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lunedì 23 maggio 2016

313) SALVEZZE SUDATE PER IL LATINA CALCIO E PER IL CORI CALCIO

QUANTE FATICHE PER LE SALVEZZE DEL LATINA CALCIO (CAMPIONATO NAZIONALE DI SERIE B) E DEL CORI CALCIO (CAMPIONATO REGIONALE DI PROMOZIONE).

In questa stagione calcistica 2015 – 16 ho seguito con trepidazione le vicende sportive che riguardano le squadre rappresentanti del nostro comune, della nostra provincia e della nostra regione (Cori, Latina, Lazio), ovvero la nostra filiera amministrativa. Ho anche assistito dal vivo a qualche incontro calcistico a Cori, a Latina, a Roma. SSLazio 1900, Latina Calcio e Cori Calcio sono riuscite tutte a mantenere le loro categorie (Serie A, Serie B, Promozione laziale). Un discorso a parte, rispetto al Latina e al Cori, va fatto per la Lazio: infatti le ambizioni della società erano ben altre che il mantenimento della propria categoria ed ha concluso all’8° posto, perdendo cinque posizioni rispetto all’annata precedente. Invece il mantenimento delle loro categorie per Cori e Latina, è stato come vincere i loro campionati, anche perché ad un certo punto delle loro stagioni sembravano essere entrambe spacciate. 



Il Latina Calcio, secondo me, avrebbe potuto salvarsi con più facilità se non avesse effettuato un infinito valzer di allenatori. Iuliano, l’artefice della miracolosa salvezza dello scorso anno, è stato allontanato troppo presto e quando la situazione di classifica non era disperata. La polemiche per lo stadio (hanno bloccato i lavori di ampliamento a causa del piano regolatore che lo destinava ad altri scopi) e per la scelta di Leonardi come direttore sportivo hanno influito negativamente. Ma non si può pretendere tanto dal Latina Calcio: la Serie B è tantissimo, è un bel patrimonio per il decollo della nostra provincia; bastano quei pochi milioni di euro dei diritti televisivi, più qaalche altro che arriva dagli sponsor, per allestire una squadra capace di mantenere la categoria, augurandosi che sia la di sopra delle aspettative e sperare in qualche miracolo. Poi se ci si mettessero pure le istituzioni e la politica per far sì che le infrastrutture e i servizi vengano potenziati tutto filerebbe ancor più liscio.

Il Cori Calcio, nel suo piccolo, sembrava essere ancor più spacciato del Latina Calcio, anche perché era inserito in un girone con molte squadre di Roma città, che tradizionalmente godono di privilegi. Il campionato regionale di Promozione (la Serie B della Regione Lazio) è un ottima vetrina pubblicitaria per il paese di Cori. Attraverso il calcio, i molti appassionati del pallone dilettantistico hanno curiosità di conoscere la storia, le tradizioni, la cultura, i prodotti, dei molti paesi laziali, spesso uscendo da Roma, che credono essere l’unica attrattiva, il centro dell’universo (a tal proposito invito a cliccare sopra il seguente indirizzo: http://www.sportpeople.net/storia-e-calcio-due-mondi-vicini-cori-vjs-velletri-promozione-laziale/). In questa stagione per il Cori c’è stata una sostanziale differenza tra andata e ritorno: un’andata disastrosa e un ritorno favoloso. La svolta l’ha data sicuramente il cambio di allenatore, l’esplosione in attacco di Tornesi, il perfezionamento dell’assetto difensivo con l’arrivo del portiere Tarricone, che ha fatto guadagnare qualche punto in più. Quest’ennesima impresa del Cori è passata tra l’indifferenza del paese e l’abbandono degli ultrà storici: alcune volte i tifosi avversari allo Stadio di Stozza erano più numerosi dei locali. Ragion per cui eventuali imprenditori o società cooperative, che a Cori non mancano, si sentiranno poco motivati ad investire nella locale squadra calcistica se le sue vicende interessano a pochissimi.


