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mercoledì 11 ottobre 2017

367) GLI ANNI DI PIOMBO, OGGI QUASI DIMENTICATI



DOPO PIÙ DI SETTANT’ANNI ANCORA CI OSTINIAMO A RICORDARE I DRAMMATICI EVENTI DELL’ULTIMA GUERRA MONDIALE COME FOSSERO ACCADUTI IERI, TRASCURANDO LE PROBLEMATICHE ATTUALI. EPPURE DURANTE GLI ULTIMI SETTE DECENNI ABBIAMO VISSUTO ALTRI ANNI TRAGICI, I COSIDDETTI “ANNI DI PIOMBO”, CHE OGGI SONO QUASI CADUTI NEL DIMETICATOIO.

Sono passati settantadue anni dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale, tantissimi, ma le rimembranze, che sono state trasmesse da chi l’ha vissuto verso le successive generazioni,  sono indelebili, tanto da collocarle nel passato recente. Oggi sono scomparsi quasi tutti coloro che vissero quel conflitto in età adulta, mentre ci sono ancora molti testimoni che vissero quella guerra nella fanciullezza e nell’adolescenza. Tra quelli che non la ricordano o che non l’hanno vissuta si scatenano animate discussioni ed animati dibattiti con discorsi tipo: “le colpe furono di quelli!; ma se le guerre in quel periodo erano la prassi!; i partigiani hanno liberato la nazione!;, no sono stati gli angloamericani, ma anch’essi si macchiarono di crimini con i bombardamenti!; le stragi naziste si, ma ci sono state anche le stragi partigiane e così via.“ Quel conflitto fu senza dubbio un'immane tragedia, non lo nego, è bene ricordarlo ogni tanto, onorando chi perì, civili e militari, ma sarà meglio non fossilizzarsi troppo su argomenti e su ideologie morti e sepolti, fuori tempo e fuori luogo. Noi ci scaldiamo tanto per dei fatti di tanto e tanto tempo fa e intanto ci sfilano la terra sotto i piedi, si preparano attentati, eccetera. Dopo settant’anni ancora si mettono delle lapidi per onorare i deceduti di quella guerra, è giusto, ma che senso ha farlo oggi se non lo fecero a suo tempo quando il ricordo era freschissimo? Quelli della Bosnia, del Libano, della Siria, sentendo quei discorsi, si faranno delle risate amare, dicendo: “voi parlate della guerra attraverso i libri di storia e i ricordi delle persone anziane, noi l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle!” Non abbiamo avuto delle guerre vere e proprie da settantadue anni a questa parte, è vero,  ma altri tipi di violenze ed altri tipi di guerriglie si.

A parte le guerre di mafia, che riguardano esclusivamente alcune regioni d’Italia e che si perdono nella notte dei tempi, l’intera nazione italiana ha attraversato un periodo drammatico e violento tra la fine degli anni 1960 (dopo le contestazioni del ’68 e l’autunno caldo) e gli inizi degli anni 1980, che fu battezzato con l’appellativo di Anni di Piombo” ed ebbe il suo apice nella seconda metà degli anni 1970 (il 1977 fu l’anno in cui le situazioni violente si impennarono vertiginosamente). In quel periodo gli estremisti politici di tutti gli schieramenti (rossi, neri, anarchici ed altri) commettevano attentati terroristici, omicidi mirati, si scontravano in piazza e nelle università. Secondo alcuni scrittori l’origine del terrorismo sarebbe da attribuire ad un tentativo di colpo di stato: il cosiddetto Piano Solo del 1964.  Ecco alcune delle più note sigle terroristiche: Gap, Nap, Pac, Br, Nar, Nuclei Armati per il Comunismo, Ordine Nuovo, Ordine Nero, Terza Posizione, Avanguardia Nazionale. La Seconda Guerra Mondiale fu senza dubbio molto più drammatica, ma gli anni di piombo non sono stati da meno. Rispetto alla guerra, negli anni di piombo la gente comune, le cui condizioni economiche e sociali erano profondamente cambiate dal conflitto, fu coinvolta solo in minima parte, principalmente nelle stragi nelle piazze, nelle stazioni, nei treni; quasi tutti i delitti commessi erano mirati: riguardavano i politici, i giornalisti, gli iscritti ai partiti (in particolare i missini) e gli appartenenti alle forze dell’ordine. I martiri di quest’ultima categoria provenivano in maggioranza da famiglie povere, mentre gli assassini, che facevano della militanza proletaria la loro bandiera, appartenevano a famiglie agiate, erano dei figli di papà. 


 Immagine icona degli Anni di Piombo scattata a Milano in Via De Amicis il 14 maggio 1977: un terrorista uccide un vicebrigabiere

Molti terroristi ripararono all’estero per sfuggire a delle condanne certe ed addirittura alcuni stati li hanno protetti per anni ed ancora li proteggono; se ne parla anche in questi giorni: è il caso di Cesare Battisti, che scandalosamente fa la bella vita protetto dal Governo Brasiliano, anziché marcire in qualche prigione dello Stato Italiano per i suoi cinque omicidi.  L’organizzazione terroristica più famosa fu senza dubbio quella delle Brigate Rosse, che, tra le molte azioni eclatanti, riuscì a rapire ed a uccidere lo statista democristiano Aldo Moro nella primavera 1978. L’avvenimento più violento e sanguinario fu la strage alla Stazione di Bologna nel 1980. Mentre per alcuni attentati furono condannati dei terroristi di destra, altre stragi ebbero dei processi andati a vuoto, rimanendo senza colpevoli, e si seguirono delle piste alternative oltre a quelle ufficiose: mafia, terrorismo palestinese, loggia massonica P2. Si parlava di “strategia della tensione”, ovvero la destabilizzazione del paese che doveva portare ad una svolta autoritaria. Qualche maligno avvalora la tesi delle stragi di stato, che servivano per provocare terrore e paure, al fine di isolare le parti politiche estreme, che in quegli anni andavano forte (negli anni ’70 sia Msi che Pci raggiunsero i loro massimi storici in %) per rafforzare i partiti di centro governativi. Infatti dopo il delitto Moro il Pci subì una perdita di voti e terminò il compromesso storico: i governi Andreotti monocolori Dc (1976 – 1979), appoggiati esternamente dai comunisti.  Sono dei grandi misteri di cui pochissimi sanno le risposte certe; anche noi comuni cittadini possiamo aprire dei dibattiti su quel drammatico periodo della nostra storia con documentazioni e ricerche e tireremo le nostre conclusioni. Quello degli Anni di Piombo è un argomento poco dibattuto: invece di stare a fissarsi con l’ultima guerra mondiale bisognerebbe analizzarlo maggiormente.

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