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domenica 27 dicembre 2015

296) PARENTI SERPENTI

PARENTI SERPENTI È UNA PELLICOLA DRAMMATICA DEL 1992, DIRETTA DA MARIO MONICELLI, AMBIENTATA DURANTE LE FESTIVITÀ NATALIZIE A SULMONA (ABRUZZO).



In occasione delle festività natalizie pubblico un lungometraggio completo, che è disponibile nell’infinito universo delle reti informatiche (fin quando non reclameranno e lo rimuoveranno) e che vedo tutti gli anni in questo periodo, precisamente: “Parenti Serpenti”, diretto da Mario Monicelli nel 1992 e ambientato a Sulmona, rinomata località abruzzese, famosa per la produzione dei confetti. 

In una vigilia di Natale l’anziana coppia, composta da Saverio (appuntato dei carabinieri in congedo) e da Trieste (casalinga) attendono l’arrivo dei loro quattro figli, accompagnati dai loro coniugi, e dei due loro nipoti (uno dei quali è Mauro, la voce narrante della storia), i quali passeranno con i vecchi le feste di Natale. Tutto sembra trascorrere nel calore della serenità familiare, nonostante si intraveda una certa tensione tra alcuni, mascherata al meglio con l’ipocrisia, finché durante il pranzo di Natale, Trieste comunica alla famiglia che lei e il marito, data l’età avanzata di entrambi, intendono trasferirsi da uno dei loro figli e, a chi si prenderà cura di loro, come compenso daranno metà pensione e intesteranno la loro casa. I loro figli, di nascosto dai genitori e dai bambini, iniziano a litigare violentemente perché nessuno vuole i due vecchi, ma il malloppo è desiderato da tutti. Così si scopre che quell’armonia, regnante nella prima parte del film, era tutta una finzione e escono fuori i segreti di alcuni, tirati fuori dai loro stessi cari per ferirsi meglio o come attenuante per non prendersi cura dei loro genitori: come l’omosessualità di un figlio degli anziani coniugi o la relazione segreta, con tanto di fotografia pubblicata in una pornorivista, tra il marito e la moglie, di una sorella e di un fratello. Quando ormai esausti non litigano più e non riescono a trovare una soluzione, il bambino Mauro gira i canali in televisione, fino a che non mette il notiziario che parla dei morti nelle abitazioni a causa delle fughe di gas: cala il silenzio e i familiari si guardano l’uno con l’altro, facendo intuire ad un piano diabolico - criminoso per sbarazzarsi dei vecchi. Il giorno 31 dicembre viene regalata dai figli una stufa di gas difettosa agli anziani coniugi, ignari di tutto. La notte di capodanno mentre i figli festeggiano in un veglione fuori casa, i loro genitori saltano in aria, per mano del sangue del loro sangue. La storia si chiude con Mauro che torna a scuola e in classe legge il tema sulle vacanze, in cui scrive anche della morte dei nonni: chiedendosi perché i suoi genitori e i suoi zii hanno dichiarato alle autorità e alla stampa che la stufa era esplosa poiché era molto vecchia, quando lui ha visto (con uno sguardo sospettoso) che l’ha portavano loro la mattina prima dell’esplosione. Forse aveva capito tutto e non l’ha voluto ammettere? Probabilmente si, anche perché durante la festa di capodanno è stato l’unico della famiglia che è rimasto seduto al tavolo del ristorante e non si è buttato nella mischia per festeggiare.

