Dopo trent’anni sono tornato in Spagna per la seconda volta. Del primo viaggio, in cui partecipai con la parrocchia di Cori Monte nell’agosto 1984, che comprendeva, oltre a Lourdes e Fatima, le principali città spagnole, non ricordo granché. Ma il mondo è molto cambiato da allora. Quest’anno ho avuto la possibilità di tornare nel paese iberico perché sono stato invitato da un sacerdote del Venezuela che conobbi a Cori e che nel corso degli anni ha mantenuto i contatti con me tramite posta. Questo mio amico si trova a Toledo (che è sede dell’arcivescovo primate di Spagna), che dista da Madrid oltre
Ho deciso di partire, munendomi di navigatore satellitare e atlante stradale, imbarcandomi con l’automobile su un traghetto Civitavecchia – Barcellona: dopo una traversata lunga 20 ore, mi attendevano circa 700 km di auto per giungere a Toledo dalla città catalana. Tante domande mi ponevo mentre mi accingevo ad affrontare questo viaggio, il primo della mia vita in cui avevo un ruolo guida e tutto dipendeva da me e che avrei affrontato per alcuni tratti da solo in un paese straniero: ce la farò ad essere all’altezza? Reggerò ore ed ore alla guida di un’autovettura? Erano anche tredici anni che non uscivo dall’Italia; è stata altresì per me la prima volta in cui ho cambiato nazione senza affrontare quello che era il consueto cambio valuta. Arrivato a destinazione sono stato ospitato nella casa dove abita il mio amico, in pieno centro storico della città dichiarata patrimonio mondiale dall’Unesco. Egli ha trovato il tempo da farmi da cicerone nel visitare Toledo e Madrid, allo stesso modo mi ha concesso piena libertà nel fare e nel muovermi come preferivo e nel non farmi influenzare dai suoi impegni e dalle sue restrizioni; così ho fatto quando non poteva accompagnarmi nei giri turistici. Io gli ho portato i prodotti tipici coresi: dolci, olio e vino soprattutto; quest’ultimo è stato tanto apprezzato che lui e qualche altro suo amico se ne sono scolata quasi un’intera damigiana, apprezzando in positivo la sostanziale differenza col vino spagnolo e la tipica sangria. La Spagna è un paese ritardatario: si pranza alle 14:30 e si cena alle 21:30; le analisi del sangue negli ospedali le fanno anche alle 11:00. Ho accompagnato il mio amico in un grande ospedale di Madrid per delle analisi e mi sono reso conto che la sanità pubblica è tutta un’altra cosa rispetto a noi: c’è più ordine e più pulizia. Egli stava per rinunciare ad attendere i referti delle analisi per non farmi perdere tempo; io l’ho invitato a rimanere e la mia insistenza si è rivelata fondamentale. Oltre che sul turismo ho fatto molte domande sulla vita spagnola toccando i temi che di solito affronto qui: povertà in aumento, matrimoni omosessuali, immigrazione, Chiesa, ecc. Mi è stato riferito che la Chiesa , a differenza dell’Italia, in Spagna non ha voce e non gode di tutti i privilegi italiani, c’è anche molto anticlericalismo e i sacerdoti provenienti dall’America - Latina salvano il paese dalla loro diminuzione. Durante la guerra civile moltissimi religiosi vennero trucidati, poi con l’avvento di Franco arrivò la pacificazione.
In un parco mi ha fatto vedere una coppia gay in atteggiamento intimo, invitandomi a non dire niente o mi avrebbero fatto passare i guai con le denunce; io gli ho risposto che erano liberi di fare tutto quello che volevano, l’importante era che non avessero rotto le scatole a me. Molte coppie sodomite che adottano i bambini li portano in chiesa a battezzarli e i preti li battezzano tranquillamente senza dire nulla. Andrea in Spagna, come in altre nazioni, è un nome femminile, l’equivalente maschile è Andrès ed era il nome con cui venivo chiamato certe volte dinanzi ad altri spagnoli, onde evitare che si facessero erroneamente l’idea che anch’io avessi quelle tendenze, non sapendo che in Italia Andrea è sempre stato un nome per uomini. Anche la mamma del mio amico sacerdote mi ha preso per femmina quando per telefono suo figlio le ha detto che doveva arrivare da lui Andrea dall’Italia.
