GIOVANISSIMI E NON, SPERICOLATI ALLA GUIDA E TALVOLTA SOTTO L’EFFETTO DI ALCOL E DI DROGHE, PERISCONO, STERMINANDO ANCHE INTERE FAMIGLIE CHE CAMMINANO IN STRADA BEATE E TRANQUILLE.
Drogato causa incidente sul Gra a Roma, muore coppia: arrestato
Il marito era un carabiniere. Lascia due figli piccoli
Alla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, ha tamponato un'auto spingendola sotto a un tir. Nell'impatto è morta una coppia di coniugi. Il maxi-incidente, che in tutto ha coinvolto quattro veicoli, è avvenuto la notte scorsa sul Gra, all'altezza dell'uscita per via Ardeatina, al km.48.200. La tragedia nella notte tra mercoledì e giovedì.
Scontro violentissimo. L'impatto è stato violentissimo tanto che la vettura tamponata si è incastrata sotto il camion, un mezzo di una squadra che stava eseguendo lavori stradali. L'uomo arrestato si chiama Andrea Pietrantoni. Ferito, dopo essere stato ricoverato in ospedale è stato trasferito in carcere.
Le vittime. Il carabiniere deceduto è l'appuntato scelto Gianfranco Cenvinzo, di 37 anni. Era in servizio alla Centrale Operativa del Gruppo di Torre Annunziata (Napoli). La moglie si chiamava Lucia Caldarelli. La coppia lascia due figli di otto e cinque anni.
Torino, scontro frontale con cinque vittime: spazzata via un'intera famiglia
TORINO - Una famiglia di 4 persone ha perso la vita a Piossasco, alle porte di Torino, in un incidente stradale nel quale è morta anche una quinta persona. La famiglia, padre, madre e due figli di 15 e 7 anni, è stata investita in pieno sull'auto su cui viaggiava sulla provinciale 6 da un'altra auto che procedeva in direzione contraria e sulla quale vi era solo il conducente.
Il grave incidente stradale avvenuto all'alba a Piossasco, in provincia di Torino, è stato causato da un giovane di 23 anni di Piossasco che era alla guida di una Fiat Stilo. Lo hanno confermato i carabinieri, che sono sul posto per tutti i rilevamenti. L'auto, che procedeva in direzione Pinerolo, ha invaso la corsia opposta e si è scontrata frontalmente contro una Renault Megane Scenic su cui viaggiava la famiglia, residente a Cumiana. Nello scontro sono morti tutti: il padre di 47 anni, la madre di 43 e i due figli, un ragazzo di 15 anni e una bambina di 7. Morto anche il giovane conducente della Fiat Stilo.
Luca Gallina, 47 anni, l'uomo che con tutti i componenti della sua famiglia ha perso la vita, lavorava alla Croce Verde di Cumiana, in provincia di Torino. La moglie si chiamava Patrizia Mezzanoglio, 43 anni. I figli Kevin, di 15, e Giada, di 7. Il conducente della Fiat Stilo che li ha investiti era Valter Siccardi, 23 anni, agricoltore.
Da questi due episodi di cronaca, tratti dai quotidiani nazionali, si affronta questo tema: la grave piaga degli incidenti stradali, in cui non sempre perdono la vita gli incoscienti, ma anche coloro che viaggiano a velocità moderata e rispettando tutte le regole. Purtroppo sono moltissimi questi tragici eventi, mesi fa anche dalle nostre parti un uomo correndo alla velocità di 180 km/h, quando il limite consentito era di 70 km/h, e guidando in stato di ebbrezza, ha travolto una vettura, uccidendo due coniugi. Se a questi folli non interessa nulla delle loro vite, pensassero almeno a quelle degli altri e se i patiti di motori volessero provare l’ebbrezza della velocità o un’emozione forte, andassero a sfogarsi in qualche pista automobilistica. Il momento del cazzaccio potrebbe passare a chiunque, ma spesso sono i giovanissimi che tendono a schiacciare l’acceleratore: un po’ perché sono alle prime armi e vogliono provare la potenza dei veicoli da inesperti, un po’ perché sono in una fase di sviluppo fisico e di crescita (ci siamo passati tutti), in cui incidono i loro testosteroni che li portano a cimentarsi in sfide estreme e a non curasi dei pericoli, un po’ per la solita questione dell’alcol e della droga. Quest’ultima questione può valere anche per i meno giovani. I grossi mezzi pesanti costituiscono un’altra minaccia, specie nel’Italia del Sud (soltanto?), dove sono vecchi, fatiscenti, obsoleti e non revisionati: ricordiamo quello che è successo la scorsa estate su un cavalcavia autostradale, quando un autobus sfondando le barriere è precipitato, distruggendo ed estinguendo intere famiglie. I genitori dovrebbero tenere a freno e controllare i loro figli: magari responsabilizzarli sui rischi, limitando loro l’uso dell’auto e concedendo solo veicoli di bassa potenza. Sempre da una parte va a pendere: con una grossa automobile uno avrebbe più possibilità di salvarsi in caso di incidente, con una piccola non si raggiungerebbero velocità tali da sfracellarsi; un ruolo determinante lo giocano i moderni dispositivi di sicurezza (airbag, cinture). Proprio per questo motivo, oltre che per l’introduzione della patente a punti, gli incidenti mortali sono in diminuzione rispetto ai decenni passati, ma ci sono sempre. Chissà forse un domani riusciranno a sviluppare tecnologie che renderanno gli abitacoli indistruttibili, capaci di resistere a violentissimi urti, come quelli della Formula Uno; già, perché quando due autovetture si scontrano, entrambe a velocità elevatissime, le cinture di sicurezza, gli airbag e la grandezza dell’auto diventano superflui. A volte siamo anche noi che non diamo importanza alla nostra incolumità: attacchiamo le cinture e poi ci sediamo sopra, così evitiamo di allacciarcele ed evitiamo il fastidioso suono di quando sono staccate, parliamo coi telefoni portati con la mano all’orecchio, quando disponiamo del sistema bluetooth (vivavoce). Dovrebbero inoltre potenziare lungo le strade e le autostrade i controlli: più forze dell’ordine, più autovelox e telecamere, sanzionando con salatissime multe chi non rispetta le regole e sospendendo le patenti. Nel passato quando i veicoli a motore non c’erano o erano un lusso per pochi altre preoccupazioni incombevano sulle famiglie: i figli mandati a combattere al fronte ad esempio. Oggi che sono divenuti un fenomeno di massa e che non ci sono più guerre, essi divengono le nuove preoccupazioni per tutti noi. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte in giovane età, ieri lo erano, oltre alle guerre, le malattie che oggi sono state superate o che potrebbero arrivare più in là negli anni. Tutti dovrebbero “marcare stretto i propri figli”, non dando loro tregua, anche se non sempre vi si riesce: sia coloro che ne hanno più di uno e soprattutto chi ne ha uno solo.