Il contenuto della bella pellicola, ma allo stesso tempo drammatica ed angosciante, non è tramontato: ancora oggi sono all’ordine del giorno le liti familiari per la “roba” e gli anziani che diventano un peso. Personalmente a me piace molto la prima parte: l'atmosfera della vigilia di Natale, le tradizioni paesane, il cenone in famiglia, il clima invernale tipico di quel periodo. Buona visione a quanti si imbatteranno in questo sito ed avranno il tempo e la pazienza di visionare il filmato per la prima volta o di rivederlo di nuovo, dopo aver letto la recensione. 


domenica 20 dicembre 2015

295) PREVISIONI FUTURE, SPERIAMO FASULLE

«Nel 2043 Roma capitale del Califfato Isis», la profezia della veggente dei Balcani

di Ida Artiaco



«Nel 2016 si inasprirà la guerra dell’Occidente contro il mondo islamico cominciata con la primavera araba. La fine si avrà soltanto nel 2043, quando verrà istituito un nuovo califfato che avrà Roma come suo epicentro». A parlare non è Nostradamus, ma una anziana donna non vedente di origine bulgara, dal nome Baba Vanga, venuta a mancare nel 1996 a 85 anni dopo oltre 50 dedicati alla chiaroveggenza.

Le sue parole non farebbero così paura se non si considerasse che nella sua vita abbia predetto una serie di eventi, tragicamente verificatisi qualche anno dopo la sua morte. Primi tra tutti, gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, che sconvolsero l’America e tutti i suoi alleati, e lo tsunami del 2004. Ripercorrendo tutte le profezie della donna, da molti conosciuta come la “Nostradamus dei Balcani”, ci si accorge che il suo margine di errore è piuttosto ridotto, circa il 15%.

Baba Vanga, nata a Strumica, attuale Macedonia, nel 1911 da una famiglia di origini poverissime, perse la vista, secondo quanto riportato dai tabloid locali, dopo essere stata colpita da un tornado a soli 12 anni. Ben presto ebbe le prime apparizioni: si diffuse la credenza che la donna riuscisse a leggere nel pensiero e a prevedere il futuro. Addirittura i leader comunisti del Paese chiesero il suo aiuto paranormale per organizzare la loro agenda politica.

Tra gli altri eventi da lei predetti ci sarebbero anche la tragedia del sottomarino Kursk, avvenuto nel 2000, l’elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti, sottolineando che sarebbe stato afroamericano e l’ultimo della storia, e la Primavera araba. Proprio da questi ultimi eventi, Baba Vanga avrebbe avvertito l’Europa di correre ai ripari contro la furia islamica, che stravolgerà il Vecchio Continente così come lo abbiamo conosciuto finora e ne sterminerà le popolazioni. Fino a che, come riportato dal sito News.co.au, nel 2043 l’economia europea sarà soggetta alla legge di un nuovo califfato che sorgerà a Roma. Addirittura, nel 2066 la Capitale Italiana, sotto il nemico musulmano, sarà bombardata dagli Usa con un’arma climatica.
Martedì 8 Dicembre 2015, 16:47 -



