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martedì 29 settembre 2015

284) DAL CLAMORE FASTIDIOSO AL COMODO SILENZIO

DOPO UN’ESTATE MEDIATICA DI FUOCO SUL FRONTE IMMIGRAZIONE DI MASSA, PER FAR RESTARE LA GENTE TRANQUILLA E NON ANGUSTIARLA PIÙ, IN AUTUNNO I MEDIA HANNO DECISO DI NON DARE PIÙ MOLTO RISALTO AD UN PROBLEMA A CUI NON SI VUOL PORRE RIMEDIO.



La popolazione d’Europa la scorsa estate era molto preoccupata per gli arrivi massicci di africani e di mediorientali, attraverso la Turchia, la Grecia e i Balcani, ma anche tramite la rotta Libia – Italia. I politici del Vecchio Continente, nonostante le inquietudini espresse, non sanno cosa fare per porre un freno agli arrivi; gli unici che cercano dei rimedi sono i governanti delle nazioni dell’Europa dell’Est. Se non si fa nulla per fermare questo fenomeno illegale si incoraggerà sempre di più tale esodo biblico e anche le tragedie del mare aumenteranno (vengono sfruttate dai mezzi d'informazione per lavarci il cervello e scuotere le nostre coscienze: si tenta di attribuirci delle colpe che non abbiamo). Per coloro che fuggono dalle guerre sarà compito dell’Onu allestire dei campi nelle nazioni confinanti (quindi con la stessa cultura, con gli stessi usi e costumi, con la stessa religione) e provvedere al sostentamento. Da quei campi profughi le nazioni d’occidente selezioneranno, in base alle loro possibilità, qualche fuggiasco da ospitare, cercando possibilmente di dare la priorità ai cristiani perseguitati per la loro fede ed anche a qualche non cristiano che sfugge anch'egli dagli estremismi religiosi. Di cristiani che arrivano se ne vedono pochini; alcune volte sono gli islamici più fanatici ed estremisti che si introducono illegalmente in Europa. Qualche maligno sostiene che dietro l’esplosione delle partenze dalla Turchia verso la Grecia (una delle porte d’accesso all'Europa) ci sia la mano del Governo Turco, il quale ha in mente di islamizzare il Continente Europeo e sottomettere così i propri abitanti, approfittando del buonismo dilagante e dell’abbandono del nazionalismo e del patriottismo, in favore di una nuova visione occidentale mondialista e multiculturale.



Il Capo dello Stato Italiano ha dichiarato che non c’è bisogno di erigere muri, di avere paura di una società globalizzata (è il medesimo pensiero di Papa Francesco); peccato però che questa cosiddetta società globalizzata, secondo le teorie del centrosinistra, solo in occidente deve esistere, con la distruzione dei popoli che da secoli lo compongono e che ne hanno fatto la storia e la gloria; in altre parti del mondo le popolazioni son ben definite, uniformi e crescono sempre di più. (molti personaggi pubblici in cuor loro sono molto preoccupati da questi massicci approdi verso l’Europa ma non hanno il coraggio di esternarlo, devono attenersi alle solite parole retoriche dell’accoglienza sfrenata, cioè alla moda). Hanno capito bene l’antifona gli extraeuropei e cercano di sfruttarla a proprio vantaggio. Decenni addietro, anche quando c’erano conflitti in corso, non si verificavano mai esodi massicci verso l’Europa come avviene oggi: al massimo i fuggitivi scappavano nei paesi limitrofi, solo qualcuno attraverso vie legali chiedeva ospitalità nelle maggiori nazioni d’occidente. Ovviamente le nazioni arabiche ricchissime se ne guardano bene dall'offrirsi per accogliere i loro stessi consanguinei arabi. Le popolazioni dell’Europa orientale non si fanno contagiare dai modi di fare di quelle occidentali e dell’Unione Europea: dopo le esperienze pluridecennali vissute sotto le dittature temono di essere private nuovamente delle libertà e della sicurezza; esse capiscono che le frontiere vanno difese. Queste politiche di resa, del calar le braghe e di timore di alzar la voce contro gli stati responsabili dell’immigrazione selvaggia, potrebbero un domani rivelarsi fatali per tutti noi.

