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domenica 24 gennaio 2010

39) NUOVE IDEE PER CORI E LA POLITICA


Ha avuto successo e notorietà il nuovo gruppo creato sulla piattaforma Facebook che riguarda le segnalazioni al Comune di Cori, dove tutti i comuni cittadini segnalano i problemi, piccoli e grandi, del nostro paese: i problemi più gettonati dai primi interventi risultano essere il colore esterno poco appropriato per la scuola media in fase di restauro e i furti nelle abitazioni. Non posso far altro che approvare e plaudire per questa bella iniziativa che giova al miglioramento del paese: quando quel canale telematico si usa per le cose serie e non per le idiozie va bene! Proprio per quei motivi, le troppe scemenze, mi ero cancellato dal librofaccia/facebbook, dopo averlo frequentato per alcuni mesi, ma siccome la cancellazioni non sono mai definitive, sono rientrato per un momento: giusto il tempo per vedere di cosa si trattava e per scrivere l’indirizzo.

 
I corrispondenti per Cori dei quotidiani della Provincia di Latina hanno dato ampio risalto alla creazione di quel gruppo, come si può evidenziare dall'articolo che ho preso dall’album di Castaldir, ma già in passato avevano parlato più volte di qualche argomento interessante sul blogdicori. Ormai questi nuovi mezzi di comunicazione telematica sono la realtà e non si può continuare a far finta che non esistono, come hanno sempre fatto i periodici coresi a distribuzione gratuita (Corace, Acropoli e Corvo); ma questa volta può darsi che qualcuno di loro mi smentirà. Quei tre giornali fino a alcuni anni fa erano i principali mezzi di informazione corese, regnavano incontrastati, ora invece escono con meno regolarità. Nei molti blog, sorti in questi anni a Cori, tutti sono sullo stesso piano, alla pari, nessuno è portatore di verità assoluta, tutti sono soggetti a critiche e contestazioni per le opinioni che espongono; al contrario se uno prova a scrivere una lettera, in toni civili ed educati e firmandosi con nome e cognome, a un periodico corese, per contestare un articolo, non è detto che la pubblichino. Potrete vedere le vostre lettere, anonime e con poco stile, pubblicate solo se andrete contro coloro che in quel momento sono nel mirino del giornale. Mi auguro quindi che continuerete a scrivere, ad esporre le vostre opinioni, idee e critiche nei nuovi mezzi, dove potrebbero anche uscire nuovi volti, inediti e puri, per fare politica. Io mi tiro subito fuori dalla mischia perché di far politica attiva non me la sento: per ora preferisco il politologo al politico. Quelli che se la sentiranno e che usciranno fuori solo esclusivamente per scelta e per talento, che non dovranno rendere conto a nessuno del loro operato, se non ai cittadini, saranno nuovi personaggi a tutti gli effetti, da far crescere e da valorizzare, non da usare e poi gettare via, come è capitato molte volte sia a destra, sia a sinistra e sia al centro. Ma bisognerà far sì che questi nuovi volti per la politica rimarranno sempre “loro stessi”, cioè tipi da battaglia come lo sono sui blog, così facendo cambieranno anche le mentalità della politica se non si faranno loro cambiare la testa, come tutti, dalle prebende mensili quando arriveranno lassù, divenendo "politici di professione".