Molte profezie, che speriamo non si verifichino mai, dicono che arriveranno tempi duri per Roma e per l’Italia. Sin dal 2000, all’alba del nuovo millennio, si pronosticava un’islamizzazione dell’Europa attraverso le guerre: i quotidiani pubblicarono infatti le previsioni degli astrologi e dei futuristi in vista del domani, i quali si vantavano di aver predetto i crolli del Muro di Berlino e dei regimi comunisti. Qualche previsione diceva che l’Italia sarebbe piombata in una guerra civile (nord contro sud?) e gli anticlericali avrebbero distrutto il Vaticano, dopodiché le nazioni islamiche avrebbero invaso l’Europa. Questi eventi nefasti erano previsti intorno al 2013; finora l’abbiamo scampata sino ad un certo punto: da qualche tempo c’è stata infatti una netta impennata delle violenze e delle guerre islamiche (iniziò tutto l’11 settembre 2001). Una centuria di Nostradamus (tali centurie ognuno le può definire a modo suo) fu interpretata in tale modo: per Roma arriverà la rovina, non per le proprie mura, ma per il suo sangue; alla fine sarà salvata da un Re Francese (Enrico), succeduto alla Repubblica di Francia, che alleato con l’esercito dell’aquila (Germania o Stati Uniti), caccerà gli invasori dall’Europa. Le violenze che fino a questo momento sono state compiute in Europa per il fanatismo mussulmano sono state il frutto non delle guerre dirette di conquista, ma di molte politiche autolesioniste, imperanti di buonismo, non aperte, spalancate all’immigrazione di massa incontrollata. Per tutti, non solo per i futurologi, è facile tirare ad indovinare e se si azzecca una previsione è semplice dire: l’avevo predetto; se non si azzecca si dice: ci sono andato vicino. Negli anni ’70 nessuno pronosticava la dissoluzione del Blocco Orientale, mentre negli anni ’80, quando iniziavano ad intravedersi delle crepe nei sistemi politici dell’Europa dell’Est, qualche indovino provava ad azzardare che presto il comunismo sarebbe crollato. Gli esperti del mondo arabo – mussulmano conoscevano già da decenni le molteplici contraddizioni di quella cultura, gli episodi di violenza legati a quella religione ci sono sempre stati, compresi gli attentati contro gli Usa: non era sorprendente pronosticare qualche grande attentato, anche se nessuno avrebbe mai immaginato l’abbattimento delle Torri Gemelle. Negli anni ’90 la Lega Nord voleva fortemente la creazione di uno stato settentrionale: si poteva profetizzare una futura guerra civile italiana; oggi questo tema è passato in secondo piano e gli astrologi non se ne occupano più. Il tema del momento è l’Isis che intende conquistare Roma e non solo e si prova a prevede in tal senso. Anche se queste ipotesi, queste previsioni, sono soltanto delle supposizioni e degli azzardi, noi stiamo zitti, siamo mosci, paurosi, ormai ci manca quell'orgoglio patriottico - nazionale e quel coraggio di rispondere a tono: magari dicendo che Roma e l'Italia sono inespugnabili, perché ben difesi, perché forti e d'informarsi che cosa è stata Roma nella storia. Non riescono a piegare Israele, figuriamoci se potranno compiere il resto. 
L’unico ricordo piacevole che ho relativo ad una profezia è quello che riguarda l'ultimo scudetto della SSLazio. Nel 1999 la Lazio perse il campionato per un punto alle ultime giornate; un barista della piazza mi disse di non disperare, perché anni prima aveva sentito un mago in televisione che aveva predetto che ci sarebbero stati tre papi in un anno e che la Lazio avrebbe vinto lo scudetto nel 2000: ventidue anni dopo quella predizione calcistica. E così è stato.

domenica 13 dicembre 2015

294) INCHIESTA FOTOGRAFICA 4

IN QUESTI GIORNI SONO SORTE DELLE POLEMICHE RELATIVE ALL’APERTURA DI NUOVE CAVE DI PIETRA. LE CONTESTAZIONI SONO IN PARTE LEGITTIME, IN PARTE NO. NON BISOGNA DIMENTICARE CHE LA CAVE SONO SEMPRE ESISTITE E QUELLE ABBANDONATE, DA ANNI DETURPANO IL NOSTRO PAESAGGIO MONTANO.



Mi permetto di intromettermi nel dibattito che da giorni imperversa sulla carta stampata provinciale, che riguarda le polemiche e le contestazioni per l’apertura di due nuove cave per estrarre il cemento: una dovrebbe sorgere nel territorio comunale di Rocca Massima e un’altra in quello di Cori. Condivido la contrarietà dell’amministrazione comunale corese all’apertura di una nuova cava nella vicinanza di un’altra, immensa e in piena attività. Però dalle notizie diffuse attraverso la carta stampata e attraverso dei manifestini, pare che il nostro comune abbia a suo tempo dato l’autorizzazione all'avviamento della nuova attività estrattiva: allora perché prima dire di si? Per l’altra cava, che dovrebbe sorgere nel territorio comunale della Rocca, penso che il Comune di Cori non abbia i titoli per esprimersi: ogni singolo comune valuta le proposte e sceglie al meglio, valutando le opportunità di nuovo lavoro per i suoi cittadini, le entrate per lo stesso e prestando attenzione all'ambiente. Entrambe le probabili nuove attività di estrazione sono riconducibili alla stessa proprietà, mi chiedo: perché scegliere di aprire due imprese che deturpano il paesaggio, l’una a pochi chilometri dall'altra, e non optare per altri luoghi, anche di altri comuni, meno in vista e spogli di vegetazione? Le cave sono sempre esistite, servono per un’edilizia in continua espansione e danno lavoro, bisognerebbe soltanto scegliere dei siti dove l’impatto sull'ambiente è minimo. 





