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lunedì 13 agosto 2012

153) LE OLIMPIADI DI LONDRA 2012



BILANCIO FINALE MEDAGLIE LONDRA 2012
(PRIME POSIZIONI)

nome
Oro
argento
bronzo
Totali
Stati Uniti
46
29
29
104
Cina
38
27
23
88
Gran Bretagna
29
17
19
65
Russia
24
26
32
82
Corea del Sud
13
8
7
28
Germania
11
19
14
44
Francia
11
11
12
34
Italia
8
9
11
28
Ungheria
8
4
5
17
Australia
7
16
12
35
Giappone
7
14
17
38
Kazakistan
7
1
5
13
Olanda
6
6
8
20
Ucraina
6
5
9
20
Nuova Zelanda
6
2
5
13
Cuba
5
3
6
14
Iran
4
5
3
12
Giamaica
4
4
4
12
Repubblica Ceca
4
3
3
10





A Londra domenica 12 agosto 2012 si sono conclusi i giochi della XXX Olimpiade estiva. La megalopoli inglese per la terza volta nella storia ha ospitato questa importante rassegna, tra elevatissimi costi per le infrastrutture e tornando ad essere il centro del mondo; non tutte le nazioni potrebbero permetterselo, tant'è vero che Roma ha dovuto ritirare la propria candidatura per il 2020, ma Madrid che sta peggio l'ha mantenuta. La maggioranza delle medaglie sono andate come al solito alle nazioni più grandi in superficie e più popolose: Usa, Cina, Russia e quest’anno si aggiunge la Gran Bretagna, sia perché ha delle discrete tradizioni olimpiche, sportive e sia perché era in casa propria. Seguono nel medagliere, nelle prime posizioni e come in tutte le edizioni olimpiche, alcune nazioni dell’Europa e dell’Asia, alcune medaglie l’ha conquistate nelle gare di atletica qualche stato africano, così come la Giamaica con l’asso Bolt, nazione centroamericana, ma popolata in maggioranza da neri. Le nazioni più povere prevalgono nell’atletica, mentre quelle ricche dominano nelle discipline in cui l’impiantistica fa da padrone, come ad esempio il nuoto. Le olimpiadi non fanno per l’America Latina (Brasile in testa): in quel continente solo il calcio hanno in mente e la loro fissa è quella di vincere solo quel torneo. All’interno dei giochi olimpici il pallone è lo sport meno seguito: uno in quattro anni si è super abbuffato e almeno per due settimane vuole conoscere altre realtà sportive che neanche sapeva esistessero. Non sembrano pensarla così i tre principali quotidiani sportivi italiani: le notizie relative alle olimpiadi le rilegavano nelle ultime pagine, evidenziando in prima pagina qualche cosa  rilevante, e continuavano a concentrarsi sulle loro squadre di calcio protette, parlando di amichevoli, calcio mercato e aspettative future. Al contrario i quotidiani politici di tutte le tendenze hanno dato ampio risalto ai giochi. È cosa giusta mettere in evidenza questi atleti, non professionisti, non super pagati e far conoscere variopinte realtà sportive: il tiro con l’arco, il tiro al piattello, la corsa dei cavalli ad ostacoli  e tante altre discipline di cui non si parla affatto nel corso del quadrienno intermedio tra un’edizione olimpica e l’altra.




