bandiera

bandiera

giovedì 31 maggio 2018

390) NUOVO GOVERNO: ANCORA BUIO TOTALE



IN ITALIA LA SOVRANITÀ APPARTIENE AL POPOLO ITALIANO E NON AI TECNOCRATI E AI BANCHIERI DELL’UE E ALLA GERMANIA. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA HA PREFERITO I SECONDI AL RESPONSO DELLE URNE.  DA PARTE DEGLI ASPIRANTI GOVERNANTI (LEGA, M5S) C’È STATO UN SOSPIRO DI SOLLIEVO PER LO SCAMPATO PERICOLO DEL GOVERNO E PER LE PROMESSE FARAONICHE CHE ERANO STATE FATTE?





Ci risiamo: ogni qualvolta il voto popolare va contro il sistemo economico finanziario europeo, che arricchisce alcune nazioni ed impoverisce altre, ecco che nei mercati  finanziari vengono punite quelle nazioni che si sono ribellate. È esattamente quello che sta accadendo in questi giorni in Italia: il Presidente della Repubblica ha bocciato il ministro dell’economia e della finanza che gli era stato proposto, perché era sgradito alla Germania e all’Ue, facendo saltare il governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle. Nel Governo Conte, che appunto sarebbe stato sostenuto da Lega e Cinque Stelle e naufragato prima di nascere, non era neanche prevista l’uscita dall’euro. Lo spauracchio in Europa di un governo italiano forte che si sarebbe imposto, battendo i pugni, e che avrebbe preteso la revisione dei trattati e delle aliquote che ci penalizzano ha allarmato i potenti, che hanno ricattato e minacciato l’Italia.  Ormai siamo entrati in una morsa che ci sta stritolando: ora è tardi per uscire, bisognava pensarci per bene prima di entrare nell’euro.



Forse è la prima volta che accade un evento del genere: si può fare (la Costituzione lo prevede) ma è stato un comportamento scorretto nei confronti dei partiti che democraticamente avevano ricevuto maggior consenso. Condanno fortemente gli insulti e le minacce verso il Capo dello Stato, però formulare delle critiche è legittimo. Non che abbia grosse simpatie per il M5s, come ho ribadito in qualche scritto precedente, non dovrebbe esserci nessun impedimento se dei partiti si accordano, anche dopo il voto, ed hanno la maggioranza parlamentare. L’accordo per il governo LegaM5s era nato al fine di evitare nuove elezioni ed il governo tecnico, dopo che Mattarella si era rifiutato di dare l’incarico esplorativo per un governo di minoranza alla coalizione di centrodestra, che avrebbe cercato di volta in volta i numeri in parlamento per i singoli provvedimenti. Quando vince la sinistra il parlamento è sovrano, quando essa non vince la Repubblica diventa presidenziale. 




Ai tempi della Prima Repubblica alle elezioni i partiti non facevano alleanze, era il partito di maggioranza relativa (Dc) che decideva gli accordi per il governo dopo il voto: essi avvenivano con gli altri piccoli partiti di centro e poi anche col Psi. Nella Seconda Repubblica invece ci si è sempre coalizzati prima del voto, presentando un programma di governo, e con le stesse alleanze si è sempre governato; eccezion fatta per il 2013 ed il 2018, quando si è giunti a dei compromessi tra partiti che si erano fronteggiati in campagna elettorale, poiché i vincitori non avevano e non hanno numeri sufficienti per governare. Si, c’è scorrettezza nei confronti dei partiti che si tradiscono e che avevano contribuito a far eleggere più parlamentari nel maggior partito che si sgancia; il compromesso prevale sullo spauracchio di imminenti nuove elezioni, come è avvenuto in Grecia e Spagna, dove anche lì nessuna coalizione politica aveva numeri sufficienti per governare. 

