A SOSTEGNO DI ISRAELE
Nel giorno del ricordo dell’Olocausto e del dolore del popolo ebraico, noi europei esprimiamo tutta la nostra vicinanza, il nostro conforto, e il nostro sostegno allo Stato di Israele, il quale da solo da oltre 60 anni lotta per la propria sopravvivenza. Se non avessero Israele a cui pensare, il primo pensiero degli arabi – islamici sarebbe quello di procedere ed affrettare il piano di islamizzazione dell’Europa. Parlo dei più fanatici e fondamentalisti, ovviamente non tutti lo sono, ci sono anche coloro che vogliono la pace e il rispetto reciproco. Oltre un miliardo di persone non riescono a piegare un piccolo stato, figuriamoci se potranno competere con noi se ci sfideranno.
Una profezia della Bibbia dice che prima della fine del mondo Israele dovrà vedersela nel fronteggiare tutte le nazioni della Terra; due sono le ipotesi se tale profezia si avvererà:
1) tutte le nazioni del mondo saranno musulmane,
2) altre forme di antisemitismo europeo, come quello che portarono all'Olocausto, saranno diffuse a macchia d'olio in tutto il pianeta.
Israele ha più volte stupito il mondo per la propria potenza e preparazione militare, quando tutti non avrebbero scommesso una lira sulla sua sopravvivenza. Prima della guerra c’erano sporadici insediamenti ebraici in Palestina, i quali iniziarono ad incrementarsi negli anni ’30 del ‘900 con le persecuzioni naziste e dopo la Seconda Guerra Mondiale fu deciso di costituire uno stato ebraico, per conforto a ciò che i sionisti subirono nei campi di stermini, in quella che era la loro terra, da dove partì la diaspora. Nel corso dei secoli gli ebrei vissero in Europa nei ghetti, che erano situati nei cuori delle città, ed erano i padroni delle finanze e del commercio: da lì iniziò l’antipatia nei loro confronti, con l'aggiunta della teoria religiosa secondo cui avevano inchiodato Gesù Cristo sulla croce e non l'accettarono. Prima del Concilio Vaticano II la liturgia cattolica nutriva avversione nei testi sacri, il venerdì santo si diceva perfino “perfidi giudei”.
Più volte nel corso della storia essi furono perseguitati e maltrattati sino all’ecatombe dell’Olocausto nella Seconda Conflitto Mondiale. In Italia molti israeliti erano fascisti prima dell’emanazione delle leggi razziali del ’38, quando il fascismo si accostò al nazismo tedesco nell’idea di antisemitismo.
Il sommo pontefice Pio XII probabilmente sapeva quello che avveniva nei campi di sterminio nazisti, ne parlò pubblicamente in modo indiretto, se l’avesse fatto direttamente temeva che avrebbe peggiorato le cose, contribuì al pagamento che i tedeschi imposero al ghetto di Roma per evitare la deportazione degli ebrei, ma fu tutto inutile. Dopo la guerra la Chiesa ha cambiato la liturgia, ha intrapreso un nuovo cammino di dialogo con i giudei, auspica, come noi tutti, che un nuovo cammino di pace possa esserci in Medio Oriente, e cessino le violenze da entrambi le parti tra le due distinte entità.