Una bella idea ebbe il Barone francese De Coubertin nel riproporre dopo millenni quegli antichi giochi olimpici con il braciere acceso che si disputarono dal 776 a.c. al 393 d.c. nella città di Olimpia in Grecia: in tutto si tennero 292 edizioni (nell’era moderna siamo appena alla trentesima edizione!) e furono aboliti con la diffusione del cristianesimo, in quanto erano considerati giochi pagani. Pierre De Coubertin, dopo la sconfitta francese in guerra contro i prussiani, cercò un idea per valorizzare l’attività fisica. Diversamente dalla Grecia antica cambiarono alcune regole: giochi ogni quattro anni, aperti a tutti gli atleti del mondo di entrambi i sessi, con all’interno tutti gli sport esistenti e quelli inventati col passare del tempo, da disputarsi in tutte le città del pianeta. Nel corso dei decenni i giochi olimpionici sono divenuti pure strumento di propaganda politica e di esaltazione nazionale sia per regimi dittatoriali di destra e sinistra e sia per le democrazie, oppure strumento di visione mondiale per compiere proteste ed azioni eclatanti terroristiche (Monaco 1972). L’Unione Sovietica all’inizio non partecipava, ritenendo lo sport un vizio capitalistico, successivamente cambiò idea per propagandare la grandezza della propria nazione.

Così nacquero le guerre Usa – Urss sul campo sportivo e i boicottaggi a Mosca 1980 e a Los Angeles 1984 da parte di uno o dell’altro blocco. Il blocco sovietico molte volte riuscì a prevalere nel medagliere, oltre che con la nazione guida, anche con lo stato satellite della Germania Est. Questo stato disponeva di vere e proprie macchine sportive umane costruite in laboratorio con le sostanze dopanti. Forse è ciò che ora accade in Cina, la nuova potenza olimpica, che insedia gli Usa: si parla di metodi di allenamento brutali per i propri atleti. L’Italia, che non sfugge ad episodi di doping prontamente segnalati, è quasi sempre stata nel medagliere tra le prime dieci posizioni (vedere qui), con alti e bassi e senza infamia e senza lode: quindi sono inutili le polemiche relative al non raggiungimento dei livelli di Usa, Cina, Gran Bretagna e Russia. Qualcuno suggerisce di far gareggiare atleti esteri per ambire a più alti primati, come avviene in Gran Bretagna; ma se non sono atleti italiani che vittorie porteranno alla nostra nazione? Conviene di più per essi che provino a portare qualche successo nelle loro nazioni. La situazione della Gran Bretagna è diversa: fino a qualche decennio fa possedeva mezzo mondo e qualche lembo di terra le è rimasto, oltre agli stati inquadrati nel Commonwealth britannico. La nazione di casa spesso viene aiutata: allora lo spirito olimpico dov’è? Se lo sono chiesti in molti nella spettacolare cerimonia di chiusura, nell’attesa che tra quattro anni a Rio de Janeiro, con una nuova meravigliosa manifestazione di apertura, salirà nuovamente su il sipario e per due settimane saranno sotto i riflettori del mondo, nell’incontro tra tutti i popoli, questi sportivi sconosciuti.

domenica 5 agosto 2012

152) IL SOGNO DELLA BELLA AUTOMOBILE



DA NEOPATENTATI SI SOGNANO LE BELLE AUTO, CHE ARRIVANO QUASI SEMPRE NELL’ETA’ DELLE RESPONSABILITA’: TRA INCREDULITA’, RIBALTAMENTO DELLA  SENTENZA DI SCHERNO E DI SOTTOVALUTAZIONE DEL “TRIBUNALE POPOLARE”, RISCHI DI INCIDENTI, SPERANZE DI CONQUISTE IN AMORE E IMBORGHESIMENTO.




Sono trascorsi più di sei mesi dal passaggio del mio blog da Splinder a Blogger. Ultimamente ho un po’ mollato la presa, sia perché inizia a far molto caldo, sia perché qui non è come Splinder, il quale mi manca molto: era tutto più facile, c'era una redazione italiana per segnalare problemi e qualche amico virtuale lo trovavo, che lasciava qualche bel commento “sensato”. L’unica cosa vantaggiosa in questo canale telematico è l’illimitato spazio per caricare le fotografie, comprese quelle molto pesanti.

