LA VITTORIA DI NELLO
MUSUMECI NELLE ELEZIONI REGIONALI DELLA SICILIA RILANCIA LA COALIZIONE DI CENTRODESTRA, CHE
A QUESTO PUNTO PARTE FAVORITA PER LE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE NAZIONALI.
Dopo la netta affermazione del centrodestra nelle votazioni
amministrative della scorsa primavera, anche nelle elezioni regionali siciliane
di questo autunno ha tirato lo stesso vento. Nel 2012 Musumeci perse per la
divisione delle forze di centrodestra; oggi invece, anche se tutta la sua area
l’ha sostenuto, non ha vinto facilmente come si poteva pensare, a causa della
crescita del Movimento Cinque Stelle
che ha sfiorato quasi un testa a testa con il vincitore. Per il centrosinistra
il risultato conseguito è stato molto deludente; la stessa coalizione da un
anno a questa parte ha incassato un filotto di sconfitte: referendum
costituzionale, elezioni amministrative, regionali siciliane.
Evidentemente le politiche
che attua in campo nazionale ed internazionale non sono gradite dal
popolo. Neanche il M5S riesce a
sfondare: dopo aver avuto un’inaspettata esplosione di consensi al debutto, non
riesce più ad allargarsi, complici le non cristalline gestioni dei comuni di
Roma e di Torino, amministrate proprio dai penta – stellati. In questi contesti
appare favorito il centrodestra per la vittoria alle prossime elezioni
politiche nazionali: secondo gli ultimi sondaggi manca poco per ottenere la
maggioranza che gli consentirà di governare senza larghe intese.
C’è l’incognita Berlusconi: potrà partecipare alla campagna
elettorale, ma in caso di vittoria non potrà avere ruoli diretti nel governo
prima del 2019. Egli potrebbe fare, a legislatura inoltrata, come Renzi fece
con Letta, oppure attenderà la scadenza del mandato di Mattarella e si farà
eleggere Capo dello Stato? Si, e quando ce lo manderanno sullo scranno più alto
dello stato! Si scatenerà una campagna mediatica e giudiziaria, che al
confronto quelle viste finora sembreranno barzellette. Hanno stabilito un patto
secondo il quale il partito che prenderà più voti tra Lega Nord (che forse eliminerà “Nord”, lanciandosi come partito per
tutto il territorio nazionale), Fratelli
d’Italia e Forza Italia,
indicherà, nell’eventualità di un successo, il Presidente del Consiglio dei Ministri. Berlusconi continua a
parlare di moderati, di governo composto in maggioranza da professionisti non
politici, nonostante il periodo che viviamo suggerisca tutt’altro, comprese le
scelte estreme e radicali. Il moderatismo in questi tempi particolari non paga
più: tant’è vero che le piccole particelle di centro disseminate di qua e di la
(a seconda delle convenienze), ormai hanno delle percentuali irrisorie. Il
nuovo centro è il movimento di Beppe Grillo: i suoi elettori, i suoi militanti,
sono i nuovi centristi atipici e ribelli.
La legge elettorale è stata approvata finalmente, così non ci
sono più ostacoli per andare alle elezioni: dovranno essere fissate tra fine
febbraio e l’inizio marzo 2018, non oltre (l’ultima volta votammo il 24 e 25
febbraio 2013). Non si pensi di spostare le suddette votazioni ad aprile o a
maggio prossimi.
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