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domenica 28 agosto 2016

325) VIAGGIO D'AGOSTO A PARIGI



CRONACA DI UN VIAGGIO A PARIGI (BELLISSIMA CITTÀ PIENA DI PROBLEMATICHE), TRA LA SPENSIERATEZZA E UN PO’ DI TIMORE, STRAVOLTI L’ULTIMO GIORNO DALLE ANGOSCIOSE NOTIZIE PROVENIENTI DALL’ITALIA.



Sono tornato in vacanza a Parigi, dopo tanti anni dalle altre volte che l’avevo visitata. Qualcuno tra i parenti e i conoscenti più stretti ha mostrato scetticismo, perplessità e stupore per questa mia scelta, cercando anche di dissuadermi. Io invece avevo poca paura e sono andato avanti per la mia strada, ragionando così: “ora dopo tanti attentati Parigi sarà super controllata”. Infatti: militari e poliziotti sono presenti ovunque, soprattutto nelle vicinanze delle attrazioni principali; all’ingresso di ogni monumento, di ogni centro culturale e commerciale i controlli sono rigidissimi, come ovviamente lo sono negli aeroporti (molto più fiscali rispetto a noi). Nelle metropolitane non ci sono molti controlli: tutti vi possono accedere liberamente; ogni tanto si sente qualche annunciatore che in più lingue (perfino in italiano), comunica i possibili controlli a sorpresa delle forze dell’ordine, che continuamente monitorano la situazione attraverso le telecamere di sicurezza, e l’invito ai viaggiatori a segnalare borse e oggetti abbandonati, situazioni sospette. La capitale francese era piena zeppa di turisti: la paura degli attentati evidentemente non ha scoraggiato i viaggiatori. Come al solito i visitatori giapponesi e americani erano numerosissimi, c’erano un po’ di italiani, non moltissimi, addirittura erano presenti dei nuovi turisti che arrivano da nazioni emergenti: India, Cina e paesi arabi. Il clima era molto più torrido e umido rispetto a noi, in particolare nelle ore pomeridiane, serali. Da questo viaggio non sono rimasto particolarmente soddisfatto: Parigi è una bellissima città, nessuno lo mette in discussione, però c’è troppo degrado, troppa incuria. Io che pensavo ce l’Italia fosse l’unico caso nell’Europa Occidentale. Nelle strade, a pochi metri l’uno dall’altro, sono presenti moltissimi mendicanti, addirittura intere famiglie con bambini, sali nelle metropolitane, nei treni, e quasi sempre qualcuno attacca il comizio, oppure suona qualche strumento, dopodiché passa tra i sedili col cappello in mano. A ridosso delle principali attrattive turistiche sono presenti miriadi di venditori ambulanti abusivi. Io se avevo qualche spicciolo tra le mani lo donavo, domandandomi come mai in Francia, nella seconda nazione più ricca economicamente d’Europa dopo la Germania, succedesse tutto quello e ci fosse troppo lassismo, degrado e permissivismo? Se vai a Londra non si vede nulla di tutto ciò. Parigi è più bella di Londra, ma per il rispetto delle regole, per la disciplina e per l’assistenzialismo è meglio la capitale britannica. L’identità del popolo francese è quasi sparita, molto di più dell’Inghilterra: entrambi gli stati hanno agevolmente concesso a milioni d’abitanti dalle molte ex colonie la residenza e le cittadinanze. Particolare interesse ed emozione ha suscitato in me la vista dei luoghi principali della Rivoluzione Francese: la Piazza della Bastiglia e la Piazza della Concordia, il luogo dei ghigliottinamenti. Per visitare il Museo del Louvre, pieno di capolavori italiani rubati da Napoleone, c’è voluta quasi una giornata, più rapida è stata la visita alla Reggia di Versailles. Non potevano mancare la salita verso la vetta della Torre di Gustavo Eiffel, uno sguardo all'Arco di Trionfo e una santa messa domenicale alla Cattedrale di Nostra Signora di Parigi, nell’isola della Cité posta in mezzo alla Senna. Più affascinante rispetto a Notre Dame è la Basilica del Sacro Cuore, situata in un’altura nel quartiere degli artisti di Montmartre



La mattina dell’ultimo giorno di vacanza nella mia camera dell’albergo, accendendo il televisore, dal quale era possibile sintonizzarsi anche sui canali italiani, ho appreso le drammatiche notizie provenienti dall’Italia: quando ho sentito dire un forte terremoto nell’Italia centrale tra le regioni Lazio, Marche, Umbria, ho escluso subito la possibilità che potesse trattarsi della mia zona laziale, la quale non è vicina alle altre due regioni citate. Ho sperato che facesse danni sì, ma poche vittime, purtroppo successivamente ho costatato che non era così. Ho pensato anche alla paura a Cori, con la gente fuggita nelle strade; successivamente mi hanno riferito che il sisma nel mio paese non è stato avvertito con grande allarmismo. Erano dei quesiti di cui non potevo avere risposte perché avevo dei problemi col telefono tascabile, sia ell'effettuare chiamate, che nel riceverle: perciò tra angoscia ed ansia ho proseguito il giro turistico visitando la Cattedrale di Saint Denis, che custodisce le spoglie dei Re di Francia, poi mi sono recato a Colombes, un sobborgo di Parigi, per visitare lo stadio in cui la nazionale italiana di calcio vinse il mondiale nel 1938. Nel pomeriggio, prima di intraprendere il lungo viaggio verso l’aeroporto, mi sono portato al Centro Pompidou, nel quale ci sono delle postazioni internet a disposizione di tutti e molti televisori collegati ai canali di molte nazioni, per informarmi sull’evolversi dei drammatici eventi del sisma. A notte fonda arrivato a Ciampino, il piazzale dell’aeroporto era molto trafficato dopo l’arrivo degli ultimi voli giornalieri: tra turisti che rientravano dalle vacanze, parenti che li attendevano, assistenti di volo e piloti che si scambiavano commenti sulle linee che avevano fatto. Tutti potevamo rientrare nelle nostre case nella normalità con la consapevolezza che le tragedie erano toccate ad altri e non a noi. Non si rischia soltanto a Parigi, a Londra, a Roma per gli attentati, si rischia anche stando in casa propria a causa delle calamità naturali.

1 commento:

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