lunedì 18 gennaio 2010

38) BETTINO CRAXI E IL PSI

In questi giorni, in occasione del 10° anniversario della scomparsa del politico e dello statista italiano Bettino Craxi, si sente un gran parlare di lui: le stesse persone che volevano vederlo morto o carcerato oggi vorrebbero beatificarlo; è la tipica prassi italica! Sicuramente Craxi non sarà stato un santo, ma gli altri non sono stati né peggiori, né migliori di lui: in quell’inchiesta “Mani Pulite” o “Tangentopoli” si volle soltanto cancellare l’intera classe dirigente italiana per sostituirla con quelli che avevano fatto opposizione per cinquant’anni. Quando Craxi era nei guai fino al collo provò a distogliere l’attenzione su di lui e sugli altri membri della maggioranza cercando di indirizzare i giudici sulle irregolarità delle cooperative rosse senza ottenere da loro molta attenzione e si prese anche delle querele per calunnia. Silvio Berlusconi gettandosi nell’avventura politica mandò all’aria tutti i piani degli ex comunisti o progressisti: egli era stato sempre simpatizzante del Psi e di Bettino Craxi, nel 1984 alcuni pretori spensero i segnali delle sue televisioni, ma ci pensò Craxi con un decreto legge a riaccenderli. Fateci caso, tutti i politici che hanno lasciato un segno nella destra provengono dal Psi ma saranno soltanto coincidenze: Benito Mussolini, Silvio Berlusconi e nel nostro piccolo, il sindaco che nel Comune di Cori ha rotto l’egemonia comunista durata per oltre cinquant’anni. Negli ultimi anni il Psi si era molto imborghesito ed aveva perso la visione tipica della sinistra delle origini, era divenuto non un partito di socialismo puro ma di socialdemocrazia: non era più il partito dei poveri, degli oppressi, delle masse diseredate ma era divenuto il partito degli imprenditori e dei miliardari; qual cambiamento si effettuò con l’entrata al governo del partito nel 1963: quando un partito conosce le poltrone è tutto diverso e perde la sua visione originale di lotta. Però qualche segno nella laicizzazione del paese lo lasciò lottando contro il partito più grande d’Italia che era al governo e contro la sua “visione parrocchiale”. Il Pci, che si scisse dal Psi quando ci fu la Rivoluzione d’ottobre in Russia per conseguire anche in Italia quei risultati, fu visto da chi credeva nell’ideologia marxista – leninista come il vero portatore di quei valori e l’unica alternativa al sistema di potere in Italia. Craxi, anche se era al governo con la Dc, lavorava ad un’alleanza con il Pci: la politica dei due forni; il Psi col Pci se fossero riusciti ad ottenere la maggioranza assoluta avrebbero concretizzato il governo di quello che nel 1948 era il fronte popolare. L’importanza del Psi nel governo aumentava sempre di più e la Dc perse la presidenza del consiglio, per la prima volta dal 1945, all’inizio degli anni ’80: il tabù fu rotto per la prima volta da Spadolini e poi da Craxi. Il primo governo Craxi (1983 – 1986), già segretario del Psi dal 1976, stabilì il primato di longevità nella storia della Repubblica durando oltre tre anni, anni dopo sarà battuto dal governo Berlusconi; il governo riuscì a ridurre l’alta inflazione e a risolvere egregiamente la crisi di Sigonella. Dei terroristi arabi sequestrarono la nave da crociera Achille Lauro e uccisero un ebreo americano paralitico, quando i terroristi si arresero, gli americani avrebbero voluto prenderli in consegna ma Craxi lo impedì, rischiando di rompere la tradizionale amicizia con gli Usa. Un altro importante episodio del suo governo fu quando Gheddafi scagliò dei missili a Lampedusa, mancando i bersagli, per rappresaglia ad un attacco americano a Tripoli. Durante il governo Craxi il Pci istituì un referendum abrogativo sulle norme approvate dal governo sulla scala mobile, ma non passò. La Dc scalpitava per tornare alla guida del governo e Craxi, dopo un altro suo governo bis, passò la mano dopo le elezioni politiche del 1987. Nel 1992 era previsto che Craxi tornasse alla guida del governo ma le prime avvisaglie delle inchieste giudiziarie glielo impedirono, così il nuovo presidente del Consiglio fu il suo compagno di partito Giuliano Amato. Mario Chiesa, il primo arrestato per Tangentopoli, coinvolse Craxi e tutto il partito nell’inchiesta per vendicarsi, perché era stato definito dal segretario Psi un mariuolo. Le condizioni di salute di Craxi in quegli anni peggioravano sempre di più sotto il peso delle inchieste, dovette anche testimoniare nel processo Cusani e fu preso d’assalto dalla folla all’uscita di un albergo romano col lancio delle monetine. Dovette rifugiarsi ad Hammamet in Tunisia: negli anni del suo esilio veniva processato in molte inchieste e condannato; non vollero farlo tornare in Italia per curarsi e così morì il 19 gennaio 2000. Ora la gente che gli lanciava contro imprecazioni ed insulti grida “grande uomo politico” e propongono addirittura di intitolargli piazze e strade. Io personalmente non gli intitolerei piazze o strade perché fu dimostrato che il suo comportamento non fu impeccabile, ma mi chiedo perché solo alcuni partiti pagarono e altri si salvarono? Avrebbero dovuto scavare all’interno di tutti i partiti e vedere ciò che c’era dietro.