Al momento nessuno, tra quelli che arrivano dalla Turchia, cerca un’Italia carica di problemi, di disoccupazione e con un altro fronte caldo d’immigrazione selvaggia, quasi tutti inseguono i paesi che al ora stanno meglio di noi: Germania, Francia, Gran Bretagna, Svezia, Norvegia. Anche qualche nazione africana sta vivendo un vero e proprio boom economico; tuttavia qualche suo abitante, anziché darsi da fare, ha capito che in Europa, con un qualsiasi pretesto, si ottiene lo status di rifugiato politico e tutti sono mantenuti alla grande. Occorrerà selezionare minuziosamente  coloro che fuggono veramente da conflitti in corso, prelevarli direttamente nelle vicinanze dei loro paesi e bloccare con ogni mezzo le vie migratorie illegali. Facile a dirsi, difficile ad attuare (senza un Maroni, senza una Lega Nord al Governo); per cui è meglio il silenzio mediatico: per non angustiare e per far dormire sonni tranquilli al popolo. 

lunedì 21 settembre 2015

283) LA DESTRA SIAMO NOI

L’ULTIMO VOLUME DI GIAMPAOLO PANSA PARLA, ATTRAVERSO DEI COLLOQUI DELLO SCRITTORE CON L’EX PARTIGIANO E POLIZIOTTO GIORGIO MORSI, DEI TANTI ANEDOTTI RELATIVI AI VARI PERSONAGGI, PICCOLI E GRANDI, DELLA DESTRA.



Il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa col suo ultimo volume “La destra siamo noi”, una controstoria italiana da Scelba a Salvini (oltre 400 pagine, edito da Rizzoli), parla dei molti personaggi quasi anonimi, ma anche dei più importanti, che hanno fatto la storia della destra dal dopoguerra ad oggi. Il volume inizia con una prefazione, in cui si spiega che oggi la parola destra non deve metter più paura come un tempo e si riconosce in Silvio Berlusconi colui che l’ha sdoganata in chiave moderna nell’odierno sistema democratico, togliendole l’etichetta anacronistica “fascista”. È fuori luogo nel mondo d’oggi parlare di fascismo, antifascismo, comunismo, anticomunismo; il pericolo maggiore per l’Europa è costituito soprattutto dall’integralismo e terrorismo islamico.

Il libro si articola completamente attraverso i colloqui tra Giampaolo Pansa e il poliziotto novantenne in quiescenza Giorgio Morsi, già partigiano bianco nei tempi della guerra civile italiana. L’ex poliziotto è molto esperto nei dettagli delle vite pubbliche e private dei molti protagonisti della vita politica italiana, avendo lavorato per molti anni nella Divisione Affari Riservati del Ministero dell’Interno. Morsi faceva parte dei partigiani liberali e monarchici e fu infiltrato nella polizia partigiana di Savona, costituita principalmente dai social – comunisti. Nel dopoguerra egli assistette a molte esecuzioni, ma ebbe occasione di salvare da morte certa una ausiliaria della Rsi, con cui nel corso degli anni a venire consumò dei rapporti amorosi clandestini in occasione delle ricorrenze del 25 aprile, sino alla prematura morte dell’ex combattente di Salò, divenuta nel frattempo professoressa universitaria e che era rimasta legata sentimentalmente a colui che l’aveva salvata e che aveva sposato un’altra.

