RENZI TRIONFA IN MODO PLEBISCITARIO NELLE PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO: EGLI AFFASCINA TANTO MA OLTRE ALLA CHIACCHIERA HA POCO. LA CONSULTA HA DICHIARATO INCOSTITUZIONALE LA LEGGE ELETTORALE DOPO OTTO ANNI: SI È RICORDATA SUBITO! È STATA SOLO UNA MOSSA PER NON FAR CADERE IMMEDIATAMENTE IL GOVERNO LETTA. COMANDA LA MAGISTRATURA E NON IL POPOLO CHE ATTRAVERSO IL VOTO ELEGGE I PROPRI RAPPRESENTANTI PARLAMENTARI PER LEGIFERARE.
Matteo Renzi come da previsioni ha vinto le primarie del Partito Democratico, divenendone il segretario politico. È stato un evento inconsueto poiché egli proviene dall’ala moderata di quel partito e ha rotto lo strapotere degli ex comunisti. Questi ultimi cercano di nascondere e di attenuare il loro malumore agli occhi di tutti, dicendo che rispettano l’esito del voto. Non è escluso che un domani il Pd possa implodere e dividersi, cosi da far rinascere Ds e Dl (Margherita). In questo tipo di elezioni, le primarie, è sempre difficile stabilire con precisione il numero dei votanti, qualche cronista per dimostrare la non affidabilità de numeri sbandierati, ha provato che è riuscito a votare due volte. Pure se i dati diffusi sul’affluenza fossero veritieri si tratta comunque di una piccola parte di quei milioni di individui che di solito votano il centrosinistra nelle votazioni ufficiali. All’incirca tre milioni di persone hanno votato: sempre meno rispetto a tutte le altre primarie del centrosinistra. Renzi è rozzo nell’esporsi, ma sa chiacchierare, la chiacchiera affascina, porta lontano e nella sostanza poche volte si conclude qualcosa. Molti di voi potranno confermare le mie parole: tutti nelle nostre vite quotidiane, tra i nostri conoscenti, tra i nostri parenti, abbiamo il classico sapientone estroverso che chiacchierando sa tutto lui, che risolve tutto, poi nei fatti non conclude nulla. L’ambizione sfrenata porta a trascurare le mansioni a cui si è chiamati: Renzi prima voleva a tutti i costi la poltrona di sindaco, poi si è reso conto che non gli bastava e ha trascurato la sua città. Egli sa anche come fare, come bruciare i tempi, è molto furbo ed astuto: dopo la sonora bocciatura nelle passate primarie con un anno, comprendendo gli errori, è riuscito a conquistare un consenso plebiscitario. Gli obbiettivi si conquistano passo per passo e soprattutto occorre molta umiltà, non si può volere tutto subito e a tutti i costi, soprattutto quando si cerca di governare nell’interesse della collettività. Enrico Letta, per esempio, è più pacato, più calmo, è arrivato dov’è ora passo dopo passo e rimanendo con i piedi per terra.
Il suo governo andrà avanti almeno per un altro anno, grazie al neosegretario Pd e grazie all’intercessione del Presidente della Repubblica e della magistratura; quest’ultima ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale (alla buon ora!) nella parte delle liste bloccate e nel premio di maggioranza alla Camera. Sono solo otto anni che quella legge è in vigore, grazie alla quale tre parlamenti sono stati eletti, e ora si accorgono che è contro la costituzione per dare motivo ad un traballante governo di modificarla, così da consentirgli di tirare a vivacchiare. Il premio di maggioranza alla Camera dei Deputati è eccessivo con un misero 25% - 30%, ma se un raggruppamento di partiti coalizzati prendono complessivamente dal 45% in su, non c’è nulla di male se si ottiene. Le preferenze al deputato non si davano neanche con la precedente legge elettorale (maggioritaria 75%, proporzionale 25%): erano sempre i partiti che sceglievano i candidati circoscrizione per circoscrizione e spesso accadeva che i bocciati al maggioritario venivano ripescati al proporzionale. L’elezione per il Senato non andava e da tempo si parlava di modificarla, ma l’alta corte non si è pronunciata su questa parte. A suo tempo fu il Presidente della Repubblica Ciampi che diede indicazioni su come impostare la legge elettorale denominata porcellum: allora per le alte sfere andava bene, ora non più. Già si sapeva che il metodo per le elezioni nei due rami del parlamento presentava dei difetti e delle anomalie e andava modificato, la cosa che indigna di più è la magistratura che spesso annulla la funzione del parlamento eletto dal popolo. Ora i due schieramenti politici si sono invertiti i ruoli nel giudicare quella legge: prima andava bene alla destra che l’aveva fatta ma era contestata dalla sinistra, oggi invece la sinistra ha ottenuto molti deputati con una misera percentuale ed è compiaciuta, mentre la destra contesta un abuso di parlamentari dopo il parere del Consiglio Superiore della Magistratura.