giovedì 14 gennaio 2010

37) VOGLIA DI RITORNO AL FUTURO

In queste ultime settimane ho acquistato all’edicola la trilogia di “Ritorno al Futuro” (“Back to the Future” il nome originale), il capolavoro del cinema fantascientifico degli anni ’80 e di tutti i tempi: fu ideato da Bob Gale e Robert Zemeckis, fu diretto dallo stesso Zemeckis, fu prodotto da Steven Spielberg e fu distribuito dalla Universal Studios.


Non mi sembra vero di possedere tutti e tre i film impressi in tre piccoli dischetti che posso visionare anche nella mia “centrale operativa dei blog” nella mia camera: oltre ai film ci sono molti contenuti speciali come le testimonianze degli attori e dei produttori, le scene tagliate e i lavori di ripresa. I tre dvd sono dotati di sistema antiduplicazione, quindi se avessi voluto prelevare le scene più importanti e metterle in rete non avrei potuto farlo, ma già ci hanno pensato gli altri prima di me. Quanti ragazzi, adolescenti si entusiasmarono per quei film in quegli anni: il primo film fu trasmesso nella televisione italiana in prima visione nel gennaio 1989 e lo vidi, nel dicembre di quell’anno al cinema uscì il seguito, a me usciva la bava quando sentivo i racconti di chi l’aveva visto nei cinema di Latina o di Colleferro, io allora avevo 12 – 13 anni e non potevo andarci, mia fratello e mia sorella ci andavano qualche volta con i loro amici ma a me mi consideravano ancora piccolo. Dovetti attendere di vederlo nell’autunno 1990 quando fu trasmesso dal piccolo cinema parrocchiale di Cori, 1000 lire era il prezzo di ingresso: solitamente raramente andavo nell’oratorio della chiesa per vedere il cinema, invece per quell’occasione andai di corsa! Il terzo film uscì quasi in contemporanea con il secondo ma io dovetti aspettare ancora alcuni anni per vederlo in televisione. Chi possedeva il videoregistratore poteva vedere la serie Ritorno al Futuro noleggiando le videocassette e poi si passavano agli amici per non sentir più le loro assillanti richieste. Ovviamente anch’io come tutti, quando acquistai il videoregistratore, registrai tutti i tre i film in televisione quando ormai erano stati trasmessi moltissime volte. Ma ora ho i dvd: volete mettere? Sono meno ingombranti delle videocassette e le immagini rimarranno sempre nitide e limpide senza sbiadirsi.
Oggi gli appassionati di tutto il mondo di Ritorno al Futuro chiedono un quarto film, i produttori dopo aver studiato le sceneggiature hanno abbandonato l’idea, anche perché l’attore protagonista Michael J. Fox ha il Morbo di Parkinson e ormai si avvicina ai cinquanta anni per poter interpretare l’adolescente Marty McFly. L’attore, nonostante la sua malattia, si era reso disponibile ad interpretare lo scienziato Emmet Brown (interpretato nella trilogia da Christopher Lloyd). I filmati che girano su internet su Ritorno al Futuro 4, come quello che segue, non sono autentici.




