Di seguito riporto
l’articolo de “Il Messaggero” sulla
cronaca della seconda edizione del Carosello
Storico dei Rioni di Cori del 15 maggio 1938, che ho trovato pubblicato sul
libretto del programma della medesima manifestazione del 1984. Sempre
nell’edizione del 1938 l’Istituto Luce
realizzò un servizio.
Alla
festa religiosa si ricollega la rievocazione storica dell’offerta di doni della
Comunità e dei Rioni. Scrive il cronista del 1938:
“Ma
l’aurea corona della festa è stato il Carosello dei Rioni, meravigliosa
ricostruzione del secolo XVI”.
“I
proclami lanciati dal Podestà, dai Comitati delle tre Porte; Romana, Ninfina e
Signina, avevano suscitato uno spirito battagliero fra coloro che dovevano
contendersi il palio. La sera precedente, dal maniero di Santa Margherita,
fuori porta Ninfina, una artistica luminaria richiamava l’attenzione dei
cittadini che leggevano “Viribus Unitis” motto arrogatosi della Porta; mentre
in porta Romana cento braccia si avvicendavano febbrilmente per la
ricostruzione dell’antica Porta colle caratteristiche della epoca. Lavoro
ardito e meraviglioso che si stenderebbe a credere essere stato eseguito nello
spazio di una sola notte”.
“Siamo
alle ore tre del pomeriggio, le campane delle parrocchie suonano a storno per
benedire i competitori delle tre Porte. Nel piazzale del Comune si compone uno
stupendo corteo che si dirige in Piazza Signina ove una marea agitante di teste
umane attende frenetica. Le tribune si assiepano”.
“Il
corteo avanza con la Comunità,
preceduto dal dirigente a cavallo, dal mossiere, dai trombetti e tamburi.
Vengono quindi i magistrati dagli austeri e ricchi paludamenti seguiti dal
personale e dai valletti recanti il Palio, oggetto dell’aspra contesa, superbo
lavoro in pittura della giovane italiana Serenella De Rossi, raffigurante lo
stemma di Cori di poi il bargello con i birri. Segue lo sfilamento di Porta
Signina: lo precedono il tamburino cui fanno seguito quattro graziosi paggi
recanti ramoscelli di alloro e di ulivo. Tengon dietro sei banderali che
agitano in ogni verso e in ogni maniera le loro bandiere con singolare
destrezza. Quindi i tre armigeri, il capitano della difesa sopra un agile
destriero affrenato dal barbaresco, i sei armigeri, il vessillifero a cavallo
con lo stendardo della Porta, due paggi che tengono graziosi festoni circondati
dai colori della Porta. Soffusa da sorprendente grazia e bellezza, incede la Priora seguita da due
damigelle e da un avventore gruppo di dame”.
“Avanza
quindi il Priore, fiancheggiato da due paggi, di cui uno reca le chiavi della
Porta e l’altro l’insigne; da ultimo i sei cavalieri su focosi cavalli, tre dei
quali partecipanti al torneo e tre di scorta”.
“Con
lo stesso ordine procede Porta Romana e di poi Porta Ninfina , fatte segno
delle entusiastiche acclamazioni delle due fitte ali di popolo che godevano di
quella teoria dei più smaglianti e pittoreschi costumi, senza saziarsi di tutta
una gamma di visi raffaelleschi quasi ad annunciare che Cori è la casa delle
belle ragazze”.
“Terminata
la sfilata i cavalieri delle tre Porte passano al galoppo serrato innanzi la
tribuna delle autorità per prendere posto in fondo al piazzale in attesa del
segnale del mossiere che ordina squilli di tromba ad ogni corsa”.
“Gli
anelli cominciano a conquistarsi fra le grida festose dei rioni e dopo
un’attesa ansiosa e agitata, la vittoria rimane ai cavalieri di Porta
Signina di cui ammiriamo i particolari
dello stendardo, verde e giallo oro col motto “Excelsior”. Qui uno scrosciare
di battimani , uno sgolarsi per le irrefrenabili acclamazioni; una gioia
traboccante della Porta vincitrice si associa alla musica del Dopolavoro alle
grida tripudianti degli intervenuti che si affollano intorno ai vincitori,
pervasi dal contento per il palio conseguito”.
“Ammiriamo alle sera le fiaccole sovrastanti
su oltre 500 tripodi impiantati con ramoscelli di alloro che convertono in
viali di bosco la strada conducente alle tre Porte. Meravigliosa la Porta Romana con la
ricostruzione dell’arco medievale illuminato a luce diffusa con in cime il
motto “Per aspera ad astra”.
La
ricostruzione giornalistica di quel primo (secondo
ndr) Carosello dà un’immagine
puntuale e precisa dell’impegno di tutta una città. Un impegno che trova
stimolo e forza nella tradizione corese, legata alla festa de Soccorso e al
ringraziamento della Comunità.