Per fortuna che prima delle votazioni solo a Berlusconi si voleva far firmare il patto anti inciucio.  Non saranno le leggi elettorali da rivedere? Il metodo come è stato impedito a questo governo di nascere è da condannare, rimane lo scetticismo espresso sul programma di governo saltato con tutte quelle promesse, soprattutto quelle da parte Cinque Stelle, che sarebbero state di difficile attuazione e si sarebbe rischiata la bancarotta. Sotto, sotto i mancati governanti avranno tirato un sospiro di sollievo. Non si sa se arriveranno questi tecnici, ufficialmente indipendenti e ovviamente filo Ue e pro immigrazione di massa. Se torneremo al voto e si ripresenterà la stessa situazione, verrà impedita nuovamente la nascita di un governo politico? Allora cercaranno una soluzione, una mediazione, adesso, impedendo altre perdite di tempo e di denaro con le nuove elezioni.

domenica 20 maggio 2018

389) "L’EVENTO MEDIATICO DELL’ANNO"



LE NOZZE REALI INGLESI HANNO OCCUPATO INTERAMENTE LO SPAZIO DELLA MAGGIORANZA DEI MEDIA E LE NOTIZIE PIÙ IMPORTANTI, SPECIE QUELLE DI CASA NOSTRA, SONO PASSATE IN SECONDO PIANO.



Che rottura di scatole in questi giorni il matrimonio tra il membro della Casa Reale Inglese Principe Henry e quella famosa attrice americana. I media non hanno parlato d’altro, rilegando le notizie più importanti del mondo e d’Italia soprattutto in secondo piano. Poi si dice che non è vero che si trovino questi pretesti per distrarre le masse dai problemi reali. Ci sono state ore ed ore di dirette con dei commenti assurdi: in che modo erano vestiti i parenti del Principe, chi c’era, chi non c’era, gli sfortunati invitati che non hanno trovato posto nella cattedrale (che grosso guaio!), i privilegiati telespettatori che hanno visto tutto; ci mancava  solo che inquadrassero e descrivessero il microscopico sassolino che ha avuto l’onore di essere calpestato dagli sposi reali o parlassero del tipo d’asfalto posto sulla strada dove è passato il corteo nuziale.

Sono notizie che ci premono un sacco; già il mese scorso eravamo in apprensione al pensiero del nome che sarebbe stato scelto per l’ennesimo bebè reale e quando è stato rilevato ci siamo sentiti tutti più tranquilli dopo aver passato delle notti insonni. Posso capire in Gran Bretagna tutta questa attenzione per la Casa Reale regnante e per ogni sua mossa, la quale governa proprio grazie al quasi unanime consenso popolare, ma a noi cosa dovrebbe importarci? Sarebbero bastate due informazioni e basta, tanto per dovere di cronaca, su questo “matrimonio del secolo”.  Non finirà certamente qui: continueranno a raccontarci, come notizie del giorno, in che modo si vestono, come camminano, quanta pipì fanno e ovviamente parleranno della loro vita sessuale.

I problemi di casa nostra, anche le belle notizie, non contano, possono aspettare. Periodicamente lo spettatore viene sottoposto ad un lavaggio mediatico sul quel che va di moda in quel preciso momento, sia nel positivo (come in questo caso), sia nel negativo e non si dà importanza ad avvenimenti (scorretti politicamente) che lo meriterebbero; non a caso i media sono definiti il “quarto potere”. Ci sono anche alcune notizie che fanno eccessivo scalpore e spesso si rilevano delle bolle di sapone, venendo dimenticate in fretta. Quest’evento ha perfino fatto passare in secondo piano l’altro matrimonio che si sta consumando in casa nostra che ora tornerà in auge. 


giovedì 10 maggio 2018

388) IL DIBATTITO SUL LAVORO DEI MARITTIMI



Nelle ultime settimane ci sono state sia delle polemiche, sia degli elogi alla compagnia di navigazione “Tirrenia – Moby” che sceglie prevalentemente personale italiano che le costa di più, rispettando le regole a suo tempo stipulate. Da questo spunto si possono aprire delle discussioni sulla manovalanza italiana o straniera: spesso prevale la seconda perché, come si dice da tempo, gli italiani scansano alcuni lavori, oppure  perché è a basso costo? Beppe Grillo dal suo sito spiega le ragioni della “Tirrenia – Moby”, prendendone le difese.


