GLI ATTI DI VANDALISMO COME RISPOSTA ALL’INDIFFERENZA DELLE AUTORITA’ (IRREMOVIBILI DALLE LORO FISSAZIONI) NEL RECEPIRE I SEGNALI DEL DISAGIO E LE RICHIESTE PRIMARIE DEI GIOVANISSIMI.
A Giulianello, nell’unica frazione di Cori, negli ultimi mesi si sono registrati degli atti di teppismo, i quali sono stati messi in evidenza nelle cronache di qualche giornale della nostra provincia. Tutto è iniziato qualche mese fa con la comparsa di scritte offensive verso i residenti stranieri, rei secondo gli imbrattatori dei muri, di rubare il lavoro ai tanti disoccupati del luogo, in particolare ai giovani. Per gli amministratori comunali quell’atto è stato una vera e propria atrocità, un orrendo crimine, che è stato giustamente condannato senza se e senza ma. Una volta condannato pubblicamente il gesto e ripulita la frazione da quelle scritte, anziché andare nella radice del problema, di quella forma di disagio dei giovani, cercando di ascoltare le loro richieste, cioè di poter legittimamente contare di più in casa propria, così da lavorare e costruire un futuro, estirpando sul nascere queste forme di razzismo, hanno assoldato l’abituale professore per elaborare i soliti grafici migratori.
Anche se si dimostra loro, con quei gesti, che la pacifica e rispettosa convivenza inizia ad essere minata (non solo per la mancanza di lavoro, anche per la delinquenza straniera in generale), si fa di tutto per non metterlo in evidenza, tentando di dimostrare come quegli atti di intolleranza siano molto circoscritti e limitati, in modo da non distruggere le loro teorie che praticano da anni: le sette meraviglie delle società multiculturale/multietnica, il massiccio ripopolamento in risposta alla denatalità, i lavori che nessuno fa più, il vertiginoso aumento di quelle persone che deve essere accettato per forza con grande entusiasmo, ecc.
Se ne infischiano del lamento dei giovani, delle loro richieste di lavorare (al tempo giusto e al prezzo giusto), costruirsi una famiglia, generare figli, ripopolare e ringiovanire un po’ il territorio. “Ah si? E’ così?”- rispondono i ribelli indemoniati – “di noi che stiamo con le mani in mano non ve ne frega niente?Allora vi spacchiamo e vi distruggiamo tutto, pure perché non abbiamo nulla di meglio da fare!” E’ questa la mia teoria sulla distruzione dei giardini pubblici e sulle sassate al centro anziani, eventi accaduti qualche settimana dopo la comparsa di quelle scritte.
Il mese scorso le cronache giornalistiche hanno riportato una presunta vicenda di razzismo a Latina Scalo. Il Sindaco di Cori Conti, senza avere i requisiti, ha inviato al giornale un comunicato di condanna del gesto e di solidarietà verso l’ipotizzata vittima straniera. Il giorno seguente lo stesso giornale ha pubblicato la replica di un residente indignato, il quale ha ribattuto a Conti, invitandolo ad occuparsi dei problemi del suo paese, anziché andare a fare le lavate di testa ai non suoi compaesani per un razzismo che non esiste: il camionista dell’Europa dell’Est è stato aggredito da un abitante del luogo, non per xenofobia, ma perché era ubriaco e stava infastidendo la gente. Ormai il nostro sindaco si sente un colosso, visto che è stato riconfermato con una schiacciante maggioranza: a Cori potrà esserlo, altrove lo rimettono subito in riga.
Il mese scorso le cronache giornalistiche hanno riportato una presunta vicenda di razzismo a Latina Scalo. Il Sindaco di Cori Conti, senza avere i requisiti, ha inviato al giornale un comunicato di condanna del gesto e di solidarietà verso l’ipotizzata vittima straniera. Il giorno seguente lo stesso giornale ha pubblicato la replica di un residente indignato, il quale ha ribattuto a Conti, invitandolo ad occuparsi dei problemi del suo paese, anziché andare a fare le lavate di testa ai non suoi compaesani per un razzismo che non esiste: il camionista dell’Europa dell’Est è stato aggredito da un abitante del luogo, non per xenofobia, ma perché era ubriaco e stava infastidendo la gente. Ormai il nostro sindaco si sente un colosso, visto che è stato riconfermato con una schiacciante maggioranza: a Cori potrà esserlo, altrove lo rimettono subito in riga.
