bandiera

bandiera

domenica 30 ottobre 2016

331) TERREMOTI ED IMMIGRAZIONE ILLEGALE



NELLA TERRA ITALIANA NON SI ARRESTANO NÉ I TERREMOTI, NÉ TANTOMENO L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA. NON SAREBBE ORA DI FERMARE GLI SBARCHI IRREGOLARI E DI CONCENTRARSI SULL’EMERGENZA TERREMOTI?

Ormai le terre dell’Italia centrale continuano da mesi a tremare ed a provocare crolli e vittime. Gli sfollati sono assistiti alla meno peggio: spesso li collocano in tende o altri ricoveri di fortuna, pochi sono ospitati dagli alberghi.



Da anni le navi della Marina Militare continuano a recarsi in prossimità delle coste libiche e a traghettare nei porti italiani migliaia e migliaia di immigrati irregolari per mantenerli a spese dello stato italiano, in attesa che sia loro riconosciuto o no lo status di rifugiato politico. Quest’anno probabilmente si batterà il primato di arrivi, tra l’esultanza di molti che auspicano il proseguimento di questa tratta illusoria, inumana, che fa fare milioni a palate ai trafficanti e non. Soltanto a una piccola percentuale tra coloro che vengono portati in Italia verrà concesso l’asilo politico; le persone che non ne hanno diritto non le rimpatrierà nessuno. In un periodo di difficoltà economica e con la disoccupazione in aumento per gli autoctoni, gli immigrati clandestini ingrosseranno soltanto lo spaccio, la delinquenza, la vendita ambulante, il terrorismo islamico e finiranno nelle mani dei neoschiavisti. 

Non si capisce come fa quella gente ad a disporre di così tanto denaro per pagarsi questi disumani viaggi se dice di fuggire dalla miseria e dalla fame. Se si riesce a mettere da parte il gruzzolo perché non si può fare altrettanto negli anni venturi? I vescovi dell’Africa hanno lanciato un appello, affinché si smetta di illudere le genti di quel continente, incoraggiando così quei viaggi, e di far sì che gli africani si impegnino per lo sviluppo delle loro terre con l’aiuto del mondo ricco. Ma non è così: ormai in tutto il mondo si sta spargendo la voce che l’Italia verrà a prendere e manterrà tutti senza far fare nulla. Invece le altre nazioni si barricano, delle volte investendo nel contrasto dell’immigrazione illegale: è il caso della Spagna, dove non sbarca illegalmente quasi nessuno, pur essendo attaccata all’Africa. 


Ora, visto che sono altre le emergenze italiane, non sarebbe il caso di chiudere una volta per tutte con questi massicci arrivi e di concentrarsi nell’assistenza delle popolazioni italiane colpite dal terremoto e nella ricostruzione delle zone devastate? Perché non si chiede aiuto alla Nato per porre un blocco navale in prossimità delle coste della Libia? E si potrà provvedere anche ai veri fuggiaschi delle guerre, favorendo il loro afflusso attraverso delle vie migliori. In una trasmissione televisiva un signore intervistato ha detto che il prossimo 4 dicembre sarebbe il caso di dare una lezione a questo governo per le sue scellerate politiche, che, secondo il suo parere, generano solo caos e delinquenza; gli è stato risposto da una esponente Pd che così facendo avrebbe messo a rischio il futuro dei suoi figli. Il futuro, la sicurezza e l’incolumità delle nuovissime generazioni sarà messo di più a rischio con quei metodi e cambiando l’anima e la cultura all’Italia: pensate a quanti attentati di terroristi suicidi ci saranno, oppure ala sharia che verrà imposta, o al natale, alla pasqua, alle feste patronali che spariranno, alla carne di maiale e alle bevande alcoliche che saranno vietate, alle chiese che cambieranno la loro funzione.

domenica 23 ottobre 2016

330) AVANTI RAGAZZI DI BUDA, AVANTI RAGAZZI DI PEST



IL 23 OTTOBRE 1956 INIZIÒ LA RIVOLUZIONE UNGHERESE CONTRO LA DITTATURA COMUNISTA.



