Segue una mia poesia sulla Pianura Pontina (o Agro Pontino) che scrissi nel gennaio 2003. Si evidenziano le numerose sfaccettature e i numerosi contrasti tra gli antichissimi paesi arroccati da millenni sui monti, fondati appositamente in altura per ragioni difensive, di inespugnabilità e per sfuggire alle malsane condizioni delle Paludi Pontine, e i nuovi centri di pianura fondati dal Regime Fascista dopo la bonifica. Le due realtà oggi convivono con non pochi problemi sotto la stessa provincia (di Latina). Ma ciononostante fu un fatto positivo per tutti la bonifica: in quel modo si crearono non poche possibilità ed occasioni di lavoro nell’agricoltura, nell’industria e nei servizi.
SULLA PIANURA PONTINA
I
La cinta lepina, dalla nullità marosa
è impressionante la Circe sulla piana:
la Piana Pontina fertile e acquitrinosa.
La mano littoria in palude malsana
s’immerse e mutò in terra vigorosa
per i coloni dalla parlata cispadana;
ch’appresso alla prima generazione,
quell’altre ancor dicono: «terrone»
II
Con la sua mano quel fascio bruciò
e lasciò il gagliardo segno adoratore.
La gente il nazionalismo mai l’accettò:
romantico, poeta, artista, sognatore,
io Italico lo fui, lo sono e lo resterò;
l’Italiano resterà l’Italiano rimatore.
Almeno nella piana c’è l’ispirazione
per una sua corretta alimentazione.
III
Non è così per le generazioni illetterate
nuove: prede di mode, di anglicismi,
di totali ed incalzanti americanate;
anche sulla pianura son vari i sismi
e, tra indegne e peccaminose giocate,
ci son della pre-bonifica i misticismi:
Santa Maria Goretti presta attenzione
a chi l’invoca con santa devozione.
IV
Della prosperità è quasi l’isola felice:
Littoria agricola 1, Latina d’industria 2.
Pure se ha la Lepina rossa cornice
è fiera ed orgogliosa dell’origini sue:
lì l’ulivo non metterà mai la radice,
la avvalora la “Brigata Littoria 32”.
Appunto dal ‘32 vanto per nazione
e 32 versi di codesta composizione.
Andrea Lucarelli (gennaio 2003)
PROSA
I
La Pianura Pontina o Agro Pontino, la seconda pianura più fertile d’Italia dopo la Pianura Padana, anche per la sua natura acquitrinosa di antica palude, è circondata dai Monti Lepini e dal mare; il Promontorio del Circeo, antica residenza della maga Circe e di leggende, così isolato nel mare mette soggezione, guardandolo dalla piana. Il territorio è in gran parte popolato da genti dell’Italia del nord, arrivate per coltivare le terre a loro assegnate con la bonifica voluta dal fascismo, la parlata nordica, veneta soprattutto, è pressoché scomparsa nelle città, sostituita da un romanesco pontino, ma si è mantenuta bene nelle campagne e nei piccoli borghi; ecco allora l’atteggiamento di superiorità nei confronti degli abitanti dei monti. Nonostante questo nessuno ti tratta male e il termine “terrone” viene usato nella maggioranza dei casi in senso affettivo, non per offendere.
II
Sebbene il Regime Fascista fece di tutto per mutare la tradizionale inclinazione degli italiani da artisti, poeti, santi, navigatori e sognatori, in indomabili guerrieri, degni discendenti delle antiche legioni di Roma, esso fallì nei suoi obbiettivi, i quali furono la causa della propria fine, quando trascinò l’Italia nell’avventura bellica. Il grandioso segno che lasciò in perenne memoria fu proprio la pianura bonificata, che così divenne la fonte di ispirazione di tutti gli artisti.
III
Ma ormai i tempi cambiano con “le nuove generazioni illetterate”: chiamate così perché in alcuni casi si diplomano o si laureano senza sapere le regole essenziali grammaticali e sintattiche, piace loro apportare parole straniere nella nostra lingua quando esistono benissimo i corrispondenti italiani, usando i nuovi strumenti tecnologici (cellulari, internet) stravolgono completamente il linguaggio scritto (scrivono x invece di per, xké invece di perché, nn invece di non, ecc.) e sono presi dalle mode del momento provenienti come sempre da oltreoceano. Tengo a sottolineare “anche” perché non sono solo tendenze della Pianura Pontina. In mezzo a questa società immorale e senza più religione ci si affida ancora al misticismo, invocando Santa Maria Goretti, la quale è vissuta nei tempi delle Paludi Pontine.