I tre film hanno incassato in tutto il mondo complessivamente quasi un miliardo di dollari, i produttori hanno guadagnato notevolmente e si sono così ripagati i costosissimi lavori di ripresa: il montaggio in più riprese, per l’ambientazione in differenti epoche, della fantomatica cittadina californiana di Hill Valley, i truccatori, le controfigure, le complesse scene dove gli attori contemporaneamente interpretavano più personaggi, negli anni quando la tecnica digitale era agli esordi, effetti speciali ecc. L’ambientazione degli anni ’50 non fu casuale: in quegli anni nella società americana gli adolescenti cominciavano a dettar legge e immaginate i paradossi quando un ragazzo degli anni ’80 si ritrova nel tempo in cui i suoi genitori avevano la sua età; i suoi “maestri di morale” erano peggiori di lui. L’Italia in quei tempi era ancora un paese contadino, anche se si stavano gettando le basi per il miracolo economico, mentre gli americani già avevano un elevato tenore di vita: 17enni che avevano la macchina, televisori in casa ecc. I produttori di Ritorno al Futuro dovettero tenere conto delle trasformazioni del mondo rurale americano dagli anni '50, agli anni '80: il sorgere dei centri commerciali fece cessare le attività agricole. E’ sempre difficile prevedere il futuro perciò gli autori avrebbero fatto a meno di ambientare uno dei film nel 2015, difatti oggi siamo nel 2010 e ancora non si vedono tutte le tecnologie che avevano pronosticato consultando esperti, prima fra tutte le macchine che volano. Il primo film fu girato nel 1985 e dopo una pausa di quattro anni tra il 1989 e il 1990 furono girati i due successivi.

Il protagonista principale è un adolescente che per sbaglio e per sfuggire a dei terroristi a bordo dell’automobile DeLorean, mutata in macchina del tempo dal suo amico scienziato Emmet Brown, si ritrova nel 1955 quando i suoi genitori avevano la sua età: interferisce nel primo incontro tra i suoi genitori e rischia di sparire dall’esistenza se non metterà le cose a posto. Riuscirà nell’impresa, cambierà i caratteri dei suoi genitori, salverà la vita al suo amico scienziato, che lo aiuta a tornare al presente, e le cose si metteranno bene per la sua famiglia, mentre per il suo antagonista Biff si metteranno male; prima della sua partenza era tutto l’opposto.

Il secondo film è ambientato in tre epoche diverse: 2015, 1985 (alternativo) e 1955. Nel 2015 l’anziano Biff ruba la macchina del tempo va nel 1955 e consegna al sé stesso più giovane un almanacco sportivo con tutti i risultati per scommettere, così quando i protagonisti tornano al presente trovano un 1985 alternativo: con Biff miliardario, corrotto e potente, che ha assassinato il padre di Marty e ha potuto finalmente sposare la madre, del quale era stato sempre invaghito. I due protagonisti tornano nel 1955, dopo aver saputo che la linea del tempo era stata deviata in quel punto, per rimettere le cose a posto ma facendo attenzione a non imbattersi negli altri due “Loro Stessi” del primo film.

Nel terzo film lo scienziato Dog (Emmet), per un difetto della macchina del tempo, si ritrova nel 1885 nel vecchio west, Marty corre a salvarlo dalla morte ma Dog si è innamorato e non vuole andarsene, da quell’esperienza il ragazzo apprenderà di non cadere nelle provocazioni degli altri: ciò cambierà il suo futuro che avrebbe dovuto essere fallimentare. Lo scienziato Dog tornato anche lui al presente, dopo Marty, con sua moglie e i suoi figli esclamerà in conclusione una frase realista in contrasto con la fantasia cui era basata la trilogia: il futuro di nessuno è stato scritto, il futuro dipende da voi, createvelo buono!

Anche il Presidente degli Usa degli anni’80 Reagan era un patito di Ritorno al Futuro, si divertì molto durante la proiezione del film, quando nel 1955 lo scienziato Dog chiese a Marty “chi sarà il presidente degli Stati Uniti nel 1985?” Rispose: Ronald Reagan! Il dialogo continuò: Ronald Reagan?  L’attore? E il vicepresidente sarà Jerry Lewis? E il ministro della guerra sarà John Wayne? E la first lady sarà Marlin Monroe? Gli autori non volevano parlar male di Reagan ma solo dimostrare che l’impossibile diventa possibile quando un attore diventa presidente. E Reagan durante un discorso presidenziale citò una frase di Ritorno al Futuro: dove andiamo non ci servono strade!

sabato 9 gennaio 2010

36) SSLAZIO 1900: 110 ANNI INSIEME!



