere gli autobus. È un vero e proprio deturpamento del suolo pubblico. I manifestini formato A4 o poco più grandi vanno appesi nelle bacheche dei caffè e delle altre attività commerciali. Potrebbero anche essere messi nelle strade dei piccoli pannelli per i miniavvisi, così come è stato fatto per le informazioni funebri in modo da non dar fastidio ai grandi manifesti.