IL DELITTO DI CORI DI VENT’ANNI FA PRESENTA ANCORA DEGLI ENIGMI
IRRISOLTI.
Venti anni fa Cori finì nelle
cronache giornalistiche nazionali italiane per un terribile fatto di cronaca
nera: l’uccisione di due fidanzati in una casa di Via della Fortuna, con un numero impressionante di coltellate, quasi duecento complessivamente. Per un po’ di mesi le grandi televisioni nazionali e i
giornalisti della carta stampata (internet allora era riservato a pochi amatori
e non era un fenomeno di massa come lo è oggi, i telefoni cellulari con
l’innovativa scheda iniziavano a diventarlo) vennero a Cori per occuparsi di
quel caso che sconvolse l’Italia intera, intervistando molti coresi, scioccati
per quello che era accaduto nella loro oasi di tranquillità.
Ci fu una condanna a trent’anni
di reclusione nei tre gradi di giudizio nei confronti di Marco Canale: nei suoi
pantaloni furono trovate delle tracce di sangue compatibili con quelle delle
vittime. Nonostante questo, sono presenti dei lati oscuri in questo caso. Come
mai le tracce di sangue che erano presenti nei pantaloni del colpevole erano
minuscole con quel lago sanguineo fuoriuscito dalle vittime? Il responsabile fu
arrestato oltre un mese dopo il delitto: non ebbe il tempo per
distruggere le prove della sua colpevolezza, poiché i carabinieri sequestrarono i suoi pantaloni subito. O non lavò accuratamente i suoi
pantaloni, oppure non fu il solo ad entrare in quella casa. Non credo che, se
egli fosse innocente, i veri colpevoli abbiano macchiato i suoi indumenti per
incolparlo, anche perché lui stesso durante il processo ammise di essere
entrato nell’appartamento del delitto, nel primo pomeriggio di quel 9 marzo
1997, ma di aver trovato i due ragazzi già morti; tesi smentita da alcuni
testimoni che la sera videro in giro nel paese le due vittime. Uno implicato in un delitto, che si dichiara non colpevole, se dice di avere dei complici
conferma di aver partecipato al suddetto crimine. In qualche modo il reo c’entra:
o il delitto l’ha commesso da solo, o dietro c’è qualcosa di più grande in
cui anch’egli è coinvolto. Com’è possibile che Canale, dopo aver commesso il
crimine, abbia camminato nelle strade di Cori, con i propri indumenti zuppi di
sangue, senza aver dato nell’occhio? Egli dichiarò che quella domenica era appiedato
e non aveva l’auto: aveva chiesto un passaggio da Cisterna a Cori. Fu anche
visto qualcuno, di cui descrissero un vago aspetto, che gettava un sacco nei
bidoni della spazzatura: forse l’omicida che gettava i propri indumenti dopo
essersi cambiato (avrebbe potuto trattarsi di Canale o di un altro); in
questo caso si tratterebbe di duplice omicidio premeditato. La povera ragazza
non era invischiata in quelle storie di droga, in cui il ragazzo era dentro: ebbe
la sfortuna di trovarsi nel luogo sbagliato e nel momento sbagliato; se l’assassino
fosse arrivato in quella casa un po' più tardi, chissà forse oggi sarebbe viva.
Fa pensare l’altissimo numero di coltellate inferte alle vittime: evidentemente
era l’effetto della droga; una persona lucida in un momento di rabbia, in cui
perde il controllo, può sferzarne qualcuna, ma poi si ferma. Potrebbero esserci
degli altri moventi, oltre a quello della droga, dietro questo terribile
delitto: recentemente una televisione romana, parlando di questo fatto, ha ipotizzato
un movente passionale omosessuale (https://www.youtube.com/watch?v=PuVokDewVdE).
La casa di Via della Fortuna oggi
Personalmente ho dei ricordi legati
alle due povere vittime, che conoscevo di vista: una volta lei mi chiese una
sigaretta, io le dissi che le avevo finite, un’altra volta lui, una settimana
prima che lo uccidessero, mi chiamò in un bar e mi disse se volevo giocare a
biliardo, io acconsentii. Il giovane ucciso era estroverso, socievole, da
quando si era stabilito a Cori faceva facilmente amicizia con tutti i ragazzi
di allora: era tifoso del Napoli ed era
appassionato di musica, gli piaceva ascoltarla a tutto volume per ore e
contemporaneamente pensare, come disse una volta ad alcuni in piazza, e
chiedeva a qualche giovane suonatore di trovare la musica per dei versi che egli
scriveva.
Parlando in generale e non parlando
nello specifico di questo caso, di solito in molti omicidi le forze dell’ordine
non indagano a 360°, soprattutto quando brancolano nel buio più completo,
preferendo torchiare con minacce e pressioni psicologiche il primo che capita
sotto, specie se notano che è debole, emotivo. Talvolta i medium contattati
provano con delle sedute spiritiche, chiamando in causa le anime delle vittime,
a cercare le verità dei delitti irrisolti. Nell’Italia meridionale molti
assassinii rimangono dei casi aperti: gli inquirenti sanno chi sono i colpevoli
ma non hanno le prove per incastrarli, oppure hanno timore di ritorsioni; sono
consapevoli che potranno tenere per ore sotto interrogatorio i presunti
colpevoli e che non confesseranno mai. Fortunatamente da noi gli omicidi sono
molto rari (prima dell’ultima guerra mondiale erano più frequenti): avvengono
ogni trenta – quarant’anni. Mi hanno riferito che a Cori nei primi anni ’60 ci
fu un altro duplice omicidio: un infermiere in pensione uccise una signora, successivamente
si liberò di uno scomodo testimone che sapeva. Ma quel caso fu subito risolto e
non lascio dei dubbi aperti.
Deve esser stato terribile vedere due ragazzi conosciuti di vista al telegiornale in risalto nazionale giorni dopo, per poi non rivederli più, ma solo in una foto senza tempo. La cosa più brutta credo sia un ragazzino o delle persone ignare di ciò che è successo che passino di lì e non sappiano che 25 anni prima in quella casa sono state uccise due persone, che quella casa prima era frequentata da quelle persone, dall'assassino, da amici del ragazzo e dalla stessa ragazza che talvolta lo aspettava dentro. Pensare che anni prima per quella via ci passasse una ragazza che, con dei pacchetti avvolti nelle mani, risaliva via della Fortuna con del cibo per Patrizio è davvero deprimente come cosa, pensare che quei 2 ragazzi non si rivedranno più, ma solo sulla lapide cimiteriale, pensare che loro 2 non sapevano che di lì a poco sarebbero stati conosciuti da tutti per questa fine orrenda. Questa per me è la cosa peggiore.
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