A Cori le cave abbandonate e chiuse da molti anni, a ridosso del centro abitato, deturpano in modo considerevole il paesaggio, ma oramai non ci facciamo più molto caso e a nessun amministratore comunale è mai venuto in mente di rinverdirle. Delle altre mini cave si notano nella Via San Nicola e nella via parallela sottostante di Cori Valle: sono gli sbancamenti per la creazione delle strade e per la sostruzione delle ville, delle villette e delle altre abitazioni di quelle zone, che danno una pessima immagine di un territorio montano ed agricolo.


domenica 6 dicembre 2015

293) TRADIZIONI MILLENARIE ITALIANE CHIUSE PER MULTI RELIGIOSITÀ

IL MITO DEL MULTICULTURALISMO, PER NON OFFENDERE LA SENSIBILITÀ ALTRUI, VORREBBE CANCELLARE LE TRADIZIONI E I COSTUMI, SUI QUALI IL POPOLO OSPITANTE HA COSTRUITO LA PROPRIA IDENTITÀ STORICO – CULTURALE. ALTROVE NON C’È ASSOLUTAMENTE RECIPROCITÀ NEL RISPETTO DELLE CULTURE E DELLE RELIGIONI DEGLI ALTRI.  SARÀ PUTIN IL NOSTRO SALVATORE?


Tutti gli anni a ridosso delle feste natalizie si sentono sempre le stesse polemiche, scolastiche e non, relative alla cancellazione delle recite natalizie, al mancato allestimento dei presepi e degli alberi di natale e per la proposta di mutare la festa natalizia in Festa d’Inverno, tutto ciò per un triplice motivo: per non offendere gli ospitati di altre religioni, i non credenti nostrani e con l’aggiunta che dopo i fatti di Parigi festeggiare delle ricorrenze cristiane sarebbe stata una provocazione. Bravi, così farete vincere i terroristi, i quali percepiranno che la loro azione è servita; proprio per i fatti sanguinari di Parigi sarebbe stato opportuno ribadire fortemente la cristianità dell’Europa. Ho affrontato più volte l’argomento di come sia a rischio la nostra identità a causa della penetrazione di altre culture che vorrebbero sovrapporsi e assoggettarci, spesso con metodi non pacifici: i recenti tragici fatti francesi ne sono una prova; dal mio piccolo sito posso esprimere solo dei pareri personali, non posso far nulla affinché cessi una crescente violenza, ritorni la ragione (magari votando al meglio nelle elezioni) che ci farà tornare ai nostri valori e alle nostre tradizioni, che sono da salvaguardare e da conservare. Agli atei dà fastidio soltanto l’aspetto religioso della festività in questione: spesso in quel periodo fanno acquisti, regalano roba e si scambiano gli auguri di una festa cristiana; se fossero coerenti dovrebbero andare a scuola, lavorare e basta.