In seguito ad una manifestazione del 23 ottobre 1956 iniziò la sollevazione del Popolo Ungherese contro il Regime Comunista che era al potere. Il Partito dei Lavoratori Ungheresi che deteneva le redini ungheresi, dopo aver tentato di sedare la rivolta attraverso la polizia politica segreta, si sottomise ai rivoltosi ed avviò un processo di riforme. L’Unione Sovietica, nazione guida dei Stati del’Est, non permise quel cambio di rotta politica: intervenne con i militari e i carri armati per sedare la rivolta, perdendo oltre 700 uomini. Invece gli
Ungheresi che morirono in quella guerra furono oltre 2.652. Seguirono dei processi in cui furono condannati a morte militari, politici, giornalisti che avevano appoggiato la rivolta. La rivoluzione d’Ungheria del 1956 fu una delle principali ribbellioni nei paesi del’Est: seguiranno la Primavera di Praga e il Movimento di Solidarnosc prima delle decisive sollevazioni del 1989 che porteranno alla fine dei Regimi Comunisti nell’esteuropeo.  In ricordo di quei tragici eventi di sessant’ani fa c’è il canto “Avanti ragazzi di Buda, avanti ragazzi di Pest“ (della capitale d’Ungheria Buda è il centro storico, mentre Pest sono i quartieri nuovi).





Avanti ragazzi di Buda, avanti ragazzi di Pest/studenti braccianti operai, il sole non sorge più ad est/Abbiamo vegliato una notte, la notte dei cento e più mesi/quell’alba radiosa di ottobre, quell‘alba dei giorni ungheresi.

Ricordo tu avevi un moschetto, su portalo in piazza ti aspetto/nascosta fra i libri di scuola, anch’io porterò una pistola/Sei giorni, sei notti di gloria durò questa nostra vittoria/al settimo sono arrivati i russi con i carri armati.

I carri ci spezzan le ossa, nessuno ci viene in aiuto/il mondo è rimasto a guardare sull’orlo della fossa seduto./Ragazza non dire a mia madre che io morirò questa sera/ma dille che vado in montagna e che tornerò a primavera.

Compagno il plotone già avanza, già cadono il primo e il secondo/finita è la nostra vacanza, sepolto l’onore del mondo/Camerata riponi il fucile torneranno a cantare le fonti/e allora serrate le file che noi scenderemo dai monti.

Avanti ragazzi di Buda, avanti ragazzi di Pest/studenti braccianti operai, il sole non sorge più ad est.

domenica 16 ottobre 2016

329) L'INCURIA PROVOCA GUAI



Tragedia sfiorata a Cori: scuolabus bloccato tra alberi e pali di cemento
caduti a causa del forte vento


CORI - Panico oggi a Cori per i bambini delle elementari a bordo dello scuolabus che li riportava a casa. A causa del maltempo un albero era caduto in via dei Lavoratori, quando, intorno alle 16,20, il pulmino si è ritrovato davanti il grosso tronco che gli sbarrava la strada. Mentre le raffiche di vento continuavano, l’autista si è reso conto che un altro albero stava per cadere e così è stato. Questo secondo albero si è tirato dietro i fili dell’energia elettrica che a loro volta hanno trascinato a terra parte di due pali di cemento dell’Enel. Così il pulmino è rimasto bloccato tra gli alberi e i pali della luce. A bordo si è diffusa agitazione tra i bimbi, alcuni dei quali hanno ovviamente cominciato a piangere mentre l’accompagnatrice che li assisteva cercava di tranquillizzarli. L’autista del mezzo è sceso e insieme ad alcuni abitanti della zona che erano accorsi si è cominciato con una motosega a tagliare i tronchi e i rami per liberare la strada. Sul posto anche gli agenti della Polizia Locale. Dopo circa tre quarti d’ora tutti si è riusciti a riportare nelle loro case i bambini sani e salvi. Caduti i pali, la zona è peraltro rimasta senza corrente e, in serata, al buio. 

