IL 28 LUGLIO 1914 CON L’ATTACCO AUSTRO – UNGARICO ALLA SERBIA INIZIAVA LA PRIMA GUERRA MONDIALE O LA GRANDE GUERRA.
Con la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro – Ungarico alla piccola Serbia il 28 luglio 1914 iniziava quella che fu chiamata “La Grande Guerra ”, successivamente dopo la “Seconda Guerra Mondiale” verrà chiamata “Prima Guerra Mondiale”. La guerra fu la logica conseguenza dell’uccisione dell’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando, avvenuta a Sarajevo un mese prima, da parte di uno studente nazionalista serbo. Il conflitto in questione si distinse da tutti gli altri precedenti europei perché non coinvolse solo l’Europa, ma anche molte nazioni extraeuropee. Nuove armi furono impiegate per la prima volta: aerei, carri armati, sottomarini, armi chimiche e batteriologiche. L’avvio delle operazioni belliche chiuse il ciclo della cosiddetta “Bella epoque”: La calma apparente in Europa tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 non smorzò completamente le tensioni tra le principali potenze europee, smaniose di dominare sulle rivali e quindi sul mondo intero; inoltre i movimenti nazionalisti ed irredentistici, specie in Italia e nei Balcani, erano molto attivi. A difesa della Serbia intervenne immediatamente la Russia zarista, provocando la reazione tedesca in soccorso austriaco. Francia e Gran Bretagna, legate alla Russia da un’alleanza, dichiararono a loro volta guerra agli imperi centrali (tedesco, austro – ungarico e ottomano).
L’Italia, legata alla “Triplice Alleanza” con Austria e Germania, in un primo momento preferì restare fuori dal conflitto, l’opinione pubblica era divisa tra interventisti e neutralisti e grande era il corteggiamento da parte delle due fazioni belligeranti. Il Regno Italico alla fine preferì intervenire a fianco della “Triplice Intesa” (Francia, Gran Bretagna e Russia): vuoi per completare il processo dell’unificazione nazionale e vuoi per le maggiori acquisizioni territoriali promesse in caso di vittoria. La guerra fu molto lenta, durò più di quattro anni, smentendo le ottimistiche previsioni di avanzamenti rapidi: gli eserciti rimasero inchiodati nel fango delle trincee. Nel 1917, dopo che, sia da una parte e sia dall’altra, ci furono dei momenti di gloria a seguito di battaglie vittoriose, due eventi importanti diedero una svolta alla guerra: la “rivoluzione d’ottobre” russa, la quale segnò l’uscita di quello stato dal conflitto, e l’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America. Gli americani entrarono a causa dell’affondamento della loro navi civili da parte dei sottomarini tedeschi. Gli Imperi Centrali si arresero uno alla volta tra l’ottobre ed il novembre 1918, logorati dalle crisi economiche e dalle rivolte interne. Il malcontento per le non buone condizioni economiche del dopoguerra crearono instabilità e sommosse in tutto il continente, favorite anche dall’eco della Rivoluzione Russa, la quale non ci sarebbe mai stata senza la guerra. In questo clima molti regimi autoritari si imposero per evitare che il bolscevismo dilagasse ovunque; la Francia e la Gran Bretagna rimasero le uniche due grandi democrazie plutocratiche del vecchio continente.
Le conferenze e i trattati di pace di Saint Germain e di Versailles sancirono la nuova cartina geografica d’Europa: dalle ceneri degli imperi Austro – Ungarico, Russo, Ottomano e Tedesco, nacquero dei nuovi stati, principalmente nell’Europa orientale e nel Medio Oriente (Jugoslavia, Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Siria, Iraq, Palestina). Le umilianti condizioni di pace imposte alla Germania, unitamente alla mancata assegnazione all’Italia di tutti i territori promessi al momento dell’ingresso nella guerra, causarono un desiderio di rivincita e vendetta che porteranno alla Seconda Guerra Mondiale. I caduti furono all'incirca tra i 15 ed i 17 milioni, tra militari e civili, così ripartiti: Italia 654.000, Francia 1.300.000, Austria Ungheria 1.200.000, Gran Bretagna 682.000, Germania 2.040.000, Russia 2.000.000, Serbia 100.000; negli anni seguenti si aggiunsero altri morti a causa delle ferite riportate e a causa della "febbre spagnola". Un altro fatto degno di nota in quel primo dopoguerra fu la creazione della “Società delle Nazioni”, un prototipo dell’odierno Onu. Dopo la “Grande Guerra” il ruolo egemone europeo sul mondo iniziava a scricchiolare, a vantaggio degli Usa e successivamente anche a favore dell’Unione Sovietica.
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