- Cambi di opinione
Anni fa un militante di sinistra rimaneva disgustato e sconvolto dagli articoli che scrivevo sulla politica, sull’immigrazione e sull’integralismo islamico; mi fermava per strada, dicendomi quale fosse la sua opinione e dove avevo sbagliato. Quella stessa persona oggi non crede più nella politica e non va più a votare; un giorno di questi mi ha fermato: era arrabbiatissimo per via di tutto quello che sta accadendo nell’isola di Lampedusa, per coloro che sbarcano, pretendono, appiccano incendi e insomma fanno i padroni a casa nostra. Dicendomi che la gente non ne può più (hanno tutti due p….così): abbiamo il 30% di disoccupazione giovanile (e non), non possiamo più permetterci di accogliere chi arriva con indosso abiti griffati, chi ha dato agli scafisti 2000 €, chi butta il cibo che gli viene dato perché per lui non va bene e i delinquenti che approdano perché fuggiti dalle carceri. Ha inoltre parlato di nuove assunzioni (non ricordo precisamente dove), che hanno riguardato principalmente arabi e gente dell’Europa dell’est e soltanto 10 italiani. Ha criticato i vescovi e tutti i perbenisti, per lui si deve accogliere solo chi fugge dalla guerra, ha elogiato la Lega Nord (che macello se ci fossero stati i papalini, i democristiani al governo!) ma allo stesso tempo ha messo in guardia dalla possibilità dell’avanzata dei movimenti neonazisti in Italia e in tutta Europa (in qualche paese del nord ciò già sta accadendo) e in contrapposizione nei paesi arabi avanzerà l’integralismo islamico.
- Analisi sul lavoro
È stato un colloquio interessante e sensato: ancora una volta si dimostra che le mie teorie, più volte diffuse, non fossero poi così malate e paranoiche. Non erano neanche teorie di odio o di razzismo, ma solo degli inviti a riflettere e a fare attenzione a certe politiche. Molte persone non hanno problemi di impiego, sia nel settore terziario che secondario; appunto nelle industrie inizia a diffondersi, da noi ancora in piccolissima percentuale, la manodopera straniera. In un paese come Cori, quando c’è la possibilità che apra una nuova attività (una piccola industria o una grande attività commerciale) il comune dà l’autorizzazione e poi a lavorare ci vanno tutti i protetti dei membri dell’amministrazione comunale (mentalità tipica del “profondo sud”): tutti italiani, coresi; gli immigrati nel nostro paese lavorano tradizionalmente nell’agricoltura e nell’edilizia. Nelle altre realtà di ampie proporzioni, come le città industriali della Pianura Pontina, si inizia a non fare più la distinzione tra italiano e straniero per il posto di lavoro; sino a qualche anno fa si privilegiavano gli italiani, se non se ne trovavano allora si ricorreva agli stranieri, come accade oggi nel settore agricolo ed edile. Possono nascere e possono diffondersi anche così il razzismo e la xenofobia. La vita, così dorata per i molti militanti di sinistra e delle azioni cattoliche, non lo è più per larghi strati della popolazione italiana. Si va ancora avanti grazie ai genitori, che hanno superato i settanta e sono stati i protagonisti del miracolo, dello sviluppo economico: tutto quello che hanno accumulato negli anni d’oro ora lo impiegano per mantenere i loro figli, sposati e non. Ma questi genitori non sono eterni: che cosa sarà se la situazione attuale persisterà quando non ci saranno più? I loro figli e i loro nipoti saranno costretti a fare quello che oggi snobbano per le eccesive fatiche che si intravedono all’orizzonte? Se non lo faranno dovranno darsi alla delinquenza per sopravvivere. Come fa oggi qualche tunisino appena arrivato, che è fuggito dal centro di accoglienza e che viene arrestato perché sorpreso a spacciare droga. È la logica conseguenza della politica dell’accoglienza sfrenata e senza limiti, anche se non c’è richiesta di lavoro. Il governo ha dovuto faticare non poco per trovare un accordo con la Tunisia, dove non c’è più un governo forte, ha preferito trattare piuttosto che usare le maniere forti, alzando la voce. La linea buonista prevale sempre, pure con la Lega Nord al governo: sono stati concessi i permessi temporanei con la speranza leghista che i tunisini si recheranno negli altri paesi europei, dove sembrano intenzionati a non farli entrare.
- Rivoluzioni nordafricane e conseguenze
Non ci volevano proprio per noi queste sommosse nel Nord Africa, libiche soprattutto. Con la Libia avevamo fatto gli accordi per lo sfruttamento dei gas naturali e il contrasto all’immigrazione illegale: sono sfumati entrambi. Oggi tutti fanno finta di non conoscere Gheddafi, ieri in tutto il mondo si faceva la fila per incontrarlo. Con le incursione aeree della Nato e al termine del confitto gli altri si prenderanno le risorse naturali, noi prenderemo l’immigrazione selvaggia, che oggi accettiamo volentieri per il perdurare della guerra, nonostante gli altri non vogliano aiutarci. Ovviamente mi dispiace per le tragedie del mare e per le navi che affondano: in quel caso la colpa non è di nessun governo (anzi l’Italia è l’unico paese che soccorre le barche in mare) ma è solo di chi specula sulla pelle di quelle persone. Sono attacchi, quelli Nato, senza né capo, né coda: l’alleanza non attaccherà via terra, Gheddafi non sembra indebolirsi e i presunti massacri operati del dittatore non trovano riscontro. Che ci sia dietro la mano francese nelle ribellioni, visto che il Presidente della Francia non vedeva l'ora di far partire i suoi aerei militari? Berlusconi, il quale non partecipa alle incursioni, non ha potuto dire di no all’America e agli alleati nel concedere le basi aeree: avrà avuto timore che gli avrebbero fatto fare la fine di Craxi, che a Sigonella nel 1985 disse di no agli Usa; ma il Presidente del Consiglio attuale avrebbe potuto farlo, visto che ormai anche per l’età i fatti suoi se li è fatti, Craxi allora ancora era in auge. Bisognerà guardarsi le spalle e temere vendette di Gheddafi, tramite attacchi di terroristi. Queste operazioni militari non sembrano interessare particolarmente i pacifisti di sinistra, anzi stavolta è a destra che il pacifismo c’è, per gli ovvi motivi: perché in futuro si profilerà uno scenario nero per tutta l’area del mediterraneo.
#1 11 Aprile 2011 - 14:46
RispondiEliminaottime considerazioni,anluc;peccato veramente che berlusconi non abbia avuto il coraggio di dire "no" agli americani, avrebbe pure avuto le spalle coperte dalla russia di putin.
utente anonimo (IP: e35edfbeb30ce90)
#2 11 Aprile 2011 - 14:48
RispondiEliminaoopss,sopra sono io.
sebastia11