MENTRE ALCUNI ITALIANI
NON CE LA FANNO PIÙ
A TIRARE AVANTI GLI AFFARI SULL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA NON CONOSCONO LIMITI
(MA GIÀ SI SAPEVA): ORA ANCHE QUALCHE ONG È COINVOLTA.
In
questi giorni ci sono state molte polemiche sui grandi mezzi di informazione,
inerenti ai salvataggi in mare (o presunti tali) delle grandi navi delle
associazioni umanitarie (Ong) verso gli immigrati clandestini. Secondo le fonti Frontex e dalla
documentazione con prove, sembra che i trafficanti di uomini diano appuntamento
a quelle navi, addirittura in acque territoriali libiche. Il codice nautico
prevede il salvataggio dei naufraghi, dicendo che devono essere scaricati nel
porto più vicino; in quei casi i porti più vicini sono situati in Libia, in
Tunisia. Seconda cosa: nella nostra circostanza il termine naufrago è
inappropriato, poiché questi viaggiatori marittimi si buttano volontariamente
alla deriva, sfruttando eccessivamente il dovere di salvataggio delle
motovedette, che sono appositamente presenti in quei mari per loro.
Se
essi sapessero che su quelle carrette galleggianti nessuno li soccorrerebbe, per
poi essere serviti e riveriti in Italia, quasi nessuno si avventurerebbe in mare
aperto. Infatti prima arrivavano via
mare molte meno persone e soltanto nel periodo estivo, non tutto l’anno come
adesso. Il numero degli arrivi è cresciuto, ma anche quello delle vittime. Tra tutta
questa gente che ci portano di profughi ce ne sono pochissimi, lo si nota anche
dai loro fisici, la maggioranza o è migrante economico o uno che sfrutta il
dovere dell’accoglienza, con tutti gli annessi e i connessi: difatti oltre la
metà delle domande di asilo politico è stata bocciata. Le grandi navi delle Ong
hanno altissimi costi che neanche la Marina
Militare può permettersi: qualche voce sussurra che i loro
occulti finanziatori, vogliano destabilizzare la nostra economia. Perché queste
organizzazioni non impiegano quel denaro per opere umanitarie? Se proprio
tengono ad andare a prelevare gli immigrati clandestini, perché non li portano
in altre nazioni d’Europa, tra le quali Francia e Spagna, visto che l’Italia e
anche la Grecia
non ce la fanno più: ne hanno già accolti tantissimi.
Ormai
questo traffico è diventato un nuovo ramo economico, non solo per i grandi
trafficanti, che dalla droga si sono spostati sul commercio umano. Ci sono
coloro che affermano che questi arrivi sono un fenomeno positivo, per fattori
demografici (infischiandosene delle problematiche che comporta): se fosse così bisognerebbe
premiare i responsabili di queste disumane tratte e non perseguirli penalmente.
In televisione raccontano storie di tanti italiani in crisi che nessuno tratta
coi guanti bianchi. Anche così si ingrossano le tensioni sociali e il razzismo.