Nel primo consiglio comunale del dopo voto egli ha voluto portare all’ordine del giorno l’adesione ad un’iniziativa della concessione della cittadinanza italiana tramite ius soli, anziché per jus sanguinis come avviene ora. Molti residenti stranieri mirano a rimanere qualche anno fuori del proprio paese, fare fortuna, far acquisire un titolo di studio per i figli e tornare in patria: i signori di sinistra hanno deciso per loro che devono piantare qui le tende per accaparrarsi un serbatoio di voti non indifferente. Ma l’identità storico - culturale di un popolo non è per loro qualcosa di sacro, inviolabile, non vendibile, non barattabile e da non prendere con troppa leggerezza? Non pensano a tutti i caduti per la nostra patria, per liberarci dagli invasori stranieri? Non è già abbastanza agevole la legge secondo la quale un cittadino straniero che nasce in Italia (figlio di quelli che entrano con dei permessi di soggiorno temporanei per motivi di lavoro) acquisisce la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno di età, così ha tutto il tempo per integrarsi e assimilare le usanze del paese che lo ospita? I consiglieri comunali hanno votato tutti a favore, compresi i due Pdl: forse perché non si trattava di nessun atto ufficiale, ma solo di una proposta simbolica. Certamente con queste idee i signori di centrosinistra si faranno male da soli in occasione delle elezioni politiche.
Conclusione: devono stare più vicino ai loro concittadini, ascoltare le loro forme di lamento, che generano in violenza, invece di chiudersi a riccio nelle loro fissazioni da tornaconto elettorale.
ROMA - E' ancora una volta Campo de' Fiori il teatro dell'ennesimo pestaggio in centro nei vicoli della movida violenta. Questa notte è esplosa una maxi rissa che ha coinvolto una trentina di persone. In particolare una banda di filippini si è avventata contro un ventenne italiano: calci, pugni e poi il furto della sua catenina d'oro.Cinque filippini, tra venti a ventisei anni e un minorenne, sono stati fermati dal I Gruppo della Polizia Locale di Roma Capitale, coordinato da Stefano Napoli, in piazza Ara Coeli. I quattro maggiorenni sono stati arrestati con l'accusa di tentato omicidio e rapina, mentre il minore è stato riconsegnato ai genitori.
RispondiEliminaLa rissa è scoppiata alle 2,20, in piazza del Teatro di Pompeo coinvolgendo una trentina di persone, in gran parte di origine orientale, che erano appena uscite dal locale Studio 18. Secondo numerosi testimoni, tra cui l'addetto alla sicurezza del locale, il giovane è stato aggredito sulla piazza da almeno tre-quattro persone già presenti all'interno del locale, le quali, dopo averlo colpito con ripetuti pugni facendolo cadere a terra, hanno continuato ad accanirsi con calci e pugni sulla testa e sulla faccia.
Terrore in strada. I vigili Urbani - spiega una nota del Campidoglio - giunti in piazza del Teatro Pompeo, al davanti a numerosissime persone terrorizzate che stavano assistendo passivamente alla rissa, hanno diviso a fatica i contendenti, che al sopraggiungere della pattuglia si sono dati subito alla fuga, lasciando a terra il giovane ventenne con la bocca tumefatta e perdite di sangue dalla testa.
La cattura degli aggressori. Poco dopo, in piazza dell'Ara Coeli, i vigili hanno individuato cinque persone di etnia filippina in attesa ad una fermata Atac: uno dei ragazzi è stato riconosciuto dagli stessi agenti come uno dei partecipante alla rissa. Il Comandante Generale del Corpo, Carlo Buttarelli, ha manifestato «un vivido compiacimento per la meritoria attività svolta dal personale, esemplare dimostrazione di un efficace presidio del territorio e di indubbia professionalità».
