L’ALLEANZA
DI CENTRODESTRA CE LA FARÀ AD
AVERE LA
MAGGIORANZA PARLAMENTARE? SARÀ FONDAMENTALE CIÒ CHE
SCEGLIERANNO COLORO CHE NON SI ASTERRANNO E CHE IN QUESTO MOMENTO SONO ANCORA
INDECISI, MA SE IL VENTO TIRA A DESTRA……
Gli ultimi sondaggi delle prossime elezioni politiche davano la
coalizione politica di centrodestra sul 36 – 38%, cioè le stesse percentuali in
cui si attestava da mesi. Non bisogna mai fidarsi completamente di quei
rilevamenti: qualche indicazione certamente la danno (ora va di moda la destra,
ora va di moda la sinistra), ma in passato ci sono state spesso sorprese
impreviste. Di solito sono coloro che si dichiarano indecisi nelle interviste,
che decidono per chi votare solo all’ultimo minuto e che fanno pendere l’ago
della bilancia da una parte o dall’altra, sconfessando o confermando tutti i
sondaggi. Se la tendenza positiva al centrodestra sarà confermata, la stessa
coalizione non avrà difficoltà a superare la soglia del 40%. Alcune indagini
davano diversi collegi dell’uninominale in bilico, non ancora assegnati con
certezza: se gli stessi andranno al centrodestra quella fazione politica potrà
avere la maggioranza al parlamento, una maggioranza risicata, ma pur sempre
maggioranza.
Per quanto riguarda le votazioni della Regione Lazio penso che si decideranno sul filo di lana a favore di
Zingaretti o di Parisi. Se si fosse votato solo per la regione, Zingaretti
avrebbe chiuso la partita a proprio favore senza troppe ansie, invece
considerando che si vota pure per le politiche, dove c’è alta affluenza e la
propensione è a favore del centrodestra,
Parisi potrebbe pure farcela. Se non si fosse messo di mezzo Pirozzi, divenuto
famoso per il terremoto ad Amatrice e che l’ha lanciato per le sue ambizioni, le
cose sarebbero state più semplici,
tant’è vero che Renzi mesi fa considerava il Lazio perso. Male si fa a credere
che avere il proprio comune e la propria regione dello stesso colore politico
sia un bene: è quello che abbiamo avuto a Cori per sette anni su dieci e senza
che ci fossero degli stravolgimenti positivi.
Queste elezioni politiche quasi certamente passeranno alla
storia per la bassa % dei votanti: sicuramente sarà battuto il primato negativo
del 2013, quando votò poco più del 75% degli avanti diritto (-5% rispetto al
2008). Sono ben lontani i tempi in cui le masse credevano ciecamente nella
politica e votava oltre il 90% degli elettori. Le elezioni politiche nazionali
ancora si salvano: l’elettore si sente più motivato a recarsi al seggio
rispetto alla tornata amministrativa o al referendum abrogativo, dove ormai non
vota quasi più nessuno. Per l’importanza dell’evento avrebbero dovuto far
votare in due giorni per non affossare troppo l’affluenza alle urne.
Sarà necessaria un’attenta riflessione dopo essersi documentati
per bene sui vari programmi dei partiti e sulle molte promesse (da marinai) che
essi fanno, prima di decidere su quale simbolo mettere la croce. Anch’io
personalmente ancora non so quale partito votare tra quelli delle mia tendenze
politiche: quasi sicuramente sceglierò uno tra quelli dell’alleanza che ha
maggiori possibilità di vittoria, al fine di non far disperdere il voto e fare
il favore agli altri schieramenti; poi come andrà, andrà. La mia scelta sarà
motivata dal far mantenere la nostra identità sulla nostra Italia, tutelare i
nostri valori tradizionali, le nostre usanze, dare priorità alle nostre
emergenze e riprenderci le chiavi di casa nostra, dipendendo di meno dagli altri e non facendoci sottomettere da essi.