NELLA DESTRA ITALIANA SPICCA LA FORTE FIGURA DI MATTEO SALVINI DELLA LEGA NORD CHE SBARCA ANCHE AL SUD E POTREBBE UNIRE LE MOLTE PARTICELLE DI QUELLE TENDENZE.
Nella destra italiana sta emergendo la figura di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord Padania, il quale ha rilanciato alla grande quel partito politico dopo la caduta libera a seguito di qualche scandalo che riguardava la vecchia dirigenza. La differenza con il vecchio corso è che lo stesso sta cercando un progetto nazionale che non riguardi soltanto il Nord. Nel centrodestra tolto Berlusconi regnava il vuoto (c’era un’altra figura forte, che rispondeva al nome di Fini, ma si è rovinato con le proprie mani sparendo così dalla scena politica); prima o poi si sarebbe dovuto pensare al dopo Cavaliere: vuoi per l’età, vuoi perché alleati e avversari (tranne Renzi) vogliono eliminarlo a tutti i costi dalla scena politica, vuoi perché nella rinata Forza Italia ora regna la confusione e l’incertezza sulla linea da tenere.
Nello scenario odierno Salvini senza tentennare sa perfettamente quali posizioni tenere ed è l’unico che fa una dura opposizione a Renzi (insieme alla minoranza del Partito Democratico). Se Salvini si sta espandendo nel Sud Italia significa che ha rinunciato alla strategia secessionista del Nord (sarà….): si accontenta di programmi che prevedono una sempre maggiore autonomia delle regioni e degli altri enti locali a discapito dello stato centrale ed è quello che pretendono anche al Sud. La dure prese di posizione della Lega nei confronti delle politiche economiche affamatrici dell’Unione Europea e nei riguardi del governo nazionale che favorisce l’immigrazione illegale di massa, il tutto a svantaggio dei cittadini italiani che si impoveriscono sempre di più, sta attirando le simpatie in tutta Italia verso Salvini: da parte dei cittadini comuni e da parte di altri partiti e movimenti di destra patriottica e nazionalista, quali Fratelli d’Italia, Casa Pound, La Destra ed altri ancora. In altri tempi la Lega non si sarebbe mai occupata delle vicende romane come sta facendo ora e alleata con gli altri partiti di destra proporranno una candidatura comune, per quella che rimane sempre, nonostante il malaffare politico, la difficile conquista del Campidoglio romano. Sarà dura la battaglia contro l’Europa, contro la liberà di circolazione, per il ripristino dei controlli alle frontiere, contro l’Euro e contro i media nostrani e internazionali. Nel 2008 il Governo Berlusconi promise cambiamenti radicali per contrastare la criminalità proveniente dall’Est Europa e quella dall’estero in generale (i suddetti delinquenti vengono in massa in Italia perché la considerano la patria del permissivismo e dell'impunità), però non ebbe il coraggio di opporsi totalmente a Bruxelles (chissà se avesse immaginato quello che gli avrebbe combinato poi, lo avrebbe fatto sin da subito). Nello stesso campo l’allora Ministro dell’Interno Maroni fu fautore di molte iniziative che sono state abolite dai governi successivi.
Non si sa se Forza Italia sarà coinvolta nella futura coalizione: dipenderà dai programmi che intenderà proporre, che si spera non differiscano troppo da quelli degli altri e i probabili alleati imporranno sin da subito la cessazione definitiva di ogni collaborazione col Governo Renzi. Si sta partendo col piede sbagliato: Berlusconi vorrebbe imbarcare tutti, anche colui che l’ha rinnegato, vale a dire Alfano, il cui nome non è affatto gradito agli altri perché considerato il “Ministro dell’Invasione”. La caduta dei consensi di Forza Italia è dovuta all’incertezza che regna, non si sa se faccia opposizione o governi, e alla fuga degli elettori e militanti di destra, me compreso, dopo la chiusura del Pdl e il ritorno a FI. È stato creato un effetto contrario a quello desiderato: gli elettori moderati non sono tornati, sono andati in massa da Renzi, sdoganato proprio dallo stesso Berlusconi, e quelli di An in gran parte se ne sono andati. Ora lasciamo perdere le Europee e le amministrative dove votano poche persone, c’è poca attenzione dei media e scarso impegno dei politici. Alle elezioni politiche potrebbe essere tutta un’altra storia: ricordo il Pdl in calo di consensi dopo il momentaneo ritiro di Berlusconi, l’appoggio esterno a Monti e il successivo ribaltamento delle previsioni nelle successive politiche, quando il Cavaliere tornò in campo contro Monti e contro gli altri. Il Partito Democratico apparentemente è forte, ma non bisogna dimenticare che stravince sempre perché, a causa della crisi economica che si espande e la corruzione che dilaga, il disinteresse verso la politica è in aumento e i cittadini disertano sempre di più le votazioni. Quindi è sbagliato dire che il 40% degli italiani è del Pd, bisogna aggiungere un altro 40% che non vota. Una mano potrebbero darla anche i dissidenti di sinistra che non vedono di buon occhio Renzi e la moderazione del partito. Uno dei nei di Salvini è che dovrebbe curare di più la sua immagine: indossare degli abbigliamenti adeguati, radersi, togliersi l'orecchino, non posare ignudo sulle riviste.
