il pd,
che da due anni a questa parte subisce delle batoste elettorali, e il m5s,
ANCHE ESSO IN DECLINO E che si definiva antipolitico e “diverso” dai partiti
tradizionali, CHE NON POTEVANO SOFFRIRSI tra loro, si dimostrano attaccati al
potere e non vanno ad elezioni per non far vincere la lega e il
centrodestra. In italia e in europa sono tutti felici che la democrazia ha trionfato e l’antidemocratico
voto sia stato evitato. il “merito” è anche di salvini.
In questi giorni
è nato il Governo Conte II, frutto di un accordo tra il M5s e il Pd: due
partiti che tra di essi se ne sono dette di crude e di cotte in questi anni.
Ancora una volta il Movimento 5 Stelle ha tradito la sua natura,
cercando alleanze con i partiti tradizionali e classici, esso che si diceva
antipolitico e antisistema. È un governo legittimo sì e allo stesso tempo incoerente
e non rappresentante della volontà popolare di questo momento storico.
Quando nacque il
Conte I scrissi che l’atteggiamento della Lega era stato scorretto, tradendo i
vecchi alleati con cui si era accordata alle elezioni, ma il M5s e la Lega
erano i partiti che avevano riscosso un successo clamoroso alle politiche di
poche settimane prima e al fine di evitare nuove elezioni immediate
sperimentarono quella anomala alleanza. Oggi la situazione è diversa: il M5s
ha dimezzato i voti rispetto ad un anno fa e il Partito Democratico è
stato nettamente sconfitto alle politiche del marzo 2018, anche in ambito d’elezioni
amministrative ha continuato a subirne, alle ultime europee ha recuperato
qualche consenso, però è ancora molto lontano dalle preferenze dei tempi
migliori. Esso era definito dal M5s, il quale giurò di non andarci mai a
braccetto, il cosiddetto “partito di Bibiano”. Quando un movimento
apolitico parla nelle piazze, reali e virtuali, è facile dire bla, bla, bla, ma
quando lo stesso conosce il potere, esso diviene come tutti gli altri partiti
tradizionali e fa di tutto per non mollarlo.
Quando Salvini
annunciò l’abbandono, cercando le elezioni, il M5s e Conte dissero che
non se ne sarebbero andati, avrebbero dovuti sfiduciarli, mentre quando gli
stessi intuirono che il Pd era disposto a fare un governo con loro,
dichiarando che con la Lega era finita per sempre, Conte rassegnò
immediatamente le dimissioni e Salvini tentò invano una clamorosa retromarcia. Quelli
del movimento, in netto calo consensuale, hanno ritenuto non opportuno andare
al voto subito, poiché la Lega probabilmente avrebbe superato il 34% delle
ultime europee; Pd e 5 Stelle hanno messo da parte gli antichi
rancori e inimicizie, con la benedizione dei poteri forti italiani ed europei,
per impedire il trionfo di Salvini. Per l’approvazione della legge finanziaria
ci sarebbe stato tempo fino al 31 dicembre; anche votando a novembre i tempi
non sarebbero stati sforati.
A Bruxelles e a
Berlino sono felici che ci sarà un governo totalmente dipendente da loro, con all'interno loro uomini di fiducia, e l’uno
virgola che impongono non verrà superato. La “democrazia” per l’Europa è salva;
ma se la maggioranza dei cittadini sceglie la Lega, per loro è antidemocrazia
(come in Gran Bretagna dove la maggioranza del popolo ha votato contro l’Ue).
Quale democrazia e sovranità nazionale potranno esserci se il nostro governo
non potrà fare una mossa senza che Bruxelles, Berlino e Washington annuiscano
con la testa? Europa dei popoli sovrani sì, per favorire gli scambi commerciali;
Europa del superstato, con i forti che ingrassano schiacciando i deboli che ci
rimettono, no. Per l’immigrazione clandestina potrebbe essere vano quello che è
stato fatto finora per contrastarla, pure se alcuni a sinistra iniziano
svegliarsi, dichiarando che sarà un errore rinunciare alla politica del rigore
del precedente governo, come scrive qualche editorialista sul “Messaggero”,
un quotidiano da sempre vicino al centro, al centrosinistra.
Di questa nuova
situazione politica è responsabili in parte Salvini, che ha fatto una
sciocchezza lasciando il suo governo in piena estate, per essere certo di
andare ad elezioni anticipate; sarebbe stato meglio aspettare la prossima
primavera, portando a termine il taglio dei parlamentari e dei loro stipendi. I
maliziosi sostengono che si sia trattata di una fuga, perché non c’erano le
risorse necessarie per mantenere le promesse. Io non lo credo: sono stati i no,
gli insulti e le liti frequenti con i Cinque Stelle che hanno influito
nella rottura. Il petrolio nostrano non si può sfruttare, bisogna comprarlo a
cifre elevatissime dagli arabi, le vie di comunicazione non si possono
ammodernare, comunque i grillini non rinunciano alle automobili. Se in futuro
dovremo continuare con maggioranze parlamentari sorprendenti e improvvisate,
sarà meglio tornare alla legge elettorale proporzionale pura, stipulando le
alleanze dopo le lezioni e non prima.
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