Quando il soviet dei soldati, il soviet dei contadini e il soviet degli operai presero il potere si sapeva chi c'era dietro: l'esercito, gli operai, i contadini. Nel '43-'45 ci fu un cambio generazionale, ma dietro c'era la guerra persa, la classe dirigente fascista da cambiare, gli Alleati. Era chiaro chi rappresentava chi, con quali forze. Oggi di quale forza sociale, Renzi è il rappresentante? Rino Formica, Il Foglio, 13 dicembre 2013
RispondiEliminaFeltri su Renzi: "Capace solo di fare porcherie e bischerate"
RispondiEliminaIl fondatore di Libero bastona il rottamatore :"Non ha idee. Sa solo scoprire l'acqua calda. E' ovvio e scontato". Poi un rimpianto: "Preferivo i comunisti"
"Sa fare solo porcherie". Vittorio Feltri "boccia" subito Matteo Renzi. Il rottamatore è al timone del Nazareno da soli 4 giorni e viene già impallinato da Feltri. In un'editoriale di fuoco su il Giornale, Feltri spiega il fenomeno-Renzi e avvisa che la sua novità puzza di vecchiume ma soprattutto di bluff. Così il fondatore di Libero chiarisce subito quali sono le "porcherie" compiute da Renzi: "Il rottamatore non appena conquistata la segreteria del Pd si è distinto compiendo un'altra porcheria che grida vendetta. Ci si aspettava da lui che desse vita a una segreteria politica innovativa e in grado di ribaltare i vecchi criteri gestionali improntati alla peggiore tradizione comunista. Delusione cocente. Matteo ha nominato una dozzina di mattocchi sen'arte nè parte, tra cui un certo Taddei che vuole rimettere l'Imu". Poi Feltri attacca Renzi anche sul piani della giustizia: "Don Matteo (così lo chiama, ndr), se n'è uscito con una bischerata madornale. Questa: sono contrario all'amnistia e all'indulto, perchè non risolvono il problema delle carceri, ma lo rinviano sine die. Quando uno scopre l'acqua calda spacciandola per un'idea geniale bisogna diffidarne". Infine Feltri chiude con una nota nostalgica: "Caro Renzi non ci faccia rimpiangere i bei tempi andati, quando i comunisti si accontentavano di mangiare i bambini, oltre al caviale naturalmente".
L’agenda di Renzi: ius soli, unioni civili e abolizione della Bossi-Fini
RispondiEliminaDi Riccardo Ghezzi, il 16 dicembre 2013 - # - 1 commento
C’è stato un tempo in cui Renzi era il “Rottamatore” di un Pd troppo sbilanciato a sinistra e ferocemente portavoce dell’antiberlusconismo. Per questo motivo il sindaco di Firenze a tempo perso piaceva a buona parte dell’elettorato di centro-destra, e probabilmente piace ancora. Ex Margherita, centrista convinto, aperto al dialogo con Berlusconi e disposto a raccogliere le istanze dei berlusconiani e dei moderati delusi, Renzi sembrava l’uomo giusto per far voltare pagina a un Pd finalmente discontinuo rispetto al Pci.
Altri tempi. Oggi, per essere davvero Rottamatori del Pd bisogna tornare ad essere di sinistra. Fallito il sogno di Bersani di un esecutivo “rosso” Pd-Sel-M5S, il governo guidato da Enrico Letta ha confermato la stagione delle larghe intese inaugurata da Mario Monti.
Il Pd si è “scomunistizzato” senza Renzi, deludendo buona parte degli elettori. Ed ora il Rottamatore vuole continuare nella sua operazione di Bastian Contrario: il Pd è troppo ripiegato a sinistra? Lui apre a Berlusconi. Il Pd si allea a Berlusconi? Lui diventa di sinistra.
Da lì all’agenda imposta al governo Letta il passo è breve. Come ha fatto notare un esultante Gad Lerner sul suo blog, tale agenda “contiene alcuni punti programmatici indubbiamente di sinistra, da formalizzare come disegni di legge entro la fine di gennaio”.
E se ne sentiva il bisogno.
Ecco alcuni dei punti principale che Renzi vorrebbe imporre al governo, pena le elezioni anticipate: la cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia; la modifica della legge Bossi-Fini; il riconoscimento giuridico delle unioni civili anche per le coppie omosessuali.
Il tutto sancito da applausi e grandi consensi da parte della platea dell’Assemblea Nazionale del Pd.
Giustamente Gad Lerner titola: “così Renzi spinge il Pd a sinistra”, chiudendo il suo post con un’ovvia considerazione: “Intanto però Renzi ha voluto lanciare un messaggio “di sinistra”. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti.”.
Ebbene sì, il Pd è un partito di sinistra con priorità di sinistra. Renzi ne è da ieri il suo segretario. Chissà non se ne accorgano anche i tanti elettori di centro-destra accorsi a votare il Rottamatore nelle primarie del 2012 e 2013
Letta: 'Mangeremo il panettone anche il prossimo anno'. Alla Caritas
RispondiEliminaLuca Rocca, Lettere al Foglio, 19 dicembre 2013
Firme false a Latina: rinviati a giudizio due esponenti del centro-sinistra
RispondiEliminaDi Andrea Asole, il 3 febbraio 2014 - # - Replica
In Piemonte una vicenda analoga ha portato all’annullamento della proclamazione degli eletti decisa dal Tar, con il rischio della decadenza della giunta regionale, chissà cosa sarebbe successo nel Lazio se il consiglio regionale non fosse stato sciolto anzitempo dopo lo scandalo Fiorito. Nella provincia di Latina sono stati infatti rinviati a giudizio Mario Cassoni, consigliere provinciale del Pd, e Michele Baldi, attualmente consigliere regionale eletto nella lista di sostegno a Nicola Zingaretti. I due esponenti del centrosinistra sono accusati rispettivamente di aver autenticato e presentato firme false per le regionali del 2010 a sostegno della lista “Movimento per Roma e per il Lazio”, con cui Baldi si era candidato a governatore. Mario Cassoni è accusato di violazione della legge elettorale, mentre Michele Baldi deve rispondere di falso in scrittura privata. Il 5 marzo entrambi dovranno presentarsi davanti al giudice Giuseppe Narducci per la prima udienza: così ha deciso il gup Lidia Brutti, di Perugia. Il processo si terrà a Perugia anziché a Latina poiché tra i sottoscrittori della lista su cui verte l’indagine figurava anche Nicola Iansiti, gip del Tribunale di Latina .