DOPO PIÙ DI
SETTANT’ANNI ANCORA CI OSTINIAMO A RICORDARE I DRAMMATICI EVENTI DELL’ULTIMA
GUERRA MONDIALE COME FOSSERO ACCADUTI IERI, TRASCURANDO LE PROBLEMATICHE
ATTUALI. EPPURE DURANTE GLI ULTIMI SETTE DECENNI ABBIAMO VISSUTO ALTRI ANNI
TRAGICI, I COSIDDETTI “ANNI DI PIOMBO”, CHE OGGI SONO QUASI CADUTI NEL
DIMETICATOIO.
Sono
passati settantadue anni dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale, tantissimi,
ma le rimembranze, che sono state trasmesse da chi l’ha vissuto verso le
successive generazioni, sono indelebili,
tanto da collocarle nel passato recente. Oggi sono scomparsi quasi tutti coloro
che vissero quel conflitto in età adulta, mentre ci sono ancora molti testimoni
che vissero quella guerra nella fanciullezza e nell’adolescenza. Tra quelli che
non la ricordano o che non l’hanno vissuta si scatenano animate discussioni ed
animati dibattiti con discorsi tipo: “le
colpe furono di quelli!; ma se le guerre in quel periodo erano la prassi!; i
partigiani hanno liberato la nazione!;, no sono stati gli angloamericani, ma
anch’essi si macchiarono di crimini con i bombardamenti!; le stragi naziste si,
ma ci sono state anche le stragi partigiane e così via.“ Quel conflitto fu
senza dubbio un'immane tragedia, non lo nego, è bene ricordarlo ogni tanto, onorando
chi perì, civili e militari, ma sarà meglio non fossilizzarsi troppo su
argomenti e su ideologie morti e sepolti, fuori tempo e fuori luogo. Noi ci
scaldiamo tanto per dei fatti di tanto e tanto tempo fa e intanto ci sfilano la
terra sotto i piedi, si preparano attentati, eccetera. Dopo settant’anni ancora
si mettono delle lapidi per onorare i deceduti di quella guerra, è giusto, ma che
senso ha farlo oggi se non lo fecero a suo tempo quando il ricordo era
freschissimo? Quelli della Bosnia, del Libano, della Siria, sentendo quei
discorsi, si faranno delle risate amare, dicendo: “voi parlate della guerra attraverso i libri di storia e i ricordi
delle persone anziane, noi l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle!” Non
abbiamo avuto delle guerre vere e proprie da settantadue anni a questa parte, è
vero, ma altri tipi di violenze ed altri
tipi di guerriglie si.
A
parte le guerre di mafia, che riguardano esclusivamente alcune regioni d’Italia
e che si perdono nella notte dei tempi, l’intera nazione italiana ha
attraversato un periodo drammatico e violento tra la fine degli anni 1960 (dopo
le contestazioni del ’68 e l’autunno caldo) e gli inizi degli anni 1980, che fu
battezzato con l’appellativo di “Anni di Piombo” ed ebbe il suo apice nella seconda metà degli anni 1970 (il 1977 fu
l’anno in cui le situazioni violente si impennarono vertiginosamente). In quel
periodo gli estremisti politici di tutti gli schieramenti (rossi, neri,
anarchici ed altri) commettevano attentati terroristici, omicidi mirati, si
scontravano in piazza e nelle università. Secondo alcuni scrittori l’origine
del terrorismo sarebbe da attribuire ad un tentativo di colpo di stato: il
cosiddetto Piano Solo del 1964. Ecco alcune delle più note sigle
terroristiche: Gap, Nap, Pac, Br, Nar, Nuclei
Armati per il Comunismo, Ordine Nuovo, Ordine Nero, Terza Posizione,
Avanguardia Nazionale. La
Seconda Guerra Mondiale fu senza dubbio molto più
drammatica, ma gli anni di piombo non
sono stati da meno. Rispetto alla guerra, negli anni di piombo la gente comune, le cui condizioni economiche e
sociali erano profondamente cambiate dal conflitto, fu coinvolta solo in minima
parte, principalmente nelle stragi nelle piazze, nelle stazioni, nei treni;
quasi tutti i delitti commessi erano mirati: riguardavano i politici, i
giornalisti, gli iscritti ai partiti (in particolare i missini) e gli
appartenenti alle forze dell’ordine. I martiri di quest’ultima categoria
provenivano in maggioranza da famiglie povere, mentre gli assassini, che
facevano della militanza proletaria la loro bandiera, appartenevano a famiglie
agiate, erano dei figli di papà.
Immagine icona degli Anni di Piombo scattata a Milano in Via De Amicis il 14 maggio 1977: un terrorista uccide un vicebrigabiere
Molti terroristi ripararono all’estero per
sfuggire a delle condanne certe ed addirittura alcuni stati li hanno protetti
per anni ed ancora li proteggono; se ne parla anche in questi giorni: è il caso
di Cesare Battisti, che scandalosamente fa la bella vita protetto dal Governo
Brasiliano, anziché marcire in qualche prigione dello Stato Italiano per i suoi
cinque omicidi. L’organizzazione
terroristica più famosa fu senza dubbio quella delle Brigate Rosse, che, tra le molte azioni eclatanti, riuscì a rapire
ed a uccidere lo statista democristiano Aldo Moro nella primavera 1978.
L’avvenimento più violento e sanguinario fu la strage alla Stazione di Bologna
nel 1980. Mentre per alcuni attentati furono condannati dei terroristi di
destra, altre stragi ebbero dei processi andati a vuoto, rimanendo senza colpevoli,
e si seguirono delle piste alternative oltre a quelle ufficiose: mafia,
terrorismo palestinese, loggia massonica P2. Si parlava di “strategia della tensione”, ovvero la destabilizzazione del paese
che doveva portare ad una svolta autoritaria. Qualche maligno avvalora la tesi
delle stragi di stato, che servivano per provocare terrore e paure, al fine di
isolare le parti politiche estreme, che in quegli anni andavano forte (negli
anni ’70 sia Msi che Pci raggiunsero i loro massimi storici
in %) per rafforzare i partiti di centro governativi. Infatti dopo il delitto
Moro il Pci subì una perdita di voti e terminò il compromesso storico: i governi Andreotti monocolori Dc (1976 – 1979),
appoggiati esternamente dai comunisti. Sono
dei grandi misteri di cui pochissimi sanno le risposte certe; anche noi comuni
cittadini possiamo aprire dei dibattiti su quel drammatico periodo della nostra
storia con documentazioni e ricerche e tireremo le nostre conclusioni. Quello
degli Anni di Piombo è un argomento
poco dibattuto: invece di stare a fissarsi con l’ultima guerra mondiale
bisognerebbe analizzarlo maggiormente.
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