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mercoledì 18 febbraio 2009

4) LA STATUA DELLA MADONNA DI LOURDES A CORI


In questi ultimi due giorni è stata presente a Cori nella Parrocchia dei Santissimi Pietro e Paolo la statua della Madonna di Lourdes. Una folla delle grandi occasioni, che non si vede manco la notte di Natale, era presente in chiesa per la Santa Messa. Si sono rivisti alcuni oratoriani della prima ora che in divisa dell’Unitalsi hanno accompagnato la statua in chiesa, insieme alle dame onnipresenti. Presenti molte autorità civili, militari e religiose di Cori e Roccamassima. Il giovane pretino don Luigi, viceparroco, che per qualche tempo sostituirà il parroco don Fabio, con grinta ed energia ha diretto tutte le cerimonie di questi giorni, mentre la funzione principale è stata celebrata dal cappellano della Grotta di Lourdes, faceva da contorno il coro parrocchiale sempre in gran forma. È stato bello ascoltare durante l’omelia alcune testimonianze e non metto in dubbio i racconti del prete officiante, ma alcune volte queste narrazioni mi lasciano perplesso. Alcuni sacerdoti speculano sui miracoli o presunti tali: sono contenti, così in questo modo la gente accorre in massa e porta denaro alla Chiesa. Pochi anni fa quando al Soccorso c’erano i vecchi frati, si parlava di come mai il Santuario della Madonna del Soccorso di Cori non fosse molto conosciuto e frequentato, uno di loro disse in buona fede ad alcune signore se avevano anche lontanamente avuto visione mistiche, così si sarebbe sparsa la voce e la gente sarebbe giunta massicciamente da tutta le parti. Una delle signore rispose che l’apparizione e il miracolo c’erano già stati nel 1521 con le vicende della fanciulla Oliva: se uno aveva fede sarebbe bastato. Ce ne sono molti di luoghi sacri dedicati alla Madonna, per questo che il Santuario di Cori è frequentato solo da Coresi e da qualche fedele dei paesi limitrofi: è sempre una la Madonna e si manifesta in sembianze multiformi in tutte le parti; la Madonna di Lourdes e la Madonna del Soccorso sono la Stessa Sacra Persona. Tutta questa grande partecipazione e tutto questo grande fervore per la statua della Madonna di Lourdes ci sono stati perché Lourdes è il luogo, il simbolo dell’Unitalsi e dei suoi ammalati, molti parrocchiani hanno vissuto queste esperienze, con don Gianni Toni che era il responsabile di quell’organizzazione. Da fedele cattolico sono stato felice di partecipare a quest’evento, a Lourdes ci sono stato una volta, tanti anni fa da bambino e non ricordo molto, ma di Madonna sento più vicina a me e al mio mondo quella venerata col titolo di Madonna del Soccorso. Quando penso alle altre di Madonne, quella che mi mette soggezione è la Madonna di Fatima con i suoi segreti, anche se ci sarebbe da dibattere: li hanno sempre rivelati dopo che sono accaduti e per quanto riguarda l’ultimo, cioè il papa che viene ucciso, alcuni sostengono che sia accaduto nel 1981 con l’attentato alla vita fallito a Giovanni Paolo II, altri invece sostengono che la profezia riguarderà un papa del futuro. Nonostante il mio scetticismo penso che in tutte le apparizioni di Madonne e Santi un fondo di verità ci sia.

mercoledì 11 febbraio 2009

3) PENSIERI POLITICI LOCALI IN LIBERTA’


