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lunedì 6 gennaio 2014

210) LA CONFESSIONE


IL SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE



In occasione delle festività religiose cattoliche, quali natale, pasqua, ricorrenze paesane dei santi patroni, si registra un aumento delle confessioni da parte dei fedeli rispetto agli altri periodi dell’anno. Secondo la liturgia Cattolica con il Sacramento della Riconciliazione si ottiene il perdono dai propri peccati. Si parte da bambini con questo sacramento, in occasione della Prima Comunione, iniziando a confidarsi in elementarità (bugie, parolacce, disobbedienza ai genitori) e di frequente a non dire tutto per timore, poi man mano che si cresce, chi continua perché ritiene importante questo strumento diventa sempre più esperto nell’elaborare delle narrazioni, frutto di riflessioni e meditazioni molto profonde. È un classico che i commenti dei curiosi facciano da contorno: “È molto tempo che è dentro, cosa avranno da raccontarsi?”; oppure quando si visita qualche luogo religioso e il sacerdote che accompagna si mette a confessare, si commenta: “Vedi come gli va bene? Sente pure quello che fanno le persone di queste parti!”

Non tutti i cattolici ritengono indispensabile la confessione, molti si interrogano: “Ma io quali peccati commetterei? Non ammazzo, non rubo e non faccio del male alle gente!” Altre persone, in particolare le signore anziane che vanno sempre in chiesa, non saprebbero proprio cosa dire al sacerdote, guardando pure alle cose molto più piccole dei peccati mortali: “Entro lì e cosa gli dico? Le bestemmie e gli accidenti non li dico, quello non lo faccio, quell’altro idem!”  Ci sono altri fedeli con altri caratteri e che hanno delle visioni diverse di fede che sono tutto l’opposto di costoro e ricorrono alla confessione molto spesso per dei motivi di cui la maggior parte di noi neanche farebbe caso. Oppure per chi è solo, il confessarsi spesso è anche un modo per poter parlare, per sfogarsi con qualcuno. Altri ancora che non frequentano molto le funzioni ma che in occasione delle festività citate in precedenza sentono la necessità di rivelare ad un sacerdote, il quale è vincolato dal segreto, le loro mancanze. Altre categorie di individui che non sono praticanti non comprendono proprio questo sacramento cattolico: loro non vi ricorrerebbero mai, principalmente per paura che il prete durante le prediche con il microfono spiattelli tutti i loro fatti personali; ma qualcuno di questi malvolentieri è "costretto" a confessarsi in occasione delle nozze. Se capita che il sacerdote nelle omelie citi le confessioni dei fedeli, parla a livello generico, deve mantenere il segreto e non si sognerebbe mai di dire: “Tizio mi ha detto così! Caio mi ha detto colà!” È successo che i penitenti abbiano confessato dei gravi crimini in cui ci sono andati di mezzo degli innocenti; in quei casi la maggior parte dei confessori in modo indiretto hanno cercato di indirizzare le forze dell’ordine e giudiziarie sulla pista giusta; non avrebbero mai potuto rilevare il dialogo confessionale. La storia ha insegnato che qualche criminale si è ravveduto tramite la Riconciliazione.

Abbiamo visto che tra i cattolici ci sono molte opinioni contrastanti riguardanti il sacramento della riconciliazione; questi contrasti sono presenti anche tra le confessioni cristiane: infatti la quasi totalità dei culti protestanti non ha questo sacramento perché per essi basta pentirsi sinceramente per essere autoassolti dai propri peccati. Lo scandalo delle indulgenze (bastava pagare per avere l’assoluzione dei peccati per sé e per i propri parenti defunti) fu uno dei principali motivi che portarono alla nascita dei culti del Protestantesimo con il monaco Martin Lutero. Come detto sopra molti cattolici possono ragionare come i protestanti se ritengono di non aver commesso cose gravi.

Un altro fattore che influisce nel citato sacramento è il sacerdote che confessa. Solitamente non si va volentieri da quello che ti conosce, si preferiscono gli estranei; soltanto il prete ha il suo padre confessore fisso, se così vuole. Nel caso di un coetaneo in cui si instaurano dei rapporti di amicizia, non guardando alla tonaca, allora ci si confessa con piacere con l’amico, il quale non vede l’ora che si vada da lui. Uno potrebbe aspettarsi che il prelato anziano sia molto più severo di quello giovane; delle volte accade il contrario, dipende dai caratteri. Quando si decide di confessarsi bisogna farsi coraggio e vuotare completamente il sacco, mica si rischiano le botte o altre cose peggiori e se non si racconta tutto è per dimenticanza. Si parla di alcuni santi che cacciavano la gente dai confessionali: riuscivano ad accorgersi sia se le confidenze dei fedeli erano inventate e non frutto di meditazione e sia se non si confessava tutto. C’è invece chi preferisce altri sistemi più persuasivi e meno duri. Confessione si, confessione no, le leggerezze piccole e grandi si commettono quasi sempre, tutti hanno i loro difetti caratteriali e i santi sono ben pochi.

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