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domenica 31 agosto 2014

238) VACANZA IN SPAGNA

LA SPAGNA PER ALCUNI VERSI È UNA NAZIONE PIÙ TRANQUILLA ED ORDINATA DELLA NOSTRA.


Dopo trent’anni sono tornato in Spagna per la seconda volta. Del primo viaggio, in cui partecipai con la parrocchia di Cori Monte nell’agosto 1984, che comprendeva, oltre a Lourdes e Fatima, le principali città spagnole, non ricordo granché. Ma il mondo è molto cambiato da allora. Quest’anno ho avuto la possibilità di tornare nel paese iberico perché sono stato invitato da un sacerdote del Venezuela che conobbi a Cori e che nel corso degli anni ha mantenuto i contatti con me tramite posta. Questo mio amico si trova a Toledo (che è sede dell’arcivescovo primate di Spagna), che dista da Madrid oltre 60 km, la città in cui sta trascorrendo un anno sabatico.

Ho deciso di partire, munendomi di navigatore satellitare e atlante stradale, imbarcandomi con l’automobile su un traghetto Civitavecchia – Barcellona: dopo una traversata lunga 20 ore, mi attendevano circa 700 km di auto per giungere a Toledo dalla città catalana. Tante domande mi ponevo mentre mi accingevo ad affrontare questo viaggio, il primo della mia vita in cui avevo un ruolo guida e tutto dipendeva da me e che avrei affrontato per alcuni tratti da solo in un paese straniero: ce la farò ad essere all’altezza? Reggerò ore ed ore alla guida di un’autovettura? Erano anche tredici anni che non uscivo dall’Italia; è stata altresì per me la prima volta in cui ho cambiato nazione senza affrontare quello che era il consueto cambio valuta. Arrivato a destinazione sono stato ospitato nella casa dove abita il mio amico, in pieno centro storico della città dichiarata patrimonio mondiale dall’Unesco. Egli ha trovato il tempo da farmi da cicerone nel visitare Toledo e Madrid, allo stesso modo mi ha concesso piena libertà nel fare e nel muovermi come preferivo e nel non farmi influenzare dai suoi impegni e dalle sue restrizioni; così ho fatto quando non poteva accompagnarmi nei giri turistici. Io gli ho portato i prodotti tipici coresi: dolci, olio e vino soprattutto; quest’ultimo è stato tanto apprezzato che lui e qualche altro suo amico se ne sono scolata quasi un’intera damigiana, apprezzando in positivo la sostanziale differenza col vino spagnolo e la tipica sangria. La Spagna è un paese ritardatario: si pranza alle 14:30 e si cena alle 21:30; le analisi del sangue negli ospedali le fanno anche alle 11:00. Ho accompagnato il mio amico in un grande ospedale di Madrid per delle analisi e mi sono reso conto che la sanità pubblica è tutta un’altra cosa rispetto a noi: c’è più ordine e più pulizia. Egli stava per rinunciare ad attendere i referti delle analisi per non farmi perdere tempo; io l’ho invitato a rimanere e la mia insistenza si è rivelata fondamentale. Oltre che sul turismo ho fatto molte domande sulla vita spagnola toccando i temi che di solito affronto qui: povertà in aumento, matrimoni omosessuali, immigrazione, Chiesa, ecc. Mi è stato riferito che la Chiesa, a differenza dell’Italia, in Spagna non ha voce e non gode di tutti i privilegi italiani, c’è anche molto anticlericalismo e i sacerdoti provenienti dall’America - Latina salvano il paese dalla loro diminuzione. Durante la guerra civile moltissimi religiosi vennero trucidati, poi con l’avvento di Franco arrivò la pacificazione.

In un parco mi ha fatto vedere una coppia gay in atteggiamento intimo, invitandomi a non dire niente o mi avrebbero fatto passare i guai con le denunce; io gli ho risposto che erano liberi di fare tutto quello che volevano, l’importante era che non avessero rotto le scatole a me. Molte coppie sodomite che adottano i bambini li portano in chiesa a battezzarli e i preti li battezzano tranquillamente senza dire nulla. Andrea in Spagna, come in altre nazioni, è un nome femminile, l’equivalente maschile è Andrès ed era il nome con cui venivo chiamato certe volte dinanzi ad altri spagnoli, onde evitare che si facessero erroneamente l’idea che anch’io avessi quelle tendenze, non sapendo che in Italia Andrea è sempre stato un nome per uomini. Anche la mamma del mio amico sacerdote mi ha preso per femmina quando per telefono suo figlio le ha detto che doveva arrivare da lui Andrea dall’Italia.