Dopo essere stato bandito (più volte) dalla carta stampata ho trovato rifugio in questa realtà virtuale, diciamo pure astratta, cioè che non è fatta di sostanze materiali e non si può toccare, a differenza dei giornali che sono concreti. Sia i giornalini locali a distribuzione gratuita, sia i quotidiani provinciali sono affrancati alla politica: fino a che non tocchi i loro interessi vai bene, in caso contrario ti fanno subito fuori; più che altro in alcuni giornali ci sono due o tre persone che si occupano di politica locale o di politica generale, oppure alcuni personaggi possono far parte del gruppo politico del giornale e occuparsi di altri argomenti, per il resto cercano gente che riempia lo spazio con qualunque cosa (altrimenti non saprebbero come riempirlo), tipo poesia, piante, informatica, farmacia, medicina. Non voglio mancare di rispetto a coloro che scrivono quelle cose, ma vedete possono essere interessanti fino a un certo punto, alla lunga diventano monotone, se c’è gente appassionata o se c’è gente che per motivi professionali è interessata a quegli argomenti comprerà le riviste specializzate in edicola; dai micromedia coresi la gente si aspetta che si parli perlopiù di cose coresi: da questo punto di vista “L’Acropoli”, nonostante non rispecchi la mia linea politica e possa averne da ridire, è più interessante rispetto a “Il Corace”. Qualcuno mi chiedeva se facessi parte dell’Udc e se mi pagassero quando scrivevo su “Il Corace”: io non ho mai fatto parte dell’Udc e non mi hanno mai pagato. I fogli locali bisticciano tra loro, però quando vengono stuzzicati dai blog non rispondono mai: non risponderanno per non far pubblicità e per non farli conoscere a quanti non li conoscono. In questi blog non ci sono padroni e non c’è nessuna censura, a meno che non insultiate ed non offendiate pesantemente, siete voi utenti i padroni, io posso solo dettare le linee guida.

Tolta questa premessa eccomi giunto al punto: ovvero la situazione politica – amministrativa a Cori a quasi due anni dall’insediamento, o dal ritorno, di una giunta di centrosinistra. Il nulla assoluto in meno di due anni si è visto:
1. la raccolta differenziata ha causato solo danni, la si poteva gestire in maniera diversa, era proprio necessario far sparire i cassonetti generici, così da creare delle mini discariche a cielo aperto dislocate in tutto il territorio comunale?
2. i parcheggi a pagamento non sono serviti a nulla, non ci parcheggia quasi nessuno, sono serviti a far aumentare solo le soste selvagge;
3. quella vicenda del gazebo sull’abitazione sul ponte delle Maestre Pie si è conclusa come se nulla fosse nonostante le polemiche sollevate dall’opposizione, sia perché deturpava il centro storico, sia perché erano coinvolti dei tecnici incompatibili per quella mansione;
4. hanno rinunciato a progetti di arredo urbano finanziati dalla Regione solo perché erano di iniziativa altrui;
5. il problema del bilancio e del presunto dissesto denunciato nella campagna elettorale si è mostrato meno grave del previsto e lo dimostra il fatto che il giovane De Lillis, alla prima esperienza amministrativa, abbia sbrogliato quella matassa con facilità;
6. la strada dell’Impero attende ancora la riapertura dopo quella sorta di alluvione dello scorso maggio.


Si renderanno conto dei danni che hanno causato, soprattutto per quanto concerne l’immondizia, cosa che potrebbe travolgerli, avranno tempo tre anni per rimediare, per far ragionare Bernardini, per pensare a cose serie, non a giocare col consiglio comunale dei ragazzi; frattanto si dondoleranno sulle soffici poltrone e sulle prebende, per tutti i quattordici componenti della maggioranza, tra sindaco, assessori e delegati: un po’ ciascuno non fa male a nessuno, così non litighiamo. Abbiamo un sindaco che non vuole sistemare Cori, non crede molto nei mezzi informatici e che ha mostrato contrarietà alla creazione di nuove arterie come la Cori – Norma e la bretella Cisterna – Valmontone. Caro sindaco l’Italia è divenuta una nazione ricca e sviluppata grazie alle veloci arterie di comunicazioni, come autostrade e ferrovie: che dovevamo ancora stare a salire e a scendere i monti che costituiscono l’Italia con il mulo? Questa sinistra regna sovrana nel nostro paese nonostante la crisi che attraversa in ambito nazionale: eletta nel 2007 col vecchio schema del centrosinistra prodiano, cioè è una coalizione che va dal centro e arriva fino all’estrema sinistra; la sinistra radicale è pressoché scomparsa dalla geografia politica e per alcuni componenti che sono presenti in seno al consiglio comunale (per alcuni si è trattato solo di opportunismo politico) è andata bene che sono stati eletti al tempo del governo Prodi, altrimenti avrebbero risentito della decadenza dei loro partiti pure a livello corese.