Venerdì 14 Ottobre 2016, 20:50




A pensare che a suo tempo c’era chi lanciò l’allarme sui rami troppo grossi degli alberi posizionati lungo le strade trafficate (http://nuovoanluc.blogspot.it/2015/07/280-inchiesta-fotografica-3.html). Avrebbero dovuto provvedere (anche senza la citata segnalazione che non si sa se è stata letta dalle autorità competenti), anziché concentrarsi sul censimento degli alberi storici. Ce ne saranno molte di piante antiche sugli alti monti che circondano Cori e quelle non danno fastidio a nessuno. Fortunatamente non è successo nulla di drammatico; speriamo solo che questo episodio serva da monito per il futuro. Oltre rimuovere gli alberi e i rami di impiccio, bisognerebbe eliminare anche quei pali di cemento che ci sono ancora e far passare la corrente elettrica sotto terra.

domenica 9 ottobre 2016

328) IL CALCIO A CORI CONTINUA



L’ASD MONTILEPINI, OPERANTE NEL CALCIO A CINQUE, PRENDE IN GESTIONE IL CAMPO SPORTIVO DI STOZA, FONDANDO UNA SQUADRA DI CALCIO A UNDICI, E SI ISCRIVE NELLA TERZA CATEGORIA DI LATINA, PER COLMARE IL VUOTO SEGUITO ALLA SPARIZIONE DELL’ASD CORI CALCIO


La società di calcio a cinque Asd Montilepini ha creato una propria squadra di calcio a undici che parteciperà al prossimo campionato provinciale di Terza Categoria, rappresentando il paese di Cori. La società è attiva già da qualche anno, cioè da quando si scisse dal Cori Calcio. Il campo sportivo di Stoza continuerà a vivere e non cadrà nell’abbandono. Era quello che seriemente sarebbe potuto accadere dopo la sparizione dell’Asd Cori Calcio, che in estate ha ceduto il suo titolo sportivo del Campionato Regionale di Promozione al Priverno, dopo che nessuno a Cori è stato interessato a rilevare la società e a continuare il cammino nella seconda serie regionale.


Certo per chi segue assiduamente le vicende calcistiche paesane sarà dura passare dalla Promozione alla Terza Categoria, l’ultimissimo gradino della piramide calcistica italiana (e dilettantistica), ma se il convento passa questo si dovrà accontentare. Anzi è un miracolo che il calcio a Cori sia ripartito immediatamente: infatti l’ultima volta che il Cori (Corigiulianello per l’esattezza) vendette il titolo sportivo (di Prima Categoria al Borgo Flora), il paese rimase per un paio di anni senza nessun tipo di attività calcistica. Era la stagione 1999 – 2000 e ci sono delle analogie con l’ultima stagione del Cori in Promozione: salvezza sofferta dopo un avvio molto disastroso e vendita del titolo sportivo a fine stagione. 

La prima squadra calcistica di Cori

Quest’anno dovrebbe essere l’ottantesimo anniversario dell’avvento del calcio a Cori e tra alti e bassi, tra fusioni, scissioni, rifondazioni, tra vendita e acquisti dei titoli sportivi, tra sforzi economici dei tanti presidenti, varie società  ci sono state: dopo le Cocozzélle, l’U.C. Cori, il Corigiulianello, la Città di Cori, il Cori Calcio, è il turno dalla Montilepini. Ora partirà dal gradino più basso, poi con il tempo si vedrà: magari coinvolgendo altri soci e reperendo buoni sponsor la citata società potrà effettuare qualche salto di categoria. La Terza Categoria è un brutto campionato: c’è poca disciplina e spesso le partite finiscono in risse. Soltanto undici squadre vi parteciperanno: l’esiguo numero è dovuto alla sempre maggiore facilità dei ripescaggi nelle serie regionali superiori. 

Di seguito c’è un filmato presente in rete sulla stagione del Cori dei record (Prima Categoria 2013 – 14), delle 21 vittorie consecutive: è stata l’annata del massimo splendore del calcio corese di questi 80 anni e, attraverso il pallone,  ha fatto straparlare del paese dei Lepini in tutta  la Regione  Lazio. 


Possa essere di buon auspicio, donare ulteriori stimoli, grinta e carica, spronare a impegnarsi sempre di più, i giocatori di oggi che rappresenteranno il paese di Cori nel calcio. Auguri di buon campionato e in bocca al lupo.