Ora il potere torna al popolo
Il discorso pronunciato da Donald Trump il 20 gennaio
2017, subito dopo il giuramento al Campidoglio: Basta spendere miliardi per
difendere gli altri e basta con i politici che non fanno nulla. Creeremo lavoro
e rifaremo i confini. Comprate e assumete americano"
Donald J. Trump - Sab, 21/01/2017 - 09:36
Presidente della Corte Suprema, Presidente
Carter, Presidente Clinton, Presidente Bush, Presidente Obama, americani e
gente di tutto il mondo: grazie!
Noi cittadini americani siamo uniti nel
formidabile sforzo nazionale di ricostruire il nostro Paese e di ripristinare
le promesse per il nostro intero popolo.
Insieme determineremo le sorti dell'America e del
mondo per molti anni a venire. Affronteremo delle sfide, faremo i conti con
momenti di difficoltà, ma ci riusciremo. Ogni quattro anni, ci ritroviamo su questa
scalinata per realizzare il passaggio pacifico e regolare dei poteri e siamo
grati al Presidente Obama e alla First Lady, Michelle Obama, per l'aiuto
garbato che hanno dato nel corso di tale passaggio. Sono stati fantastici.
Grazie. La cerimonia di oggi, però, ha un significato davvero speciale perché
oggi non stiamo semplicemente effettuando un trasferimento di poteri da
un'amministrazione a un'altra o da un partito a un altro, bensì stiamo
trasferendo il potere da Washington, D.C., e lo stiamo restituendo a voi,
popolo. Per troppo tempo, un piccolo gruppo nella capitale della nostra nazione
ha fatto propri i benefici del governo, mentre il popolo ne pativa i costi.
Washington prosperava, ma il popolo non beneficiava della sua ricchezza. I
politici prosperavano, ma i posti di lavoro venivano meno e le fabbriche
chiudevano. Il sistema proteggeva se stesso, non i cittadini del nostro Paese.
Le loro vittorie non sono state le vostre vittorie. I loro trionfi non sono
stati i vostri trionfi. E, mentre quella gente festeggiava nella capitale del
nostro Paese, c'era poco da festeggiare per le famiglie in difficoltà
nell'intera nazione. Tutto ciò cambia a partire da qui, fin d'ora, perché
questo momento è il vostro momento: appartiene a voi. Appartiene a tutti quelli
che oggi si sono radunati qui e a chiunque ci stia osservando da ogni punto
dell'America. Questo è il vostro giorno, questa è la vostra festa e questo
Paese, gli Stati Uniti d'America, è il vostro Paese. Quello che davvero conta
non è quale partito controlli il nostro governo, bensì che il nostro governo
sia controllato dal popolo. Il 20 gennaio 2017 verrà ricordato come il giorno
in cui il popolo è tornato a essere sovrano in questo Paese. Gli uomini e le
donne dimenticati di questo Paese cesseranno di essere dimenticati. Ora tutti
vi ascoltano.
Siete venuti a decine di milioni per entrare a
far parte di un movimento di portata storica come il mondo non ne aveva mai
visti prima. Al cuore di questo movimento sta una convinzione cruciale: che una
nazione esiste per servire i suoi cittadini. Gli americani vogliono ottime
scuole per i loro figli, quartieri sicuri per le loro famiglie e buoni posti di
lavoro per se stessi. Si tratta di richieste giuste e ragionevoli da parte di
un popolo retto e di un pubblico retto. Ma per troppi dei nostri cittadini
esiste una realtà diversa: madri e figli intrappolati dalla povertà dei nostri
bassifondi urbani; fabbriche in stato di abbandono disseminate come tombe nel
paesaggio della nostra nazione; un sistema scolastico in cui vengono riversati
tanti soldi, ma che lascia i nostri giovani e splendidi studenti a corto di
conoscenze; e il crimine e le gang e le droghe che hanno strappato troppe vite
e che hanno privato il nostro Paese di un enorme potenziale inespresso. Questa
scempio americano deve interrompersi e si interromperà in questo preciso
istante. Siamo una nazione e il loro dolore è il nostro dolore. I loro sogni
sono i nostri sogni e i loro successi saranno i nostri successi. Abbiamo un
solo cuore, una sola patria e un solo destino glorioso.
Il giuramento che oggi faccio è un giuramento di
fedeltà a tutti gli americani. Per molti decenni, abbiamo arricchito industrie
straniere a danno delle industrie americane; abbiamo sovvenzionato gli eserciti
di altri Paesi, consentendo allo stesso tempo di impoverire il nostro sistema
militare; abbiamo difeso i confini di altre nazioni, rifiutandoci di difendere
i nostri; e abbiamo speso migliaia di miliardi all'estero mentre le
infrastrutture americane finivano in rovina e in sfacelo. Abbiamo arricchito
altri Paesi mentre la ricchezza, la forza e la sicurezza del nostro Paese
sparivano oltre l'orizzonte. Una a una, le fabbriche chiudevano i battenti e
abbandonavano il nostro Paese, senza la minima riflessione riguardo ai milioni
di americani che si lasciavano alle spalle. La ricchezza della nostra classe
media veniva strappata alle loro case e ridistribuita in tutto il mondo. Ma
quello è il passato. E ora noi guarderemo solo al futuro.