Oggi 9 gennaio 2010 ricorre il 110° anniversario della fondazione della Società Sportiva Lazio 1900: la società fu infatti fondata il 9 gennaio 1900 a Piazza della Libertà nel rione Prati di Roma da Luigi Bigiarelli (bersagliere e maratoneta), da suo fratello e da alcuni loro amici che divennero soci. Luigi Bigiarelli aveva partecipato col grado di sergente alla prima guerra italo – etiopica riuscendo a sopravvivere, successivamente da podista rimase suggestionato dai racconti di chi aveva partecipato alle prime olimpiadi dell’era moderna ad Atene nel 1896: proprio dalla bandiera greca trovò l’ispirazione per i colori della Lazio, il bianco e il celeste. Il motivo per cui fu fondata la nuova polisportiva era che Bigiarelli e i loro amici avevano bisogno di essere tesserati con una società per partecipare a maratone e ad altre gare sportive. Siccome altre società sportive ginniche portavano già il nome Roma fu deciso di chiamare la nuova società Lazio: si arrivò a quel nome pensando a qualcosa di più grande che contenesse Roma, il Lazio appunto, popolato dai popoli latini che fecero nascere l’antica città; per simbolo venne scelta l’antico emblema di Roma e della sua potenza di dominio sul mondo antico: l’aquila. L’anno seguente, dopo aver ottenuto molti successi nelle varie discipline sportive, la polisportiva creò la prima squadra di calcio della Lazio: Guido Baccani ne fu il primo allenatore e Sante Archeani la prima bandiera.


Il gruppo storico dei pionieri della Lazio nella prima squadra di calcio: in abiti da bersagliere Luigi Bigiarelli


La squadra di calcio giocò a carattere episodico e locale i primi anni, nel 1912 – 13 riuscì finalmente ad emergere e dopo aver vinto i gironi laziali e del sud andò a Genova a giocarsi lo scudetto con la Pro Vercelli, dove fu battuta sonoramente. L’anno dopo conquistò un’altra finale scudetto e perse di nuovo contro il Casale, l’ultima finale scudetto fu persa contro il Genoa nel 1923. Nel 1926 il regime fascista decise di far unire le squadre calcistiche della stessa città a fini propagandistici per ottenere consensi tra le masse popolari: nacquero la Fiorentina, il Napoli e La Roma, quest’ultima nata dalla fusione dall’Alba Roma, dalla Fortitudo Roma, dalla Roman e dalla Pro Roma, avrebbe dovuto fondersi anche la Lazio ma il presidente Giorgio Vaccaro, gerarca fascista e esponente della Federcalcio, si oppose fermamente. Negli anni ’30 fu progettato di vincere lo scudetto ma si arrivò solo secondi nel 1937, nella squadra militava Silvio Piola il più grande cannoniere italiano di tutti i tempi. La squadra vinse la rinnovata Coppa Italia nel 1958 e da lì iniziò il periodo più traumatico per la società: problemi economici e societari portarono ad una continua altalena tra A e B che si interruppe all’inizio degli anni ’70 quando si formò un nuovo gruppo di campioni allestito dal nuovo presidente Umberto Lenzini. Chinaglia, D’Amico, Wilson, Re Cecconi e altri giocatori, sotto l’allenatore Maestrelli, riuscirono a conquistare il primo scudetto della Lazio nel 1974. Il gruppo vincente si sfaldò negli anni successivi e la Lazio retrocesse di nuovo nel 1980 per il calcio scommesse. Nel 1983 Giorgio Chinaglia dopo aver fatto fortuna in America rilevò la società nel momento della promozione in Serie A: non furono però anni felici quelli di Chinaglia presidente, non aveva abbastanza denaro per rinforzare la squadra che retrocesse di nuovo. Nel 1986 si rischiò il fallimento, il nuovo proprietario Calleri lo evitò e scongiurò anche la Serie C, ottenendo solo nove punti di penalizzazione in B. All’ultima giornata del campionato 1986 – 87, sotto la guida tecnica di Eugenio Fascetti, Giuliano Fiorini segnando la rete decisiva contro la L.R. Vicenza evitò ancora la Serie C e mandò la squadra agli spareggi contro Taranto e Campobasso a Napoli: Fabio Poli segnò la rete che salvò ancora la Lazio. La Lazio, riuscita ad evitare la Serie C1, nel 1988 fu promossa in Serie A e nel 1992 ci fu il passaggio di proprietà tra Calleri e Cragnotti. Sergio Cragnotti aveva programmi ambiziosi per la Lazio: iniziò ad acquistare senza badare a spese campioni come Gascogne, Signori, il portiere Marchegiani e altri ma l'undici, arrivato ai vertici con gli allenatori Zoff prima e Zeman dopo, non riusciva a vincere trofei.




