IL GOVERNO GUIDATO DA GIORGIA MELONI HA
COMPIUTO IL TERZO COMPLEANNO, DIVENENDO ANCHE IL TERZO NELLA STORIA DELLA
REPUBBLICA PER LONGEVITÀ. BUONI SONO I RISULTATI IN ECONOMIA, BUONA È LA STRADA DELLE RIFORME, MA QUALCHE PROMESSA
ELETTORALE È ANCORA LONTANA DALL’ESSERE ATTUATA.
Nei giorni scorsi il Governo italiano guidato da Giorgia Meloni ha
tagliato l’importante traguardo dei tre anni di durata, un fatto insolito nella
storia repubblicana e, in generale, dell’Italia unita. Questo governo in questo
momento si trova al terzo posto per longevità dei governi repubblicani,
preceduto soltanto dai due guidati da Silvio Berlusconi (il II e il IV). C’è da
constatare che tre governi di centrodestra sono quelli che sono durati di più
in quasi ottant’anni di Repubblica.
Altre statistiche ci indicano anche il numero record degli occupati, che
in questo periodo ha superato i 24 milioni di persone, ma ci sono anche 16
milioni di pensionati (tra pensioni dal lavoro e pensioni di invalidità e altri
sussidi). In futuro si stima che la popolazione in età attiva diminuirà, non
per la riduzione del lavoro, a causa della bassissima natalità che persiste da
decenni, mentre la popolazione anziana da mantenere aumenterà. C’è inoltre una
nuova emigrazione che riguarda i giovani (specialmente i laureati), denominata
“fuga dei cervelli”: essi scappano dove si guadagna di più e dove ci sono maggiori
possibilità di carriera rispetto al Belpaese. Bisognerà che il Governo affronti
con urgenza questo grave problema (denatalità e fuga dei giovani laureati);
qualche provvedimento in tal senso già ha cominciato ad attuarlo ma non basta.
Una controtendenza per nascite si registra in Val d’Aosta e Trentino Alto Adige,
grazie alle loro apposite politiche; questo governo dovrebbe studiarle ed
estenderle in ambito nazionale.
La riforma della giustizia sta per arrivare in porto, il che riguarda
principalmente la separazione delle carriere dei magistrati, già presente in
molti paesi europei, e dovrebbe ridurre la cosiddetta “giustizia
politicizzata”. Per la riforma della costituzione mancano ancora molti passaggi
per approvarla, vedremo per bene cosa prevederà e ne riparleremo a tempo
debito. Bene i progetti per le grandi opere ed infrastrutture (con la speranza
che i soliti paletti burocratici non ne ritardino per decenni l’avvio dei
lavori), i quali porteranno altra occupazione ed altro sviluppo.
Tre quinti del mandato elettorale sono ormai andati e qualche promessa è ancora lontana dall’essere attuata: principalmente il contrasto all’immigrazione illegale e l’aumento delle pensioni minime. Come abbiamo visto c’è un calo demografico in atto, qualcuno vede come un fattore positivo l’immigrazione per tamponare quella falla, ma non devono decidere i criminali, che lucrano sulla pelle della gente, le “quote d’ingresso” e senza documenti di identificazione (quanti ricercati per reati si intrufolano tra coloro che approdano illegalmente sulle coste italiane?). Magari si dovrebbe favorire gente con la stessa nostra cultura e religione (compresi i discendenti degli antichi emigranti italiani) e si dovrebbero aiutare tutti gli altri nei loro paesi, creando opportunità di sviluppo. L’aumento delle pensioni minime, dopo i primi passi degli anni precedenti, si è arenato. Fu una promessa di Silvio Berlusconi, ora visto che lui non c’è più, e visto che Forza Italia sta risalendo nei consensi elettorali, non si bada più a quegli elettori che l’avevano votata per quel motivo. Spero di sbagliarmi e qualche passo in avanti lo facciano, anche se è molto complesso toccare quel tasto, a causa degli anziani che aumentano e i giovani che diminuiscono.

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