L’immigrazione in Spagna è più controllata ed è gestita meglio: la criminalità straniera è molto minore rispetto all’Italia, di venditori ambulanti abusivi se ne vedono pochini in giro e molto raramente si notano interi quartieri o intere strade nelle città ghettizzate da africani o da mediorientali. Gli immigrati latinoamericani sono moltissimi e si integrano bene nel tessuto sociale spagnolo per lingua, per cultura e per religione; ora però molti se ne stanno andando a causa della grave crisi che attraversa la Spagna; la si nota anche dei tanti mendicanti spagnoli presenti a Madrid. Per lui c’è più rispetto in Spagna che in Italia: mi ha raccontato che una volta a Torino, a causa della sua carnagione olivastra, la polizia gli aveva chiesto i documenti, scambiandolo per un marocchino spacciatore, quando gli agenti si sono resi conto che era un prete venezuelano si sono scusati; ha concluso che se fosse stato oggetto in Spagna di un simile episodio avrebbe potuto anche denunciare le forze dell’ordine per discriminazione. Penso che se le forze di polizia chiedono i documenti hanno l’autorità per farlo e le loro buone ragioni; anche a me potrebbero chiederli e io sarò costretto ad obbedire senza fiatare.


Da noi ormai gli anglicismi imperversano e ormai nessuno pensa a tradurli più; al contrario in Spagna trovano dei nomi spagnoli corrispondenti per ogni parola inglese di uso comune: ad esempio la Champions League è la Liga de Campeones. Le metropolitane di Madrid hanno ben dodici linee: ho domandato come mai non fossero presenti i cartelli “attenzione ai borseggiatori”, mi hanno guardato male come per dire “ma che bestemmia stai dicendo?” I ritardi dei treni e degli autobus sono rari.

Secondo me la parte negativa della Spagna è dal punto di vista ambientale: quando si attraversano al suo interno le autostrade intorno c’è soltanto della terra arida, non si intravede una coltivazione o un paese per molti chilometri, è per quello che hanno le terre a disposizione per due tipi di autostrade, gratuite (autovia) e a pagamento (autopista). Queste ultime sono salatissime e la gente che è ignara rimane fregata, rendendosi conto del perché erano così vuote. Al contrario nelle autostrade (e nelle ferrovie) italiane si notano bei paesaggi: campi coltivati, paesi arroccati su delle alte cime, spettacolari viadotti, lunghe gallerie e il prezzo del pedaggio è accettabile.

Al ritorno non ho preso il traghetto, ho fatto tutto il percorso in auto con a fianco il mio amico che ho accompagnato sino in Piemonte, dove trascorrerà una vacanza presso dei suoi cari conoscenti. Sono stato felice di effettuare questo tragitto, anche se è stato più costoso: in questo modo la mia vacanza è stata più movimentata ed emozionante. Abbiamo allungato il percorso perché ho chiesto di deviare per Lourdes, che avevo desiderio di rivedere dopo un trentennio esatto. Nel paese francese dei Pirenei ho assistito ad un rosario notturno e l’indomani di buon mattino anche ad una messa celebrata da un vescovo italiano (la zona della cattedrale sembra una colonia italiana), mentre il mio compagno di viaggio ha concelebrato un’altra messa. Siamo ripartiti in direzione della Costa Azzurra, dopo un estenuante percorso di dodici ore siamo arrivati a vicino Nizza, ci siamo fermati in un posto dove il mio amico ha trascorso la convalescenza a seguito di un’operazione, perché desiderava salutare delle sue conoscenze. Il giorno dopo nel primo pomeriggio siamo arrivati nella meta finale del mio amico: un piccolo borgo agricolo piemontese dove egli era atteso da una famiglia molto gentile di trapiantati in Piemonte da altre regioni, successivamente ripartirà per la Spagna con l’aereo. Anch’io sono stato ospitato per un paio di giorni e ne ho approfittato per recarmi a Torino. Infine è arrivato il momento dei congedi e dei saluti finali al momento della ripartenza alla volta di Cori. Ho ringraziato tutti, che a loro volta mi hanno chiesto di avvertirli quando sarei arrivato a casa. Sono sceso attraverso il versante tirrenico, evitando così di percorrere l’Autostrada del Sole. L’autostrada tirrenica, che dovrebbe essere congiunta alla Roma – Latina, è ancora in alto mare (c’è una superstrada come la Pontina), ma qualcosa si sta muovendo tra Civitavecchia e Tarquinia.