Nel 1998 ci fu la svolta decisiva con l’entrata in borsa della SSLazio, in concomitanza con la conquista della Coppa Italia: si acquistarono giocatori come Veron, Salas, Conceicao, Almeyda, Mancini, Vieri, loro con altri giocatori come Nesta, del vivaio biancoazzurro, Negro e Favalli, allenati da Eriksson, formarono un gruppo invincibile che vinse la Coppa delle Coppe, la Supercoppa Europea, il secondo scudetto e altre competizioni minori nazionali. Nel 2003 Cragnotti dovette cedere la società ad una cordata di banche, a causa del fallimento della sua Cirio: Longo fu il nuovo presidente e Baraldi il direttore generale. In quel periodo la squadra nonostante i problemi si fece onore: conquistò un piazzamento in Coppa Campioni e vinse la Coppa Italia nel 2004 con Mancini allenatore. Nel 2004 Claudio Lotito divenne il nuovo padrone della società, si accordò col fisco per risolvere i problemi economici e si avviò all’avventura calcistica. Lotito a causa del suo irruente carattere non è molto amato dai tifosi: nel corso della sua gestione molti giocatori che potevano dare ancora molto alla causa laziale hanno preferito andarsene per non averci a che fare. Nel 2009 sono arrivati i primi due trofei della sua gestione: la Coppa Italia e La Supercoppa Italiana sotto la guida tecnica di Delio Rossi. Attualmente la Lazio, nel corso di questo campionato 2009 – 2010, naviga nei bassifondi della classifica e rischia la Serie B, principalmente a causa degli ammutinamenti di Pandev e Ledesma, ma i nuovi acquisti di gennaio fanno presagire che la squadra potrà continuare la seconda parte della stagione in tranquillità potendo ambire ad una tranquilla salvezza. Attualmente l’argentino Mauro Zarate è la nuova stella della squadra e tutti i tifosi si augurano che possa crescere e dare ancora molto alla Lazio in futuro. 
Scudetto.svgScudetto.svgCoccarda Coppa Italia.svgCoccarda Coppa Italia.svgCoccarda Coppa Italia.svgCoccarda Coppa Italia.svgCoccarda Coppa Italia.svgSupercoppaitaliana.pngSupercoppaitaliana.pngSupercoppaitaliana.pngCoppacoppe.pngSupercoppaeuropea.png


venerdì 1 gennaio 2010

35) ANNO NUOVO VITA NUOVA?


FELICE 2010 A TUTTI

Ogni anno in televisione vengono trasmessi i tradizionali concerti di capodanno: fino ad alcuni anni fa l’appuntamento classico era dalla Sala Filarmonica di Vienna dove si ascoltavano in gran parte i valzer e le polche, di quello che era un tempo l’Impero Austroungarico, composti principalmente dalla dinastia di musicisti degli Strauss,  da pochi anni invece dal Teatro La Fenice di Venezia è stato inaugurato il concerto di capodanno italiano e si ascoltano opere liriche del nostro Giuseppe Verdi. Mi ha fatto una strana sensazione ascoltare i due concerti, il primo in differita il secondo in diretta, principalmente per motivi storici: durante l’ottocento quando gli Strauss erano in piena attività l’Austria dominava l’Italia, in alcuni stati direttamente e in altri indirettamente, gli spartiti di alcune composizioni possiamo considerarli macchiati da sangue italiano, come quando Strauss padre celebrò con la sua Marcia il feldmaresciallo Radetzky che aveva represso in Italia le rivolte del 1848; sempre in quel periodo Giuseppe Verdi era visto come un aiutante della causa risorgimentale italiana, nel Nabucco maschera gli italiani oppressi con gli israeliti deportati a Babilonia. Sui muri si scriveva “Viva Verdi” e tutti pensavano al compositore ma in realtà si voleva dire “Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia”.

