SE IL
FONDAMENTALISMO ISLAMICO CERCASSE LA VITTORIA SOLTANTO
NEI PAESI MUSSULMANI POCO IMPORTEREBBE, IL GUAIO È CHE CERCA DI PENETRARE ANCHE
IN OCCIDENTE.
C’è stata ancora una mattanza islamica in Francia, la terza in
diciotto mesi, questa volta è stata duramente colpita la città di Nizza. Questi
sono i risultati di un buonismo senza limiti nelle politiche migratorie che ha
stravolto l’identità nazionale francese. Le nazioni europee maggiormente
colpite dal terrorismo islamico hanno tutte le stesse caratteristiche della
Francia: hanno rinunciato alla tutela delle loro culture, delle loro tradizioni
in nome di un mito multiculturale. Noi fortunatamente non siamo ancora ai
livelli della Francia, della Gran Bretagna, del Belgio, dell’Olanda, della
Germania: facciamo ancora in tempo a fermare l’inarrestabile ascesa della furia islamica
che cerca in tutti i modi di sottometterci, distruggendo la nostra cultura, che
si basa sul cristianesimo, e i nostri modi di fare, di pensare. Quasi nessuno
tra coloro che si proclamano imani in Italia ha condannato l’eccidio di Nizza. Alcuni
giornalisti propongono la totale espulsione dell’Islam in Italia se le alte
cariche musulmane non collaborano alla prevenzione delle violenze, segnalando i
predicatori dell’odio: a mali estremi, estremi rimedi. I problemi del mondo
islamico non dovrebbero minimamente interessarci, purtroppo ce li ritroviamo in
casa nostra.
Magari riuscissimo ad intravederli solamente in finestra, come
avviene nei paesi dell’Estremo Oriente: solo un po’ la Cina è alle prese con una
piccola minoranza islamica nel suo vastissimo e popolatissimo territorio, mentre le Coree,
Il Giappone, il Vietnam non sono sfiorati minimamente dalle violenze islamiste,
perché tengono le porte chiuse all’immigrazione. Anche nell’ex oasi laica turca
l’integralismo religioso avanza sempre di più; quella Turchia, cui l’Europa
lecca i piedi a suon di miliardi, ricatta il Vecchio Continente con la bomba immigrazione: basterebbe
posizionare una flotta navale lungo le coste delle isole greche, che non sono
molto lontane da quelle turche, per fermare quell’esodo ed evitare di pagare.
Il recente tentativo di colpo di stato che c’è stato in Turchia, a prescindere
che sia vero o no, ha prodotto violente repressioni. I nostri governanti rappresentano
lo specchio della nostra società: sensibile, debole, paurosa, delicata, che
preferisce patteggiare con i tagliagole piuttosto che osteggiarli. Ci sarebbe
bisogno di un Putin italiano.
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