Nel frattempo ho tagliato un importante traguardo nella mia vita: ovvero ho acquistato una confortevole e bella automobile, non Ferrari, Bmw, Mercedes, qualcosa per le mie tasche. Ho senz’altro fatto un buon affare acquistandola da una persona di fiducia (se l’avessi comprata altrove l’avrei pagata molto di più), ma ho bruciato quasi la totalità dei miei risparmi personali, per cui penso che non potrò fare vacanze; dalle tasche ogni tanto dei tintinnii li sento: poche monete mi sono rimaste e qualche gelato posso ancora permettermelo. Facendo un discorso generico, non volendo puntare il dito su nessuno in particolare (con parecchi ho avuto quella sensazione che seguirà), sono le persone che girano da sempre con grossi macchinoni che rimangono incredule e sorprese quando ti incrociano per strada, come se volessero esclamare: ”come è possibile che questo cosetto si è fatto una nuova automobile del genere?” Quello stupore un po’ infastidisce: un poveraccio che con dei sacrifici riesce a mettere due soldi da parte, neanche può possedere una macchina decente o non è affatto degno di condurla. Io finalmente ce l’ho fatta: seppur in ritardo, inseguendo questa aspirazione da più di un quindicennio (periodo in cui giravo, ma non sempre, con piccole/medie, vecchie auto che via – via mi passavano fratelli, sorelle, cognati e non provavo meraviglia verso gli altri) e senza ancora saper cosa voler fare “da grande”, qualche modesta  conquista inizio ad ottenerla che mi consente di iniziare a farmi una posizione nella vita; mentre altri ragazzi che si inseriscono nel mondo del lavoro prima, tagliano molto prima quella meta.

Nel corso della vita ci si realizza conducendo le grandi macchine, poi quando si arriva all’età della pensione si torna indietro: si abbandonano i veicoli di grossa cilindrata per le utilitarie, sono più pratiche per quei pochi giri che si devono fare. Il sogno di molti diciottenni che prendono la patente è possedere un macchinone potente: per anni e anni tutto ciò rimane solo un’illusione. Generalmente si inizia a portare la piccola utilitaria di mamma (il grosso bolide papà mica te lo mette in mano), con le solite raccomandazioni: “dove vai? Non correre! Torna presto! Non bere! Sii giudizioso!” I giovanissimi neopatenti di sesso maschile tendono ad essere spericolati, tranne rare eccezioni: è il testosterone della crescita  che dirige tutto (e alcune volte pure l'eccesso di alcol e droga); quando si cresce, si matura e si diventa più prudenti, è in quei momenti che i genitori acconsentono alla conduzione di una autovettura più potente. Per le donne c’è il noto detto “donne al volante pericolo costante”, perché sono gli uomini ad avere maggiore pratica, maggiore attinenza con i motori. Alcuni genitori più permissivi mettono subito in mano veicoli potenti ai loro figli molto giovani, reputandoli all’altezza della situazione. Non colpevolizziamo solo loro, perche di incidenti stradali potrebbero esserne vittime anche le persone adulte, mature ed esperte, per cui alla guida occorre la massima prudenza da parte di tutti.

Un brutto vizio mentre si guida è quello di portarsi l’apparecchio telefonico all’orecchio, lo fanno persino coloro che dispongono di moderne auto dotate di congegni vivavoce: ormai si fa prima a contare chi non parla al telefono mentre guida. Guidare con l’apparecchio telefonico una bella macchina è da fichetti, specialmente se si vuol far colpo su qualche bella ragazzetta. Qualche volta che il papà manda il figlioletto a far benzina con il suo grosso quattro ruote, raccomandandogli di tornar presto, si spera che quasi tutti possano vederlo al volante, se ciò non avviene: “mannaggia, non mi ha visto nessuno, provo a tornar indietro veloce, veloce!” Se si riesce a fissare un appuntamento con una, il ragazzo, pensando di fare molto bene,  con dei profumi fa odorare per bene gli interni dell’abitacolo e sé stesso: nell’età dello sviluppo occorre lavarsi frequentemente per entrambi i sessi, onde evitare di emanare sgradevoli odori, specie nel periodo estivo in cui si suda di più; non sono razzista, però non giova in termini attrattivi la scarsa cura dell’igiene personale, idem per i deodoranti forti applicati sul sudore che creano degli effetti opposti a quelli voluti.