Siamo un popolo di navigatori, disoccupati

 

di Beppe Grillo –
Nel 1998 fu varata una legge (30/98) che consentiva alle società armatrici la quasi totale defiscalizzazione e la totalità degli sgravi Inps e Irpef per i marittimi imbarcati.
Vi sembra strano? Non lo è, perché la legge a suo tempo fu approvata per favorire la piena occupazione, specialmente al sud, nel settore marittimo, con vincolo di personale interamente italiano o comunitario. Esisteva anche una deroga ministeriale in favore di personale extracomunitario, ma soltanto nei limiti di 1/3 dell’equipaggio.
Nel corso degli anni però, in seguito a modifiche della legge e con accordi sindacali mirati, gli armatori hanno ignorato l’obbligo di imbarcare marittimi italiani e hanno iniziato ad imbarcare personale extracomunitario, anche in numero superiore all’originario limite di 1/3, con rapporto di lavoro “regolamentato dalla legge scelta dalle parti”. Al lavoratore extracomunitario viene così applicato l’accordo sindacale del suo Stato di provenienza: in questo modo si abbattono notevolmente i costi rispetto ad un marittimo italiano.
Il datore di lavoro mantiene quindi le stesse esenzioni fiscali previste per il personale italiano o comunitario. A questo aggiungiamo anche il problema dei corsi di formazione per acquisire il libretto di navigazione: in Italia il costo ammonta a circa 2mila euro, gli extra comunitari invece possono conseguirlo nel loro paese di origine con pochi euro.
Il quadro è chiaro ed è questo: totale penalizzazione dei lavoratori italiani, fino a farli scomparire dalle navi battenti bandiera italiana, ed innalzamento dello sfruttamento lavorativo da parte di società armatrici che imbarcano extracomunitari con salari da fame, gestiti da società di manning, con sede,  il più delle volte, in paradisi fiscali, senza alcun contratto diretto con il singolo lavoratore!
Per farvi avere una idea più chiara dei costi: un marittimo italiano può guadagnare al netto da 2000 a 5000 euro circa, a seconda del ruolo. Un marittimo extracomunitario è sottopagato, arriva a percepire circa da 300 a 700 euro al mese.
Vincenzo Onorato, armatore partenopeo, si sta battendo anima e cuore per salvaguardare i diritti dei nostri marittimi. La sua campagna di comunicazione a favore dei marittimi italiani, ha generato, nei poco informati, un turbinio di polemiche e illazioni senza senso. Ogni giorno Onorato si scontra contro questa realtà paradossale, a vantaggio soltanto degli armatori, che continuano a non pagare le tasse, beneficiando così della legge 30 del 1998, e non favoriscono altresì l’occupazione dei connazionali italiani. Sono infatti più di 40 mila i marittimi italiani disoccupati. Onorato è stato tacciato dai media di razzismo, di discriminazione becera, senza mezze misure.
Chi non vuole vedere la realtà accusa, nascondendosi dietro a questioni razziali.
Condivido a pieno la battaglia di Onorato e faccio mie le sue parole: chi è il razzista? Chi lascia a casa i nostri marittimi a fare la fame o chi con sfruttamento selvaggio imbarca extracomunitari, con salari da fame?
A Febbraio ho partecipato con Luigi di Maio all’incontro con l’associazione no profit “Marittimi per il Futuro” a Torre del Greco, perché credo fortemente che i diritti dei lavoratori vengano prima di ogni cosa. La cittadina campana è una delle tante città che vive di questo mestiere. Io, che come loro vengo da una città di mare, conosco la sofferenza di chi con il mare non può dar da mangiare ai propri figli.  Intere generazioni di padri, nonni, bisnonni, hanno sostenuto le proprie famiglie con uno dei mestieri più belli e antichi del mondo. Ora, il popolo marittimo di Torre del Greco, così come in altre città (Ercolano, Castellamare etc…) è ridotto alla fame, e all’associazione arrivano ogni giorno continue richieste di aiuto.
La soluzione a questo quadro è semplice e, come tutte le cose semplici, in Italia diventa complessa. Aggiungiamo che la politica e il potere delle lobby del settore frenano ogni tipo di iniziativa a favore dei più deboli.
Se un armatore italiano vuole mantenere la quasi totale defiscalizzazione deve imbarcare soltanto marittimi italiani o comunitari, almeno per la tabella di armamento-sicurezza (il numero legale minimo degli imbarcati a bordo). Se non accetta, allora paga  le tasse come qualsiasi società italiana.
Ciò comporterebbe un fortissimo innalzamento occupazionale e, non per ultimo, una maggiore sicurezza sulle navi  (non esiste un report di quale sia il numero reale di extracomunitari imbarcati sulle navi battenti bandiera italiana).
Siamo un popolo di navigatori, abbiamo un’esperienza millenaria e il mare è nel nostro dna. Tuteliamo il nostro immenso patrimonio dell’arte della navigazione.
Barra a dritta e avanti tutta!