UN’INCHIESTA SUL CALO DEI CONSENSI DELLA SINISTRA A CORI
- CAUSE DEI CAMBIAMENTI
Vi siete mai chiesti perché le percentuali della sinistra a Cori negli anni ’70 toccavano il 70% (Pci 61% - Psi 9%), mentre il centrosinistra odierno (eredi del Pci e una parte di quella che era la Dc) nel nostro paese arriva all’incirca al 55%? Oggi sono i cattolici di sinistra che ancora tengono a galla gli ex comunisti, se non lo facessero sarebbero minoranza.
Riguardando i risultati elettorali delle elezioni comunali dell’ultimo trentennio si può notare che è il 1990, l’anno che ha segnato la svolta, facendo perdere al Pci la maggioranza assoluta. Anche nel 1985 l’aveva persa, però c’era stata una scissione all’interno di quel partito: sommando i voti del Pci con quelli degli scissionisti le percentuali grossomodo rimanevano invariate e non c’erano rilevanti perdite di voti. Il calo dei consensi del Partito Comunista nel 1990 ci fu un po’ in tutta Italia: fu causato dalla caduta del Muro di Berlino e dalla fine dei regimi comunisti nell’Europa dell’Est, così molte verità saltarono fuori. Da lì la trovata di rinnovarsi radicalmente per non sparire dalla politica. La fine del socialismo reale è stato il primo fattore della fine dello strapotere comunista nel nostro paese.
Alcuni anni dopo finì anche la Democrazia Cristiana, che guidava l'Italia da un cinquantennio, con i suoi alleati socialisti e di altri partiti minori, iniziò una nuova fase politica in cui uno si liberava dai classici schemi che l'avevano ingabbiato per decenni: “inizia una nuova era, mi libero dalle ideologie, dalle convinzioni religiose e scelgo chi ritengo più in grado di poter guidare il mio paese nelle nuove sfide e nel nuovo modo di pensare che ci attendono”. L’inizio di una nuova fase politica è stato il secondo fattore.
La nostra società dagli anni ’40 agli anni ’90 del ‘900 era profondamente modificata, c’erano nuove generazioni cresciute nella tecnologia, nel consumismo sfrenato e con la televisione soprattutto, la quale provocò una vera e propria rivoluzione. Il cambiamento della società e il ricambio generazionale è stato il terzo fattore.
Le politiche sbagliate di sinistra e la buona amministrazione della destra, quando si trovò al governo del paese, hanno fatto sì che in alcune elezioni, molti elettori di centrosinistra dirottassero i loro voti verso destra per le sole elezioni comunali, mentre li mantenevano a sinistra per tutte le altre elezioni (ad esempio nel 2004). La mal politica di sinistra e la buona politica degli avversari è stato il quarto fattore.
Riguardando i risultati elettorali delle elezioni comunali dell’ultimo trentennio si può notare che è il 1990, l’anno che ha segnato la svolta, facendo perdere al Pci la maggioranza assoluta. Anche nel 1985 l’aveva persa, però c’era stata una scissione all’interno di quel partito: sommando i voti del Pci con quelli degli scissionisti le percentuali grossomodo rimanevano invariate e non c’erano rilevanti perdite di voti. Il calo dei consensi del Partito Comunista nel 1990 ci fu un po’ in tutta Italia: fu causato dalla caduta del Muro di Berlino e dalla fine dei regimi comunisti nell’Europa dell’Est, così molte verità saltarono fuori. Da lì la trovata di rinnovarsi radicalmente per non sparire dalla politica. La fine del socialismo reale è stato il primo fattore della fine dello strapotere comunista nel nostro paese.
Alcuni anni dopo finì anche la Democrazia Cristiana, che guidava l'Italia da un cinquantennio, con i suoi alleati socialisti e di altri partiti minori, iniziò una nuova fase politica in cui uno si liberava dai classici schemi che l'avevano ingabbiato per decenni: “inizia una nuova era, mi libero dalle ideologie, dalle convinzioni religiose e scelgo chi ritengo più in grado di poter guidare il mio paese nelle nuove sfide e nel nuovo modo di pensare che ci attendono”. L’inizio di una nuova fase politica è stato il secondo fattore.
La nostra società dagli anni ’40 agli anni ’90 del ‘900 era profondamente modificata, c’erano nuove generazioni cresciute nella tecnologia, nel consumismo sfrenato e con la televisione soprattutto, la quale provocò una vera e propria rivoluzione. Il cambiamento della società e il ricambio generazionale è stato il terzo fattore.
Le politiche sbagliate di sinistra e la buona amministrazione della destra, quando si trovò al governo del paese, hanno fatto sì che in alcune elezioni, molti elettori di centrosinistra dirottassero i loro voti verso destra per le sole elezioni comunali, mentre li mantenevano a sinistra per tutte le altre elezioni (ad esempio nel 2004). La mal politica di sinistra e la buona politica degli avversari è stato il quarto fattore.