Durante i lunghi viaggi in auto bisogna tenere alta la guardia, rimanendo concentrati, così avviene nei tratti molto trafficati, mentre nei percorsi con pochi autoveicoli c’è il rischio del colpo di sonno, che è sempre in agguato. Per vincere ciò bisogna ingerire molti caffè e delle bevande energetiche, è altresì importante un buon riposo prima di mettersi alla guida. Ho sentito dei sensi di angoscia e di tristezza ripensando a qualche raro errore o distrazione fortunatamente senza conseguenze. Ma arrivato alla mia meta finale, con soddisfazione potevo dire di avercela fatta ad affrontare con le mie forze un viaggio così lungo con l’auto, superando brillantemente il “battesimo del fuoco”. Quando si parte non si vede l'ora di tornare, quando si torna si prova nostalgia e si vorrebbe partire nuovamente. Tempo e soldi permettendo.

sabato 9 agosto 2014

237) IL NOSTRO MONDO AL ROVESCIO

MENTRE L’INTEGRALISMO ISLAMICO SI FA SEMPRE PIÙ AGGRESSIVO, L’OCCIDENTE “CRISTIANO” PERDE LA TESTA, O MEGLIO I SUOI VALORI RELIGIOSI, PATRIOTTICI, FAMILIARI, TRADIZIONALI,  DISTORCENDO LA REALTÀ ED IDEANDO DELLE ASSURDE ALTERNATIVE, IN NOME DI UNA UTOPICA VISIONE MULTICULTURALE, DA OFFRIRE IN DONO AL “DIO CONSUMISMO”.


Negli ultimi tempi il mondo sembra impazzito: da una parte il radicalismo islamico avanza brutalmente, dall’altra parte l’occidente che perde quei valori che per millenni ne hanno costituito le fondamenta. E cosa succede se ad una costruzione vengono a mancare le fondamenta? Crolla tutto. È tanto tempo che io mi batto perché ciò non avvenga: questo sito è inzuppato di patriottismo, valori legati al cattolicesimo tradizionale, usanze di paese e bandisco nel modo più assoluto qualsiasi distorsione di quello che dovrebbe essere la normale realtà. Coloro i quali sono “alla moda”, al “passo coi tempi”, “moderni”, potranno giudicarmi anacronistico, arcaico, antiquato ed a volte anche con dei termini più offensivi. Non fa nulla, occorre continuare nella consapevolezza di essere nel giusto e di non volere il male di nessuno.

Gli integralisti islamici, che grazie al lassismo del Presidente Usa Obama hanno preso il potere in una parte dell’Iraq e in una parte della Siria, creando un califfato, scacciando e perseguitando le minoranze cristiane, minacciano di voler occupare Roma: capitale del cristianesimo, della nostra nazione e sede di un antico e colossale impero. I romani si faranno due risate udendo queste minacce di chissà quale popolo sottosviluppato e sorrideranno ancora di più sentendo parlare di religione: mica sono argomenti seri, per cui vale la pena di scaldarsi, come per gli ultimi acquisti della Roma e della Lazio.

Tanti anni fa, allorquando si era concentrati sulla disputa comunismo contro mondo libero ed il risveglio islamico non era proprio considerato, non si diede molta importanza ad un discorso pronunciato davanti all’Onu dal Presidente Algerino, in cui si dichiarava che un giorno milioni e milioni di individui si sarebbero spostati dal sud al nord del mondo, tale esodo non sarebbe avvenuto in modo pacifico, e il ventre delle loro donne avrebbe portato alla vittoria.

