SILVIO BERLUSCONI (COME AL SOLITO E IN STRAORDINARIA RIMONTA) CON IL MOVIMENTO ANTIPOLITICO DI PROTESTA DI BEPPE GRILLO (CHE DIVIENE IL PRIMO PARTITO PER CONSENSI) MUTILANO LA VITTORIA DEL CENTROSINISTRA, LA QUALE SARA ’ COSTRETTA A GOVERNARE CON UNO DEI DUE, SE NON VORRA’ TORNARE IMMEDIATAMENTE ALLE URNE. IL CENTRO DI MARIO MONTI E LE SUE POLITICHE HANNO FATTO FIASCO. OBBIETTIVO RAGGIUNTO PER IL PDL CHE BLOCCA L’ICIUCIO CENTRO-SINISTRA.
RISULTATI ELEZIONI POLITICHE 2013 CAMERA DEI DEPUTATI
Elettori Italia: 46.906.341 - Votanti: 35.271.541 (75,19 %)
- CENTROSINISTRA PIERLUIGI BERSANI: 29,54%, 10.047.603 voti, 340 seggi (Pd 8.644.187 voti, 25,42%, 292 seggi/ Sel 1.089.442 voti, 3,20%, 37 seggi/ altri partiti 11 seggi);
- CENTRODESTRA SILVIO BERLUSCONI: 29,18%, 9.923.109 voti, 124 seggi (Pdl 7.332.667 voti, 21,56%, 97 seggi/ Lega Nord 1.390.156 voti, 4,08%, 18 seggi/ FdI 666.035 voti, 1,95%, 9 seggi);
- MOVIMENTO 5 STELLE GIUSEPPE PIERO GRILLO: 25,55%, 8.689.168 voti, 108 seggi;
- CENTRINO MARIO MONTI: 10,56% 3.591.629 voti, 45 seggi (Scelta Civica Monti 8,30%, 2.824.001 voti, 37 seggi/ Udc 1,78%, 608.199 voti, 8 seggi);
- Seggi dall’estero: Pd 5, Monti 2, Pdl 1, Mov. Ass. italiani all’estero 2, M5s 1, Usei 1.
RISULTATI ELEZIONI POLITICHE 2013 SENATO DELLA REPUBBLICA (esclusi Val d’Aosta e Trentino Alto Adige)
Elettori Italia: 42.271.967 - Votanti: 31.751.350 75,11 %
- CENTROSINISTRA PIERLUIGI BERSANI: 31,63%, 9.686.683 voti, 113 seggi (Pd 8.400.255 voti, 27,43%, 105 seggi/ Sel 912.374 voti, 2,97% 7 seggi/ altri 1 seggio);
- CENTRODESTRA SILVIO BERLUSCONI: 30,71%, 9.405.679 voti, 116 seggi (Pdl 6.829.373 voti, 22,30%, 98 seggi/ Lega Nord 1.328.555 voti, 4,33%, 17seggi/ altri 1 seggio);
- MOVIMENTO 5 STELLE GIUSEPPE PIERO GRILLO: 23,79%, 7.285.850 voti, 54 seggi;
- CENTRINO MARIO MONTI: 9,13% 2.797.486 voti, 18 seggi;
- Val d’Aosta e Trentino Alto Adige: centrosinistra 6 seggi, centrodestra 1 seggio, Val d’Aosta 1 seggio.
- Seggi dall’estero: Pd 4, Monti 1, Mov. Ass. italiani all’estero 1.
RISULTATI ELEZIONI REGIONALI 2013
- REGIONE LOMBARDIA: Roberto Maroni (centrodestra) 42,81%, Umberto Ambrosoli (centrosinistra) 38,24%, Silvana Carcano (M5s) 16,32%;
- REGIONE LAZIO: Nicola Zingaretti (centrosinistra) 40,65%, Francesco Storace (centrodestra) 29,32%, Davide Barillari (M5s) 20,22%;
- REGIONE MOLISE: Paolo Frattura Di Laura (centrosinistra) 44,70%, Michele Iorio (centrodestra) 25,80%, Antonio Federico (M5s) 16,76%).
In queste elezioni politiche 2013 il Pdl è riuscito nell’intento di bloccare l’inciucio tra la sinistra di Bersani e il centro di Monti: era quello l’obbiettivo che il partito si era prefissato. È stato aiutato dal Movimento 5 Stelle di Grillo, il quale era sì molto accreditato alla vigilia, ma nessuno immaginava che potesse arrivare a quelle proporzioni, a divenire il primo partito italiano. Quando le elezioni sono lontane i sondaggi contano ben poco, anche se alcuni orientamenti li forniscono, la maggior parte della gente decide all’ultimo minuto per chi votare e qualcuno si diverte a dichiarare il falso nelle interviste. I mezzi di informazione di centrosinistra tendono con quest’arma a sovrastimare la propria componente politica, scoraggiando gli elettori degli altri partiti, specie nel periodo invernale col freddo e la neve, le persone, sapendo che il partito preferito non ha possibilità, sono poco motivate a recarsi alle urne. Appunto le prime elezioni invernali hanno avuto minore successo rispetto alle altre, svolte nelle calde stagioni, ma le previsioni elettorali sono state smentite. Eppure bastava ricordare l’esperienza del 2006 per far notare l’inefficacia di quei rilevamenti. Ben la metà degli italiani in questa occasione si è espressa contro la politica: il 25% non ha votato, un altro 25% ha premiato il M5s. Siamo purtroppo in un periodo sfavorevole per l’economia mondiale: le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta, insieme alla tasse, e i politici cosa fanno? Pensano ai loro interessi, non sono puliti (vedere le vicende che hanno portato alla fine anticipata dei consigli regionali nella Lombardia e nel Lazio, qualche altra vicenda minore di corruzione nelle amministrazioni locali, sia da parte di esponenti di destra, sia di sinistra e la vicenda della Banca Montepaschi di Siena) e si fanno servi dei poteri forti europei e mondiali, attuando misure impopolari. Il popolo spinto dall’esasperazione ha preferito punire la politica tradizionale e premiare l’antipolitica, facendo fare il botto a Grillo, cioè ad uno che non sa neanche come si dirige un’azienda e se dirigesse l’Italia potrebbe farla affondare del tutto.
