GLI ARGOMENTI MAGGIORMENTE
IN VOGA DELL’ESTATE 2016 A
CORI SONO: GLI IMPIANTI SPORTIVI DI STOZA,
LA SQUADRA DI
CALCIO, LA PULIZIA DEL
PAESE, IL CAROSELLO STORICO, IL LATIUM FESTIVAL.
Gli impianti sportivi di
Stoza sono imponenti per un modesto
paese e dopo una fase di abbandono, rovina e degrado, in cui erano stati
paragonati ad una cattedrale nel deserto, stanno pian piano rivedendo la luce,
nonostante qualche intoppo. In questa torrida estate, la cui calura è spezzata
di tanto in tanto dai temporali, molte persone corrono nella pista in terra
battuta che circonda il campo di calcio di Stoza.
Anch’io ci vado ogni tanto. Capita di guardare gli imponenti spalti,
di ripensare con nostalgia alle fredde, ventose, delle volte piovose giornate
invernali, in cui si seguiva la squadra di calcio e di sognare che qualche importante
mecenate innamorato di Cori la rifondi, facendola arrivare ad altissimi
livelli, così da migliorare ed ampliare ancora di più lo stadio. Parlando con
realismo, se dovesse rifondarsi la squadra di calcio che ha chiuso i battenti,
sarà a livello amatoriale, difficilmente rivivremo le glorie degli ultimi tempi.
Sarà compito del Comune mettere nelle condizioni migliori un appassionato
sportivo (che è agevolato nelle tasse se è titolare di un’impresa) che ha delle
disponibilità economiche di svolgere al meglio il proprio compito.
L’amministrazione comunale avrebbe potuto lanciare un appello o fare qualcosa
per salvare il calcio a Cori, specie quello giovanile (fa ancora in tempo a
prodigasi e non è escluso che lo stia facendo), la prima squadra avrebbe anche potuta essere sacrificata. Bisogna però
sottolineare che il pallone a Cori non è sparito completamente, poiché esiste una
piccola realtà del calcio a cinque
con un’annessa scuola calcio. Ad un privato imprenditore non si può dir nulla
se decide di prendere, non prendere, lasciare una società calcistica; è
l’attaccamento della gente ad una squadra che fa la differenza: se a Cori il
calcio locale fosse stato molto seguito il nostro pallone avrebbe avuto un
seguito e gli amministratori comunali si sarebbero fatti in quattro per
salvaguardarlo. Le cose positive non durano molto a Cori (fu così anche per la
pallavolo), non appassionano, non entusiasmano (poi ci sono sempre le invidie, le ripicche, le rivalità); l’unica eccezione è costituita
dagli sbandieratori, che danno la possibilità a molti ragazzi di viaggiare nel
mondo.
Dopo la cessata attività
della squadra di calcio nessuno aveva più curato il manto erboso del campo sportivo e fatto
pulizia: ha provveduto il Comune, in occasione del Carosello Storico che si è disputato allo Stadio di Stoza. Le erbacce sono presenti un po’ ovunque, provvedono
ad estirparle a zone in occasione di ricorrenze particolari, come è successo
con Stoza: la scalinata della Madonna del Soccorso e l’area mercato
vengono pulite nel mese di maggio per la festa della Madonna, il cimiteri nel mese di novembre per la ricorrenza dei
defunti, i tragitti del centro storico solo per il Carosello e il Latium
Festival. Perché non si selezionano dei nuovi lavoratori a tempo determinato
con una graduatoria, che lavorando a rotazione, un gruppo al mese, da aprile a
settembre, puliscono Cori dall’erba alta?
Il Carosello Storico dei Rioni è intoccabile: sarà indubbiamente più
seguito del calcio, ma appassiona soltanto coloro che hanno a che fare con le
varie porte e quelli cui interessa la sola disputa dell’anello. Non è che sia
da buttare via, potrebbe essere impostato meglio: ormai la maggioranza dei
paesani ci pensa solo i giorni delle sfilate che guardano nelle strade (alcuni vanno altrove), facendo
qualche commento sulle priore, poi qualcuno mangia nelle taverne ed arrivederci
all’anno prossimo; non ci sono iniziative di promozione turistica o artigianale, con un incorporato viaggio nel rinascimento,
come avviene nei paesi limitrofi per i palii “inventati”, copiando quelli
originali come i nostri. Tutti gli anni i giornali di Latina scrivono sempre le
stesse cose nel presentare questa rassegna storica. Con la formula dei due
palii all’anno la manifestazione ha perso di anno in anno interesse:
quell’entusiasmo, quella partecipazione, quel coinvolgimento di massa che c’era,
quando veniva proposto a distanza di anni, è andato spegnendosi lentamente.
Potranno anche venire a vederlo da fuori, più che altro per i costumi antichi,
non certo per la corsa all’anello, che per un forestiero potrà risultare lunga
e noiosa. Guardando il sito del palio si potrà notare che negli anni delle
amministrazioni comunali di destra, provarono senza successo a rivoluzionare il Carosello: nel 2001 facendo fare un solo
palio, nel 2007 non facendolo svolgere affatto per rinnovarlo e rilanciarlo. Quegli
amministratori comunali fallirono la missione per la forte opposizione degli irriducibili contradaioli e per la loro
caduta anticipata.
Il “Latium Festival” è presente da più di quarant’anni a Cori, anche
se prima veniva chiamato “Festival della
Collina”: è molto interessante vedere di anno in anno la moltitudine del
folclore, che arriva da svariate associazioni dei molti popoli del mondo, in
scena per una decina di giorni in questo paese adagiato su un colle dei Monti Lepini. L’unico elemento negativo
è che i vari gruppi non possono fare baccano in pieno centro cittadino tutte le
notti fino al’alba, perché la gente non tutta è in ferie: la mattina deve
alzarsi presto e nelle ore notturne non riesce a riposare. A mezzanotte,
massimo mezzanotte e mezza, tutto dovrebbe tacere come nelle feste patronali.
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