Come dicevo il centrosinistra regna sovrano, grazie alle forze di opposizione in crisi e distrutte. Passiamo ad analizzarle queste forze di opposizione. Nel nostro paese, come nel resto d’Italia, si va costituendo il partito unico del centrodestra del Popolo delle Libertà e per il momento l’ex sindaco Tommaso Bianchi sembra esserne il capo e trascinatore assoluto. Apparentemente sembrano essersi riconciliati i partiti di An, che durante le comunali anticipate confluì nella lista civica Nuovo Progetto per Cori e Giulianello, e ciò che è rimasto del partito di FI, che confluì nella lista Casa delle Libertà. La divisione e la conseguente sconfitta alle comunali 2007 ha fatto bene: così si sono trovati cinque anni di tempo per riconciliarsi, richiudere le ferite e far sparire il rancore; che senso avrebbe avuto mettersi di nuovo tutti insieme, vincere e sfasciare tutto ancora? Era troppo fresco quello che era successo. Sembra restare nel limbo il gruppetto di Dolci/Betti: sono usciti dall’Udc e dalla Rosa Bianca per seguire Baccini nel Pdl (solo Canale è rimasto nell’Udc), ma avranno capito che non è aria, “ma tanto se alle prossime comunali vorrete tentare la vittoria dovrete venire per forza da noi” pensano. Questo imbarazzo degli uomini Pdl di fronte al gruppo di Dolci che vorrebbe entrare, nel mio piccolo mi ricorda l’imbarazzo che essi provarono quando chiesi loro di pubblicare un mio scritto, dopo molto tempo che non scrivevo più nel loro giornale, e capendo che non era aria, senza batter ciglio ripiegai sul blog di Cori. Imbarazzo causato dalla convinzione che ogni qualvolta che li criticavano o li attaccavano il colpevole ero sempre io, come se solo io avessi avuto l’allaccio alla rete in tutta Cori e inoltre le critiche fanno parte del giuoco se sono dei personaggi esposti pubblicamente, siamo in democrazia; allora solo loro possono criticare? Voglio vedere se gli esponenti di An manterranno la parola data, cioè che non si alleeranno mai più con i dolciani: è facile parlare con le elezioni lontane. È pur vero che affidabili non lo sono: a parte le vicende passate, vogliono entrare nel Pdl solo perché ci entrerà Baccini, se Baccini avesse scelto il Pd, a quest’ora vorrebbero entrare nel Pd? A mio avviso alla fine si ammucchieranno tutti di nuovo e quest’occasione costituirà per il centrosinistra un ottimo deterrente propagandistico. Andrà bene per Sorcecchi e Costantino in vista delle comunali 2012 se Masetto riuscirà ad ottenere un seggio in provincia: “promoveatur ut amoveatur” ricordatelo; ma nel nostro collegio sembra essere una missione impossibile e comunque il sottoscritto, se non si asterrà, farà molta attenzione a chi sarà il candidato, decidendo se concedergli la preferenza o meno.

Congedandomi vi voglio salutare con una mia poesia corese dell’estate 2002 che ho ritrovato e rispolverato: ora non ricordo la situazione politica di quel momento ma mi mostrai buon profeta per le vicende future, tra toni scherzosi e sarcastici che usai immedesimandomi nelle parlate del corese comune:



CAPÒCCIA A CORI                                            Padroni a Cori (traduzione in italiano)

Pe anni a Cori covernénno (alla méglio?)         Per molti anni governarono (bene?)
chigli delle bandiere rósce e coperatìve.
            quelli delle bandiere rosse e delle cooperative
Ieri tenevano jo serìcchio e jo martéglio;          in passato come simboli avevano la falce ed il martello;
mo’ téo: fiùri, àrbiri de cèrcie e de live.             oggi hanno: fiori, alberi di querce ed ulivi.

Se sènteno padrùni de tutto e de tutti                 Si sentono padroni di tutto e di tutti
e se ’n ci stao issi de meno ’n ze ne véo:
          e se non sono al comando non si preoccupano:
perché dello commannà so’ ‘ssai jutti,
              perché del potere sono molto ghiotti,
co tutti mpippi ca ncora derèto ci téo.
          con tutte le questioni in sospeso che hanno lasciato.

Gl’ari: mare so’ nepùti alle camìse nere:           Gli altri forse sono i nipoti delle camicie nere:
chigli ca te sderenévano colle passonàte.
         quelli che ti bastonavano.
A Cori se scìnciano e sempre fao le vère:          A Cori si sfaldano e sempre litigano:
perzóne ca ‘lle portróne ’n ci so’ bbetuàte.
    sono persone che a comandare non sono abituate.

