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lunedì 10 agosto 2015

281) NON ABBIAMO ABBASTANZA PAURA

“NON ABBIAMO ABBASTANZA PAURA” È L’ULTIMO LIBRO DEL GIORNALISTA VITTORIO FELTRI: SPRONATO DA ORIANA FALLACI A CONTINUARE LE SUE BATTAGLIE, EGLI CI PARLA DEGLI ASPETTI BRUTALI DI UN ISLAM CHE PENETRA SEMPRE DI PIÙ NEL MONDO OCCIDENTALE.




Negli ultimi mesi della sua vita la scrittrice fiorentina Oriana Fallaci indicò in Vittorio Feltri (allora alla direzione del quotidiano “Libero”, che aveva anche fondato) la persona ideale per continuare le sue battaglie contro l’estremismo islamico in rapida ascesa nel mondo intero, inclusa la nostra società occidentale. Feltri, nonostante non creda nell’aldilà, ha detto che lo spirito di Oriana lo tormentava perché non si era dato abbastanza da fare. Lo stesso giornalista temeva di più la Fallaci morta che le possibili ritorsioni dei terroristi islamici vivi. Il titolo di questo libro (Non abbiamo abbastanza paura edito da Mondadori) ci vuol esortare a non essere indifferenti di fronte ai problemi del terrorismo islamico, presumendo che quelle violenze riguarderanno sempre gli altri ed a noi non ci toccheranno. O al massimo facendoci quasi tutti musulmani, perché pensiamo che una religione valga l’altra, ci illudiamo erroneamente che potremo continuare le nostre solite vite e non immaginiamo che se usciremo dai dettami coranici verremo puniti esemplarmente, come avviene nei territori occupati dallo Stato Islamico. 

Nel libro viene analizzato il Corano, il libro sacro dell’Islam, soprattutto le parti che invitano ad ammazzare gli autori delle apostasie e delle blasfemie. E non bisogna scordarsi che in molte nazioni la legge coranica è legge dello stato: non c’è distinzione come nelle grandi democrazie mondiali tra stato e religione. Anche Gesù è presente nel Corano, però non è riconosciuto come il Cristo, il figlio di Dio, morto e resuscitato. I cristiani sottomessi non necessariamente dovranno convertirsi all’islam, ma dovranno pagare dei pesantissimi tributi e non avranno mai tutti i privilegi degli islamici. I musulmani che non vogliono la violenza e attingono dal Corano quel poco che basta per una corretta e personale fede vengono spesso isolati e snobbati. È il caso del Presidente Egiziano Al Sisi, che ha allontanato gli estremisti “Fratelli Musulmani” dal potere” e il quale ha invitato i teologi dell’islam ad una riforma della dottrina, a far interpretare in modo diverso il libro sacro, col risultato di essere divenuto uno degli uomini più detestati nell’universo islamico. Secondo me sono da questi piccoli segnali che si intravede un cammino che potrebbe portare con i decenni o con i secoli la moderazione della religione mussulmana e la distinzione tra essa e lo stato; i cristiani hanno impiegato più di mille anni per arrivare a ciò, perché non dovrebbero riuscirci anche gli altri culti? 

Gli americani nel tentativo di importare democrazia, rovesciando i vecchi regimi militari, hanno preso dei granchi colossali ed hanno aizzato ancor di più gli estremisti islamici, lasciando caos ed anarchia: in Libia, in Iraq Gheddafi e Saddam Hussein erano gli unici che tenevano uniti i loro paesi; fortunatamente lo stesso errore non è stato commesso in Siria: Hassad infatti hanno deciso di non spodestarlo più. Anche in Afghanistan l’ordine non è stato completamente ristabilito. Vengono descritte le uccisioni degli stranieri in Iraq nel periodo successivo alla caduta di Saddam: nel quotidiano “Libero”  Feltri con l’aiuto di Oriana Fallaci diede ampio risalto all’eccidio degli italiani Quattrocchi e Baldoni e successivamente di dodici nepalesi, entrambi, molto sconvolti da quell'episodio, cercarono i loro nomi per pubblicarli (nessun altro quotidiano lo fece). La grande stampa nazionale si attiene ai dettai del centrosinistra, al politicamente corretto: nei casi dei sequestri di italiani in Medio Oriente ed in Nord Africa ci si preoccupa solo delle due Simone e recentemente di Greta e Vanessa, ma non degli altri prigionieri che non sono di sinistra e considerati mercenari. È citato l’esempio del settimanale a fumetti “Topolino” che non ha avuto il coraggio di dedicare la sua copertina ai vignettisti satirici francesi sterminati dai fondamentalisti islamici, dopo che aveva  fatto una bozza di copertina su quel tema. Si portano in tribunale e vengono ridotti sul lastrico i giornalisti che osano parlare, con le dovute prove, dei legami degli iman presenti in Italia (e successivamente allontanati per motivi di ordine pubblico) col terrorismo internazionale. 

Si agevola l’immigrazione di massa e la concessione delle cittadinanze facili perché spesso si dice che i musulmani nati e cresciuti in occidente si integrino con i valori della nostra società, ma non sempre va così: un giorno frequentando la moschea essi potrebbero trovare nei fanatici motivo di fascino e potrebbero altresì farsi convincere nel compiere il martirio. A dimostrazione di ciò c’è la strage compiuta a Parigi nel giornale satirico: gli autori erano normalissime persone che studiavano e lavoravano senza avere grilli per la testa, finché un giorno, frequentando i loro luoghi di culto, non hanno sentito il “magico richiamo”, unitamente alla promessa delle dodici vergini ciascuno nel loro fantomatico paradiso . Feltri da ateo ha sentito dentro di sé un colpo tremendo quando ha visto le immagini dell’abbattimento di una chiesa a Mosul in Iraq ad opera dell’Isis: è in quei momenti secondo lui che dobbiamo sentirci tutti cristiani anche se non lo siamo ed abbiamo fatto i mangiapreti e criticato la Chiesa. È quella Chiesa Cattolica che fa parte della nostra storia, del nostro dna, della nostra cultura, del nostro tessuto sociale e della nostra vita anche se noi diciamo di no. Cito un episodio descritto nel libro per concludere e che penso sia un valido deterrente per la violenza e la prepotenza islamica. Nel reparto oncologico di un ospedale c’erano dei ricoverati, di cui uno di fede islamica che leggeva i versi sacri del suo credo. Alla parete c’era appeso un crocifisso ed era l’unica consolazione di quel brutto luogo per un signore che era alla fine della sua vita. L’islamico ha detto ad un infermiere di essere turbato dal crocifisso e ha chiesto che venisse rimosso. L’infermiere stava per accontentarlo quando all’improvviso l’altro ricoverato si è alzato dalla sua branda, si è staccato tutti gli aghi e urlando in un dialetto lombardo ha minacciato entrambi. Tutti sono rimasti zitti e il crocifisso è rimasto al suo posto. Per Feltri quando gli islamici vedono i deboli fanno i forti, mentre quando vedono i forti sono innocui. 

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