Questi concerti vengono effettuati per brindare all’anno nuovo con l’augurio che porti tante soddisfazioni e che sia migliore di quello vecchio. Tante persone come da tradizione stanotte hanno fatte le ore piccole e sono rientrate all’alba per festeggiare il nuovo anno, in particolare i giovani che iniziano a pensare alla notte appena trascorsa già da due o da tre mesi prima e si dicono: oh, ndo’ va a capodanno? A pasquetta è uguale: oh, ndo’ va a pasquetta? Anche a me anni fa piaceva fare l’alba, ma quando ci si fa un po’ più grandi il ritmo frenetico della vita inizia a calare, è anche giusto perché diciotto o vent’anni vengono una volta sola, così ora preferisco solo attendere la mezzanotte per poi ritirarmi immediatamente. La mattina con poche persone in giro è l’ideale godersela fresco e riposato, fare i tradizionali giri che fai sempre, partecipare alla messa e poi assistere in televisione ai concerti. Se ancora oggi facessi l’alba mi sentirei sballato e intontito per alcuni giorni, ma vale davvero la pena non godersi la giornata del primo dell’anno?


Il tempo passa e non ci rendiamo conto che quelli che fino a ieri erano bambini oggi sono uomini che si fanno largo e che si affermano nella vita, altre persone invece sono ancora alla ricerca di sé stesse e di quello che vorrebbero essere e altre persone ancora purtroppo sono state risucchiate dal vortice di questi tempi moderni, tecnologici e da tutte le negatività che ne conseguono: droghe, incidenti stradali. Facciamo gli auguri ai più fortunati che rientrano nel primo caso, che possano affermarsi sempre più, cercando tutti di vincere il grosso veleno italiano/corese, vale a dire l’invidia, cioè il soffrire e l’avvilirsi per la fortuna altrui o per il realizzarsi degli altri. (Come mai proprio quello che sembra tontolone? Io cos'ho di meno a lui?) Faccio un discorso generico non parlo di me, che non mi sono realizzato o affermato in nessun campo, ma quando mi arrivano quelle perfide tentazioni faccio di tutto per allontanarle e per essere felice per gli altri.

Spero anche a me che questo anno mi porti tante cose belle e positive che preferisco non rendere pubbliche e in più potrei decidere di riprendere con la vena poetica. Poeti lo sono tutti: che ci vuole a scrivere in versi tutte le sensazioni e le emozioni che ad uno vengono in mente, senza cercare necessariamente la rima? (che non è l’elemento che fa la differenza nelle poesie) Nelle poesie uno delle volte si dimostra troppo debole, delicato e fragile, per questo avevo pensato di distruggerle tutte, al contrario quando uno si diletta con le analisi storiche e politiche si dimostra più tosto, massiccio e incazzato, per dirla in termine militareschi. Potrei fare un sito, inizialmente con le poesie dialettali, o comprando un dominio o gratuitamente, scegliendo un dominio tra altervista, libero e supereva, ma dovrei anche acquisirne i diritti d’autore. Essendo tradizionalista mi sarebbe piaciuto fare un libro classico ma non è semplice e poco oneroso come realizzare un sito internet e di questi libri su Cori generalmente non se ne vendono molti: noto che rimangono per mesi e mesi sugli scaffali dei commercianti. Se realizzerò questa idea chi sarà interessato a leggere potrà entrare nel sito che creerò, mi farò pubblicità sui blog e attaccando volantini in giro. Fino a luglio sarò impegnato con il blog sui mondiali di calcio (non posso fare cento cose tutte insieme!), poi deciderò se portare avanti quel mio progetto, ma sarà anche probabile che ci ripenserò e non farò nulla perché sarà solo una mia soddisfazione personale che non mi darà guadagni: carmina non dant panem e quindi denarum (scrivere poesie non fa guadagnare denaro). Un tempo amavo di più Cori e il suo dialetto, ora un po’ meno e in casa mia il corese non è parlato molto, solo io provo a cimentarmi. Spero infine che anche voi riusciate a portare a termine i vostri progetti in questo anno nuovo! FELICE 2010!!!