Noi che ci siamo riuniti qui oggi stiamo per
imporre un nuovo ordine che verrà udito in ogni città, in ogni capitale
straniera e in ogni aula del potere. D'ora in avanti, una nuova visione delle
cose governerà la nostra terra. Da questo momento in poi, lo slogan sarà: prima
l'America. Ogni decisione sul commercio, sulle tasse, sull'immigrazione, sulla
politica estera, verrà presa a vantaggio dei lavoratori americani e delle
famiglie americane. Dobbiamo proteggere i nostri confini dalle devastazioni
create da altri Paesi che producono i nostri prodotti, ci sottraggono le nostre
aziende e distruggono i nostri posti di lavoro. Il protezionismo porterà grande
prosperità e forza. Mi batterò per voi con tutta l'energia che ho in corpo e
non vi deluderò mai. Mai. L'America ricomincerà a vincere, a vincere come non
mai. Riporteremo in patria i nostri posti di lavoro. Ripristineremo i nostri
confini. Riporteremo in patria le nostre ricchezze. E faremo tornare i nostri
sogni. Costruiremo strade nuove e statali nuove e ponti e aeroporti e tunnel e
ferrovie in tutto il nostro splendido Paese. Toglieremo la nostra gente dai
servizi di assistenza sociale e le ridaremo un lavoro, ricostruendo il nostro
con mani americane e forza lavoro americana. Seguiremo due semplici regole:
comprare prodotti americani e assumere personale americano. Cercheremo amicizie
e buoni rapporti con le nazioni del mondo, ma lo faremo nella convinzione che
sia nel diritto di tutte le nazioni mettere al primo posto i propri interessi.
Non cercheremo di imporre il nostro sistema di vita a nessuno, ma, piuttosto,
lo faremo risplendere al punto da farne un esempio che chiunque possa seguire.
Rafforzeremo vecchie alleanze e ne formeremo di nuove e uniremo il mondo
civilizzato contro il terrorismo del radicalismo islamico, che faremo
scomparire dalla faccia della terra. E il fondamento della nostra politica sarà
una devozione assoluta agli Stati Uniti d'America e, attraverso la lealtà al
nostro Paese, riscopriremo la lealtà reciproca fra le persone. Quando si apre
il cuore al patriottismo, non c'è spazio per i pregiudizi. La Bibbia ci dice: «Ecco
quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!». Dobbiamo
esprimere apertamente le nostre idee, discutere in maniera onesta i nostri
dissensi, ma sempre puntare alla solidarietà. Quando l'America è unita, è
assolutamente impossibile fermarla. Non dovrebbero esserci timori: siamo
protetti e sempre lo saremo. A proteggerci saranno gli uomini e le donne
formidabili delle nostre forze militari e della polizia e, soprattutto, Dio.
Infine, dobbiamo pensare in grande e sognare ancor più in grande. In America,
sappiamo bene che una nazione vive solo fintanto che lotta. Non accetteremo più
uomini politici che siano solo parole e niente azioni, che si lagnino
costantemente senza mai far nulla al riguardo. Il tempo per i discorsi vuoti è
finito.
Ora arriva il momento dell'azione. Non lasciate
che nessuno vi dica che è impossibile. Nessuna sfida è pari al cuore e alla
combattività e allo spirito dell'America. Ci troviamo agli albori di un nuovo
millennio, pronti a svelare i misteri dello spazio, a liberare la terra dalle
miserie delle malattie e a governare a nostro vantaggio le energie, le
industrie e le tecnologie del domani. Un nuovo orgoglio nazionale scuoterà i
nostri animi, ci farà puntare a obbiettivi più elevati e guarirà le nostre
divisioni. È il momento di ricordare il vecchio adagio che i nostri soldati non
scorderanno mai: ovvero che, indipendentemente dal fatto che siamo neri o bruni
o bianchi, versiamo il medesimo sangue rosso dei patrioti, gioiamo delle stesse
libertà gloriose e porgiamo i nostri omaggi alla stessa fantastica bandiera
americana. E, che un bambino nasca nell'ambiente urbano di Detroit o nelle
pianure del Nebraska sferzate dal vento, avrà davanti a sé lo stesso cielo
notturno, si riempirà il cuore degli stessi sogni e sarà permeato dall'alito
vitale infuso dallo stesso Creatore onnipotente. Pertanto, americani di tutte
le città vicine e lontane, piccole e grandi, da catena montuosa a catena
montuosa, da oceano a oceano, udite queste parole: non sarete più ignorati. La
vostra voce, le vostre speranze e i vostri sogni definiranno il destino
dell'America. E il vostro coraggio e la vostra onestà e il vostro amore
guideranno sempre il nostro cammino. Insieme, renderemo di nuovo forte l'America.
Renderemo di nuovo ricca l'America. Renderemo di nuovo orgogliosa l'America.
Renderemo di nuovo sicura l'America. E, sì, insieme, renderemo di nuovo grande
l'America. Grazie. Che Dio vi benedica. E che Dio benedica l'America.
Donald J. Trump
(Traduzione a cura di Seba
Pezzani)
Nessun commento:
Posta un commento