Nel Pd, che si aspettava una prestazione migliore, non salvandosi neanche con l’appoggio di Monti come auspicava alla vigilia, per questa mezza vittoria è partita la caccia ai colpevoli e alle sue cause (Santoro, Bersani, l’aver ostacolato Renzi, i sondaggisti, la sottovalutazione di Grillo, le tematiche della campagna elettorale e le priorità); in ogni modo fungerà da perno e deciderà se allearsi col Pdl o con il M5s: è più propenso verso il secondo che, essendo un movimento antipolitico, non vuole saperne di allearsi con i partiti politici tradizionali. Un governissimo Pd – Pdl rischierebbe di rafforzare ulteriormente il movimento di Grillo, così come un altro governo di tecnici; l’auspicio del Pdl è di fare opposizione per riconquistare consensi, perché le previsioni per i prossimi mesi non lasciano presagire nulla di buono. Solo Casini e Fini santificavano eccessivamente Monti, mandando al rogo tutti coloro che lo criticavano, e abbiamo visto che fine hanno fatto: il primo ha bruciato totalmente i consensi del suo partito a vantaggio della Lista Civica Monti, con la quale è stato eletto al Senato, il secondo è stato spazzato via col suo Fli, pagando a caro prezzo le sue manovre disastrose e sfasciste. Chissà chi pensava di essere questo Casini: quelli del Pdl sono stati per mesi a rincorrerlo e lui, pretendendo che gli si inchinassero e gli leccassero i piedi, manco per niente. Il centrino ha ottenuto un 10%, ora dirà: tutto sommato, essendo la prima esperienza, è andata bene, il centro è stato rafforzato rispetto a prima. Bugiardi, le vostre ambizioni erano ben altre e siete arrivati ultimi tra i quattro principali schieramenti politici. Il Pdl ha fatto bene a non accantonare Berlusconi per seguire Monti e i suoi moderati: avrebbe rischiato di esserne succube, di essere risucchiato, così da perdere qualche consenso verso la forte e carismatica figura del Presidente del Consiglio, sarebbe stato travolto e la sinistra avrebbe stravinto, proprio come è accaduto a Cori lo scorso anno, anche perché gli elettori più duri non avrebbero perdonato il riavvicinamento verso i traditori di ieri e verso Monti. E avremmo sentito i seguenti ragionamenti: il Pdl ormai era alla frutta, se non ci fosse stato il centro a salvarlo…….
Il partito è stato salvato ed ha mantenuto fortemente la propria identità di centrodestra, a dispetto di quanti, raffigurandolo come un’azienda fallita, ne vedevano la fine. Berlusconi è Berlusconi, fa la differenza: ha ottenuto tre vittorie nette nel 1994, nel 2001 e nel 2008; per ben tre volte (1996, 2006 e 2013) ha azzoppato alla grande le sicure vittorie della sinistra. Quando va in televisione c’è sempre il record di ascolti, suscita simpatia: ride, scherza, fa la battuta, pulisce la sedia di Travaglio; gli altri candidati invece sono sempre tesi, tetri, cupi, arrabbiati. La gente che stima, apprezza e vuol bene a Silvio Berlusconi è silenziosa; magari nelle discussioni nei caffè, nelle strade, nei luoghi di lavoro non ha il coraggio di difenderlo quando parlano male di brutto di lui e accodandosi dice (senza pensarlo ovviamente): si, avete proprio ragione! Poi in cabina elettorale è tutta un’altra storia. Beh il risultato del Popolo delle Libertà è lontano anni luce da quello del 2008, ma è ugualmente sorprendente considerando quell’incubo del 14% nei sondaggi di novembre. Il Fratelli d’Italia, che non ha ottenuto neanche un 2%, farebbe meglio a tacere: ha lasciato il Pdl perché non ha svolto le inutili e dannose primarie, attacca il Pdl, però fa comodo e si allea per ottenere una manciata di deputati: che incoerenza! Persino Fini stato più coerente. La Lega Nord dimezza i propri consensi ma raggiunge l’obbiettivo che si era prefissata: la conquista della Regione Lombardia con Maroni. Il terremoto Grillo ha travolto anche Vendola e Di Pietro: proprio loro che ebbero i loro momenti di gloria e di splendore; il Sel si salva grazie all’alleanza col Pd, l’Idv viene travolta all’interno del Movimento Arancione di Ingroia. L’alleanza di Bersani ha ottenuto un numero spropositato di seggi alla Camera con un misero 30%: è una delle tante anomalie di questa legge elettorale, sicuramente la riforma rientrerà tra le priorità del governo che si insedierà. La matassa non sarà facile da sbrogliare, alla fine qualcosa si inventeranno che consentirà di non tornare immediatamente alle urne.
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