L’immigrazione in Spagna è più controllata ed è gestita meglio: la criminalità straniera è molto minore rispetto all’Italia, di venditori ambulanti abusivi se ne vedono pochini in giro e molto raramente si notano interi quartieri o intere strade nelle città ghettizzate da africani o da mediorientali. Gli immigrati latinoamericani sono moltissimi e si integrano bene nel tessuto sociale spagnolo per lingua, per cultura e per religione; ora però molti se ne stanno andando a causa della grave crisi che attraversa la Spagna ; la si nota anche dei tanti mendicanti spagnoli presenti a Madrid. Per lui c’è più rispetto in Spagna che in Italia: mi ha raccontato che una volta a Torino, a causa della sua carnagione olivastra, la polizia gli aveva chiesto i documenti, scambiandolo per un marocchino spacciatore, quando gli agenti si sono resi conto che era un prete venezuelano si sono scusati; ha concluso che se fosse stato oggetto in Spagna di un simile episodio avrebbe potuto anche denunciare le forze dell’ordine per discriminazione. Penso che se le forze di polizia chiedono i documenti hanno l’autorità per farlo e le loro buone ragioni; anche a me potrebbero chiederli e io sarò costretto ad obbedire senza fiatare.
Da noi ormai gli anglicismi imperversano e ormai nessuno pensa a tradurli più; al contrario in Spagna trovano dei nomi spagnoli corrispondenti per ogni parola inglese di uso comune: ad esempio la Champions League è la Liga de Campeones. Le metropolitane di Madrid hanno ben dodici linee: ho domandato come mai non fossero presenti i cartelli “attenzione ai borseggiatori”, mi hanno guardato male come per dire “ma che bestemmia stai dicendo?” I ritardi dei treni e degli autobus sono rari.
Secondo me la parte negativa della Spagna è dal punto di vista ambientale: quando si attraversano al suo interno le autostrade intorno c’è soltanto della terra arida, non si intravede una coltivazione o un paese per molti chilometri, è per quello che hanno le terre a disposizione per due tipi di autostrade, gratuite (autovia) e a pagamento (autopista). Queste ultime sono salatissime e la gente che è ignara rimane fregata, rendendosi conto del perché erano così vuote. Al contrario nelle autostrade (e nelle ferrovie) italiane si notano bei paesaggi: campi coltivati, paesi arroccati su delle alte cime, spettacolari viadotti, lunghe gallerie e il prezzo del pedaggio è accettabile.
Al ritorno non ho preso il traghetto, ho fatto tutto il percorso in auto con a fianco il mio amico che ho accompagnato sino in Piemonte, dove trascorrerà una vacanza presso dei suoi cari conoscenti. Sono stato felice di effettuare questo tragitto, anche se è stato più costoso: in questo modo la mia vacanza è stata più movimentata ed emozionante. Abbiamo allungato il percorso perché ho chiesto di deviare per Lourdes, che avevo desiderio di rivedere dopo un trentennio esatto. Nel paese francese dei Pirenei ho assistito ad un rosario notturno e l’indomani di buon mattino anche ad una messa celebrata da un vescovo italiano (la zona della cattedrale sembra una colonia italiana), mentre il mio compagno di viaggio ha concelebrato un’altra messa. Siamo ripartiti in direzione della Costa Azzurra, dopo un estenuante percorso di dodici ore siamo arrivati a vicino Nizza, ci siamo fermati in un posto dove il mio amico ha trascorso la convalescenza a seguito di un’operazione, perché desiderava salutare delle sue conoscenze. Il giorno dopo nel primo pomeriggio siamo arrivati nella meta finale del mio amico: un piccolo borgo agricolo piemontese dove egli era atteso da una famiglia molto gentile di trapiantati in Piemonte da altre regioni, successivamente ripartirà per la Spagna con l’aereo. Anch’io sono stato ospitato per un paio di giorni e ne ho approfittato per recarmi a Torino. Infine è arrivato il momento dei congedi e dei saluti finali al momento della ripartenza alla volta di Cori. Ho ringraziato tutti, che a loro volta mi hanno chiesto di avvertirli quando sarei arrivato a casa. Sono sceso attraverso il versante tirrenico, evitando così di percorrere l’Autostrada del Sole. L’autostrada tirrenica, che dovrebbe essere congiunta alla Roma – Latina, è ancora in alto mare (c’è una superstrada come la Pontina ), ma qualcosa si sta muovendo tra Civitavecchia e Tarquinia.
Durante i lunghi viaggi in auto bisogna tenere alta la guardia, rimanendo concentrati, così avviene nei tratti molto trafficati, mentre nei percorsi con pochi autoveicoli c’è il rischio del colpo di sonno, che è sempre in agguato. Per vincere ciò bisogna ingerire molti caffè e delle bevande energetiche, è altresì importante un buon riposo prima di mettersi alla guida. Ho sentito dei sensi di angoscia e di tristezza ripensando a qualche raro errore o distrazione fortunatamente senza conseguenze. Ma arrivato alla mia meta finale, con soddisfazione potevo dire di avercela fatta ad affrontare con le mie forze un viaggio così lungo con l’auto, superando brillantemente il “battesimo del fuoco”. Quando si parte non si vede l'ora di tornare, quando si torna si prova nostalgia e si vorrebbe partire nuovamente. Tempo e soldi permettendo.