Si parla di Giovanni Guareschi e delle storie accantonate di molti altri militari e carabinieri come lui: dopo l’armistizio del 1943 rimasero fedeli al Re, rifiutando di aderire alla Repubblica Sociale e furono deportati nei campi di concentramento tedeschi. Guareschi in occasione delle politiche del 1948 coniò il suo famoso motto: "dal segreto della cabina elettorale Dio ti vede"; successivamente scontò un anno di carcere per diffamazione a mezzo stampa. Sono descritti i più famosi giornalisti di destra: da Pisanò a Gianna Preda, soprannominata Tigre del Borghese (il settimanale di destra in cui scriveva) per i suoi modi aggressivi in cui distruggeva gli avversari politici. Scelba era ben visto dalle sinistre finché non divenne Ministro dell’Interno. È narrata la storia di Alfa Giubelli, la ragazzina che vide la madre uccisa dai partigiani, venendo traumatizzata e per questo aveva delle difficoltà ad avere figli; un giorno decise di vendicarsi, uccidendo il sindaco del suo paese che aveva ordinato l’esecuzione della madre, si costituì, scontò la pena, dopodiché riuscì a concepire. Sono altresì raccontate molte storie di prostituzione e di omosessualità che hanno riguardato alcuni personaggi politici e non. Una ausiliaria della Rsi e una esponente del Cln si conobbero, instaurarono una relazione, fuggirono, attendevano la fine della guerra quando furono mitragliate ed uccise, in una strada mentre erano in bicicletta, da un aereo britannico. Un senatore ultraconservatore e legato all’Opus Dei casualmente incontrò un transessuale di cui rimase invaghito, ma non era più un ragazzino e morì mentre era in intimità. Miriam Z. era una prostituta, ebrea e missina, che sapeva distinguere tra nazifascismo e il nuovo corso di Almirante: si suicidò quando perse la sua bellezza venendo sfigurata con l’acido da un folle. Almirante non rinnegò il passato, nel suo ufficio aveva un vaso con la sabbia di El Alamein, la località egiziana in cui l’esercito italiano si era battuto eroicamente nell’ultima guerra, ma era considerato troppo democratico da alcuni esponenti missini, tra cui Pino Rauti, che uscirono e fondarono “Ordine Nuovo”, poi visto l’insuccesso rientrarono. Achille Lauro, il monarchico napoletano e grande serbatoio di consensi, era un dongiovanni incallito: in privato preferiva parlare di donne piuttosto che di politica. Ci fu anche un deputato che improvvisamente passò dal Pci all’Msi e fu accolto a braccia aperte. Anche a Ciccio Franco, l'autore della rivolta di Reggio Calabria "Boia chi molla" (futuro slogan della destra), a seguito della decisione di fare di Catanzaro il capoluogo regionale calabrese, è dato risalto.

I giornalisti di centrosinistra infangarono la memoria dei figli del segretario missino Mattei della Sezione Giarabub (altra località dell’eroismo italiano nell'ultimo conflitto cancellata dalla memoria) del quartiere romano di Primavalle, i quali furono trucidati e la grande stampa parlò a sproposito di guerre tra neofascisti, mentre i veri assassini, esponenti del terrorismo rosso, rimasero quasi impuniti. Altri tristi episodi degli anni di piombo sono descritti, ma anche misteri, intrecci tra mafia e politica, loggia massonica P2, Licio Gelli, tangentopoli. Secondo Pansa e Morsi il Principe Borghese, già comandante della X Mas, non organizzò mai un colpo di stato: infatti qualche giorno prima del presunto golpe concesse un’intervista al giornalista. Nella strage della stazione di Bologna del 1980, oltre ai colpevoli ufficiali, si parla di una pista palestinese come ritorsione sull'Italia per aver fermato un traffico d’armi, dopo che il Governo, trattando con i terroristi, aveva acconsentito a tenere gli occhi chiusi.

Ci sono le storie dei democristiani di destra: oltre al già citato Scelba, si parla di Fanfani, soprannominato Fanfascista (si batté da solo a favore del si nel referendum sul divorzio e pagò solo lui le conseguenze della sconfitta), e degli andreottiani Evangelisti, Sbardella, Ciarrapico, che per convenienza preferirono lo scudo crociato alla fiamma. Don Gianni Baget Bozzo era il figlio di una ragazza madre catalana e fu adottato dalla famiglia Bozzo di Genova: politicamente aderì al Psi, fu eletto europarlamentare, fu giornalista politico, dopo la fine dei partiti storici ebbe un debole per Berlusconi . C'è la vita di Indro Montanelli, il quale nel 1995 fu invitato ad una festa di sinistra e si lamentò che in quel momento lo trattavano da eroe, per non essersi allineato a Berlusconi sul quotidiano “Il Giornale”, coloro che nel 1977, quando subì un attentato, si rammaricarono che non fosse morto, perché era considerato un conservatore reazionario. L’ultimo capitolo è la storia di oggi: si parla di come Salvini in poco tempo sia diventato un capo carismatico che si appresta a prendere in mano le redini della destra.