IV
La città principale, capoluogo di provincia, dopo la guerra ha conosciuto uno sviluppo demografico, economico ed industriale, da piccola cittadella agricola che era ed ha cambiato il nome da Littoria in Latina. Le stesse cose sono accadute nelle altre città create con la bonifica. Dal punto di vista politico è in contrasto con i Monti Lepini: è rimasta sempre fedele ai partiti discendenti del fascismo, tranne gli anni democristiani quando comunque l’Msi era forte; l’orgoglio delle origini è allo stadio con lo striscione “Brigata Littoria 32”, esposto dai tifosi che seguono la locale squadra calcistica. Fino a qualche anno fa era un’isola felice, poi la crisi è arrivata anche lì, ma la maggioranza ancora se la cava più che discretamente. Gli ultimi due versi non hanno bisogno di commenti.
#1 06 Gennaio 2011 - 19:02
RispondiEliminaI
La Pianura Pontina o Agro Pontino, la seconda pianura più fertile d’Italia dopo la Pianura Padana, anche per la sua natura acquitrinosa di antica palude, è circondata dai Monti Lepini e dal mare; il Promontorio del Circeo, antica residenza della maga Circe e di leggende, così isolato nel mare mette soggezione, guardandolo dalla piana. Il territorio è in gran parte popolato da genti dell’Italia del nord, arrivate per coltivare le terre a loro assegnate con la bonifica voluta dal fascismo, la parlata nordica, veneta soprattutto, è pressoché scomparsa nelle città, sostituita da un romanesco pontino, ma si è mantenuta bene nelle campagne e nei piccoli borghi; ecco allora l’atteggiamento di superiorità nei confronti degli abitanti dei monti. Nonostante questo nessuno ti tratta male e il termine “terrone” viene usato nella maggioranza dei casi in senso affettivo, non per offendere.
II
Sebbene il Regime Fascista fece di tutto per mutare la tradizionale inclinazione degli italiani da artisti, poeti, santi, navigatori e sognatori, in indomabili guerrieri, degni discendenti delle antiche legioni di Roma, esso fallì nei suoi obbiettivi, i quali furono la causa della propria fine, quando trascinò l’Italia nell’avventura bellica. Il grandioso segno che lasciò in perenne memoria fu proprio la pianura bonificata, che così divenne la fonte di ispirazione di tutti gli artisti.
III
Ma ormai i tempi cambiano con “le nuove generazioni illetterate”: chiamate così perché in alcuni casi si diplomano o si laureano senza sapere le regole essenziali grammaticali e sintattiche, piace loro apportare parole straniere nella nostra lingua quando esistono benissimo i corrispondenti italiani, usando i nuovi strumenti tecnologici (cellulari, internet) stravolgono completamente il linguaggio scritto (scrivono x invece di per, xké invece di perché, nn invece di non, ecc.) e sono presi dalle mode del momento provenienti come sempre da oltreoceano. Tengo a sottolineare “anche” perché non sono solo tendenze della Pianura Pontina. In mezzo a questa società immorale e senza più religione ci si affida ancora al misticismo, invocando Santa Maria Goretti, la quale è vissuta ai tempi delle Paludi Pontine.
IV
La città principale, capoluogo di provincia, dopo la guerra ha conosciuto uno sviluppo demografico, economico ed industriale, da piccola cittadella agricola che era ed ha cambiato il nome da Littoria in Latina. Le stesse cose sono accadute nelle altre città create con la bonifica. Dal punto di vista politico è in contrasto con i Monti Lepini: è rimasta sempre fedele ai partiti discendenti del fascismo, tranne gli anni democristiani quando comunque l’Msi era forte; l’orgoglio delle origini è esposto allo stadio con lo striscione “Brigata Littoria 32” esposto dai tifosi che seguono la locale squadra calcistica. Fino a qualche anno fa era un’isola felice, poi la crisi è arrivata anche lì, ma la maggioranza ancora se la cava più che discretamente. Gli ultimi due versi non hanno bisogno di commenti.
Anluc