Ma bisogna considerare una cosa: sia il Cori Calcio, sia il Latina Calcio non erano mai arrivati così in alto nelle loro rispettive categorie prima dell'avvento delle attuali dirigenze. Lo stesso discorso vale per la SSLazio: i trionfi degli anni d'oro hanno comportato milioni e milioni di debiti che si stanno saldando ancora oggi e nonostante ciò negli ultimi anni qualche stagione ai vertici la squadra l'ha vissuta, vincendo anche qualche Coppa Italia. I tifosi spesso mostrano ingratitudine e memoria corta, poiché vogliono vincere a tutti i costi. La Serie A, anche se investi milioni, non te la faranno vincere mai, perché lo strapotere delle squadre del nord è immenso ed anche la  sudditanza dei vertici del Federcalcio e delle istituzioni nei loro confronti. 

1 commento:

  1. Calcio di periferia: Giuseppe Tornesi, il bomber dietro il miracolo Cori

    A volte le delusioni non portano sconfitte. Non determinano sempre la fine di qualcosa. Ma possono portare cambiamenti importanti. Ciò è quello che è successo a Giuseppe Tornesi, classe ’93, che dopo un anno di forti indecisioni sul suo percorso calcistico con tanto di problemi fisici, alla fine è riuscito a trovare un ambiente favorevole. La squadra del Cori, militante nel girone C della Promozione laziale, lo ha ingaggiato come possibile attaccante per una nuova formazione di giovani promesse all’inizio del campionato. Dopo una partenza piuttosto faticosa a causa di un solo pareggio e di otto sconfitte nelle prime nove partite di campionato, Tornesi ha trainato la squadra sempre più su, scalando posizioni fino ad arrivare ad un solo punto dai playoff. Ora come ora, la speranza di non retrocedere è tanta.

    Cosa ti ha spinto ad accettare questa sfida con la Cori?
    Ho accettato questa sfida perché venivo da un anno in cui ho riflettuto seriamente se continuare a giocare oppure smettere del tutto. Volevo però trovare un modo per rilanciarmi ed il Cori mi è sembrata la scelta più adatta. Infatti stava costruendo una squadra giovane in cui io sarei stato uno degli elementi più importanti. Loro sono stati i primi ad avermi cercato, ad avere puntato molto su di me e questa cosa da parte mia è stata ovviamente molto apprezzata, soprattutto in quel momento.

    In cosa sei più soddisfatto del tuo percorso?
    Il percorso quest’anno è stato tutt’altro che facile, poiché io e tutta la squadra ci siamo ritrovati in una zona di classifica decisamente bassa e questo ha fatto sì che ogni partita diventasse sempre più difficile. Ma a parte questo, mi sento soddisfatto dell’apporto che sono riuscito a dare alla mia nuova squadra, sia a livello personale sia a livello pratico con i goal. Inoltre, a fine campionato, mi ritrovo in cima alla classifica cannonieri sopra ad altri attaccanti di squadre al vertice, dove è molto più facile fare goal per la differenza di livelli in campo. Ho però anche qualche rimpianto dal punto di vista fisico. Purtroppo quest’anno gli infortuni non mi hanno lasciato in pace e mi hanno fatto saltare otto partite di campionato dove avrei potuto aiutare di più la mia squadra. Detto questo, rimane comunque una annata buona dal punto di vista personale che senza infortuni sarebbe diventata ottima.

    Qual era il vostro obiettivo finale?
    Il nostro obiettivo finale era la salvezza a inizio campionato, quindi la permanenza nella categoria e lo è diventato ancor di più soprattutto per come si era messo il campionato, con solo un punto nelle prime nove partite. Io e tutta la squadra credevamo a questo piccolo miracolo sportivo e abbiamo lottato fino all’ultimo per ottenerlo.
    Chiara Famooss — maggio 30, 2016

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