IL PONTEFICE IN CARICA FRANCESCO HA PRESIEDUTO, IN PIAZZA SAN PIETRO, I FUNERALI DEL SUO PREDECESSORE: IL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI.
BIOGRAFIA JOSEPH
RATZINGER (PAPA BENEDETTO XVI)
Joseph Aloisius Ratzinger era nato il 16
aprile 1927, Sabato Santo, a Marktl, in Baviera. Terzogenito di Maria Rieger e
Joseph Ratzinger senior, fu battezzato lo stesso giorno. I due fratelli
maggiori erano Maria (1921-1991) e Georg (1924-2020), a cui fu particolarmente
legato fino alla fine, tanto che l’ultimo viaggio da Papa emerito fu per andare
a trovare il fratello ormai in fin di vita.
Nel 1939 si iscrisse al seminario di
Traunstein, chiuso nel 1942. Fu costretto a iscriversi alla Gioventù hitleriana
per non ricevere sanzioni nelle tasse scolastiche ma grazie a un insegnante di
matematica riuscì a non partecipare alle riunioni. A 16 anni fu arruolato
nell’esercito tedesco, da cui disertò nelle ultime settimane di guerra, senza
aver mai partecipato ad alcuna battaglia. Nel 1947 si iscrisse al seminario
interdiocesano di Monaco. Il 29 giugno 1951, fu ordinato presbitero assieme al
fratello Georg dal cardinale Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco e
Frisinga.
Professore universitario, partecipò al Concilio
Vaticano II prima come consulente teologico del cardinale di Colonia Frings,
poi come perito. La sua vasta produzione teologica è caratterizzata in particolare
dalla ricerca di una nuova unione tra fede e ragione, con riferimento
soprattutto all’incontro, considerato non casuale ma intrinsecamente
necessario, tra il messaggio biblico e il pensiero greco. Il 24 marzo 1977 fu
nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI. Fu consacrato il 28
maggio. Come motto episcopale scelse l’espressione Cooperatores veritatis.
Il 27 giugno 1977 Paolo VI lo creò cardinale,
del titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino. Nel 1978
partecipò ai due conclavi che elessero Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II.
Quest’ultimo il 25 novembre 1981 lo nominò prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede. In questo ruolo contribuì
a ispirare i documenti dottrinali del suo predecessore, impegnandosi in particolare
nell’attuazione e nella difesa del Concilio Vaticano II di fronte a
interpretazioni ritenute forzate e contrastanti con gli stessi principi conciliari,
e a tendenze quali l’appiattimento dell’esperienza religiosa su una dimensione
prevalentemente politica, l’atteggiamento critico nei confronti delle
istituzioni ecclesiastiche, l’oblio del patrimonio liturgico, la rinuncia
alla missione pedagogica e la concezione relativistica della
salvezza, e di conseguenza della stessa fede cristiana. Più in generale, negli
oltre ventitré anni trascorsi alla guida della Congregazione per la dottrina della
fede (presiedendo anche la Commissione per la preparazione del catechismo della Chiesa
cattolica, 1986-92) il card. Ratzinger difese in modo rigoroso l’ortodossia
cattolica, esprimendo una valutazione sostanzialmente negativa sulla teologia
latinoamericana della liberazione, ritenuta per alcuni aspetti incompatibile
con la dottrina sociale della Chiesa, e sostenendo la necessità di porre dei
limiti all’ecumenismo e al dialogo interreligioso, alla luce dell’unicità
e dell’universalità salvifica di Cristo e della Chiesa. Il 27 novembre 2002 fu eletto decano del Sacro
Collegio.