- LO STRAVOLGIMENTO DEL RADICAMENTO
In un paese dove la maggioranza della popolazione era bracciante agricola o era dedita alla pastorizia e dove c’era una ristretta cerchia di benestanti e di proprietari terrieri, era facile far credere che con la rivoluzione socialista ci sarebbe stata una più equa distribuzione delle ricchezze e sarebbe arrivata una giustizia sociale. Non si poteva minimamente immaginare che non era tutto oro quello che luccicava. Si pensava che un primo passo per realizzare ciò, fosse possibile con la fine del potere temporale dei papi, i quali detenevano il potere, e che avrebbe comportato lo stroncamento dei privilegi ecclesiastici, ma col nuovo Regno d’Italia le condizioni generali non migliorarono subito.
Anche dei ricchi c’era e c’è bisogno perché danno il lavoro ai poveri: con le innovazioni tecnologiche, con l'industrializzazione di massa, con le arterie di comunicazione, con il libero mercato, con l’assistenza dello stato, che garantiva i diritti di tutti, sarebbero arrivate migliori condizioni di vita e di riscatto. Si poteva immaginare che tutto sarebbe peggiorato con il comunismo e che avrebbe privato le libertà, favorendo solo la ristretta cerchia di potere? Guardate la Cina di oggi, che da quando si è aperta al mercato libero, è divenuta un colosso economico non indifferente e dove si è creata una classe agiata che dà molte opportunità a tutti.
Negli anni ’70, anni di piombo e anni del massimo storico del Pci, ancora si credeva che oltrecortina si vivesse meglio che da noi: così dichiarò in un sondaggio un’elevata percentuale di intervistati nell’ottobre 1977, per un documentario Rai in occasione del 60esimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre nell’Urss. Quei giovani degli anni ’70, oggi cinquantenni o sessantenni e intellettualoidi dell’odierna sinistra, sono coloro che stanno meglio di tutti in questi momenti difficili. Mentre altri giovani sinistroidi di quegli anni sono divenuti berlusconiani e oggi sono i più aggressivi di tutti verso la sinistra. Lo stesso facevano quei vecchi che bazzicavano la "cooperativa – casa del popolo": faceva stupore sentire durante i comizi dei compagni, in occasione delle loro sconfitte alle elezioni comunali del 1999 e del 2004, i loro commenti non proprio di apprezzamento e giubilo.
C’è una parte irriducibile che non vuol cambiare: vota sinistra per tradizione, rimanendo ancorata a quegli schemi antichi senza rendersi conto di quanto siano cambiati la società italiana, le fabbriche e il mondo (i ricchi non sempre sono di destra e i poveri spesso non sono di sinistra), così fanno anche le generazioni che discendono da essa; mentre altre nuove giovani generazioni lottano con i loro genitori per cambiare le mentalità e così scegliere liberamente per chi votare. A me rimasero impresse le testimonianze di alcuni giovani militanti di An, nel loro vecchio blog, in cui dichiararono che per partecipare alla vita politica del loro circolo dovettero intraprendere delle serrate lotte con i loro padri. Questo nuovo corso ha riguardato con decisione e senza più timore anche la revisione della storia, la riscoperta dell'alto ideale patrio, con il rispetto di quei morti, considerati sino ad allora di serie B e per quello dimenticati, che diedero la vita per una causa che essi ritenevano giusta.
Morale della favola: se le forze avverse alla sinistra fossero state più unite, coese e non si fossero autodistrutte tra loro, i comunisti e i loro derivati dal 1990 non deterrebbero più il potere nel nostro paese. Ora hanno bisogno di quei cattolici, che avevano sempre osteggiato e schernito, per non sprofondare. Marciano tutti insieme compatti nella “Perugia – Assisi”, presunta marcia della pace, che assume un chiaro significato politico.
#1 02 Ottobre 2011 - 16:22
RispondiElimina"se le forze avverse alla sinistra fossero state più unite, coese e non si fossero autodistrutte tra loro...."
Ma se ancora non si sa chi sono i rappresentanti del PDL a Cori.
Di quale forze stai parlando, di chi si nasconde e che forse neanche tu conosci?
utente anonimo
#2 02 Ottobre 2011 - 17:27
RispondiEliminaAncora una volta complimenti per la sensibilità e precisione mostrata riguardo ad un tema fondamentale per comprendere fino in fondo la nostra comunità. Spero vivamente, in una prossima occasione di poterti dare un contributo significativo nell'illustrazione di quanto avvenuto nella politica corese a partire dal'90, anno che giustamente hai identificato come spartiacque. Alle elezioni Amministrative di quell'anno, il Partito Comunista per la prima volta scese al di sotto del 50% dei voti. Un saluto e a presto. Tommaso Bianchi
utente anonimo
#3 02 Ottobre 2011 - 22:36
RispondiEliminaLa domanda sta ancora li chi sono oggi questi rappresentanti a Cori?
P.s. E' inutile far finta di ignorarla crogiolandosi sugli allori.
utente anonimo