Un individualismo sempre più crescente in occidente ha portato ad un crollo vertiginoso della natalità, inzuppato da dei disegni illusori ed utopici di multiculturalismo nei principi retorici del buonismo e dell’accoglienza. L’Unione Europea, che è un’organizzazione priva di valori ed idee, ne è il classico esempio: l’importante è allargare il più possibile il mercato ed i consumi. È storicamente provato che la convivenza di culture, etnie e religioni diverse, che si ghettizzano, porta allo scoppio di conflitti interni; l’unica eccezione è rappresentata dal continente americano, ma non tanto, visto che la multi etnicità che lo caratterizza è fondata sullo sterminio dei popoli nativi. Conoscere sì gli usi ed i costumi di tutti i popoli del mondo, ma occorre conservare gelosamente i propri e non rinnegarli. Chi ha stabilito che bisogna cancellare le identità, le culture di interi popoli e bisogna rimuovere le proprie tradizioni per non urtare la sensibilità di coloro che vengono ospitati ed hanno usanze diverse? Questo non è un razzismo al contrario? Come il non occuparsi dei problemi dei nostri connazionali, particolarmente degli anziani, sacrificati in nome del terzomondismo. Il pensiero comune va in tal senso: prima il marxismo e poi soprattutto la società del benessere e dei consumi ha stravolto i nostri valori religiosi, nazionali e il concetto di famiglia normale.

Per la logica conseguenza di credere in tutto quello che si vede, si può dimostrare e si può realizzare per vivere più comodamente la gente si allontana sempre più dalla religione e le tradizioni vanno perdute: molti non si sposano più in chiesa, qualche nascituro non viene battezzato, però in occasione delle festività religiose, mutate in ricorrenze consumistiche e di abbuffate alimentari, quasi tutti si scambiano gli auguri.

La divisa si veste per i soldi, non per amor di patria e non per sentirsi ancora più fieri di essere italiani. Ai tempi del servizio di leva obbligatorio molti cercavano dei sotterfugi per non svolgerlo e svaniva nel popolo il senso del sacro dovere di servire la patria. L’inno nazionale viene fischiettato a mo’ di parodia, come una presa in giro, quando gioca la nazionale di calcio e per le masse non ha più il significato sacro e solenne del sangue sacrificato per rendere unita e indipendente la patria nazionale e di riscatto dopo secoli di sottomissioni.

Il concetto di famiglia viene stravolto quando le unioni al di fuori del matrimonio si vorrebbero equiparare allo stesso; avviene la stessa cosa per il concetto di procreazione (e quindi di sopravvivenza dell'umanità) quando si vorrebbe distorcere la normalità: la dottrina moderna della nostra società vorrebbe mettere sullo stesso piano l’eterosessualità e l’omosessualità, con possibilità di scegliere il proprio orientamento ed anche cambiarlo successivamente. Va anche di moda dire “parità di genere”, come se esistessero delle leggi che favoriscono un sesso a discapito di un altro.

Va bene che viviamo in una nazione libera, in cui uno, basta che non fa nulla contro la legge, può fare quello che vuole, però la perdita totale di quegli ideali nella nostra società potrebbe facilitare la caduta della millenaria nostra civiltà. In passato quando i valori erano impressi nelle vene della collettività mai sarebbe accaduto che la nostra cultura venisse assoggettata da altre. È un utopia volere questo mondo anche perché alcune culture e religioni del mondo, che si vorrebbero importare sempre più, non accetteranno mai queste “moderne concezioni” dell’occidente: ad esempio uguaglianza tra sessi, diritti omosessuali, libertà religiosa e di alimentazione.

La soluzione migliore sarebbe quella di far avere all’occidente un ruolo guida per il benessere mondiale: tutte le nazioni occidentali prendono in affidamento le altre nazioni del mondo, allontanando i governanti corrotti ed i fanatici religiosi, prodigandosi allo sviluppo. Accoglienza dei profughi si, ma in modo limitato e regolare. Se proseguiranno sulla strada dell’immigrazione selvaggia ed incontrollata sarà una vera manna dal cielo per le mafie, per le organizzazioni criminali, per i fondamentalisti islamici; noi ci troveremo in un mare di guai e tra ampi strati della popolazioni si diffonderà in modo sempre più consistente il razzismo e la xenofobia. Ma alla maggioranza del popolino basterà qualche altro regalo elettorale per restare buono ed assistere impassibile ai “sinistri” disegni.