Fu eletto Pontefice il 19 aprile 2005. Con il
nome assunto da pontefice (Benedetto XVI) intendeva richiamarsi sia
a Benedetto XV, profeta di pace durante il primo conflitto
mondiale, sia a San Benedetto, patriarca del monachesimo occidentale e
compatrono d’Europa, scelto come fondamentale punto di riferimento
per le radici cristiane della cultura e della civiltà europea. Le priorità del
pontificato furono esposte da B. XVI in alcuni messaggi, omelie e discorsi
programmatici pronunciati nel corso dei primi mesi successivi all’elezione:
l’attuazione del Concilio Vaticano II in piena continuità con la tradizione della
Chiesa, la valorizzazione della centralità dell’Eucaristia, la necessità di
ravvivare nella comunità ecclesiastica la consapevolezza della propria
vocazione apostolica, l’impegno per la ricostituzione dell’unità dei cristiani
e il dialogo con i credenti delle altre religioni, in particolare con il mondo
ebraico e con quello islamico, e con i non credenti. Anche in vista del dialogo
interreligioso B. XVI richiamò l’attenzione sulla necessità e l’urgenza di una
nuova unione tra fede e ragione, in particolare in una lectio
magistralis tenuta all’università di Ratisbona il 12 settembre 2006,
che fu oggetto di aspre critiche da parte di numerosi esponenti del mondo
islamico per la citazione di una frase con la quale l’imperatore bizantino
Manuele II Paleologo condannava la diffusione della fede mediante la violenza.
Tra i testi del pontificato particolare importanza rivestono le tre encicliche:
nella Deus caritas est (25 dicembre 2005) B. XVI distinse due
diverse forme di amore, quella «ascendente» (eros), che cerca Dio,
e quella «discendente» (agape), che trasmette il dono ricevuto,
inscindibilmente legate l’una all’altra nella creazione e nella storia della
salvezza, per poi soffermarsi sull’azione caritativa della Chiesa come
«comunità d’amore». La Spe salvi (30 novembre 2007) fu
dedicata al tema della speranza cristiana, considerata di nuovo prima dal punto
di vista della riflessione teorica (dai fondamenti neotestamentari e patristici
alle trasformazioni proprie dell’epoca moderna), poi da quello del suo concreto
apprendimento ed esercizio. Nella Caritas in veritate (29
giugno 2009), la prima enciclica «sociale» di B. XVI, furono affrontati
i grandi problemi legati alla globalizzazione, alla crisi economica e alle loro
ricadute sulla vita dei popoli e degli individui, con particolare riferimento
al tema dello sviluppo della persona e dell’umanità intera (che deve avvenire
alla luce della «carità nella verità»). Di rilievo, tra gli interventi
pastorali, anche la lettera ai fedeli irlandesi (19 marzo 2010), contenente una
condanna esplicita non soltanto degli abusi sessuali commessi da esponenti
della Chiesa locale, ma anche del modo in cui il problema era stato gestito dai
loro superiori, preoccupati di «evitare gli scandali». Tra i numerosi libri
pubblicati sia prima sia dopo l’elevazione al soglio pontificio si ricorda la
trilogia dedicata alla figura di Gesù di Nazareth: Gesù di
Nazareth (2007), Gesù di Nazareth. Dall'ingresso in
Gerusalemme fino alla risurrezione (2011), L’infanzia di
Gesù (2012), trilogia in cui il Gesù dei Vangeli viene presentato come
una figura storicamente sensata e convincente, da non contrapporre quindi a
quella di un presunto «Gesù storico». Il 15 settembre 2006 B. XVI ha nominato
segretario di Stato il card. Tarcisio Bertone (n. 1934), arcivescovo
di Genova e già segretario (1995-2002) della Congregazione per la dottrina
della fede.
L’11 febbraio 2013, durante il concistoro per alcune canonizzazioni, annunciò la sua libera rinuncia al ministero petrino. Il 28 febbraio alle 20 si ritirò nel palazzo apostolico di Castelgandolfo, dando inizio alla sede vacante che portò all’elezione di Francesco ed Egli assunse la carica di papa emerito o Romano pontefice emerito. Pontefice il più longevo della storia, Benedetto XVI è deceduto il 31 dicembre 2022 alle ore 09.34, nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, dove risiedeva dopo la rinuncia al pontificato.