Le bbannaròle, ch’ai doa stéano mméso,            Le banderuole, che erano in mezzo,
ói stao ddécchi/ddégli: s’éo iti a sdovà.
              oggi sono a destra o a sinistra: si sono divisi.
Se penzano d’esse casa, cchiésia e Jèso!
         Pensano di essere casa e chiesa e Gesù!
Manco issi sao chéllo ‘ccazzo téo da fa!
             Neanche loro sanno quello che devono fare!

Puro cazzi a destra e sinistra da sentì té:
             Anche fatti a destra ed a sinistra devi sentire:
acqua, Stozza e spedàle stao alla ruvìna
             acqua, Stozza ed ospedale sono in rovina
e ognuno va giustènnosela pe caóli sé.               ed ognuno se la aggiusta a suo modo.

Jo conzigliére se cùnia a chélle portróne,            Il consigliere si dondola in quelle poltrone,
cómme ai bégli témpi de CheccoNnìna
                 come ai bei tempi di CheccoNina
e ai mpicci te va responnènno: «che óne?»
         e a dei problemi ti risponde: «che vuoi?»

Te requète ssulo ’n témpo de votazziùni,              Ti  controlla soltanto in tempo di elezioni,
te
sse ojarìa recrompà co cena e bbenzina          vorrebbe comprarti pagandoti cena e benzina
e passato tutto te gghiàppa a cauciùni!
                 e passato tutto ti prende a calci!

mercoledì 4 febbraio 2009

2) RICORDI BERSAGLIERESCHI

BERSAGLIERE A VENT'ANNI, BERSAGLIERE PER TUTTA LA VITA, così dice un vecchio detto. Girando per la rete ho trovato un blog sulla mia caserma, dove c'era il 1° Reggimento Bersaglieri, alla Borgata Aurelia (frazione nord di Civitavecchia), il cui motto era "Ictu Impetuque Primus" (primo nel colpire e nell'assalire), ora con la riorganizzazione dell'esercito, l'abolizione della leva, in quella caserma c'è un reggimento di trasmissioni e il primo Bersaglieri è a Cosenza, ma fa parte di un altra brigata, la Brigata Garibaldi, mentre noi facevamo parte della Brigata Granatieri di Sardegna. Tante generazioni di italiani sono passate in quella caserma e da tutta Italia, ognuno immette i suoi ricordi: io ero nella Prima Compagnia Lupi, il cui primo comandante fu La Marmora, quando ancora l'italia non esisteva e i bersaglieri erano una specialità dell'esercito piemontese. Vedendo quel blog mi sono venuti alla mente tanti ricordi, ho potuto rivedere virtualmente i volti di persone che pensavo di non rivedere più. Finora non sono intervenuto, spero di uscire allo scoperto e trovare il coraggio perché vorrei ringraziare alcuni ufficiali, alcuni dei quali avevano la guerra in testa, che sotto la loro apparente arroganza e il loro apparente disprezzo per noi semplici militari di truppa, delle volte mostravano grande umanità. Inoltre vorrei dire che nonostante tutto sono orgoglioso di avere fatto parte di quel glorioso corpo d'Italia. Nel mio caso quando commettevo qualche stupidaggine, dopo le sfuriate, mi graziavano quasi sempre, invece di fottermi di brutto, mi davano lezioni di vita che sarebbero servite non solo per la vita militare, ma anche per la vita in generale.  Purtroppo il cappello piumato l'ho perduto, ma il fez e la divisa li conservo ancora.
Mi sono venute alla mente le canzoni che ci facevano imparare e cantare, con la mitica fanfara che suonava, che ancora ricordo. Il testo di qualcuna l'ho riportato qui sotto:  


                                          IL REGGIMENTO DI PAPÀ

Col bimbo in braccio, ancor sugli occhi il pianto,/aveva atteso ansiosa il suo passaggio./
La Grande Guerra rotto avea l'incanto,/l'Italia i figli suoi dovea chiamar:/partiron quel mattin/
verso l'italo confin./Parte il Reggimento,/il Reggimento di papà,/alto il vessillo al vento/
che un dì la gloria bacerà./Parte col cuor contento/chi lieto il sangue suo darà,/
parte il Reggimento,/il Reggimento di papà./

Campane a festa, pace vittoriosa,/ritornano dal fronte i Bersaglieri!/

Tra le altre massaie, trepida e ansiosa,/la sposa attende col suo piccino./Tra canti, evviva e fior/
tornano lieti i vincitor./Torna il Reggimento,/il Reggimento di papà,/alto il vessillo al vento/
baciato dalla gloria va./Torna col cuor contento/Chi al casolar ritorno fa,/torna il Reggimento,/
ma non ritorna più papà.

