CRONACA DI
UN VIAGGIO A PARIGI (BELLISSIMA CITTÀ PIENA DI PROBLEMATICHE), TRA LA SPENSIERATEZZA E
UN PO’ DI TIMORE, STRAVOLTI L’ULTIMO GIORNO DALLE ANGOSCIOSE NOTIZIE
PROVENIENTI DALL’ITALIA.
Sono tornato in vacanza a Parigi, dopo tanti anni dalle altre volte
che l’avevo visitata. Qualcuno tra i parenti e i conoscenti più stretti ha mostrato scetticismo, perplessità e stupore per
questa mia scelta, cercando anche di dissuadermi. Io invece avevo poca paura e
sono andato avanti per la mia strada, ragionando così: “ora dopo tanti attentati Parigi sarà super controllata”. Infatti:
militari e poliziotti sono presenti ovunque, soprattutto nelle vicinanze delle
attrazioni principali; all’ingresso di ogni monumento, di ogni centro culturale
e commerciale i controlli sono rigidissimi, come ovviamente lo sono negli
aeroporti (molto più fiscali rispetto a noi). Nelle metropolitane non ci sono
molti controlli: tutti vi possono accedere liberamente; ogni tanto si sente
qualche annunciatore che in più lingue (perfino in italiano), comunica i
possibili controlli a sorpresa delle forze dell’ordine, che continuamente
monitorano la situazione attraverso le telecamere di sicurezza, e l’invito ai viaggiatori a segnalare
borse e oggetti abbandonati, situazioni sospette. La capitale francese era
piena zeppa di turisti: la paura degli attentati evidentemente non ha scoraggiato
i viaggiatori. Come al solito i visitatori giapponesi e americani erano
numerosissimi, c’erano un po’ di italiani, non moltissimi, addirittura erano
presenti dei nuovi turisti che arrivano da nazioni emergenti: India, Cina e
paesi arabi. Il clima era molto più torrido e umido rispetto a noi, in
particolare nelle ore pomeridiane, serali. Da questo viaggio non sono rimasto
particolarmente soddisfatto: Parigi è una bellissima città, nessuno lo mette in
discussione, però c’è troppo degrado, troppa incuria. Io che pensavo ce
l’Italia fosse l’unico caso nell’Europa Occidentale. Nelle strade, a pochi metri
l’uno dall’altro, sono presenti moltissimi mendicanti, addirittura intere
famiglie con bambini, sali nelle metropolitane, nei treni, e quasi sempre
qualcuno attacca il comizio, oppure suona qualche strumento, dopodiché passa
tra i sedili col cappello in mano. A ridosso delle principali attrattive
turistiche sono presenti miriadi di venditori ambulanti abusivi. Io se avevo
qualche spicciolo tra le mani lo donavo, domandandomi come mai in Francia,
nella seconda nazione più ricca economicamente d’Europa dopo la Germania, succedesse
tutto quello e ci fosse troppo lassismo, degrado e permissivismo? Se vai a
Londra non si vede nulla di tutto ciò. Parigi è più bella di Londra, ma per il
rispetto delle regole, per la disciplina e per l’assistenzialismo è meglio la
capitale britannica. L’identità del popolo francese è quasi sparita, molto di
più dell’Inghilterra: entrambi gli stati hanno agevolmente concesso a milioni
d’abitanti dalle molte ex colonie la residenza e le cittadinanze. Particolare
interesse ed emozione ha suscitato in me la vista dei luoghi principali della Rivoluzione Francese: la Piazza della Bastiglia e la Piazza della Concordia, il luogo dei
ghigliottinamenti. Per visitare il Museo
del Louvre, pieno di capolavori italiani rubati da Napoleone, c’è voluta quasi una giornata, più rapida è stata la visita alla
Reggia di Versailles. Non potevano
mancare la salita verso la vetta della Torre
di Gustavo Eiffel, uno sguardo all'Arco di Trionfo e una santa messa domenicale alla Cattedrale di Nostra Signora di Parigi, nell’isola della Cité posta in mezzo alla Senna. Più
affascinante rispetto a Notre Dame è la Basilica del Sacro Cuore, situata in un’altura
nel quartiere degli artisti di Montmartre.
La mattina dell’ultimo giorno di vacanza nella mia camera
dell’albergo, accendendo il televisore, dal quale era possibile sintonizzarsi
anche sui canali italiani, ho appreso le drammatiche notizie provenienti
dall’Italia: quando ho sentito dire un forte terremoto nell’Italia centrale tra
le regioni Lazio, Marche, Umbria, ho escluso subito la possibilità che potesse
trattarsi della mia zona laziale, la quale non è vicina alle altre due regioni
citate. Ho sperato che facesse danni sì, ma poche vittime, purtroppo
successivamente ho costatato che non era così. Ho pensato anche alla paura a
Cori, con la gente fuggita nelle strade; successivamente mi hanno riferito che
il sisma nel mio paese non è stato avvertito con grande allarmismo. Erano dei
quesiti di cui non potevo avere risposte perché avevo dei problemi col telefono
tascabile, sia ell'effettuare chiamate, che nel riceverle: perciò tra angoscia ed ansia ho proseguito il giro turistico visitando
la Cattedrale di
Saint Denis, che custodisce le
spoglie dei Re di Francia, poi mi sono recato a Colombes, un sobborgo di Parigi, per visitare lo stadio in cui la nazionale italiana di calcio vinse il
mondiale nel 1938. Nel pomeriggio, prima di intraprendere il lungo viaggio
verso l’aeroporto, mi sono portato al Centro
Pompidou, nel quale ci sono delle postazioni internet a disposizione di
tutti e molti televisori collegati ai canali di molte nazioni, per informarmi
sull’evolversi dei drammatici eventi del sisma. A notte fonda arrivato a Ciampino, il piazzale dell’aeroporto era
molto trafficato dopo l’arrivo degli ultimi voli giornalieri: tra turisti che
rientravano dalle vacanze, parenti che li attendevano, assistenti di volo e
piloti che si scambiavano commenti sulle linee che avevano fatto. Tutti
potevamo rientrare nelle nostre case nella normalità con la consapevolezza che le
tragedie erano toccate ad altri e non a noi. Non si rischia soltanto a Parigi,
a Londra, a Roma per gli attentati, si rischia anche stando in casa propria a causa
delle calamità naturali.
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