LA POPOLAZIONE STRANIERA (E ISLAMICA) IN ITALIA È IN COSTANTE AUMENTO, MENTRE È RICOMINCIATA
L’EMIGRAZIONE DEGLI ITALIANI (GIOVANI E NON) VERSO L’ESTERO. NON SAREBBE
OPPORTUNO EVITARE LE PARTENZE DEGLI ITALIANI E IMPORTARE ORIUNDI ITALICI PER
SALVAGUARDARE L’IDENTITÀ DI UN POPOLO E PER SCONGIURARE GLI ATTI DI UN
TERRORISMO DILAGANTE IN TUTTA EUROPA?
Sono
impressionanti i numeri dei mussulmani presenti in Italia, considerando che
negli anni ’70 erano alcune migliaia, perlopiù studenti universitari di
passaggio e personale delle ambasciate e dei consolati di alcuni stati
islamici, e considerando che gli stessi hanno avuto un’impennata vertiginosa in
presenze dal 2000 in
poi. In totale essi sono 1.700.000, oltre il 3,5% della popolazione, 1/3 degli
immigrati presenti in Italia. Il basso numero in percentuale è dovuto ad altre
provenienze religiose della maggioranza degli stranieri soggiornanti nel
Belpaese.
La
popolazione italiana è in diminuzione: a causa della scarsa natalità e a causa
della nuova emigrazione degli italiani verso l’estero. I residenti italiani
all’estero (emigrazione recente) sono oggi quasi 5 milioni; il loro numero è
raddoppiato rispetto al 2000, quando erano oltre 2 milioni e trecentomila
unità. Assistiamo quindi ad una progressiva sostituzione etnica della
popolazione italiana nella nostra nazione. Se sempre più italiani se ne vanno,
evidentemente essi ritengono che l’Italia non offra più opportunità e non si
possa più vivere dignitosamente. Queste motivazioni non sono note ai molti
stranieri malinformati che si fanno sempre più numerosi.
In
questi ultimi giorni il Parlamento Italiano ha approvato una legge che tutela
indiscriminatamente i minori stranieri non accompagnati che entrano illegalmente
in Italia, non facendo distinzioni tra rifugiati politici ed immigrati
economici; al compimento del diciottesimo anno di età avranno il permesso di
soggiorno, il lavoro ed eventualmente potranno farsi raggiungere dagli altri
parenti. In pratica porte spalancate a tutti attraverso l’immigrazione
irregolare minorile: ad una famiglia basterà far partire un figlio minorenne e
poi potrà immigrare tutta. Non dimentichiamo che colui che nel dicembre scorso
commise un attentato terroristico a Berlino, arrivò in Europa alla minore età.
Non sarebbe il caso di liberarsi di questo eccessivo mondialismo e di concentrarsi
sui problemi degli italiani in difficoltà? Evitando che se ne vadano e aiutando
chi non ha le possibilità di andarsene. Pensiamo prima a risolvere i nostri
problemi, dopodiché, nei nostri limiti e nelle nostre possibilità, penseremo
alle cose altrui.
In
futuro saremo destinati a non vivere più tranquillamente, poiché capiterà
spesso che sempre più città d’Europa saranno prese di mira da azioni
terroristiche. Sarebbe importante che le nazioni europee che ancora sono in
tempo non sacrifichino le loro identità nazionali agli altari della
globalizzazione. Non tutti gli islamici saranno terroristi, ma non tutti si
integrano con i valori della nostra società e più aumenteranno e più crescerà
la piccola percentuale di coloro che, indottrinati, sogneranno di immolarsi,
commettendo delle stragi. Suggerirei dunque di adottare delle politiche a
salvaguardia della nostra identità storica – culturale, della nostra
italianità: creando le condizioni affinché i nostri connazionali non se ne
vadano, attuando delle politiche a sostegno della famiglia, della natalità e
creando una nuovo tipo d’immigrazione, vale a dire quella degli oriundi
italiani (nel mondo sono oltre 80 milioni), i discendenti della remota
emigrazione italica.
Immigrazione, Fratelli d’Italia: è un decreto spot, gli scafisti ringraziano
RispondiEliminadi Elsa Corsini
mercoledì 12 aprile 2017 - 13:23
Un bluff, un altro provvedimento annuncio che non affronta alla fonte l’emergenza ormai insostenibile dei flussi immigratori dall’Africa. È una bocciatura sonora quella di Fratelli d’Italia al decreto legge in materia di “protezione internazionale e contrasto all’immigrazione illegale” approvato alla Camera.
Fratelli d’Italia: è un decreto bluff
«Dopo aver sentito il titolo altisonante per questo decreto legge gli scafisti di mezzo mondo si saranno allarmati e avranno detto: vuoi vedere che ora che agli Interni è arrivato Minniti e non c’è più Angelino Alfano, detto anche “Caronte” il grande traghettatore di africani in Italia, le cose sono cambiate? Ma lo sconcerto è durato solo il tempo di leggere il testo». Usa l’ironia Giorgia Meloni nella dichiarazioni di voto sul provvedimento per smontare la ricetta del governo che si ostina a confondere gli immigrati clandestini, la maggioranza, dai profughi di guerra, la minoranza. «Bisogna fare quello che è stato fatto ad esempio in Est Europa per il confine turco e avviare un accordo serio con i governi libici, aprire in Africa con una missione europea e i centri per l’identificazione e valutazione delle richieste d’asilo e da li distribuire chi ha diritto negli Stati europei. Questo deve essere l’obiettivo prioritario sul quale il governo italiano dovrebbe lavorare – ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia – questo decreto non distingue il tema dei rifugiati da quello dell’immigrazione incontrollata, due fenomeni completamente diversi».
Il governo protegge il business
Capitolo doloroso anche quello del business che vive e si ingrossa con le rotte migratorie. Nel testo del decreto, aggiunge la Meloni, «non c’è nessun riferimento alle sedicenti Ong che, come denunciato perfino da Frontex, vanno a prendere i barconi degli scafisti a largo delle coste libiche con una puntualità particolare che lascerebbe intendere che ci sia un contatto nella peggiore delle ipotesi, tra loro e chi fa la tratta degli schiavi del terzo millennio. E nel testo non c’è nulla sugli interessi che si celano dietro la questione dell’immigrazione». Sarebbe stato serio dire ad esempio che chi ruba sulla pelle della povera gente non è solidale ma fiancheggia un business, aggiunge la Meloni ricordando il voto contrario della maggioranza di governo alla proposta “taglia business” di Fratelli d’Italia per chiedere che le cooperative che si occupano di migranti rendicontino come spendono i soldi che prendono dallo Stato. «Minniti – conclude rivolgendosi al ministero dell’Interno – di lei si dice che sta facendo un grandissimo lavoro. Lei però ha avuto la fortuna di essere il successore di Alfano e questo vuol dire che se fa anche solo un comunicato stampa già sembra che stia facendo un ottimo lavoro, ma questo provvedimento qui è propaganda, non è un decreto legge fatto per affrontare il problema ma per fare campagna elettorale e sono due cose molto diverse».