Bimbo, alza la testa,/il pianto tuo non far brillar./Del babbo tuo le gesta/
la Patria non potrà scordar./Il sangue che egli ha dato/un dì di sprone a te sarà,/
quando sarai soldato/nel Reggimento di papà.




LA CARETTIANA

E passa e va il reggimento/con il vessillo alto che garrisce al vento/e passano con volti fieri/son tutti giovani son bersaglieri/E' il terzo di papà Caretto/che come al Piave ancor rinnova il suo valor/è l'ideal che l'accompagna/è un solo grido "vincere o morir" bersaglier. /E va vessillo sacro va/solo chi muor si può fermar/e va sfidando l'avvenir/chi per la patria muor vissuto è assai./Marcian seguendo un sol destin/ la nostra fede mai si spegnerà/ognor riuniti nel cammin/il comandante ci ritroverà "bersaglier".


Parole e musica sono del Capo-fanfara del 3°Rgt. Bersaglieri Mar.Leandro Bertuzzo il quale, su incarico del Capo di Stato Maggiore della Terza Brigata Goito,scrisse questo pezzo in onore del Colonnello Aminto Caretto che il 1° ottobre1940 assunse il comando del 3° Rgt. e decorato con la Medaglia d'oro in Russia.




PIUME AL VENTO

Sfilano per le strade i bersaglier,/musica in testa, a gran velocità./Ogni piumato fante se ne va/scordando i suoi nostalgici pensier..../L'ammirazion che desta il suo passar/è la sua vita, tutto il suo piacer/e se un ricordo lo fa sospirar/rialza la testa :"Sono un bersaglier!"
Passa!Le piume al vento l'Italia nel cuor!/Squilla con ardimento fanfara d'amor!/Stanco magari è il corpo/ma l'anima è ancor/tesa, verso l'ascesa dell'italo valor!

E se la patria un dì bisogno avrà/d'altri suoi figli, ancor ne troverà/primo, fra tutti capo eretto e fier/coi suoi nipoti il vecchio bersaglier!
Passa! Le piume al vento............... (si ripete il ritornello sopra)




ALL’ARMI BERSAGLIERI

All'armi, all'armi, all'armi Bersaglieri,/Noi siamo dell'Italia i Bersaglieri./Siamo ciclisti, falchi della guerra:/qual folgore piombiam,/tremendi e fieri,/e del nemico siam l'incubo e il terror./

Rapidi come vento andiamo ognora,/ostacoli per noi non ha la Terra./la nostra ruota gira la vittoria/e forti abbiam le gambe e saldo il cuor.

Silente vola la bicicletta,/passa la gola, il monte e la città;/laggiù è la gloria, essa ci aspetta/per la vittoria che ci arriderà.

Del Bersagliere la baionetta/l'orda straniera in fuga volge ognor./Ciclisti siamo, andiamo in fretta/che i primi siamo sul campo dell'onor.

All'armi, all'armi, all'armi Bersaglieri,

tremendi e fieri! Urrà!

martedì 3 febbraio 2009

1) IL PRIMO NON SI SCORDA MAI

Prendendo spunto dagli altri blog, ho deciso di crearmene uno io per cimentarmi sulla visione delle nostre esistenze secondo il mio punto di vista, senza la presunzione di avere ragione. Mi occuperò un po' di tutto: Cori (LT), il mio paese, politica, religione, patria, sfoghi personali, interessi e problemi giovanili, femmine, eccetera.


Sarà un gran varietà, non so se sarò all'altezza della situazione, se vorrete venire a trovarmi, per apprezzare o per contestare le mie idee, ne sarò lieto, in caso contrario non me la prenderò: l'importante è che riesca a tirar fuori le idee che ho dentro.
Ciao a tutti.

AnLuc