Per i bambini di intere generazioni, me compreso, l’atmosfera della feste di Natale veniva vissuta come un sogno: soprattutto per quanto concerne le recite scolastiche, le lettere da leggere a casa, l’albero e il presepe da preparare, la carpìa (il muschio) da cercare in montagna, qualche dono da ricevere, i giochi, familiari e d'azzardo, di quel periodo. Poi crescendo le feste natalizie si sentono di meno, delle volte divengono malinconiche; ma fino al punto in cui te le vorrebbero portare via. Perché oggi impedire ai bambini di vivere quelle magiche, insolite, gioiose atmosfere? Non mi stancherò mai di ripetere che le nostre saghe legate al cattolicesimo non si toccano poiché siamo in un paese da millenni cattolico che appartiene ad un popolo cattolico: gli italiani. Gli altri nessuno li ha obbligati a risiedere in una nazione lontano dalla loro cultura e dalle loro usanze, è stata una loro libera scelta: se non piace loro l’ambiente che li circonda nessuno li trattiene. Se continueremo di questo passo, presto vieteranno anche le processioni paesane, la carne di maiale, gli alcolici e saremo costretti ad osservare pure noialtri il ramadan per solidarietà. In un paese mussulmano nessun cristiano e nessun ateo sognerebbero mai di chiedere che i muezzini non facciano chiasso o di eliminare il ramadan per non offenderli: sanno benissimo che li arresterebbero (nel caso più fortunato).

Se qui in Italia, in occidente in generale, dilagherà sempre di più un laicismo dilagante le nostre radici e la nostra storia andranno perdute. Cos’è un popolo senza identità, senza cultura e senza storia? Cosa sono questi minestroni interculturali senza né capo, né coda? Nella Divina Commedia, in un canto del Paradiso, Dante in un colloquio con l’anima del suo avo Cacciaguida, riportò le sagge e sante parole, secondo cui la mescolanza delle genti fu la rovina di Firenze. Nella Bibbia si fa la distinzione dei popoli (ognuno dei quali con le proprie tradizioni, la propria cultura, i propri culti, la propria lingua), che si differenziarono l’uno dall’altro con la storia della Torre di Babele e allorquando il popolo d’Israele venne scelto come popolo prediletto. Il funerale areligioso a Venezia di quella povera ragazza assassinata a Parigi è stato l’esempio di come l’islam si muova indisturbato in uno spazio lasciato vuoto dalla rinuncia alla nostra identità storico – religiosa (addirittura in quella cattolicissima Serenissima che tanto diede filo da torcere ai turchi). Molti di quelli che dichiarano di essere contro il terrorismo, compresi coloro che portano in televisione, magari interiormente saranno soddisfatti. Con tutto il rispetto per il dolore di quella famiglia veneziana e per la sua libertà di scelta; io negli stessi panni avrei organizzato delle esequie conformi ai valori tradizionali della mia patria, anche per tenere lontana certa gente: esequie cattolicissime in rito tridentino, “cunzio” a base di porchetta e di vino per tutti i partecipanti (anticamente molte famiglie avevano il loro maialino da far ingrassare per poi sfamarsi e per millenni vendemmiare e curare le vigne, che insieme agli ulivi costituiscono tuttora i nostri paesaggi agricoli, per arrivare ad un vino frutto di fatiche e di sudore, è stata una sfacchinata immane i nostri antenati) e niente politici, specie alcuni, in bella mostra.

Tornando a parlare concretamente, oggi l’unico che si batte saggiamente contro il terrorismo islamico e rilancia nella sua terra il triplice grido “Dio – Patria – Famiglia”  è un ex agente del Kgb sovietico: risponde al nome di Vladimir Putin. Egli fa quello che un’Unione Europea,  priva di identità e di virtù, e un’Usa non fanno: alza la voce rimettendo in riga la Turchia e si batte con decisione contro l’Isis; è l’ultima speranza per ridare all’Europa la sua dignità, la sua storia e per fermare l’islamizzazione. Conoscere sì la altre culture e le altre usanze del mondo, ma senza vergognarsi e rinnegare le proprie. Auspichiamo che i teologi dell’Islam propongano una riforma e revisione della propria religione, anche se sarà molto difficile, in modo da non far interpretare i versi del Corano in forme di violenza. D’accordo nell’ospitare qualche straniero nei nostri limiti e nelle nostre possibilità e senza stravolgere il tessuto identitario autoctono, ma solo se si impegna a non contestare le usanze del popolo che lo ospita e ovviamente se non è un violento.