RISULTATO SCONTATO A FAVORE DI DE LILLIS, CON LA STESSA PERCENTUALE DELLE PRECEDENTI CONSULTAZIONI, MA CON UN ELETTORE SU DUE CHE HA VOTATO. DISCRETA PROVA DI SILVI E DELLA SUA COMPONENTE CHE, DECIDENDO DI PRESENTARSI E ALL’ULTIMO MOMENTO, SALVANO LA FACCIA, EVITANDO CHE L’INTERO CONSIGLIO COMUNALE FINISSE IN MANO AVVERSARIE.
Cori e Giulianello insieme
(Pd, socialisti, autonomie, indipendenti)
Mauro Primio De Lillis
3.545 (78,97%)
Ennio Afilani 709, Simonetta Imperia 648, Annamaria Tebaldi 430, Antonio
Betti 414, Luca Zampi 411, Elisa Massotti 341, Aristide Proietti 323, Michele
Todini 269, Chiara D’Elia 262, Erica Marchetti 222, Sabrina Pistilli 201, Vincenza Irene Callea 191, Andrea De Lillis 182, Paolo
Fantini 145 Sonia Riposo 72, Alessandro Di Meo 26.
L’altra città
(FdI, Lega, indipendenti)
Evaristo Silvi
944 (21,03%)
Germana Silvi 191, David Mariani 183, Tommaso Cherubini 103, Francesco
Ducci 89, Quintilio Carpineti
68, Angelo Palliccia 58, Velia Moroni 52, Luca Lancioli 40, Monica Retrosi 28,
Iole Pecutari 23, Marco Ciuffa 18, Paolo Perrini 3.
Inscritti: 8.480
Votanti: 4.758 (56,11%)
Voti validi: 4.489 (94,34%)
Schede bianche: 95 (2%)
Schede nulle: 174 (3,66%)
Consiglio comunale
Maggioranza (Cori e Giulianello insieme): Mauro Primio De Lillis (sindaco), Ennio Afilani, Simonetta Imperia, Annamaria Tebaldi, Antonio Betti, Luca Zampi; Elisa Massotti, Aristide Proietti, Michele Todini, Chiara D’Elia, Erica Marchetti, Sabrina Pistilli.
Minoranza (L’altra città): Evaristo Silvi, Germana Silvi, David Mariani, Tommaso Cherubini, Francesco Ducci.
In queste elezioni comunali è stato raggiunto il minimo storico dei
votanti: infatti circa un elettore su due ha votato. I due contendenti hanno
mantenuto le percentuali delle precedenti consultazioni (79 e 21), mentre per
numero di voti rispetto al 2017 Cori e Giulianello insieme ne ha persi oltre
700, L’altra città 200. C’è stato anche un evidente calo degli iscritti
alle liste elettorali in confronto a 5 anni fa: 8.480 contro 8.765.
Visti questi dati, conveniva agli avversari del governo cittadino in
carica provare a giocarsi la carta del boicottaggio, per fare in modo che
l’affluenza non superasse il 50% e così invalidare le elezioni, facendo perdere
la sola forza in campo? Qualcuno dice che sarebbe bastato il 40% dell’affluenza;
anche se fosse stato necessario il 50% credo che sarebbe stata superata quella
soglia di sbarramento: a gran parte degli elettori de L’altra città, di
quelli che non seguono la politica e votano le singole persone, avrebbero
chiesto i voti quelli dell’altra parte o comunque avrebbero scelto qualcuno di
loro liberamente. Così, questi avrebbero avuto 16 consiglieri su 16 e
all’ultimo eletto sarebbe bastato anche un solo voto. La scelta di scendere in
campo da parte del centrodestra locale è stata saggia, corretta e necessaria, per avere una rappresentanza consistente di controllo degli atti della giunta
paesana. Essendo partita tardi e presentandosi in numero inferiore rispetto ai
rappresentanti dell’amministrazione comunale in carica, l’opposizione ha fatto
una discreta figura. L’apporto di nuovi elementi di Giulianello (il quale ha
eletto ben 7 consiglieri nei due schieramenti) ha portato buoni consensi alla
lista di Silvi, facendoli però perdere a qualche consigliere uscente. Ora ci si
aspetta un ruolo attivo, permanente, non solo ad inizio consiliatura. Oggi non
è più come tempo addietro, quando alle spalle c’erano i vari partiti (FI, An e
altri) che facevano politica localmente e si poteva contare sull’apporto di
politici di peso che davano una mano alla vigilia delle varie elezioni.
Dall’altra parte le cose non sono diverse, ma oramai loro sono
saldamente consolidati al vertice e non necessitano di aiuti per portare
consenso. Fin quando essi potranno, conteranno sulla Regione del loro stesso
colore politico per finanziare i progetti da “mille e una notte” (rifacimento
delle piazze principali, della zona del Tempio, megaparcheggi, casa della
salute, tangenziale, eccetera) che hanno promesso agli elettori. Io mi auguro per
Cori che venga realizzato tutto. Il sindaco in carica non potrà ricandidarsi,
perciò non avrà più lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di fare e se le
promesse non saranno mantenute il suo erede troverà qualche giustificazione:
dicendo che la Regione Lazio non ha mantenuto gli impegni o che egli (Il futuro
candidato) aveva un ruolo marginale, non decisionale, nella giunta comunale.
Ad ogni scadenza elettorale si sente sempre parlare dei gravi disavanzi
nel bilancio comunale, nonostante gli assessori di competenza, che si sono
susseguiti nel tempo, cerchino di sdrammatizzare la situazione. Allora i comuni indebitati
sono la regola, non l’eccezione. Quelli di sinistra che gridavano per i debiti
ai tempi della Giunta Bianchi, oggi ridono se dici la medesima cosa. Idem
qualcuno, tra coloro che con quell’argomento fecero cadere il governo di
centrodestra, e che oggi si è accasato in un’area politica che prima aveva
combattuto con tutte le forze, dove gli hanno concesso un potere incontrastato,
non precario, come quello dei tempi di Bianchi.
Il centrosinistra, talmente sicuro della vittoria, non si curava degli avversari, la guerra la facevano al suo interno tra loro i vari candidati e qualche bocciatura eccellente c’è stata (Le scorrettezze tra assessori e consiglieri, che facevano buon viso a cattivo gioco, ci sono state spesso in questi cinque anni). Non è la prima volta che accade, in tutte le consultazioni elettorali nel centrosinistra c’è sempre stato qualcuno, che aveva avuto dei ruoli di primo piano, e che poi non è stato riconfermato: nel passato era accaduto a Belliazzi, a Milanini, a Nuglio e ora anche a Paolo Fantini, di cui tutti ne parlano molto bene, come persona e come assessore alla cultura, concordo. Quando la politica è una passione, un qualcosa in più, non un lavoro, uno scopo per celebrarsi e la sola ragione di vita, le sconfitte vengono accettate con serenità e si è consapevoli che ci si può impegnare lo stesso, anche se si prendono pochi voti e non si è eletti: questo vale per tutti. E buon lavoro al nuovo consiglio comunale eletto.