Meloni-Salvini: si comincia a fare sul serio?
RispondiElimina☞ Carlo Fidanza del 19 febbraio 2015 ✎ 2 Commenti
In principio fu una cena a Roma con Marine Le Pen. Poi la candidatura congiunta di Vittorio Feltri al Quirinale, l’unica proposta chiara emersa in un centrodestra dilaniato dalle contraddizioni di FI e Ncd.
Poi qualche giorno di freddo, in corrispondenza con la rottura (o presunta tale) del patto del Nazareno e il riavvicinamento Berlusconi-Salvini.
Eppure ieri la fiammella del “fronte identitario” si è riaccesa.
Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno presentato insieme un calendario di iniziative contro il governo Renzi e le sue politiche sciagurate.
Il segretario leghista aveva già da tempo scelto Roma per la sua adunata del 28 febbraio che, per la prima volta, punta non soltanto alla “calata dei barbari (sognanti)” sulla Capitale ma anche a una mobilitazione dal centro-sud.
La leader di Fratelli d’Italia risponde convocando i suoi a Venezia sabato 7 marzo: una sfida nel cuore del Nord-est produttivo, vessato dalle tasse, ferito dalla corruzione (es. Mose), abbandonato all’insicurezza da uno Stato irresponsabile come nel caso del benzinaio Stacchio e del gioielliere Zancan.
Fin qui tutto normale, ognuno si riempie la sua piazza e via. La novità sta nel fatto che per la prima volta due iniziative così saranno collegate politicamente e che a collegarle non sarà Silvio Berlusconi.
Lei salirà sul palco della sua città, quella dove un movimento sempre più in crescita le chiede di candidarsi sindaco per liberarla da Marino (con il sostegno del “Matteo buono”), per portare il suo saluto alla piazza della nuova Lega salviniana.
Lui contraccambierà la visita una settimana dopo in quella laguna che oggi rappresenta l’avamposto leghista da difendere ad ogni costo con la riconferma di Zaia, nella speranza che per quel giorno i malumori interni saranno stati sedati.
È l’embrione di quella alleanza anti-Renzi che può rinascere soltanto dalla coerenza dei comportamenti e dalla fine di patti, più o meno dichiarati, con il menestrello di Firenze.
È il primo passo, non irrilevante, per provare a costruire quel “fronte identitario” sul modello francese che può rappresentare l’alternativa concreta al renzismo e all’Europa della Merkel.
Nessuno si illude che sarà un cammino facile né privo di insidie.
Se molti temi ci uniscono, a partire da Europa, immigrazione e difesa dei produttori dalle tasse e dalla finanza speculativa, molti altri ci dividono a partire dall’unità nazionale e dall’assetto dello Stato.
Fino ad arrivare alla crisi libica di questi giorni, in cui tanto FdI quanto la Lega auspicano il blocco degli sbarchi ma il partito della Meloni è stato l’unico nel panorama politico italiano a schierarsi esplicitamente a favore dell’intervento militare contro l’Isis, tanto da promuovere per questo fine settimana una serie di fiaccolate in tutte le principali città italiane.
Insomma, qualcosa si muove a destra e va seguito con attenzione e fiducia.
L’appuntamento per tutti è per Sabato 7 marzo a Venezia, non mancate!