È certo che non sempre si riesce a conquistare una donna con una bella macchina, a tal proposito mi torna in mente un pezzo della canzone “Nella notte” degli 883: “uomini con macchine lunghe e costose, per alcuni una carta d’identità, poi rimangono molto delusi se la ragazza proprio non ci sta” L’intera canzone è un bel testo con riflessioni molto profonde (un po’ come le mie sulle politica), da veri esperti del mondo notturno delle discoteche: ambientato all’inizio degli anni ’90, presumibilmente nella bassa Lombardia. Penso che valga la pena riportare per intero quella canzone. La morale della "favola" è andare in discoteca per divertirsi e svagarsi, tutto il resto sono dei sovrappiù, anche gli inaspettati incontri amorosi e le delusioni.



Ragazzine vestite da modelle/tacchi a spillo e sguardo da star/rifiutano sempre perché sono belle/e restano sole al banco del bar./Le coppie si baciano come nei film/poi si tradiscono dopo un'ora/"Ma perché lei va con quello lì"/dice l'uomo solo col cuore in gola./In questo regno dove tutto è permesso lasciati andare e vedrai/che anche se non cambia niente è lo stesso/tu ti divertirai/Nella notte /un ritmo che ti prende/nella notte/ti sembra di volare/nella notte/che batte, batte, batte/e che ti porta via lontano./Tu sei carina bevi qualcosa/quasi sicuro lei non verrà /sei qui da sola ti porto a casa/no mi accompagna quel biondo là./Loro vanno in discoteca solo per ballare/poi passano le ore appoggiati a un muro /addobbati come vecchi lupi di mare/bicchiere sempre in mano e sguardo da duro./In questo regno dove tutto è permesso/lasciati andare e vedrai/che anche se non cambia niente è lo stesso/tu ti divertirai /Nella notte/un ritmo che ti prende/nella notte/ti sembra di volare/nella notte/che batte, batte, batte/e che ti porta via lontano./Uomini con macchine lunghe e costose/per alcuni una carta d'identità/poi però rimangono molto delusi/se la ragazza proprio non ci sta./Uomini che si raccontano avventure/sanno che nessuno poi ci crederà/giovani donne decise e sicure/scoppieranno in lacrime se lui non verrà./In questo regno dove tutto è permesso/lasciati andare e vedrai/che anche se non cambia niente è lo stesso/tu ti divertirai/Nella notte/un ritmo che ti prende/nella notte/ti sembra di volare/nella notte/che batte, batte, batte/e che ti porta via lontano.

Potrebbe essere anche che la bella macchina faccia imborghesire, così da abbandonare tutti gli ideali e le battaglie in cui si credeva fermamente. A questo proposito mi torna in mente un articolo di “Mondo Erre”, il mensile per ragazzi che leggevo ai tempi delle scuole medie: c’era scritto dell’attore Michael J. Fox, protagonista della trilogia di “Ritorno al Futuro”, che girava in Ferrari per le strade di Los Angeles. Quando lessi, nella mia ingenua fantasia, in cui non distinguevo tra realtà e finzione, rimasi seccato e stupito: “ma come ora che ha finito girare dei film del genere si sente appagato con la Ferrari, non fa nulla, non cerca il suo amico scienziato per cercare di inventare la macchina del tempo e viaggiarvi?” Quell’attore era spericolato con i motori, la malattia l’ha cambiato.

L’automobile potrebbe cambiarti in meglio o in peggio, dipende dai casi. Non credo di aver avuto un eccesso di superbia, di vanità, di presunzione nel parlare di una mia vicenda personale positiva: sono conquiste che quasi tutti raggiungono e per me è stato un importante, un insperato taglio di traguardo, una felicità da condividere che mi ha consentito di riscattarmi ………….