IL PARROCO DI CORI VALLE, DON OTTAVIANO MAURIZI, HA FESTEGGIATO IL 60° ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE.
C’è stata una grande occorrenza di popolo per il 60° anniversario di sacerdozio di Don Ottaviano Maurizi, parroco della parte bassa di Cori. Giovedì 12 luglio, giorno dell’anniversario, è stata celebrata una messa officiata dal Vescovo di Latina, con al seguito moltissimi elementi del clero e alla presenza delle autorità del Comune di Cori, le quali hanno donato al festeggiato una targa ricordo. Il sabato sera seguente si è esibita una banda musicale, la domenica, al termine della messa pomeridiana, nella piazza antistante la Chiesa di Santa Maria della Pietà, il programma dei solenni festeggiamenti si è concluso alla grande: con musica dal vivo di un’orchestrina, con la lettura di poesie, molte delle quali dedicate al parroco, e con un rinfresco per tutti i presenti. Per l’occasione sono stati stampati dei libricini ricordo, con all’interno le testimonianze di coloro che, in questi anni, gli sono stati più vicini di tutti, così da poter descrivere lui e le sue doti in maniera corretta. È stata distribuita anche una pubblicazione di poesie rimate del compianto concittadino Gaspare Bruschini, benefattore locale: pubblicazione voluta realizzare fortemente da don Ottaviano per far conoscere le qualità di un uomo che conosceva molto bene e per ringraziamento verso le sue azioni di bontà.
In un primo momento si era deciso che don Ottaviano, a conclusione di quell’anniversario, dovesse lasciare la sua parrocchia per raggiunti limiti di età, dopo quasi sessant’anni di permanenza, mentre ora si è saputo che rimarrà ancora per qualche mese, vista la carenza di preti che c’è: la notizia non può che rallegrare tutti, anche se la tristezza per il distacco sarà solo rinviata. Il Parroco della Valle è legato alla tradizione: vuoi perché rappresenta il prete che sta tutta la vita in una chiesa ed è originario del posto, come avveniva un tempo, e vuoi perché la sua formazione e la sua ordinazione sono preconciliari, ma naturalmente si è adattato molto bene al Concilio Vaticano II. Nella Chiesa preferisco la tradizione alla modernità, incute fascino e mistero; quando egli andrà via potremo più ascoltare un antico canto latino o i tradizionali canti popolari nelle processioni? Speriamo di si. Un’ulteriore eccelsa qualità dell’anziano reverendo sono le sue omelie: io non mi intendo di teologia, però ho notato, in particolari occasioni che mi è capitato di ascoltarlo, come la Festa del Soccorso, del Rosario, la ricorrenza del 2 novembre, dei toni di passione molto elaborati, nell’esporre la spiritualità evangelica, unendola alle nostre vite quotidiane, che sono senz’altro il frutto di un’esperienza sessantennale. Tante persone anziane che vanno a messa da moltissimi anni lo elogiano e mi hanno riferito che è in occasione dei funerali, specialmente di persone a cui era particolarmente legato, che supera sé stesso nel predicare: per un sacerdote il saper parlare è un fondamento basilare e l’esperienza fa la differenza, così come in tutte le altre cose. Il senso dell’umorismo non gli manca, durante la messa egli ha scherzato sul suo pensionamento, dicendo quando facevano gli applausi: “Viva io! Via io!” Ci mancherà molto quando terminerà l’incarico di parroco di Cori Valle: già sentiremo la mancanza noi della parte alta del paese che ci abbiamo avuto poco a che fare, figuriamoci che traumatico distacco sarà per coloro che gli sono stati a più stretto contatto in questi anni. Potrà venirci a trovare ogni tanto, in occasione delle feste religiose importanti. Tutto sommato noi a Cori siamo ancora fortunati per ora: nonostante i preti e le chiese adibite al culto si riducano sempre di più, ne abbiamo sempre in abbondanza per i circa 7.000 abitanti (escludendo i circa 3.000 di Giulianello) e non tutti sono assidui frequentatori di messe, basterà solo cambiare le abitudini; pensiamo alle grandi città, dove può anche accadere che una sola parrocchia da sola possa reggere oltre 10.000 abitanti. A mio avviso a Cori ne basterebbero quattro tra preti e frati: due al Monte e due alla Valle.
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