NESSUN POLITICO CATTO-COMUNISTA SI INDIGNA, INVIA COMUNICATI DI CONDANNA AI GIORNALI, ORGANIZZA CONFERENZE O DIBATTITI SUI GIOVANI??? NON E' RAZZISMO QUESTO???
Il racconto dei proprietari. La polizia segue la pista di una banda straniera
RispondiEliminaPicchiati dai rapinatori
Violento blitz in una villa di Bainsizza, bottino da trentamila euro
SONO stati tenuti in ostaggio
per più di un’ora, questo
l’incubo vissuto da un
imprenditore di Borgo
Bainsizza e dalla moglie,
rapinati e picchiati in casa
nel cuore della notte di sabato
da quattro banditi che
hanno fatto irruzione armati
di pistola e con il volto
travisato da passamontagna.
I rapinatori sono fuggiti
con trentamila euro, tra
contanti e oro, sulla monovolume
del 62enne anni. La
polizia segue la pista straniera.
COMPAGNI, VI SCANDALIZZATE TANTO, SOLLEVANDO INUTILI E DANNOSI POLVERONI, PER DELLE RAGAZZATE, PER QUATTRO SCRITTE SUI MURI E VE NE FOTTETE DELLA GENTE CHE VIENE RAPINATA E DELLE VOLTE ANCHE UCCISA. MA COSA VI DICE IL CERVELLO???
Assessore all’immigrazione del Pd arrestato per torture ad un romeno
RispondiEliminaAntonio Paradiso è un imprenditore molto conosciuto nel suo paese, Palazzo San Gervasio, comune lucano in provincia di Potenza. E di quel comune è anche assessore all’immigrazione (oltre che alle attività produttive), eletto in una lista civica di emanazione del Pd.
Oggi i giornali parlano di lei, per la verità in maniera piuttosto blanda, perché è stato arrestato con l’accusa di aver torturato un romeno e rischia trent’anni di carcere.
Un reato piuttosto clamoroso, considerando anche la carica amministrativa che ricopre, e non osiamo pensare a cosa sarebbe accaduto se l’assessore in questione fosse stato eletto in quota Lega Nord o altri partiti considerati “razzisti”: probabilmente le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali si sarebbero dimenticate per un giorno di Mario Monti, degli scandali regionali, delle elezioni che incombono tra crisi economica e spauracchio delle spread e avrebbero ospitato titoli ad otto colonne sul pericolo xenofobia portato dalla destra italiana.
Invece no: un assessore all’immigrazione, nientemeno, viene arrestato assieme a un complice per torture ad un immigrato ma nessun editorialista sente il dovere di condannare l’episodio.
La vittima si chiama Cornel Chiriac (omonimo del giornalista e speaker radiofonico morto nel 1975), romeno senza stabile occupazione ma residente da tempo a Palazzo San Gervasio e per un certo periodo dipendente dell’azienda gestita da Antonio Paradiso. Il fattaccio risale allo scorso 26 agosto, secondo la ricostruzione pubblicata sul quotidianodellabasilicata ”nel pomeriggio del 26 agosto il primo (Antonio Paradiso n.d.r.) si sarebbe attivato per cercare di capire che fine avesse fatto il suo trattore, un mezzo nemmeno troppo costoso comprato 7/8 anni fa per meno di 40mila euro. Per questo avrebbe chiamato il secondo (Franco Grieco n.d.r), (…), e assieme si sarebbero convinti che fosse stato il rumeno (…).
continua: http://www.qelsi.it/2012/assessore-allimmigrazione-del-pd-arrestato-per-torture-ad-un-romeno/
Antonio Piazza, presidente dell'Aler di Lecco e politico Pdl, parcheggia la sua Jaguar in un posto riservato ai disabili. Un automobilista che avrebbe diritto a quello spazio nota la cosa e si rivolge ai vigili urbani, che intervengono multando Piazza. Il politico Pdl aspetta che le forze dell'ordine si allontanino, torna sul luogo del delitto, e taglia le gomme dell'auto del portatore di handicap. Gli taglia le gomme dell'auto. "Sono anni che la mettevo lì, e poi c'è gente che fa di peggio ... un errore tecnico".
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=xTLegG31TSw&feature=player_embedded