Una componente del “Popolo della Libertà”, nonostante la sinistra di governo (e non) sia intenzionata a far decadere da parlamentare Silvio Berlusconi, pare orientata a proseguire la storica esperienza della larghe intese che sostiene il Governo di Enrico Letta. Il Senatore Berlusconi aveva intenzione di far saltare tutto, visto l’accanimento nei suoi confronti. Dal canto mio sono molto combattuto nel giudicare questa vicenda.
1. non mi pareva una buona mossa far cadere il governo dopo pochi mesi, sarebbe stato come avventurarsi in un vicolo cieco: il Cavaliere non avrebbe potuto fare campagna elettorale e muoversi, essendo assegnato ai servizi sociali, inoltre la sinistra avrebbe sfruttato questa storia a fini propagandistici (l’Italia va a rotoli e dopo pochi mesi si torna alle urne per i problemi di uno solo) ed essa dopo le votazioni avrebbe governato o da sola o nuovamente a larghe intese;
2. allo stesso modo sono indignato con queste cosiddette colombe, che ricalcano la migliore tradizione democristiana da prima repubblica (difatti quasi tutte hanno militato nella Dc o nel Psi), pronte a tradire il partito e il suo fondatore, a cui devono tutto, per interessi di poltrone.
Per evitare la spaccatura del Pdl il suo capo trascinatore è stato costretto a confermare il sostegno al Governo Letta, tra il malumore dei cosiddetti falchi e subèndo forse la più grave sconfitta della sua carriera politica, avvenuta per mano del suo delfino Alfano. Quest’ultimo ha dimenticato i bastoni tra le ruote che mettevano Casini, Follini e Fini che, rivoltandosi contro l’esponente più noto del centrodestra italiano, sono spariti o sono quasi spariti dalla politica. La sinistra già sghignazzava dicendo che nasceva una maggioranza diversa; ma le scissioni non ci sono state per il ripensamento strategico di Berlusconi, il Pdl, almeno per il momento, resta unito. Il governo avrebbe voluto mettere mano sulla legge “Bossi – Fini”, ma i ministri pidiellini si sono decisamente opposti e, oltre a difendere il Cav. dagli assalti giudiziari, non rinunciano alle altre battaglie ad egli care: l’abolizione dell’imu e fermare l’aumento dell’iva. Anche la parte del Pd avversa alle larghe intese ha astutamente dato il suo appoggio, questa volta senza tentennamenti, per far ricadere la colpa dell’eventuale caduta del governo interamente a “colui che è la causa di tutti i guai italiani”. Tutto il “Partito Democratico” attende con ansia votare favorevolmente alla decadenza da senatore di Berlusconi, così da poter alzare al cielo un macabro trofeo, non volendo aspettare la Corte di Giustizia Europea e non volendo approfondire gli aspetti della normativa in materia. In questo caso l’intero partito del “Popolo della Libertà” si ricompatta per difendere il suo capo, ponendo la questione della retroattività della legge Severino, che prevede la non candidatura per i condannati ad una pena di sei anni (Berlusconi ha avuto una condanna a 4 anni). Sia se egli decadrà, sia se non decadrà, ci penserà in futuro la Corte di Cassazione a buttarlo fuori, quando emanerà la sentenza di interdizione dai pubblici uffici. L’assalto giudiziario e mediatico non si fermerà con il Processo Mediaset, altre sentenze, con delle quasi certe condanne, attenderanno l’indiscusso protagonista della politica italiana degli ultimi venti anni: finirà come Craxi?; i suoi figli si guardano bene di buttarsi in politica per evitare di avere il medesimo destino. Una larga fetta dell’opinione pubblica ha compreso questo accanimento e questa persecuzione, per cui quando termineranno le emergenze che hanno fatto nascere l’inedita esperienza del Governo Letta, premieranno Il Pdl, con Berlusconi che darà il sostegno esterno e con un altro candidato alla presidenza. Sarà Alfano? Il suddetto personaggio ha un po’ deluso, sia come segretario politico, sia come ministro: non ha il carisma giusto. Le disgregazioni interne al partito tra colombe e falchi ormai riguardano interamente quella che era Forza Italia, di An non c’è quasi nulla; i pochi esponenti di An rimasti fungono da pacieri e da moderatori tra le due fazioni. Cercare la pacificazione è la soluzione migliore: bisogna ritrovare il magico spirito del 2008, allorquando il Pdl vide la luce.
Spirito del 2008
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